Il 22 febbraio 1998, nella sua abitazione di Mercatale, veniva trovato morto Pietro Pacciani, aveva 73 anni.

Nel primo pomeriggio, su segnalazione di alcuni vicini di casa, i carabinieri di San Casciano intervengono presso l’abitazione di Pietro Pacciani, a Mercatale, trovandolo morto, disteso sul pavimento, con i pantaloni abbassati.

I CC della stazione di San Casciano Val di Pesa riscontravano la seguente situazione, vedi verbale del 22 febbraio 1998:

– Nel giardino, davanti alla porta d’ingresso, che era aperta, proprio spalancata, vi erano una tinozza ed una scatola di cartone, ricolme di immondizia e, intorno, vari contenitori di cartone;

– Nel vano cucina vi era un grande disordine e sporcizia. Sul tavolo, vi erano resti di cibo e carte varie. L’ambiente non risultava essere illuminato da luce artificiale;

– Nella camera da letto vi era disordine, il letto risultava disfatto e le coperte rivoltate su una parte. L’imposta era chiusa e l’ambiente non era illuminato da luce artificiale;

– Nel vano, adibito a tinello, subito dopo la porta, sulla sinistra, vi era una valigia aperta con all’interno vari effetti personali;

– Dinanzi al tavolino di cui sopra vi era il cadavere del Pacciani, bocconi, con i pantaloni abbassati fin sotto i glutei e la maglia parzialmente sollevata. Alcune circostanze sono apparse da subito alquanto strane, e precisamente, la posizione del cadavere: era riverso per terra, bocconi, semi nudo nella parte dell’addome in giù, i pantaloni erano abbassati tanto da lasciar scoperto buona parte del sedere e la maglia alzata, una posizione che difficilmente avrebbe potuto assumere se si fosse trattato di una caduta spontanea; 

– lo stato dei luoghi: la porta d’ingresso e le finestre erano state trovate tutte quante spalancate, e ciò appariva sospetto perché era solito starsene ben chiuso in casa, soprattutto quando incominciava ad imbrunire, le due porte d’ingresso erano aperte, così come quella della cantinetta, posta nel giardino della casa;

– le luci, così come riferito dai carabinieri, erano tutte spente;

– la stanza cucina era in completo disordine;

– sul tavolo della stanza cucina si rinvenivano: due padelle contenenti cibo; una bottiglia di vino; un bicchiere colmo di vino; due mozziconi di sigaretta; alcune carte; il telecomando della televisione; un paio di occhiali da vista; un foglio di carta recante la dicitura “Vino da tavola F. Francioni e figli” con annotato a penna: “domani sabato 21 febbraio 1998”;

– per terra si rinvenivano alcuni stick di pillole medicinali e, in particolare, una scatola vuota di “Urbason Retard” con la scritta “mezza al mattino, mezza la sera – eliminare” (medicina che non risultava ricompresa tra quelle prescritte al Pacciani dal suo medico curante, né tra quelle che il Pacciani era solito acquistare presso la farmacia Piscitelli di Mercatale, così come risultava dai verbali delle dichiarazioni rese dalla dott.ssa Anna Maria Gambassini e della dott.ssa Piscitelli Maria Antonietta);

– la camera da letto presentava il letto disfatto solamente da un lato e sul comò vi erano alcune bottiglie contenenti la rimanenza di un liquido bianco trasparente inodore;

– sul pavimento della stanza (posta sulla sinistra per chi entra nell’abitazione), vi era il corpo, privo di vita, di Pietro Pacciani, che si presentava disteso per terra a pancia sotto con i pantaloni abbassati. Lo stesso indossava pantaloni grigi, una maglia di colore azzurro ed un paio di scarpe allacciate da uomo di colore marrone, sporche di fango secco;

– il medico legale, intervenuto sul posto, constatava che: l’orologio al polso era fermo alle ore 3.10; l’uomo, all’altezza del pube, aveva uno straccio fermato alla maglia con tre spille di sicurezza, imbevuto di varechina; il decesso, data la morbidezza del corpo, non risaliva a molto tempo prima; la strana presenza di macchie ipostatiche nella schiena, dal momento che il cadavere, a dire dei carabinieri, era stato da costoro rinvenuto a pancia sotto;

– da un controllo non erano rinvenute bottiglie contenenti varechina;

–  Il medico inviato dal 118 redigeva il certificato di morte

–  Nella perquisizione dell’abitazione del Pacciani viene rinvenuto un biglietto manoscritto, apparentemente dalla mano dello stesso Pacciani, dal seguente tenore: ” 28. giugno 1992 – Madonnina del Rosario e Divino Gesù, Voi lo sapete che sono innocente da queste accuse infami che mi fanno, aiutatemi, non ho nessuno a cui rivolgermi, mi vogliono uccidere, porgi la Tua mano protettrice sui nemici cattivi, Ave o Maria“. Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 194 e Vedi: Nota informativa n°500/2001 del 3 dicembre 2001

Personale della questura si reca presso l’abitazione del defunto Pietro Pacciani a Mercatale alle ore 16.40, già presenti i carabinieri della Stazione di San Casciano.

L’esame autoptico verrà consegnato il 28 aprile 1998.

La morte di Pacciani, alla luce di approfondimenti di indagine successiva riguardante il secondo livello, diventa davvero sospetta in quanto si prospetta il reale ruolo di Pacciani nella vicenda MdF e cioè quello di “uomo di fatica” di altri personaggi che compaiono progressivamente nelle indagini. Questo farebbe sospettare che Pacciani, dovendo affrontare nuovamente il secondo grado annullato dalla cassazione, avrebbe potuto parlare di situazioni e persone che sino a quel momento aveva taciuto.

22 Febbraio 1998 Morte di Pietro Pacciani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traduttore