18 Marzo 1998, 73° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

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Avv. Nino Filastò, P.M. Paolo Canessa, Avv. Andrea Capanni, Avv. Giovanni Paolo Voena, Avv. Giampaolo Curandai, Avv. Gabriele Zanobini, Avv. Federico Bagattini, Avv. Stefano Bertini, Avv. Antonio Mazzeo

Presidente: Bertini c’è Bertini ah si si, l’altro è venuto? Bene Elisabetta le parti, Filastò per il Vanni presente, c’è Bagattini per Faggi sempre contumace, Zanobini la sostituisce Bagattini va bene? Zanobini per Lotti sempre assente. Poi le parti civili Moena, Capanni e Curandai che sostituisce tutti gli altri va bene? Pubblico Ministero la parola a lei.

Avv. Stefano Bertini: Scusi presidente prima che prenda la parola il PM l’ho già accennato al Dott. Canessa, io per puro scrupolo vorrei produrre, forse riprodurre, i certificati del PRA relativi all’acquisito dell’auto Argenta e Peugeot da parte del Faggi, mi ricordava il PM che molto verosimilmente si tratta di documenti già allegati però se non avete nulla in contrario io li riprodurrei.

Presidente: Non c’è opposizione si può prendere.

Avv. Nino Filastò: Presidente vorrei produrre questo verbale di sommarie informazione rese da Bellini Franco all’integrazione di quello che ha detto il teste Bellini ieri il 6 maggio del 96 quale Bellini in questo verbale parla del passaggio di proprietà e di quello che avveniva normalmente quando veniva trasferita un’auto attraverso la sua mediazione andando da 128 dice che

P.M.: Presidente chiedo scusa è un verbale che non è stato usato per le contestazioni quindi non si può assolutamente produrre

Avv. Nino Filastò: Beh io glielo chiedo lo stesso perché mi sembra molto importante vabbè perché non c’era nemmeno nel suo indice per dire la verità, a me pare di no.

P.M.: Ma scherza davvero? È allegato alla nota della polizia del relativo

Avv. Nino Filastò: Un giorno non so quando rinascerò in un’altra vita mi riuscirà di fare un discorso di filato senza essere interrotto dal pubblico ministero

Presidente: Lei ha fatto la sua osservazione, facciamolo finire

Avv. Nino Filastò: Dicevo che qui questo signor Bellini dice che normalmente le cose funzionano così che quando io porto i documenti all’Aci telefono al proprietario per mandarla a firmare nel frattempo il nuovo acquirente si munisce del foglio di via, prima ci voleva un giorno o due oggi è pronto subito e con quel foglio gli consegno l’auto controllando che sia tutto in regola, penso che anche nel caso della vendita la 128 fu andata così può capitare dice la materiale disponibilità della macchina avvenga o immediatamente dopo che il vecchio acquirente abbia firmato l’atto di vendita dal notaio o in qualche caso il nuovo acquirente già munito del foglio di via mentre è in possesso qualche giorno prima che sia stato firmato l’atto di vendita dal vecchio proprietario in questo caso non ricordo se al Lotti ho consegnato la macchina non appena firmato l’atto di vendita oppure se ciò avvenne qualche giorno prima.

Presidente: Questa indicazione quando l’ha fatta?

Avv. Nino Filastò: Questa dichiarazione il signore l’ha fatta il giorno 6 maggio del 1996 è agli atti. Grazie Presidente

Presidente: PM la parola a lei.

P.M.: Presidente grazie, due parole veramente alla luce della riapertura dell’istruttoria direi che è sicuramente apprezzabile nel metodo la scelta della Corte di approfondire l’argomento del possesso dell’autovettura Fiat 128 rossa da parte del Lotti la notte dell’omicidio del 1980, questo per quanto riguarda il metodo, bene ha fatto la Corte a non lasciare l’ombra su alcun punto, nel merito nella sostanza mi sembra però che la riapertura dell’istruttoria non abbia assolutamente cambiato niente per quanto riguarda il quadro probatorio già raggiunto dall’istruttoria dibattimentale, quindi direi che il fatto che abbiamo approfondito quell’argomento come è emerso nell’udienza di ieri non ha spostato assolutamente niente anzi mi sembra che abbia l’istruttoria di ieri rafforzato in pieno un punto fondamentale, Lotti alla data dell’omicidio del 1985 a Scopeti aveva il possesso e la proprietà dell’auto 128 rossa. Quindi i punti fermi che esistevano prima dell’istruttoria di ieri riaperta e anche al termine di essa sono due ricordiamoli bene perché sono punti talmente fondamentali che l’istruttoria riaperta ha rafforzato questi elementi cioè Lotti Giancarlo aveva la 128 rossa per un lungo periodo di tempo ancora dopo l’omicidio di Scopeti, molto verosimilmente e su questo la prova della data non è possibile darla però elementi sono tutti convergenti sul punto ha posseduto la 128 fino ad una data molto vicina 3 Aprile del 1986 giorno in cui avvenne la cancellazione di quell’auto dal PRA, su questo punto del possesso di questa auto 128 vi sono numerose fonti di prova, vi erano prima e sono state integrate ieri, vi sono prove documentali voi avete visto quel accertamento dal quale risulta che l’auto fu cancellata nell’aprile dell’86, avrete prove testimoniali, avete sentito inequivocabilmente tutti i testi sentiti ieri che vi hanno detto “sì per un certo periodo di tempo” e tutti attenzione hanno parlato di un mese e due così come dice Lotti guardate che riscontro a Lotti un mese e due dopo la circostanza che lotti aveva anche la 124 ha avuto senz’altro la 128 questo dato temporale di un mese, due mesi, tre mesi, era aprile, era gennaio, era febbraio ha poca importanza ai fini nostri, la data scriminante ovviamente rimane sempre l’8/9 settembre dell’85 però importante che tutti i testi hanno ricordato l’episodio così come riferito dal Lotti, guardate che riscontro puntuale ha quello che dice Lotti sia pure nel in quel suo modo di esprimersi, tutti hanno parlato di un mese/due dopo, quindi allora noi abbiamo prove documentali, prove testimoniali, abbiamo le dichiarazioni di Lotti che ci ha detto non solo che confermando quel dato che a noi interessa relativo all’omicidio che ha avuto la 128 ancora dopo ma ha aggiunto un dato importante a domanda credo molto chiara del PM e risposta altrettanto chiara “si anche dopo che avevo la 124 mi è capitato di usare il 128 anche se non era assicurato” su questo punto ovviamente la dichiarazione più forte è quella di Lotti però tutto sommato interessa fino a un certo punto perché è un uso della 128 successiva all’omicidio, lo può aver fatto per motivi che crede lui e comunque non abbiamo motivo di sospettare che questa sia una affermazione non veritiera, addirittura ammette di aver usato un’auto senza assicurazione fatto se sia pure prescritto passibile di sanzione anche penale per cui mi sembra che un’ammissione di questo genere trova conforto in tutto ciò che abbiamo detto ma anche non è scalfita minimamente da quei due o tre testi che ci hanno detto di aver visto poi la 128 nello stesso posto parcheggiata davanti a casa, capite che sono testi che ad esplicita domanda hanno tutti detto “beh noi non sappiamo se la sera poi o in momenti in cui non vedevamo Lotti questa auto si spostava” ma capite che in genere l’auto dove c’è spazio si ricolloca sempre allo stesso punto nessun teste vi avrebbe potuto dare la prova che la macchina era ferma nello stesso punto sempre non era mai spostata anzi se fosse venuto un teste che avesse detto una cosa del genere era da prendere con le molle, i testi hanno detto era sempre nello stesso posto quindi capite che tutta la prova che si sposta temporalmente sicuramente dopo l’omicidio è una prova tale per cui noi sappiamo che non solo c’è il possesso della 128 ma un anche un possibile sicuro verosimile uso di questa auto anche dopo il contemporaneo possesso della 124. Comunque punto fondamentale l’istruttoria di ieri non ha portato alcuna prova contraria sicura al fatto che Lotti nella data dell’omicidio avesse il 128 rosso quindi direi che qui potremmo chiudere l’argomento perché ai fini della credibilità del Lotti noi abbiamo una serie di prove diverse per le quali la data dell’omicidio del 1985 a Scopeti non viene minimamente messa in discussione per quanto riguarda il possesso, l’uso e la proprietà del 128. Però abbiamo davanti a questo punto fermo cioè 128 sicuramente posseduto in quel momento e dopo, abbiamo un altrettanto punto fermo che è rimasto non lo dimentichiamo che è quello che proviene dallo stesso Lotti e da tutti gli altri testi che erano stati forniti a riscontro nel corso dell’istruttoria cioè Lotti ha sempre detto e non è assolutamente cambiato niente nel quadro probatorio di ieri che la notte dell’omicidio aveva il 128 ma non era solo la sua dichiarazione, ricordate quante altre dichiarazioni sul punto erano state già acquisite, ricordo quella di Pucci, ricordo quella della Ghiribelli, quella del Galli, quelle di quei testi che il pomeriggio avevano visto un’auto rossa sostanzialmente la Carmignani quindi il quadro relativo alla 128 il giorno dell’omicidio che è quello che interessa e non solo compatto ma rafforzato tutto il resto quello che è avvenuto dopo può essere materia che può interessare qualcuno se qualcuno volesse processare il Lotti perché è andato in giro dopo il 20 di settembre dell’85 senza assicurazione ma non serve assolutamente ad altro, se quella è una contravvenzione o qualcosa che è penalmente da apprezzare mi sembra anche prescritto comunque non interessa a questa Corte, allora capite che dati questi due punti fermi 128 c’è l’aveva fino all’aprile, aveva anche 124, la data dell’omicidio aveva quella abbiamo la possibilità di chiudere qua il discorso però facciamolo meglio tutto perché ieri è emerso qualcosa di più allora vediamo, abbiamo raggiunto proprio come cercavo di mettere in evidenza finora la prova documentale che forse finora era mancata ma di fatto ora abbiamo che alla data del 20 settembre 1985, 10 giorni dopo l’omicidio, quest’auto 128 era tuttora assicurata quindi le dichiarazioni di Lotti che noi sappiamo trovano un conforto forte in un documento ineccepibile, quindi l’istruttoria di ieri anziché togliere qualcosa ha aggiunto una prova documentale a tutto quanto era già stato provato in questo processo, quindi capite da due elementi ne abbiamo un terzo che è documentale direi molto forte e abbiamo accertato dopo l’istruttoria di ieri qualcosa in più, si aveva anche 124 però la 124 è nella disponibilità di Lotti sicuramente non prima del 20 settembre 85, serve a qualcosa? No perché se le aveva tutte e due fatti suoi, la sera e l’omicidio aveva 128 e tutto provato nei modi che vi ho detto aveva anche il 124, il 124 è assicurato da quella data lì e anche su questo punto signori abbiamo quella prova ineccepibile che nasce dalla dichiarazione dei venditori cioè sostanzialmente il Bellini ed il suo meccanico che vi dicono guardate ma non dicono niente di nuovo perché avviene sempre così “noi non consegniamo auto se non con l’assicurazione” perché è l’elemento che nasce dalla legge cioè colui che ha una responsabilità cioè il venditore, una responsabilità intermedia, consegna l’auto solo quando c’è l’assicurazione e ve l’hanno detto chiaramente in due quindi se ha qualcosa serve ma non serve ai fini delle decisioni di questo processo perché abbiamo visto che a noi interessa il 128 e lo abbiamo già molto ben scandito, per quanto riguarda il 124 noi sappiamo che l’ha avuto e qui è l’unica prova certa che è stata data in questo dibattimento perché c’è la prova documentale dell’assicurazione che decorre dal 20 settembre 85, non serve a nulla eh serve solo come argomento sussidiario, abbiamo questa prova e abbiamo le dichiarazioni del titolare e meccanico della officina che confermano quella che è la prova documentale, non c’era bisogno ma la prova documentale è molto forte, quindi abbiamo anche provato ciò che dice Lotti cioè documentalmente e per testi abbiamo trovato ciò che dice Lotti cioè che in quel momento può darsi che avesse due auto perché una attenzione ha sempre detto e l’ha spiegato bene “era rotta la carrozzeria marciava così così” ma non ha mai detto che quell’auto era ferma, il teste meccanico ha diciamo aggiunto qualcosa su questo punto “si a volte era carrozzeria rotta, alle volte meccanica” non ci ha dato assolutamente alcun elemento per pensare che il 128 in luglio non funzionava, tant’è che un Lotti si sarebbe ben guardato di tenere un’assicurazione su una macchina che non funzionava comunque non è mai stato senza auto e su questo direi l’ultimo test di ieri lo Scherma che è quello che lo conosce meglio di tutti, è Scherma padre, vi ha detto “guardate Lotti senza auto non ci stava nemmeno mezzo pomeriggio sarebbe andato a comprarne un’altra”. Direi che il quadro sulle due auto ma soprattutto su 8/9 settembre possesso/proprietà/uso della 128 è talmente sicuro che non dobbiamo e non possiamo avere dubbi, una cosa è certa l’istruttoria di ieri non ha fornito alcuna prova contraria su quanto vi ho detto anzi ha approfondito/ha documentalmente aggiunto qualche elemento su quelli che erano elementi già forti, sicuri e quindi dubbi non ne possiamo avere. Abbiamo però avuto ieri e su questo cortesemente richiedo la vostra attenzione la prova ulteriore che Lotti dice poco, su questo siamo d’accordo capisce ancora meno, si esprime ancora peggio ma quando dice qualcosa dice quel poco la verità perché se voi vedete l’istruttoria di ieri e l’analizzate in tutti i suoi punti converrete con me che quelle poche cose che ha detto a parte la 128 le ha dette e sono state confortate dalle dichiarazioni di tutti gli altri, faccio un esempio solo, l’acquisto con denaro datagli dal datore di lavoro Scherma, è arrivato scherma a distanza di 13 anni/14 anni sia pure nella confusione dice guardate ben ricordo dice sì avveniva così allora il Lotti dovrebbe mentire su alcune cose e non probabilmente non ne è capace nemmeno nel sua modo di ragionare ma su punti fondamentali quali l’acquisto di questa auto per la quale in fondo c’è la possibilità di ricordare meglio qualcosa c’è una prova diretta attraverso la dichiarazione di Scherma e attraverso la dichiarazione del meccanico che dicono “sì è vero pagò Scherma” guardate che riscontro forte è venuto ieri a quelle che sono le dichiarazioni di Lotti, ancora lo accennavo all’inizio quella prova fortissima relativa al fatto che dopo che Lotti aveva il 124 ha tenuto il 128 per un mese o due, ma vi ricordate le testimonianze di tutte le persone sentite ieri? Sarà un caso o sarà come penso la verità tutti hanno detto per un mese o due, quindi su fatti che sicuramente hanno un valore indiretto abbiamo la prova ulteriore che Lotti è riscontrato da tutti coloro che sono stati sentiti ieri. Direi che su questo punto dobbiamo non solo essere tranquilli ma lo eravamo già ma la prova di ieri ha portato un elemento ulteriore ancora circa il fatto che quando Lotti disse qualcosa si trova immediatamente riscontro anche se si tratta di circostanze che apparentemente non sono strettamente legate all’omicidio. Ma ancora un dato che vorrei sottolineare alla vostra attenzione, è un dato che nasce ieri vi è stato indirettamente fornito nel senso siete state tutti voi invitati a ricordare e a rileggere quel verbale del Lotti di dichiarazioni rese l’11 Febbraio 96, è un dato molto importante se lo leggiamo bene e con attenzione senza assolutamente pensare ad una lettura di parte, è quell’interrogatorio di Lotti che è in atti dell’11 Febbraio 96, in quell’interrogatorio Lotti elenca a domanda del pubblico ministero il quale assolutamente è la prima volta che comincia a voler capire come stanno le cose delle macchine di Lotti in relazione all’omicidio di Scopeti e gli dice “senti un po’ Lotti” siccome il PM sa che questo discorso delle macchine può essere importante ma non sa a quella data assolutamente niente “Lotti mi dici un po’ te che macchine avevi?” voi lo rileggete è la prima domanda che il PM fa è ditemi voi se non è un riscontro al Lotti perché lotti dice “io avevo” e fa l’elenco “le seguenti auto per prima una 850 bianca, poi una mini gialla” avete sentito i testi ieri sono perfettamente conformi “poi una 124 gialla, poi 124 celeste” ovviamente è la 124 blu di cui tutti hanno parlato probabilmente era talmente sbiadita anche quella che negli occhi di lotti era celeste ma insomma quella è la macchina e per ultima 131 rossiccio sbiadito, guardate quando gli si chiede l’auto in relazione all’omicidio dell’85 Lotti che è persona che sa difendersi e che quindi risponde tutelando se stesso perché non dimentichiamo che è imputato del 128 rosso siccome sa che gli si chiede dell’omicidio di Scopeti si guarda bene dal parlarne perché? Perché quella sera aveva la 128 Rossa, non avrebbe mai detto che aveva la 124 celeste tant’è che il PM dice “Caro Lotti sarai pure teste” perché in quel momento era teste “ma guarda che il PM qualche elemento c’è l’ha, ma tu avevi anche 128 rosso” perché il PM gli contesta proprio questa circostanza e lui dice “sì è vero me l’ero dimenticata” quindi vedete come ha la necessità Lotti sentito dal PM di nascondere il possesso del 128 esclusivamente perché il 128 è l’auto che lui sa deve tentare di nascondere perché è quella che ha usato per l’omicidio, direi su questo è un punto talmente forte acquisito in epoca non sospetta che oggi noi dobbiamo leggerlo per quello che è, il 124 celeste lo dice se fosse stata una macchina che era coinvolta in qualcosa come sembra di dover sospettare avrebbe nascosto il 124 e non certo il 128, ovviamente questo è un argomento logico che io pongo a voi come riscontro ulteriore perché voi conoscete come me il Lotti con tutto il suo modo di argomentare, il suo modo di porgersi ed il suo modo di nascondersi, nessuno la nega abbiamo concluso nei suoi confronti nel modo che sapete. Allora andiamo a qualche altro elemento che è stato acquisito o comunque portato alla vostra attenzione nell’istruttoria di ieri, la perquisizione e il sequestro a Lotti di alcuni documenti e non di altri, se voi cortesemente controllate le date in cui il PM ordinò la perquisizione a Lotti vedrete che la ordino nel gennaio del 96 e in quel momento nessuno, PM per ultimo ma neppure la polizia che aveva sicuramente elementi di circostanza più ampi di quelli del PM, poteva pensare che in quel momento era importante documentare quelle che erano le auto di Lotti, allora in quel momento mentre si va a perquisire nel gennaio 96 Lotti, Vanni, Faggi chiunque si va a perquisire il momento/il dato che il PM ricerca e che la polizia ricerca è quello della eventuale possibilità di prova di rapporti fra Pacciani, Vanni, Lotti, Faggi, eccetera quindi è chiaro che in quel momento si cercano documenti dai quali emerga un dato di questo genere, nessuno in quel momento ordina alla polizia di acquisire documenti relativi alle auto e quindi voi avete quel verbale dove ci sono pezzi di un’agenda con i nomi e in quel verbale c’è la prova che non solo fu perquisito ma fu acquisito tutto quello che interessava alle indagini e su questo la perquisizione del sequestro se viene ordinata a fini di cercare prove di unione fra persone è chiaro che le auto nel momento in cui si fa la perquisizione in quel momento non hanno quell’interesse specifico che hanno avuto successivamente. Questo per dire che se putacaso il Lotti avesse avuto in quella data documenti relativi ad auto e può darsi le avesse ben affatto la polizia o comunque era nella discrezione dell’operatore di polizia prendere nella perquisizione quello che riteneva utile a dimostrare i rapporti Lotti-Pacciani eccetera, quindi vedete che anche il fatto che sia stato poi Lotti a produrre quei documenti relativi alle assicurazioni della sua auto per mezzo del suo difensore è un fatto/una circostanza che si spiega molto naturalmente, vi spiegavo ieri cercavo di documentare il fatto che quei documenti prodotti dal difensore, avvocato Bertini, relativi a Lotti c’è la possibilità di provarlo attraverso i documenti che pervengono dall’assicurazione che li confermano se qualche dubbio ci dovesse essere. Un’ultima parola e ho finito ma anche qui un minimo di attenzione da parte soprattutto dei signori giudici popolari credo che me lo debbano concedere è il discorso relativo alla trascrizione della proprietà della Fiat 124, direi qua signori si intersecano delle conoscenze e delle informazioni che tutti noi come cittadini automobilisti abbiamo è sicuramente loro signori giudici popolari come automobilisti come penso la maggior parte di loro sarà e come persone che hanno delle conoscenze a tutti note dovranno fare uso nel seguire quelle informazioni che io cerco di dare loro non per esaurire l’argomento perché voi sapete che quella scrittura privata che porta la data 3 luglio 85 non è stata reperita ma per capire quella scrittura in quale contesto deve essere correttamente collocata, io facevo appello alle loro informazioni di vite di automobiliste perché sono quelle necessarie per capire quella data 3 luglio ma occorrono anche altre informazioni che io mi permetto per i signori giudici popolari di ricordare loro perché altrimenti non si capisce bene cosa può essere successo fermo restando che la prova di cosa c’era scritto ovviamente non è stata fornita da chi ha chiesto perché quella data 3 luglio rimane questa nebulosa senza avere la possibilità, vediamo cosa può essere successo dicevo fare appello alla loro conoscenze in punto di compravendita di autovetture usate ma soprattutto tenere presente due o tre nozioni che sono quelle relative al tipo di beni che un cittadino nel nostro ordinamento civile può possedere e su questo penso che le parti civili che sono più dotate di me di informazioni di esperienza saranno in grado come fece l’altro giorno l’avvocato Colao e come e mi accennava ieri l’avvocato Capanni il quale ha anche dei documenti da poter esibire alla Corte a dimostrazione di quello che dirò è la loro esperienza forse maggiore della mia in punto di esperienza civilistica sul trasferimento di proprietà delle auto. Volevo ricordare questi dati ai signori giudici popolari, nel nostro ordinamento ci sono come loro sanno i beni mobili, i beni immobili ed una categoria particolare che sono i mobili registrati, i beni mobili per intendersi nel nostro caso è la bicicletta, i beni immobili registrati particolari categoria sono le autovetture, anche gli aeromobili e le navi ed i beni immobili scusate se vado un po’ molto nel pratico ma ci serve beni immobili sono le case, le ville ed i terreni, allora è importante vedere come avviene il trasferimento di questi beni, il trasferimento bisogna tener presente che c’è trasferimento del possesso, il materiale possesso del bene, e il trasferimento della proprietà perché c’è un possesso materiale e c’è una proprietà che è qualcosa di giuridico che è al di là del bene, allora la bicicletta come tutti sappiamo si trasferisce attraverso la semplice traditio del possesso io ti do la bicicletta mi dai dei soldi/non me li dai ma il mio rapporto con il bene è esclusivamente materiale, gli altri due beni quelli immobili e mobili registrati invece hanno un qualcosa oltre che di materiale giuridico, quindi vuol dire che la proprietà è annotata da qualche parte in alcuni registri, allora capite che se abbiamo questa ulteriore emergenza sui beni registrati occorre vedere che per questi beni autovetture e appartamenti c’è una differenza/un momento può essere diverso fra possesso e materiale proprietà allora il possesso della macchina avviene nel momento che io te la cedo, la trascrizione della proprietà e quando avviene sul registro. Allora se andiamo sempre per nozioni comuni di tutti comunque verificabili in qualsiasi momento da parte di chi voglia approfondire vedremo che per quanto riguarda la trascrizione di un bene immobile, ad esempio la casa/l’appartamento/il terreno, occorre l’atto pubblico e vedrete che questo vi prego di memorizzarlo come dato di fatto la proprietà giuridica del bene immobile avviene attraverso la trascrizione di un atto bilaterale importantissimo cioè il contratto di compravendita di un immobile è bilaterale davanti al notaio ci vanno sicuramente ed in tutti i modi altrimenti l’atto non ha può avere la sua efficacia entrambe le persone, compratore e venditore, la caratteristica anomala per quanto riguarda i beni immobili registrati cioè le autovetture e che le autovetture si possono trasferire ora vedremo come, è una regola di esperienza, attraverso un atto unilaterale, voi avete avuto la prova nelle testimonianze del venditore di quella 124, il Sig. austriaco il quale ha detto “no io andai dal notaio e firmai e basta” allora importantissimo nel momento in cui noi facciamo la compravendita, non il possesso perché sono due cose completamente diverse, del bene immobile registrato abbiamo la possibilità che colui che vende faccia un atto unilaterale e questo è un elemento che spiega bene cosa può essere avvenuto perché quel atto unilaterale è quello che poi viene trascritto. Allora se andiamo nel concreto noi vediamo che per quanto riguarda le autovetture abbiamo il possesso, la materiale consegna che non ha niente a che vedere con la trascrizione, una è una cosa materiale possesso e l’altra è un fenomeno giuridico trascrizione. Allora se voi verificate e potete verificare come materialmente in quegli anni ma fino al 1995 per quanto posso avere io documentato potete verificare che la trascrizione dei beni immobili registrati avveniva trascrivendo soltanto la scrittura unilaterale, questa scrittura unilaterale che proveniva solo dal venditore poteva avere varie identità ad esempio poteva essere una procura a vendere, poteva essere un atto che veniva chiamato in campagna atto di perdita di possesso, poteva essere una liberazione di responsabilità, poteva essere una dismissione del possesso, comunque era un atto nel quale era certo che il venditore cedeva, cioè occorreva al PRA registrare esclusivamente l’atto del venditore che cedeva, perché la perfezione della compravendita dell’immobile registrato avveniva solo nel momento in cui poi il compratore identificato anche successivamente presentava soltanto il suo certificato di residenza ed il suo codice fiscale, allora il punto fondamentale è questo guardate che nel momento in cui poi si va a trascrivere nel PRA l’atto di vendita non si trascrive un contratto bilaterale fra le parti ma si va a mettere negli atti del PRA esclusivamente quella dichiarazione acquisita cioè la volontà del venditore di cedere. Perché altro concetto molto forte è quello delle trascrizioni a favore e delle trascrizioni contro cioè contro colui che vende a favore di colui che acquista l’importante era fare una trascrizione contro cioè contro il venditore, allora è importante al PRA certificare che il venditore ha voluto manifestare in un atto pubblico cioè sottoscritto da un notaio e si sia certi della sua firma che lui voleva vendere ecco come si può spiegare con grandissima verosimiglianza cosa è successo nel concreto cioè è stata trascritta una dichiarazione contro il venditore che può essere stata di varia natura, una cosa certa non era un contratto bilaterale come tutti ci hanno detto, Lotti non era presente Lotti è stato individuato successivamente, se voi fate poi un ragionamento sul possesso capite che il possesso di questa autovettura una volta che colui nei confronti del quale è stata fatta la trascrizione contro cioè l’austriaco nel momento in cui l’austriaco ha firmato che lui il possesso che sia dismissione, che sia procura a vendere, sia per il possesso, nel momento in cui ha firmato lui non ha alcuna responsabilità e quindi è chiaro che il venditore intermediario in questo caso perché l’austriaco è sparito con quella sua firma del 3 luglio se n’è andato dal chiamiamolo sinallagma/dal rapporto fra le parti ed emerge soltanto il mediatore che sta nel mezzo il quale ha solo un’esigenza tenere l’auto da qualche parte in modo che non la usi nessuno perché c’è pericolo che faccia contravvenzioni, incidenti e cose di questo genere.

Avv. Nino Filastò: Ha detto che Lotti è stato individuato successivamente? È così che ha detto? Lo ripete per piacere.

P.M.: Dicevo nel momento in cui si individua il compratore l’austriaco vi ha detto “io Lotti non so nemmeno chi è, io non l’ho mai visto” voi ricordate questa circostanza io mi riferivo a questi contratti in cui noi non sappiamo, io venditore, a chi vendo lo vengo a sapere tant’è che nel momento in cui firmò il compratore non è presente, il signore austriaco ieri vi ha detto che lui Lotti non l’ha mai visto tant’è la riprova credeva che fosse Vanni. A questo punto signori il discorso fondamentale rimane quello per quello che possa servire io mi ci sono dilungato solo al fine di dimostrare il discorso della 124 è chiaro che il venditore intermediario è colui che vuole assicurarsi che l’auto nel momento che va in circolazione sia coperta da assicurazione ed è stata fornita la prova che la assicurazione sulla 124 decorreva dal 20 di settembre del 1935. Tutto questo per dire attenzione quello della 124 è un falso problema è una questione che a voi e a noi non interessa perché il problema se interessava era esclusivamente quello della 128 se vi si continuerà a dire la trascrizione è del 3 la dovete leggere in questa ottica, penso che chi ha più esperienza di me e le parti civili mi hanno in questo non solo confortato con le loro conoscenze e con la loro esperienza ma ha hanno manifestato l’intenzione di aggiungere qualcosa sul punto tenete ben presente questo. Direi signori che a questo punto dobbiamo complessivamente valutare l’istruttoria suppletiva di ieri e vedere come di fatto si è tramutata in una attività ulteriore che non ha portato assolutamente alcun elemento diverso da quello conosciuto il 128 Lotti c’è l’aveva la sera dell’omicidio e la posseduta successivamente tant’è che lo ha assicurato fino al 20 settembre 85, quando vi è stato detto con quell’istanza il numero del Ced della 124 è sbagliato la prova l’avete avuta, quando vi è stato detto il Lotti non assicurava nessuna auto abbiamo noi ed ho letto quella nota della falco, “abbiamo cercato assicurazioni” è stata data la prova contraria in che modo era assicurata, terzo punto vi è stato detto che vi avrebbero dimostrato che il 3 luglio dell’85 Lotti aveva la 124 anche se c’è l’aveva secondo me non cambierebbe assolutamente nulla ma questa prova non è stata data mi sembra che tutto quanto e emerso nell’udienza di ieri non è altro che una serie di elementi che niente aggiungono e niente tolgono se non aggiungono nella parte relativa all’assicurazione fino al 20 settembre 85 è uno dei tanti diversivi relativi a fatti non solo non provati ma non pertinenti usati dalla difesa e quindi mi riporto per quanto è emerso ulteriormente nell’udienza di ieri perché ne sono ancora più convinto alle conclusioni che avevo formulato a carico di tutti gli imputati.

Presidente: Avv. Capanni?

Avv. Andrea Capanni: Signor presidente, signori consiglieri allattare, signori della Corte assise di Firenze, assai brevemente perché il pubblico ministero ha compendiato in maniera assolutamente limpida e assolutamente esemplare quanto di nuovo/di ulteriore è stato acquisito con questa incidentale nuova frazione dell’istruttoria dibattimentale, noi possiamo partire per valutare ciò che è stato acquisito dinanzi alle signorie loro noi possiamo partire da forse quello che è l’unico dato certo cioè a dire che l’assicurazione della Fiat 124 che Lotti ha comprato percorre da una certa data, 20 settembre 85, questo è un dato certo non solo perché documentale ma anche perché il venditore nel senso di Bellini e il signor Colli che è stato sentito successivamente hanno detto “noi un’auto non la consegniamo se non è coperta da assicurazione” il che corrisponde a verità perché è così che fanno tutti, è così che si comportano persino le concessionarie ufficiali nelle case quando vendono un’autovettura nuova per andare a ritirare materialmente la macchina è assolutamente indispensabile avere l’assicurazione, al netto di ogni altro problema circa il pagamento che avvenga per contanti, dando in permuta un usato, con un finanziamento, nossignori lo sanno bene quanto l’assicurazione deve essere mostrata perché altrimenti la macchina non viene consegnata tant’è che il bollo per un’auto nuova viene effettuato successivamente cioè un periodo di comporto che si ha per fare la tassa di circolazione o tassa di proprietà come si chiama oggi, quindi che l’auto materialmente sia venuta in possesso del signor Lotti in data posteriore o prossima al 20 di settembre è un dato acquisito testimonialmente e documentalmente. Partendo da questo dato certo su due piani io voglio offrire alla Corte degli spunti di riflessione, su un piano meramente logico io dico questo è provato ed il pubblico ministero lo ha dimostrato che il signor Lotti nel suo primo interrogatorio ha cercato di celare la proprietà della 128 rosso ma non aveva cominciato a celare la 128 rossa al momento dell’interrogatorio, io trovo assolutamente apprezzabile sul piano logico che nell’anno 1985 il Lotti coautore di questi delitti si sia preoccupato di celare la 128 anche sul momento perché voi capite la macchina non deriva tale conoscenza unicamente dalle parole del Lotti, il pubblico ha citato Pucci e altri soggetti, si è servito per andare sul luogo del delitto di Scopeti di quella macchia, quella macchina che è rossa, di un tipo abbastanza non comune, visibile, riconoscibile, memorizzabile, è una macchina che è stata utilizzata in una circostanza che Lotti allora aveva tutto l’interesse a nascondere non solo, Scoperti nossignori sanno benissimo che è a quattro passi dal luogo dove Lotti vive e lavora quindi le probabilità che fosse notata, ricordata e collegata alla sua persona erano elevate nel settembre dell’85 e allora cosa fa il Lotti? Cambia macchina perché se voi pensate che l’assicurazione del 20 settembre la ricerca dell’auto/l’individuazione/un minimo di trattativa il convincere lo Scherma a pagare o a garantire perché questo lo avete sentito di persona lo Scherma ha pagato o garantito, lo Scherma era affidabile Lotti ovviamente no nessuno gli avrebbe dato una macchina a credito il Lotti si disfa di una macchina e ne acquisisce un’altra, la macchina nell’immediatezza contemporanea o subito posteriore dell’acquisizione della materiale disponibilità della 124 dove viene ricoverata? Viene ricoverata a casa Scherma che non è un posto visibile, non pubblico cioè non nel centro di San Casciano ma in un luogo privato non visibile agli occhi e viene messa ferma. Questo è un argomento che ha il suo peso perché noi non abbiamo alcuna prova reale che la 128 fosse all’epoca inutilizzabile, non marciante, il Lotti ci ha detto che andava a quella maniera, che vuol dire andava a quella maniera? È una macchina di 10 anni e passa quindi è chiaro che avrà avuto dei problemi e dei difetti però lor signori probabilmente ricordano le macchine che venivano usate e vendute negli anni 60 e 70, non sono le macchine attuali, sono quella macchine che avevano quattro ruote, i freni, un volante, un motore ed una carrozzeria, non c’era niente di elettrico/elettronico complicato andavano fino allo sfinimento, un biciclettaio qualunque le poteva riparare perché erano semplici, più robuste, la produzione attuale se si guasta una centralina elettronica non si apre più nemmeno le portiere, oggi è un problema ed infatti devono essere sostituite molto più frequentemente le macchine oggi quelle erano muli andavano fino allo sfinimento quindi che la macchina avesse un sacco di problemi ma comunque marciasse è un dato che si può derivare dalla comune esperienza tant’è che Lotti sostituisce la 128 con la 124 ovverosia con una macchina più vecchia come costruzione cioè a dire dovendosi disfare di una macchina che un po’ avrà avuto dei problemi e un po’ era una macchina che poteva costituire un indizio a carico pesantissimo si adatta ad una macchina ancor più antica, essere libera e la mette in un posto dove solo la famiglia Scherma la poteva vedere, perché è certo che l’assicurazione è stata pagata una certa data. Quindi pagamento e assicurazione i Bellini ve l’hanno detto in modo chiaro specialmente per Lotti erano le condizioni essenziali per poter consegnare il veicolo, quindi il veicolo prima di quella data sicuramente Lotti per le mani non l’ha avuto anche perché poi se lui avesse circolato prima senza assicurazioni la responsabilità era del Bellini anche nei confronti anche del Signore austriaco e quindi non glielo avrebbero certamente data. Questo su un piano logico processuale, quindi il disfarsi della macchina costituisce una forma di non voglio dire di alibi ma insomma lor signori mi hanno capito. Tornando a quello che il pubblico ministero ha anticipava circa il problema della compravendita voi avete il dato assicurazione che è certo, avete il dato che si estrae dalla documentazione prodotta dalla difesa Vanni, avete il dato della data assai posteriore in cui la registrazione/la trascrizione è stata materialmente fatta che è una data dell’86, che poi si può ricollegare alla data sempre dell’86 in cui ufficialmente/formalmente viene radiata, questa è la parola, radiata la 128 con la consegna delle targhe. Poi avete il dato della scrittura privata del 3 luglio 85 che è un dato che potrebbe essere suggestivo, il pubblico ministero vi ha spiegato bene, i testi Bellini e Coli io evidente che per lealtà processuale devo ricordare a me stesso che hanno sostanzialmente specialmente il Coli escluso che ci sia serviti di una procura a vendere, io continuo a ritenere, è una mia opinione come tale la propongo che invece ci sia proprio serviti di una procura a vendere, il signore austriaco si voleva sbarazzare della responsabilità quindi è presumibile che abbia volentieri all’atto dell’affidamento del veicolo alla ditta Bellini voluto firmare un qualche cosa che lo spogliava della responsabilità. Non vi è altro motivo di ritenere plausibile la data del 3 luglio vi abbiamo spiegato (salta l’audio) se lo riterranno necessario e da un punto di vista logico giustificare questa scritturazione/trascrizione successiva di scrittura privata del luglio 85, solamente lo strumento della procura a vendere giustifica ciò, solamente questo, era prassi corrente, consolidata, usata un po’ da tutti persino dalle concessionarie ufficiale. Qual è il punto? Il punto è che c’è stato dai testi questo dato non confermato, al di là dell’imprecisione dei ricordi a distanza di 18 anni che noi dobbiamo concedere c’è anche un problema cioè se di procura a vendere si fosse trattato la ditta avrebbe dovuto prendere in carico la macchina e quindi si sarebbe dovuta assoggettare ad adempimenti ed oneri anche fiscali che probabilmente sono stati trascurati e questo probabilmente non c’è lo volevano dire ed io questo lo trovo comprensibile però in realtà nient’altro giustifica quelle date se non questo ma noi abbiamo dato certo è tranquillante da un punto di vista probatorio quello dell’assicurazione oltre alle dichiarazioni dei testi cosa di cui ho già parlato, io per esempio ho qui una procura a vendere che a mio giudizio deve essere in tutto similare a quella che deve essere stata utilizzata in questa compravendita in cui figura il venditore che conferisce mandato speciale a chi? Alla ditta/al venditore/al concessionario/al meccanico/al salonista, chiamatelo come preferite di vendere l’oggetto, sul retro c’è l’autentica di firma ecco la scrittura privata autenticata io questo documento che ho fotocopia tratta da un mio archivio, la pratica che ho in studio, io la metto a disposizione della Corte come esibizione se la Corte riterrà giusto per visualizzare il tipo di documento non è una produzione in senso tecnico, è soltanto un ausilio visivo per spiegare alla Corte come in quegli anni si compravano e vendevano le macchine, in ogni caso prima del 96, ciò detto io ho esaurito quello che in sede di replica mi ripromettevo di dire e quindi io confermo le già precisate conclusioni per la parte civile che rappresento grazie.

Presidente: Avvocato Voena?

Avv. Giovanni Paolo Voena: Grazie signor presidente, signor presidente certissima Corte prendo la parola in nome per conto di Jolanda Cardini vedova Baldi e prendo la parola in questa circostanza per più di una ragione, dico subito che avrei parlato comunque in questa sede a causa del grave errore in cui sono in corso nella mia conclusione, un errore ormai noto, un errore grave e c’è l’ha fatto notare amabilmente l’avvocato Filastò, un errore per fortuna se non altro così manifesto che il presidente prontamente lo ha rilevato, quindi non ha certo avuto capacità di sviare la Corte e questo per fortuna è l’aspetto positivo, un primo aspetto positivo, di questa vicenda, non sto ad insistere su ragioni di questa roba una lettura notturna faticata di un certo verbale del 26 di giugno dichiarazione dottor Giuttari pagina 33 del verbale mi ha indotto in questo errore. Avrei preso dicevo la parola per riconoscere pubblicamente questo errore ma avrei preso la parola soprattutto per affermare la perdurante validità delle conclusioni che avevo tratto che non erano assolutamente inficiate più di tanto dalla circostanza che uno dei tasselli venisse meno, avrei voluto parlare dicevo per richiamare le dichiarazioni del Pucci, avrei voluto parlare per riaffermare la forza dell’identikit e tra l’altro opportunamente il pubblico ministero ci ha richiamato dichiarazioni della teste Parisi la quale ci ha detto esplicitamente che in ordine all’attaccatura dei capelli e sulla stempiatura non poteva essere sicura a causa del fatto che la sommità della testa arrivava al limite del finestrino e quindi da questo punto di vista la possibilità di vedere gli era impedita. Giocavano infine rispetto a quello che dicevo alla fine delle mie conclusioni 3 dei 4 elementi che avevo individuato come essenziali, giocava anzitutto la consuetudine del farsi dare appuntamenti con il Pacciani luoghi precisi ma anche misteriosi in tempi precisi ma anche misteriosi, per fare che cosa? Giocava infine la dichiarazione del Lotti il quale aveva appreso da Vanni e dallo stesso Pacciani e da tutti e due questa volta che il facere rivendicato le coppiette aveva indicato il luogo e le persone, questo oggetto di indicazione io avevo detto è l’elemento determinante ai fini del concorso di persone nel reato, e infine quell’ultimo aspetto quello del basista del lavarsi le mani narrato ancora dal Lotti, quindi tutto questo quadro era un quadro che a mio avviso poteva sorreggere la richiesta, come voi sapete la parte civile non parla sulla pena ma comunque l’affermazione di responsabilità da parte del Faggi. Questo quadro che io vi ho dato anche depurato dicevo da quella imprecisione/da quello svarione è oggi buttato in maniera sensibile, direi che come dicono le sacre scritture dal male è venuto il bene, da un mio errore è venuto in altri non in me in altri per carità lo stimolo ad approfondire queste, quasi che la verità dovesse venir fuori magneticamente/dovesse essere più forte di ogni altra cosa voi sapete se si parla spesso di astuzia della ragione qui potremmo dire astuzia delle verità che va al di là della nostra debolezza e dei nostri errori. Quindi concludendo sul punto sei il mio errore era il prezzo da pagare per la ricerca della giustizia e bene io su quel piatto della bilancia metto pubblicamente questa mia contrizione, m’ha detto questo com’era doveroso dire devo anche dire che l’agenda del Faggi fornisce dei nuovi elementi del resto il pubblico ministero ha compiuto un’operazione che non è consueta vedere nelle aule di giustizia quella di modificare le sue conclusioni in sede diretta e quindi si tratta di un dato di sicura importanza, certamente una valida difesa come quella di cui si avvale Faggi cercherà di dimostrare che gli agende non sono un dato così importante che sono pluri leggibili certamente tutti dati semantici sono sempre oggetto di più letture da parte di tutti noi, però io credo che invece da una lettura obiettiva, cercherò di fare il più possibile obiettiva, la conclusione nasca in maniera necessitaria quindi io comunque sull’agenda non mi soffermerò più di tanto perché il pubblico ministero né ha parlato a lungo e molto bene e quindi io mi limiterò ad alcune indicazioni ed ad alcune precisazioni che mi sembrano necessarie. Dunque mi sono due agende, il Faggi ha due agende per molti anni non è una cosa che riguarda solo questo anno siamo giusti anche per molti altri anni vi sono delle duplici agende. Nella perquisizione compiuta il 17 maggio del 1996 la seconda perquisizione sebben non erro fatta a carico del Faggi perché un’altra ne fu fatta nel 1990 ma non era all’ora in qualità di persona sottoposta alle indagini dicevo in quella perquisizione vengono sequestrate delle agende che si trovavano nel suo studio come consueto che uno intrattenga le agende degli ultimi anni, come credo tutti noi facciamo, tanto più in una persona che svolgeva un tipo di attività quale quella che svolgeva il Faggi, troviamo un’agenda relativa al 1981 della ditta Carlo Canepa di Genova se non vado errato questa agenda c’è quella maledetta annotazione che però può ancora assumere un certo significato alla data del 20 Aprile della gita a Travalle ma c’è soprattutto l’indicazione alla data del 21/22 ottobre a Celano Fucino a Celano Fucino ritorno, ed è questo un primo dato. Nel garage non diciamo nel garage ma comunque in luogo appartato troviamo tutte le altre agende, quasi tutte le altre agende, come tipico di una persona precisa fissala come ci è stato detto un’espressione che non conoscevo ma è giusto che si impari qualcosa di lessicale dicevo si trovano tutte queste agende degli anni precedenti risalgono se ben ricordo fino al 1968 quindi c’è una massa di agende, tra quella massa di agente per il 1981 c’è un’agenda di Nazzareno Gabrielli un’agenda più spessa un’agenda più fitta la vera agenda di una persona che fa rappresentate di commercio perché è fittissima di notazione, di dati, praticamente ogni pagina è scritta non c’è nessuna quasi libera a differenza dell’altra di quella della ditta Canepa che ha prevalentemente annotazioni solamente per il mese di ottobre qualcuno nei mesi precedenti ma per lunghi periodi è completamente vuota dal resto potrete andare a verificare. Quindi diciamo subito questo mi sembra un dato indiscutibile che la vera agenda del rappresentante di commercio Faggi nella quale annota non solo le vicende che ritengono il suo lavoro ma anche quelle personali è l’agenda di Nazzareno Gabrielli del 1981 reperita nel garage su questo direi che non mi pare vi possono essere delle grosse difficoltà. In tali agende figurano tre, a mio avviso, scritture importanti comunque importanti anche se non tutti univoche, io per amore di verità dirò anche quella scrittura che a mio avviso può costituire a prima vista ma solo a prima vista un elemento eccentrico, c’è una scrittura alla data del 21/22 ottobre e direi questa fondamentale tra tutte, c’è un’altra al 4/5 novembre e c’è infine del planning una annotazione relativa sempre alla data del 21/22 ottobre nella pagina iniziale, una delle rare annotazioni che c’è nella pagina iniziale, un memento. Allora se così stanno le cose direi su questo profilo ricostruttivo non potrebbero esistere dubbi perché i dati sono direi proprio veramente obiettivi diciamo subito che se ragioniamo con rigore noi siamo di fronte a scritte che non provengono da terzi ma che provengono dalla persona più interessata alla vicenda cioè la persona sottoposta ad indagini allora oggi imputata, così date importanti per il processo che l’articolo 237 del quale seppur fatto applicazione pur senza invocarlo espressamente ma forse ieri è stato invocato mi ricordo ci consente di acquisire in ogni momento i documenti provenienti dall’imputato, il legislatore che pure attento ad un tipo accusatorio, alle forme e alle cadenze quelle le consente sempre di acquisirle, documenti sono sempre acquisti in ogni caso, quindi questo è un elemento non trascurabile. Della genuinità di simili annotazioni, sulla loro valenza disinvitante si potrebbe tuttavia dubitare, mai avremmo la prova certa/la certezza che queste annotazioni anche quando fossero univocamente favorevoli a chi le ha scritte siano davvero state scritte all’epoca dei fatti e non siano state scritte successivamente magari per avallare un alibi posto, mai avremmo questa certezza perché non è possibile trarla da un documento di questo genere. Quindi da questo punto di vista voi potete già apprezzare una certa misura la labilità e la debolezza della manovra difensiva di Faggi il quale gioca in sostanza sulla evanescenza del resto ben rappresentabile a distanza di tanto tempo egli può contare sulla testimonianza di una persona con cui è stata effettivamente a Cerano nel Fucino che questa persona ci venga a dire una data vicina a quella dell’annotazione che egli ha fatto, badate bene siamo così disposti a credere al Faggi che quando il signor Tonino Felli viene a dirci che in effetti egli è andato a fine ottobre/primi di novembre tendiamo a mettere più l’accento sulla fine di ottobre piuttosto che all’inizio di novembre. In definitiva la collocazione della gita tenuta dal Faggi dovrebbe essere avallata dalla dichiarazione di terzo il quale effettivamente le fa in quella maniera. Quindi la prima conclusione che potevamo trarre in fondo era che si poteva legittimamente dubitare, attenzione solo dubitare nulla di più, che quelle annotazione sull’agenda Canepa quella nel quale c’è scritto in 21/22 di ottobre gita a Celano Fucino potessero essere preordinati, quello che era un dubbio adesso si atteggia a certezza processuale a mio avviso, perché Faggi conserva in bella mostra nel suo studio non a caso un’agenda, solo due c’è né sono nel suo studio molto risalente quella dell’80 e dell’81, non a caso egli vuol farci ritrovare subito l’agenda del 1981 per farci credere in sostanza che la gita a Celano è avvenuta proprio il 21/22 di ottobre del 1981. Qui vengono in gioco le tre scusate un attimo se dovrò insistere su questo punto ma mi sembra necessario allora abbiamo tre iscrizioni notevoli, direi la più importante di tutte però la più significativa per quello che è scritto veramente è quella del 21/22 ottobre nella quale c’è certamente l’indicazione di attività che sono state svolte quel giorno non in altre circostanze, il pubblico ministero ha opportunamente richiamato l’appagamento di tratte ma direi che è ancora più interessante annotazione successiva che per i suoi contatti storici ancora più ricca quella per la quale a proposito di Nasci Luciano c’è scritto non risponde né in ufficio né in casa, poi c’è il campanello/il compimento, non risponde in ufficio in casa dice che il giorno 22 ottobre è stato fatto qualcosa e questo qualcosa ha nulla a che vedere con la gita a Celano Fucino, questo è un dato mi permetterete di un notevole. Per contro nelle seconde date cioè se noi andiamo a vedere il 4/5 novembre troviamo scritto nella agenda Nazareno Gabrielli Fucino 4 di novembre ritorno del fucino al 5 novembre più un’altra annotazione però non rilevante direi. Abbiamo il terzo elemento vedremo la difesa ci dirà esattamente alla maggiori spiegazione di quello che possiamo avere noi che non conosciamo nulla della vicenda del Faggi, no direi il terzo elemento ha invece è l’elemento che potrebbe che certamente una difesa attenta alle Faggi cercherà di valorizzare ma che a mio avviso non può cambiare il peso di quella scritta alla data 21/22 di ottobre contenuti in questa stessa agenda, nella parte iniziale l’agenda la date 21/22 di ottobre c’è scritto Celano Tonino e sopra c’è una scritta che potrebbe essere letta forse ferie/forse fucino probabilmente è vero c’è scritto ferie, questa scritta perché è stata fatta? Si può sempre ipotizzare che magari uno volesse fare una certa gita la scrive all’inizio e poi dopo la vicenda della vita come spesso succede induce a fare la gita successivamente anzi direi che questo è un elemento di un certo interesse perché se il discorso fosse stato fatto in termini diversi non sarebbe assolutamente credibile ma un conto è che uno dice ma voglio andare quel giorno e poi non ci va non ci va magari perché va fare dell’altro proprio quel giorno però potremmo anche nulla c’è lo esclude perché un conto è cancellare le scritte che come voi sapete in agenda che si trattengono può essere attività molto grave ma si può sempre aggiungere qui nel planning non ci sono molte scritte ecco c’è questa scritta, quindi a mio avviso nulla ci impedì sul piano logico di ritenere che sia stata aggiunta anche successivamente per confermare eventualmente la scritta contenuta nell’agenda Carlo Canepari reperita come voi già sapete/come già sappiamo tutti nello studio del Faggi. Allora a questo punto il pubblico ministero lo ha detto e non sto io ad insistere né portarvi quella massiccia giurisprudenza sul punto, a questo punto si può ben dire che in sostanza Faggi ha cercato di fornirci un alibi che questo alibi in realtà è risultato falso. Il nostro ordinamento non impone all’imputato di dimostrare la sua estraneità, l’onere della prova spetta all’accusa ma il nostro ordinamento è anche improntato al principio della responsabilità dell’individuo per il quale tu non sei tenuto imputato a scagionarti, dimostri all’accusa la colpevolezza ma se tu lo fai/se tu pretendi di scagionarti/se tu pretendi dimostrare la tua estraneità ai fatti e quello che dice invece si scopre non vero allora a questo punto l’etica della responsabilità prevale e come dice la giurisprudenza in modo massiccio non starò qui ad insistere sul punto quando l’alibi si rivela falso esso ha una forza indiziante a carico perché dimostra la malafede, un indizio badate non dico che non quando parlavo di colpevolezza di Faggi non dico che su questa sola scritta/su queste sono le scritte, perché sono più di una abbiamo visto, si possa affermare la penale responsabilità del Faggi ma se con tutti quegli altri elementi di cui parlavamo prima chiarezza sono dotati di un notevole forza si aggiunge questo/si aggiunge un tassello di non irrilevante forza. Vorrei ancora intrattenere per pochi minuti la vostra attenzione su due aspetti che mi sembrano importanti che più partecipo a questo processo più mi sembrano aspetti importanti, la prima osservazione muove dalle sempre suggestive parole dell’avvocato Filastò, l’avvocato Filastò ci dice che il mostro di Firenze, il mostro notate la singolarità dell’espressione, con molta differenza ormai è un poliziotto dice ha già additato altri mostri in passato, ha fatto leva anche sul trauma del figlio della prima vittima, eccetera, l’avvocato Filastò non solo ci prospetta degli scenari ma anche ci indica egli è sicuro proprio nell’episodio del 1981 da cui è derivata la morte del povero Baldi allora nella persona che ha tracciato su quel ponte alla Marina nelle ultime ore della sera egli è sicuro che è il solo modo non che uno dei partecipanti il solo modo e dice … non gli avremmo creduto ma ne avremmo maggiormente apprezzate questi scenari/queste narrazioni se fossero uscite nei momenti iniziali non è il momento finale nel processo o comunque in sede del giudizio in cui ripeto non si tratta di prospettare dell’ipotesi ma si tratta di vagliare un assunto accusatorio e quindi si tratta non già ripeto come già dissi di un discorso di un di un contesto di scoperta ma di si tratta di un contesto di giustificazione cioè dimostrare se gli elementi raccolti provano colpevolezza. Questo processo non si celebra per vedere quale tra le tante ipotesi sia più verosimile, sulla base dei fatti, delle scissioni, dei proiettili, delle località del tempo, dell’ora, del plenilunio e via discorrendo uno di noi potrebbe costruire una ipotesi, potrebbe fare quella che lamentava ancora l’avvocato Filastò che si chiama tecnicamente un abduzione che è un tipico ragionamento all’indietro, normalmente noi ragioniamo nel senso che ragioniamo in un certo modo per cui c’è una causa che determina un effetto, l’adduzione invece è un ragionamento all’indietro/a ritroso cioè un ragionamento in cui si parte dall’effetto e si fa il ragionamento in senso opposto dice e da questo punto di vista le ipotesi possono essere moltissime, dipende dalla fantasia ma questo modo di ragionare all’indietro dall’effetto alla causa vale unicamente nel momento della costruzione ed è preziosissimo/è indispensabile nel momento della costruzione dell’ipotesi non invece nel momento in cui si deve dall’ipotesi si è passato ad un assunto e bisogna dimostrare quell’assunto, in realtà questo processo è come mi sembra che anche la vicenda di ieri lo dimostri è il processo anzitutto all’occhio, il processo nel quale dimostrare se Lotti come dice l’avvocato Filastò è un volgare bugiardo oppure se sia pronto a prendersi ventun anni, quelli che voi vorrete irrogare di pena per il gusto della menzogna, poi naturalmente vi è una terza ipotesi sulla quale è troppo chiaro che io condivido e direi che anche il pubblico ministero lo ha detto molto bene quindi io mi permetterò di tacere sul punto quello che si è detto ieri nulla inficia della costruzione accusatoria in realtà ho apprezzato infatti non ho preso la parola e trovo molto molto giusto che il collegio abbia voluto sentire sfogare fino in fondo queste prove perché questo è un processo troppo importante perché si possa restare alla lettera stretta della legge bisogna saperla interpretare la legge e la legge può essere interpretata nel senso della assoluta esigenza/necessità anche in una maniera abbastanza ampia però questo a priori quindi sono stato a posteriore direi che punto centrale di questo processo cioè se Lotti avesse da questo punto di vista la disponibilità dell’auto 128 rossa alla data degli Scopeti è stato assolutamente dimostrato che aveva quella disponibilità, poi potremmo continuare a ragionare ma forse direi che questa volta sono più gli elementi che giocano a favore dell’accusa che della difesa che lì ha introdotto comunque il dato certo rispetto al quale abbiamo degli altri dati certi di testimoni e che alla data dell’omicidio di Scopeti aveva la disponibilità del veicolo e che quel veicolo come diceva giustamente l’avvocato Gabbani più di una volta anch’io ho avuto 128 era una macchina molto robusta, effettivamente quelle di un tempo non erano automobili che si che si distruggessero tanto facilmente come quelle di oggi. Allora il processo è soprattutto, quello che volevo dire per concludere, è soprattutto il processo a Lotti come aveva detto al principio saggiamente ci aveva indicato il pubblico ministero, il processo è il processo a Lotti e da questo punto di vista quando si va a cercare altri ipotesi che producono altri elementi si va fuori dal perimetro di questo processo e le narrazioni fuoriescono, è vero ci sono anche delle ricostruzioni del processo come narrazione studiosi americani dicono che il processo è una narrazione però da questo punto di vista direi che le narrazioni le lasciamo ad altre sedi. Certamente l’avvocato Filastò ha ribadito più volte/me lo ha più volte fatto ribadire va stretto a un capo di imputazione limitato pensate è limitato ma sono già 5 episodi omicidiari quindi 10, come si fa? Ecco lui vorrebbe allargare ancora vorrebbe che arrivassero tutti e 8, vorrebbe allargare a ricostruire la verità tutta la verità del mostro di Firenze dei serial killer in Italia e all’estero e via discorrendo, invece io mi permetto di ribadire sulla base delle tavole della legge ribadire la regola aurea perché è una regola aurea del nostro processo per cui il tema dell’accusa lo sceglie l’accusa, la difesa ontologicamente per sua definizione è chiamata a rispondere all’accusa che sceglie lei il tema del processo, ha il privilegio di scegliere il tema ma anche l’onere della prova certo le due cose vanno tenute di pari passo, quindi da questo punto di vista mi sento con assoluta sincerità di sostenere che da questo punto di vista non vi sono alcuni dubbi, né si può invocare mi permetta l’avvocato Filastò l’articolo 530 perché un conto è il profilo dell’ammissione della prova ed un conto è il profilo della valutazione della prova, forse solo la nostra lingua italiana la quale non distingue questi usando lo stesso termine prova per il mezzo e per il risultato a crearci qualche difficoltà ma in altri paesi la lingua forse è più articolata e da questo punto eviterebbe di incorrere in errore, quindi prova come mezzo e prova come risultato, il discorso sulla valutazione riguarda il profilo valutativo del risultato qui non c’è, del resto direi che lo ha dimostrato questa corte proprio ieri direi che l’avvocato Filastò non si può lamentare che non sia stato portato avanti contraddittorio in questa serie fino in fondo. Concludo pensando che anche se avessimo allargato il tema a tutti gli 8 episodi anche se l’accusa fosse in grado di farlo perché l’accusa non ragiona su temi di opportunità direi che qualche profilo sarebbe rimasto inappagato la nostra ansia di sapere, noi abbiamo un po’ questo desiderio di conoscere tutto/di razionalizzare tutto ma io mi chiedo fino a che punto si può razionalizzare in una vicenda come questa, fino a che punto ci può pensare che qualcuno ci sarebbe venuto a confessare questi delitti e ci avrebbe detto fino in fondo i sentimenti che provava quando agiva in quel modo ferino e bestiale, se qualcuno non avrebbe cercato anche chi veniva qui a confessare di limitare, di circoscrivere la sua perversione nella sua visione, ma forse che l’impossibilità di cogliere le ragioni ultime dell’agire umano che restano imperscrutabili a tutti noi ci impedisce di individuare i colpevoli, ci impedisce di cercare gli autori di certi comportamenti beduini direi di no e quindi da questo punto di vista il discorso del movente non può essere spinto forse all’estremità, si diceva ieri che una volta negli anni 30 si usava parlare molto del diritto gratuito scrittrici come Pirandello citavano diritto gratuito come un atteggiamento pericolosissimo della società dopo Freud probabilmente oggi siamo ormai allenati a pensare che non esistono delitti gratuiti, c’è sempre qualcosa che affonda nella psiche umana ma nella quale non abbiamo strumenti per entrare/non abbiamo strumenti di psicologia per penetrare la mente umana e allora mi permetterete nel concludere di leggere un brano di un libro che mi ha molto impressionato a suo tempo si tratta di non altre letterature se non altro di consumo ma forse da questo punto di vista è più significativa di altri proprio perché rappresenta un po’ un comune sentire nella società occidentale non è un italiano ma è un americano e un libro di Turof presunto innocente un libro che parecchi di voi avranno certamente letto o avranno visto l’opera cinematografica “c’è stato un reato nessuno può contestarlo, c’è stata una vittima, c’è stata sofferenza, voi non siete tenuti a dirci perché è accaduto, i moventi degli esseri umani dopo tutto possono restare chiusi per sempre dentro di loro ma voi dovete almeno cercare di accertare che cosa è accaduto veramente, se non potrete farlo noi non sapremo se quest’uomo merita di essere liberato o punito, non sapremo chi è il colpevole, se non possiamo scoprire la verità che speranza abbiamo di giustizia”.

Presidente: Prego avvocato Curandai.

Avv. Giampaolo Curandai: Signor presidente, signori della Corte io parlo in sostituzione dell’avvocato Patrizio Pellegrini parte civile per Renzo Rontini. Io non posso fare a meno presidente di fare una telegrafica premessa, in quest’aula io ho sempre vestito la toga del difensore dell’imputato cioè la prima volta che assumo la difesa di parte civile lo devo confessare e quindi io comprendo perfettamente il senso di angoscia degli avvocati di Mario Vanni, dei valorosissimi avvocati di Mario Vanni, comprendo perfettamente il loro nervosismo, comprendo il loro senso di disarmi, il loro senso di impotenza, comprendo anche e forse arrivo quasi ad amare la loro solitudine quell’essere soli contro tutti e contro tutto, è un sentimento che produce dolore e anche forse un sottile profondo senso di dolcezza/di distacco dalle cose del mondo e di conseguenza agli avvocati della difesa di Vanni va tutto al mio affetto e la mia stima. Nel processo della strage di Vaiano e l’avvocato Filastò era parte civile in quel processo e i ruoli allora erano invertiti l’avvocato di parte civile era l’avvocato Filastò io ero l’avvocato di un certo Zani in quel processo io dissi alla Corte signor presidente e signori giudici “signori voi siete qui per assolvere non per contattare” e oggi come difensore di parte civile dirò la stessa cosa, voi siete qui per assolvere non per condannare, cioè voi siete qui per ricercare fino in fondo le ragioni dell’innocenza non al contrario per ricercare apoditticamente e preventivamente le ragioni della colpevolezza quindi io apprezzo moltissimo signor presidente signore della Corte la riapertura suppletiva della istruttoria dibattimentale e apprezzo moltissimo questa tensione verso la verità, lo scrupolo, la diligenza del signor presidente, di tutta la Corte. Ecco tuttavia io ritengo che ieri 17 Marzo 1998 quel tenue lumicino di speranza nella ricerca dell’innocenza si sia definitivamente spento e questo perché dal nostro punto di vista noi riteniamo che ieri la difesa di Vanni non abbia apportato la prova contraria sul possesso da parte di Lotti della 128 rossa al momento del delitto degli Scopeti ma anzi al contrario ieri è venuto fuori un Lotti ovviamente con quelle sue incertezze, con quelle sue confusioni che danno adito evidentemente a delle perplessità ma un Lotti che su certi punti su dei punti fondamentali e anche ieri su dei punti di contorno ha avuto dei riscontri testimoniali su due punti fondamentali, le modalità di pagamento della macchina attraverso un assegno e attraverso la detrazione dell’importo dallo stipendio, testimonianza Scherma, e poi il periodo della detenzione della macchina presso il signor Scherma vale a dire un mese/un mese e mezzo addirittura l’ultimo signore quello tanto per intenderci quel signore/quel ragazzo/quel biondino che è venuto che ha testimoniato per ultimo ha detto addirittura un mese/un mese e mezzo e Lotti aveva detto la stessa identica cosa. Comunque signor presidente io sospenderei qui un attimino la discussione sul episodio della macchina e lo riprenderei al termine per vari motivi che voi capirete al termine della mia replica. Adesso in questo momento io devo replicare, io dico questo innanzitutto che se la verità dovesse trionfare attraverso le censure aspre attraverso chiamiamole pure anche le offese/gli insulti ecco io vorrei essere sepolto dalle offese purché la verità trionfasse, se dalle offese dovesse venir fuori la verità che ben vengano le offese, al cospetto della verità infatti si può passare anche sopra la dignità professionale di una persona, siamo qui per la verità. Allora presidente io userò questo metodo molto semplice questo metodo chiamiamolo pure anche terra terra, l’avvocato Mazzeo ha detto l’avvocato Curandai risponde e andrò avanti credo/spero speditamente con questo tipo/con questo metodo/con questa diciamo anche molto metodologia di apprezzamento della discussione, con questa metodologia di apprezzamento della prova direi cercando la massima sintesi perché io ritengo che soprattutto in sede di replica una delle grandi capacità dell’avvocato sia la sintesi/la capacità di sintesi parlo in sede di replica, Faggi su Faggi io farò una sola domanda io chiederò questo alla Corte voi cortesemente ponetevi questa domanda ma perché sull’agenda nuova messa lì in bella mostra nello studio di Faggi la maggior parte delle pagine anzi quasi tutte sono intonse e proprio la data del 22 di ottobre è occupata da un impegno a Fucino perché io me lo chiedo spesso io non ho saputo dare una risposta presidente spero nell’interesse della giustizia e degli interessi anche del signor Faggi che voi possiate dare una risposta su questo punto, perché proprio il 22 di ottobre su 365 giorni? Con Faggi ho chiuso se saprete dare una risposta Salvi Faggi dovrà essere assolto altrimenti il Faggi dovrà essere condannato. Dunque passiamo adesso a chiarire una cosa molto importante a mio avviso che riguarda la personalità di Vanni e cioè mi riferisco in particolar modo al famoso litigio Vanni moglie con caduta per le scale secondo quello che ho sempre affermato e che affermo tuttora della signora Luisa, mi veniva in mente Angiolina ma forse un lapsus freudiano ma Luisa, la questione è rilevante perché riguarda la personalità di Vanni cioè questa questione non riguarda solo la serietà professionale dell’avvocato Curandai riguarda soprattutto la personalità di Vanni e per questo io replico e rispondo non per salvaguardare la mia dignità professionale e allora a parte il fatto che voi mi siete testimoni che io non ho mai dichiarato che il Vanni sia stato condannato per quell’episodio, il Vanni è stato incarcerato per quel episodio, lo sostenuto e lo sostengo come l’ultimo di un episodio di vari episodi di varie umiliazioni e violenze psicofisiche a carico della moglie episodio che hanno concretizzato il reato di maltrattamenti reato per cui il Vanni venne incarcerato il 19 Marzo del 64. Allora l’avvocato Filastò giustamente vi ha depositato la sentenza di primo grado con nel dispositivo l’assoluzione per insufficienza di prove, insufficienza di prove allora c’era ancora la formula insufficienza di prove che veniva addirittura iscritta sul certificato penale oggi non esiste più esiste solo eventualmente nella motivazione della sentenza, io ho fatto una ricerca presidente e sono entrato in possesso della sentenza della Corte di appello di Firenze perché l’avvocato Filastò vi ha prodotto la sentenza di primo grado con ovviamente/giustamente/correttamente l’annotazione la Corte il 20 maggio 66 conferma, perché c’è una sentenza della Corte di appello? Perché c’è la sentenza della Corte d’appello che produrrò ovviamente? Perché il pubblico ministero non appagato ovviamente da quella assoluzione sia pure per insufficienza di prove fece appello è venne fuori la sentenza della corte d’appello e c’è una motivazione, io non leggo tutto leggerò brevissimamente alcuni passi in cui si dice si sono sposati nel giugno del 63, i dissapori aberrò inizio quasi subito assumendo progressivamente maggiore gravità sino a sfociare in episodi di brutale accanimento l’ultimo dei quali aveva spinto la donna a denunciare il marito, l’ultimo dei quali, è allora qui si tratta di vedere in che cosa consiste l’ultimo episodio, è questo l’ultimo dei quali quindi la donna prima non aveva mai avuto il coraggio oppure non lo so aveva avuto la bontà di non denunciare il marito, giustamente, però c’è un ultimo episodio un ultimo episodio come vedremo per cui la donna lo denuncia e per cui viene arrestato e non si arresta per un ultimo episodio di percosse una labbrata, si arresta per un ultimo episodio molto grave vedremo qual è quest’ultimo episodio e qui devo andare fino in fondo signore perché sono stato accusato di scarsa serietà professionale. Allora si dice in questa sentenza leggo la motivazione della sentenza si dice ancora “i vicini di casa Mazzini, Secchi, eccetera testimoniavano di aver inteso … e testimoniavano che talvolta la moglie si rifugiava presso di loro per sfuggire alle furie del marito” ora intendiamoci presidente in genere per maltrattamenti non si arresta quasi mai, se si arresta vuol dire che ci sono episodi molto gravi lei me lo insegna per pratica/per esperienza e soprattutto i vicini di casa in genere lo farei anch’io per salvare la famiglia che sta accanto sono estremamente compiacenti quindi per le scale diventa sulle scale questo è quello che penso io mi posso anche sbagliare ma è chiaro che all’interno di un condominio si cerca sempre di assecondare e di favorire “pro bono paci” la riconciliazione tra i coniugi, ma sentite cosa dice la sentenza in punto di diritto “il tribunale di Firenze con sentenza del 6 ottobre 68, pur riconoscendo la provata sussistenza di episodi violenti fisici e verbali reiterati anche per notevole tratto di tempo ad opera del Vanni” quindi gli episodi di violenza sono stati accertati sono passati in giudicato perché sull’elemento oggettivo del reato già la sentenza di primo grado aveva detto le violenze fisiche ci sono noi assolviamo sotto il profilo dell’elemento psicologico perché il giudice dubitava sull’elemento psicologico del delitto di maltrattamenti perché il delitto di maltrattamenti ha un dolo specifico la volontà di sottoporre la persona ad una sofferenza continua e persistente quindi gli episodi di violenza restano ma si può assolvere perché si dubita addirittura sull’elemento psicologico è questo il punto e da allora è stato assolto il Vanni perché si dubitava sull’elemento psicologico ma non in riferimento alla sussistenza o meno degli episodi di violenza, di umiliazione. Andiamo fino in fondo nel valutare questo caso ed allora in che cosa consisterebbe questo ultimo gravissimo episodio che spinse la donna a denunciare il marito per la prima volta e che costo a Vanni la galera quasi 20 giorni di galera o 10 non me lo ricordo diciamo 10 giorni di galera perché nel dubbio voglio sempre dire una cosa favorevole a Vanni e noi lo rileviamo da alcune emergenze addirittura dibattimentale cioè e su questo punto devo dire che l’avvocato Filastò è stato estremamente corretto, l’avvocato Filastò vi ha letto in udienza e lo ringrazio per aver fatto un passo indietro nei miei confronti ne prendo atto e rinnovo il mio affetto e la mia stima nei confronti dell’avvocato Filastò tuttavia io voglio leggere alcuni passi importanti di questo verbale del 26 maggio 94 presidente deposizione Vanni, il PM perché va letto per intero, credo che anche l’avvocato Filastò l’ha letto per intero credo, però se mi consentite io voglio leggere alcuni punti fondamentali “pubblico ministero di che cosa soffre la sua moglie? Soffre di un epilessia e gli piglia il mal caduto.” dopo il pubblico ministero chiede “è vero che sua moglie il 19 Marzo 64 l’ha denunciata per averla buttata dalle scale mentre era incinta e lui fu arrestato?” Vanni “Sì ci fu tre puntini” voglio leggere tutto “sì ci fu tre puntini e io gli tirai una labbrata perché non sapevo mica” attenti a questo passaggio “perché non sapevo mica che gli era malata” cioè che perdeva l’equilibrio che aveva il mal caduto quindi è caduta poi diranno i vicini sulle scale o per le scale mezzanino sotto per raggiungere il più vicino non lo so “era incinta la signora? Si era incinta abortì? No nacque una bambina.

Avv. Andrea Capanni: (ripresa) una cosa di poco conto se l’avvocato Filastò né ha parlato a lungo il primo giorno della sua arringa evidentemente no. Infine veniamo alla testimonianza che l’avvocato Filastò credo non vi abbia letto ma che vi leggo io della sorella di Vanni Mario, Vanni Maria Grazia, la quale dopo una certa incertezza perché il fatto non è da poco non solo percosse, il fatto è grave, sentite la domanda che gli faccio io “lei ricorda se all’interno del diritto di maltrattamenti” quindi anch’io parlo di maltrattamenti quando faccio la domanda “se suo fratello a quell’epoca dell’arresto era accusato anche di un episodio preciso? Cioè di avere gettato la moglie per le scale? e lei fa “Si eh” e giustamente l’avvocato Filastò fa notare che significa no, allora siccome c’è stata un po’ di confusione si è si e no è no con molta calma io riformulo la domanda rispondo tranquillamente “signora lei è al corrente di questo episodio eccetera eccetera” e lei risponde “sì” signori fascicolo 66 pagina 87 lo dice la sorella, non siamo ancora convinti? Fascicolo 66 pagina 79 io non voglio andare oltre su questo argomento io concludo su questa parte dicendo che se ho fatte certe affermazioni ciò sicuramente non sono state frutto di disattenzione o di scarsa serietà da parte di questo avvocato, io sono ancora fermamente convinto che l’episodio c’è stato perché come dicono a Napoli qua nessun è fesso. Dunque passiamo ad un altro, adesso veniamo a fare il cosiddetto confronto avvocato Mazzeo ha detto avvocato Curandai risponde, ora voglio precisare un’altra cosa, l’avvocato Mazzeo ha detto che io avrei negato il diritto alla difesa di Vanni per quanto riguarda l’episodio delle scarpe non ho mai negato il diritto immaginate un avvocato come me che per 25 anni non ha fatto quasi mai la parte civile ha sempre difeso io dovrei negare ho difeso perfino che ha che ha tentato di decidere la madre o che ha ucciso la madre e dovrei negare a Vanni il diritto di difesa ma assolutamente no anzi io come ripeto sono il primo a riconoscere l’altissimo/il nobilissimo ruolo rappresentato dall’avvocato Filastò, la grande competenza e la grande abilità dell’avvocato Filastò, io sono stato allievo il padre dell’avvocato Filastò stato dell’avvocato Pasquale gigantesca figura anch’egli nella storia processuale fiorentina e quindi sono il primo ad apprezzare l’avvocato Filastò, ad apprezzare il suo ruolo difficilissimo e drammatico. Io avrei detto una cosa di questo genere, signori quando mi è stato riferito questo ho stralunato io non nego io ho detto semplicemente avrei parole testuale pagina 58 della registrazione avrei molte difficoltà sotto il profilo tecnico a difendere una persona che getta per le scale la moglie incinta ed epilettica perché ora bisogna aggiungere anche epilettica, la difesa è un atto d’amore bellissimo presidente, stupendo, e io sono accanto all’avvocato Filastò quando dice io difendo Vanni col cuore lo capisco lo comprendo è giusto che dica così è bello che dica questo lo condivido col cuore e io vorrei aggiungere ma occorre anche ovviamente la ragione, la mente, sicuramente l’avvocato Filastò ha usato anche la mente/la ragione lo vedremo dal suo punto di vista sicuramente la sua è una difesa molto agguerrita frutto anche di una profonda conoscenza delle carte processuali lo devo riconoscere ma spesso c’è anche il cosiddetto innamoramento della causa cioè il cosiddetto sposare la causa non voglio dire che questo sia il caso che l’avvocato Filastò vedremo adesso in concreto in che cosa consistono le mie censure, dunque dice l’avvocato Mazzeo “personalità di Lotti hanno subito preso per buone le dichiarazioni di Lotti, confessione provocata” attenzione signore a questi sono argomenti suggestivi personalità di Lotti l’avvocato Mazzeo non vi ha parlato di una cosa importante ne ha parlato l’avvocato Filastò d’accordo ma su questo punto credo che abbia sfumato mi corregga l’avvocato Filastò non esiste solo la fragilità di Lotti di cui ha parlato l’avvocato Mazzeo esistono anche tutti i disturbi sessuali di cui parla il professor Fornari quando dice che questi disturbi sessuali parole testuali sono compatibili con la dinamica dei diritti del cosiddetto mostro/dei mostri di Firenze, per quanto riguarda l’altro aspetto Lotti è una principale fonte d’accusa ma non è l’unica fonte d’accusa, chi ha mai detto che Lotti è l’unica fonte d’accusa? Lotti è stato interrogato moltissime volte, la confezione di Lotti è tutt’altro che provocata al contrario io l’ho spiegato all’inizio della mia arringa la genesi viene fuori in modo pulito perché la Nicoletti ci porta a Lotti che era già stato sentito era un nome noto Perugini vedi Perugini, Lotti ci porta a Ghiribelli, intercettazioni telefonica di Ghiribelli viene fuori il nome di Ferdinando Pucci e poi io non sto a ripetere ora gli argomenti della mia arringa perché vi annoierei e quindi in questo processo non si può parlare di confessione provocata, non si può dire secondo il Manzoni non hanno insistito, non hanno continuato a interrogare quel povero disgraziato perché avevano paura di non trovarlo reo, no qui è il contrario qui l’hanno interrogato decine e decine di volte, io non sto a ripetere concetti che sono ben noti alla Corte dice l’avvocato Mazzei “il vialetto delle intercettazioni telefoniche io non l’ho riconosciuta” pagina 22 però più avanti bisogna leggere anche la pagina 22 dice “io gli conoscei che gli era alloro eccetera eccetera” Fernando li conosce subito probabilmente lui li ha riconosciuti dopo non lo so poi si continua con quel famoso Vanni “guarda che Vanni ti sta accusando ha parlato di te eccetera eccetera” e Giancarlo dice “c’era scritto puntini puntini” ora abbiamo capito dov’era scritto era scritto sul giornale del 21 Marzo del 97 la dove il Vanni in un’intervista parlava di Lotti eccetera eccetera, vedete come la verità sia pure faticosamente viene fuori si riempiono anche i puntini, i puntini delle intercettazioni telefoniche presidente e signori della corte, ormai l’ho detto ormai l’ho detto quante volte su questo punto ha insistito l’avvocato Mazzeo e io vi faccio una domanda se mi consentite presidente, ma il Lotti in quell’occasione quando diceva “ormai l’ho detto ormai l’ho detto” ha mai dichiarato in modo preciso non è vero quello che ho detto, l’ha dichiarato il Lotti durante l’intercettazione telefonica? “Non è vero quello che ho detto” l’ha dichiarato il Lotti, Giogoli due persone sulla parte davanti su questo è stato uno dei cavalli di battaglia giustamente ha posto degli avvocati valorosissimi avvocati impareggiabili avvocati della difesa io ovviamente anche io nel mio avrei cercato anch’io di attaccarmi a questo aspetto signor presidente e signori della Corte e allora l’avvocato Mazzeo vi ha letto pagina 44 del fascicolo 53 va bene, del fascicolo 53 anch’io voglio cerco di essere preciso terra terra ma preciso, fascicolo 53 del verbale dibattimentale pagina 44 ma io invece vi leggo la pagina prima che non è stata letta o è stata interpretata male, la pagina 43 dove Lotti dice “però il vetro gli era sul davanti dove c’è il volano c’era metà vetro pareva opaco” pensate e infatti metà vetro era opaco non tutto, metà vetro opaco, ed il vetro opaco non è davanti è dietro, è per usare il termine rurale egli è dietro dove ci sono i due sportelloni che danno sull’abitacolo dietro “sicché io ho visto una lucina dentro” una lucina sull’abitacolo dove danno i due vetri metà opachi “però ho visto bene la persona o due dentro” quindi se li ha visti lì dov’erano? Io ho sempre sostenuto e a maggior ragione lo sostengo ora che il Lotti le cose spesso non c’è le dice espressamente le fa capire non so perché ha difficoltà espressive, perché confuso, perché è un bugiardo, non lo so, però alla verità ci si arriva sulla verità anche da un punto di vista oggettivo e poi ovviamente per quanto riguarda i vetri opachi ne parla anche successivamente né parlano ancora dei vetri opachi ed esattamente a pagina 51 fascicolo però 54 in questo caso in cui si dice appunto il Lotti disse anche che sparò eccetera eccetera dalla parte del vetro anteriore dalla parte e quindi dice se non vide nessuno e Lotti disse di non vedere nessuno davanti è chiaro che queste sono domande che ha fatto l’avvocato Bertini a cui poi segue una mia considerazione in cui dico che i vetri opachi si trovano dietro e quindi le persone erano dietro, questa è una considerazione che mi sfuggì scorrettamente lo devo dire durante l’esame di Lotti però è oggetto di discussione che doveva solo essere soltanto oggetto di discussione ma mi sfuggì la ripeto e la confermo adesso in sede di replica in sede discussione. Baccaiano non c’è posto dice l’avvocato Mazzeo le parole dell’avvocato Mazzeo eh “poi verremo a parlare specificatamente dell’episodio di Baccaiano, della ricostruzione di Baccaiano” signori su Baccaiano voi dovete sapere se non lo sapete che c’è anche un’altra piazzola all’interno del bosco e poi su questo ritorneremo perché il Mazzeo ha parlato a lungo “non c’era posto, non c’era posto la macchina era quasi” ora vedremo quando parleremo di Baccaiano torneremo anche su questo punto. Vicchio si dice che la luce era tenue o forte ma come si fa a fare una domanda di questo genere? Come fa una persona veritiera che vuole essere veritiera a dire tenue o forte e poi li il Lotti poteva dire forte o tenue cioè se è un bugiardo il vero bugiardo da sempre una risposta precisa, se il Lotti ci dà delle risposte non precise vuol dire che è attendibile perché si dice “no come fo a saperlo” è attendibile in quel momento in cui lo dice perché cosa gli costerebbe dire era tenue la luce, che cosa gli costerebbe dire era forte? A proposito di Vicchio e di questa luce tenue io voglio sottoporre alla Corte un elemento nuovo nel senso che finora non è emerso ma che esiste ovviamente sennò non ne parlerei che sono incompetente ma non scorretto e cioè se voi andate a esaminare i rilievi fotografici per quanto riguarda la macchina all’interno della macchina di inizio Vicchio troverete dentro una piglia una pila blu proprio ai piedi del povero Claudio allora tramite ovviamente anche noi ne abbiamo ovviamente l’equipe investigativa che hanno altri avvocati, noi abbiamo il Renzo quest’uomo battagliero che veramente sta portando avanti con grande dignità e con grande rigore questa enorme tragedia, questo pover’uomo ha detto guarda io ho sentito i genitori di Claudio lui aveva una pila ma era arancione allora io in ipotesi fin da ora chiedo di sentire i genitori di Claudio Stefanacci, i parenti, la madre ha detto testualmente questo “io non so se avevo la pila mi pare sa come fanno mi pare che fosse una pila arancione” la pila fotografata dentro la macchina è blu e quindi io vi chiedo di chi è quella pila? Chi l’ha lasciata? Chi l’ha dimenticata forse tornando indietro per constatare la morte del giovane si è dimenticato lì la pila non lo so tutto può essere in quei frangenti però c’è questa pila di colore blu e io mi vedo costretto a fare una riflessione su questa pila di colore blu ed è una pila piccolina proprio come c’è la indicò il Lotti stesse dimensioni. Io ho qui l’atto da cui risulta la il verbale di sopralluogo da cui risulta l’esistenza di questa pila, pagina 119 dei rilievi fotografici, presidente la ringrazio, so che lei questo processo lo sta preparando in maniera eccellente, scrupolosissima e lo abbiamo visto appunto anche nel corso della istruttoria supplettiva di ieri come tutta la Corte io devo dire che questa Corte è una Corte che veramente è estremamente attenta, estremamente rigorosa, estremamente sofferente, c’è una lacerazione interna io vi sono vicino e vi dirò una cosa, qualunque sia la vostra sentenza io mi inchinerò perché sarà una sentenza che proverrà da 8 galantuomini tra cui una gentilissima signorina l’unica di sesso femminile, nessuno studio sul Lotti, avvocato Mazzeo ma come si fa a dire una cosa di questo genere? Nessuno studio sul Lotti, la consulenza psichiatrica? Perché non hanno loro prodotto una consulenza psichiatrica? L’avvocato Mazzeo ci ha dato una bella definizione di palo, stupenda, l’avvocato Mazzeo è venuto qui con una bella bordata di libri ci ha fatto tante citazioni benissimo lo apprezzo ma qui non contano le citazioni signori state attenti perché quando andate in camera di consiglio le citazioni non contano, tutta la suggestione quella eh, servono ovviamente per allentare la tensione tutto quello che volete però qui contano la logica dei riferimenti cartacei, è un lavoro quasi da ragioniere sotto certi aspetti scusate lo svilimento ma l’analisi è proprio un’analisi minuziosa/dettagliata, il palo dice l’avvocato dice l’avvocato Mazzeo, ma sapete cosa vi ha risposto con molta sempre con quel tono fra la scaltrezza, la fermezza e anche la determinazione ha detto ma signori disse Lotti signori ma e quando c’è la macchina lì e chi entra chi prende lo stradello per andare su? Io vorrei chiedere all’avvocato Mazzeo mi dispiace che sia assente e che sia assente anche l’avvocato Filastò io sono sempre stato presente ai loro interventi ed è per questo che posso replicare con avvedutezza, avvocato Mazzeo ma lei avvocato Mazzeo se fosse in compagnia di una signora in macchina e lei all’imbocco di uno stradello vedesse una macchina lei avrebbe la disavvedutezza, il coraggio di entrare e di prendere di imboccare cosa ci viene a raccontare quindi l’avvocato Mazzeo, il palo dirige, il palo fa, la testa, il cervello ma che è una rapina ad una banca? Questa presidente qui si tratta semplicemente di impedire l’ingresso delle macchine e mi ricordo che questa domanda la fece lei presidente, una domanda estremamente pertinente su questo punto, è il Lotti rispose sempre per dire c’ero io e qui il Lotti questa è la verità questo dice la verità è fermo deciso. Taglio della tenda fascicolo 64 pagina 43 altro riferimento cartaceo su questo punto ci ritorno perché hanno insistito molto gli avvocati del signor Mario Vanni ma ragioniamo sennò qui è la stessa identica situazione della macchina aggiunto dei movimenti del Pacciani intorno alla macchina destra sinistra destra, sta a noi fare un attimino uno sforzo logico, ma se il Lotti vi dice che lui si trovava nascosto sullo stradello cioè dalla parte dell’asfalto la parte dell’ingresso alla piazzola e aveva davanti la parte anteriore della tenda e vi dice che il Vanni era davanti lo vedeva davanti sul volto e il Pacciani lo vedeva alle spalle dov’era il Vanni? Era dietro, era sulla parte posteriore, anche questo particolare il Lotti c’è lo fa capire indirettamente ed è ancora più attendibile. Poi si parla dice ho visto tagliare, può darsi che abbia visto tagliare perché se voi andate ad esaminare la piantina degli Scopeti vedrete che il Lotti era situato in una parte come lui ha indicato da cui si poteva vedere anche la parte posteriore perché la tenda è obliqua, è messa obliquamente capito rispetto non è parallela alla strada, è obliqua rispetto alla strada, quindi lui poteva benissimo vedere anche il retro e magari poteva anche ovviamente aver visto questo taglio. Si parla di questo taglio allora “sparò correndo” anche su questo punto giustamente la difesa ha insistito tanto “sparò correndo” allora io richiamo i seguenti atti fascicolo 63 pagina 30 e 32 e allora lì cosa vi dice il Lotti che gli spari avvennero tutti innanzi/tutti davanti e infatti i bossoli sono stati trovati tutti raggruppati davanti alla parte anteriore della tenda, hanno sparato da lì, il ragazzo è uscito tant’è vero che c’ha qualche colpo ovviamente nel tentativo di difendersi uscendo, un colpo sulle braccia, e poi c’è il famoso abbancamento di cui ha parlato tanto l’avvocato Colao e quindi il ragazzo è stato ucciso effettivamente con un coltello non certamente con un pugno nello stomaco sennò allora signori e su questo punto coltello/non coltello/visto/non visto io mi riporto a quanto ha detto molto bene l’avvocato Colao non voglio tediarvi ulteriormente io dirò di più che non c’è mica da ridere eh signori, non c’è da ridere eh sulla tesi dell’avvocato Colao, non c’è assolutamente da ridere e vi confesserò una cosa che una volta ridevo anch’io si rideva tutti ma io non rido più eh una tesi dell’avvocato Colao quella specie di coltello di cui parla, vi ha parlato di come l’ha braccato eccetera eccetera ovviamente l’avvocato Colao ha quasi l’ossessione questo volevo dirlo, l’altro giorno l’altro giorno mi sentivo abbrancare anch’io da dietro io cosa succede guarda ti faccio vedere eccetera e mi ricordo che effettivamente quando uno viene catturato sul collo così porta le mani all’altezza del braccio ed è qui che è stato colpito qui ci sono quelle famose incisioni non dico altro perché avete una memoria eccetera la famosa mimazione da parte di Lotti dei movimenti per la cattura che Lotti ha fatto in aula e si dice ma come mai indica la mano sinistra? Indica la indica la mano sinistra perché è mancino il Lotti quindi c’è un’inversione della gesticolazione, questo lo abbiamo detto. Ecco l’avvocato Mazzeo quello che sto dicendo in questo momento proviene sempre dall’avvocato Mazzeo quando passerò all’avvocato Filastò lo dirò, “non è sangue vero quello di Vicchio” affrontiamo il coraggio anche di affrontare questo argomento, signori non è sangue vero sulla base di che cosa? Sulla base di tre pietre che sono state prelevate da dove? Perché io sono andato ad esaminare siccome io sono un incompetente e non studio gli atti io sono andato ad esaminare “studia Curandai” sono stato rinviato a settembre e mi sono messo a studiare io non ho mai partecipato a questo dibattimento non sono mai stato presente, io ho abbandonato la famiglia Rontini e poi sono rientrato capito? E poi si vogliono dare lezioni di serietà professionale, io non sono mai stato presente, non sono mai intervenuto, non ho mai contro esaminato il Lotti, non ho mai contro esaminato il Pucci, non ho mai dato segno di profonda conoscenza degli atti, capito? “quindi studia Curandai” quindi il professore forse ingiustamente mi ha rinviato a settembre e io ho continuato a studiare, se voi andate ad esaminare la perizia perché allora era dell’ 85 del professor Maurri e qui purtroppo c’è una delle tante lacune guarda caso in questo processo, tre pietre appiattite non si indica, pagina 120, non si indica la provenienza, da dove vengono queste pietre? Non lo so, allora io vi dico una cosa signori ma come dimenticare/come trascurare a questo punto allora la testimonianza di tre persone/di tre galantuomini fra cui un carabinieri il Risi i quali sono venuti qui ed hanno detto che c’erano delle macchie anche sull’asfalto fra la piazzola e il fiume e quelle macchine allora sono state esaminate? C’è un verbale? Come ripeto qua nessuno è fesso. Io vorrei se mi è consentito presidente rifare un attimo un passino indietro e leggervi pagina 30 fascicolo 63 dove dice “Pacciani sparava correndo gli si domanda. Io ho detto sparava non ho detto che gli andava dietro eccetera eccetera”. Poi per la famosa faccenda del coltello visto/non visto a quanto affermato dall’avvocato Colao io vorrei semplicemente aggiungere questo che in data 6 Marzo 1996 quando fu sentito dalla polizia anzi dai magistrati il Lotti aveva detto “forse c’era un coltello” e quindi lo dirà di nuovo al dibattimento ora perché è stato prudente durante l’incidente probatorio dobbiamo annullare tutti gli interrogatori di Lotti? per fatti di 10/15 anni fa se non c’è questa costanza/questa coerenza nelle dichiarazioni, siccome le dichiarazioni negli interrogatori sono numerosi evidentemente ci può essere anche una certa comprensione soprattutto valutando il personaggio, personaggio fra l’altro non so se alcolizzato/non alcolizzato chissà quanti litri di vino avrà bevuto dall’85 ad oggi anche la memoria si sarà attenuata non lo so io penso tutto però sui punti fondamentali ha insistito. Io vorrei fare una precisazione presidente per quanto riguarda la famosa buca di Vicchio per rimettere anche qui le cose a posto, la buca di Vicchio non è venuta fuori a seguito della seduta medianica della buca di Vicchio il Rontini ne aveva già parlato nell’84 e ne aveva parlato nientemeno che al dottor Rotella, al tenente colonnello Rosati di borgo Ognissanti al maresciallo Orgiano di borgo Ognissanti, al maresciallo Fellici di borgo Ognissanti, vogliamo sentire questi testi in ipotesi signora Elisabetta anche questa ipotesi istruttoria? Ma voi pensate che una famiglia come la famiglia Rontini che con grande onestà/con grande dignità sta sopportando questa tragedia sia capace di dire menzogne? Mi diceva il signor Rontini “se io venissi qui a mentire ucciderei mia figlia una seconda volta”. Ci dice signor presidente il signore della Corte non vorrei aver saltato qualche particolare vediamo un attimo mi scusate ma io ho bisogno, no l’interruzione fra un po’ ho bisogno di dire tutto eh, presidente vogliamo fare una brevissima interruzione?

Presidente: Vabbè 10 minuti.

Avv. Andrea Capanni: Va bene la ringrazio vi ringrazio.

Presidente: Voleva parlare l’avvocato Zanobini? Dov’è? Ah già l’avvocato Curandai doveva finire.

Avv. Andrea Capanni: Sì presidente giudici, ancora avvocato Mazzeo a proposito di Lotti incidente probatorio afferma una dichiarazione/riporta una dichiarazione di Lotti cioè secondo cui la ragazza non fu colpita con arma da fuoco, allora io invito la Corte a leggere con la consueta attenzione fascicolo 54 pagina 27 su precisa domanda di questo difensore cioè “lei ha visto la direzione degli spari o ha visto contro chi erano diretti gli spari o ha solo sentito gli spari? Lotti risponde “io ho sentito gli spari” quindi lui non può dire, se lo dicesse non gli crederei, non può dire esattamente se la ragazza fu colpita o non colpita, siamo in piena notte la distanza di Lotti è quella che è anche sulla distanza non possiamo pretendere la massima precisione del Lotti, quindi saranno stati 4, 5 o 6 non lo so anche su questa esistenza qua a distanza di 10/15 anni si dovrebbe essere precisi sulla distanza quindi mi sembra attendibile Lotti quando dice ho sentito gli spari diceva bene il pubblico ministero Lotti dice subito con fermezza ciò che ha visto o ciò che ha sentito. Il coltello io ripeto un concetto già espresso durante il mio primo intervento il Lotti durante l’incidente probatorio quando il coltello sequestrato a Vanni non era stato ancora esibito come invece sarebbe stato esibito al dibattimento ci aveva descritto già il coltello, c’è lo aveva descritto come un coltello, pagina 7 fascicolo numero 3, ovviamente dell’incidente probatorio come un coltello col manico di legno, sul marrone eccetera e lui avrebbe visto sostanzialmente un po’ la punta di questo coltello e va avanti non sto a descrivere tutto il verbale pagina 7 fascicolo 3 dell’incidente probatorio e quindi evidentemente quando poi in aula è stato esibito questo coltello io la prima cosa che ho detto è questa “Madonna Santa ma il Lotti l’aveva già descritto grossomodo nei suoi dati essenziali questo coltello” ed in aula non ci dice quello è il coltello del delitto mai detto Lotti, Lotti ha detto è un coltello simile che sia poi il coltello del delitto o non il coltello del delitto io questo non mi sento di poterlo affermare però è estremamente impressionante questa preventiva descrizione. La difesa di Vanni se sbaglio chiedo di essere contraddetto in questo momento, di essere interrotto, mi può interrompere l’avvocato Mazzeo in qualsiasi momento, se la Corte e il presidente lo consentirà, io non ho sentito parlare approfonditamente di uno degli aspetti più importanti di questo processo, i parenti di Pucci, ma chi né ha parlato dei parenti di Pucci, io attribuisco un valore importantissimo ai parenti di Pucci, la cognata e i due fratelli di Pucci, signori guardate che le dichiarazioni di Pucci devono essere valorizzate e interpretate proprio alla luce dei parenti di Pucci, io non sto a riportare qui l’episodio del TG1 che dà la notizia ho visto eccetera io sottolineo soltanto che questi signori hanno recepito de relato la prima testimonianza di Pucci che verrà poi sviluppata in sede di interrogatorio davanti alla polizia in sede di indagini preliminari. Poi l’avvocato Mazzeo nell’ultima parte della sua arringa ha parlato di misericordia/ha parlato di cuore questo è bellissimo/questo è nobile bisogna anche giudicare con misericordia sicuramente secondo quel concetto bellissimo che vi ha riportato l’avvocato Mazzeo tratto da San Francesco d’Assisi, bellissimo però io vi dico signori che non è sufficiente la misericordia occorre anche la ragione, si giudica con la forza del ragionamento hanno fatto un’ipotesi gli avvocati della difesa hanno detto in ipotesi noi chiediamo la perizia psichiatrica su Vanni per stabilire se egli era capace di intendere e di volere al momento del fatto, come interpretare questa ipotesi? Come un eccesso di scrupolo o come una debolezza della difesa? A voi la risposta, tutto quel da fare, tutte quelle istanze che fece Filastò per la perizia psichiatrica io le ho interpretate come un segno anche di debolezza della difesa e qui la misericordia credo che conti fino ad un certo punto soprattutto quando si parla come in questo processo di 10 giovani massacrati. Avvocato Filastò egli dice non c’è un teste che parli male di Vanni, parole testuali, e Pucci quando vi dice che Vanni e Pacciani erano due violenti ed egli era terrorizzato da queste persone? Ed il Nesi quando parla della baionetta? Quando parla dei peli di pube? La Sperduto con quell’episodio vero o non vero ma inquietante? La signora Cincin che parla di un Vanni che portava la posta e qualche cos’altro anche le riviste pornografiche eccetera eccetera? E Ricci? Ricci, Massimo come diceva l’avvocato Filastò, Massimo Ricci bene ha fatto la Corte a non sentirlo Massimo Ricci, io ho sempre imparato di Walter Ricci, raddrizziamo le cose per bene eh signori, è l’unico il Walter Ricci che l’unico dell’ambiente io lo ripeto omertoso di San Casciano che parla di queste persone cioè di Lotti Vanni e Pucci come di guardoni, di guardoni lo dice espressamente e parla di quel famoso pistolone Vanni dice “eh io avevo paura di quel pistolone che il Pacciani teneva in macchina” quindi come si fa a dire che nessuno parla male di Vanni. Vanni secondo Filastò, l’avvocato Curandai gli avvocati di parte civile sarebbero così ignoranti, così dalla scarsa cultura anche in materia psichiatrica e così anche ingenui da affermare che il Vanni sarebbe perverso solo perché aveva un vibratore e solo perché andava con le prostitute con questo vibratore, ma voi pensate che io sia così sprovveduto e così ignorante da pensare una cosa del genere? Allora qua bisogna di nuovo rimettere a posto le cose. Purtroppo sono costretto a ritornare su questo punto presidente, io ho sempre fatto questo tipo di ragionamento sbagliato o non sbagliato che sia però mi sembra un ragionamento che ha una sua serietà ed una sua logica, il professor Fornari che non è certamente l’ultimo dei dottorini qui si è parlato di un vabbè non voglio togliere nulla ai dottorini portati qui dalla difesa di Vanni ma qui c’è un professore che è un luminare in questa materia, viene chiamato a fare consulenze nei processi più importanti soprattutto a sfondo sessuale, e lui riporta pagina 4 della sua consulenza quella figura di mostro che è così come era stata delineata dai periti di Modena e parla di iposessualità, di difficoltà nel rapporto con il sesso femminile e di gravi problematiche personologiche, poi ovviamente il consulente Fornari va avanti nella sua ricerca ed arriva sostanzialmente a dire che queste caratteristiche sono nel Lotti e conclude parlando di iposessualità, parlando di disturbi sessuali che lo affliggono da anni e che entrano direttamente nella genesi e nella dinamica dei reati per cui il medesimo è indagato quali ricostruiti dalle indagini, leggo per sommi capi “persona orientata in senso omosessuale, connotato da forti istanze di carattere perverso sicuramente tale da essere parte della sua personalità, delle sue scelte e della sua stessa interazione con l’esterno” ed io ho cercato di provare e non entro nei dettagli che queste caratteristiche sono sovrapponibili anche al Vanni ed in particolar modo il rapporto difficile con l’altro sesso, l’avversione verso la coppia felice e quindi questa aggressività scaricata al momento del delitto, il cinismo, la chiusura, ricordate l’episodio delle fotografie il Nesi dice “noi si guardava queste fotografie presso la questura” e questi ragazzi massacrati misi quasi una mano dissi ma oddio che orrore lui rimase freddo lì e disse “non son mica parenti miei” guardate come il professor Fornari delinea la figura della persona che può arrivare alla perversione anche attraverso il cinismo/la freddezza e come parla poi di Lotti addirittura ve l’ha detto l’avvocato Filastò e noi ci associamo. Quindi il famoso vibratore, i famosi peli di pube, eccetera di cui parla il Nesi soprattutto questi contenuti dentro una busta sono cose normali, per voi sono cose normali, per noi sono cose normali, cioè questo è non la causa della perversione ma l’effetto/l’espressione, poi la Sperduto quando si parla di Pacciani ci parla di questa gente ci parla di Pacciani “si arrabbiava agli Scopeti vedendo le coppie felici” il Pacciani poi della famosa mammella sinistra questo è stato detto non entro più nei particolari, non parlerò del lucernario di Nesi quando lei togliti da quel lucernario, del mago col mantello, tutte queste cose come ripeto effettivamente non so se sono ancora oggetto di inchiesta non ne parlo (salta l’audio) so che anche voi abbiate già letto questa cartina ma comunque in ogni caso per seguire il mio ragionamento è opportuno avere davanti una cartina, voi avete inoltre la dislocazione esatta dei bossoli 3 sulla piazzola, 2 un po’ più in là e 3 dove c’era la macchina in punto di arrivo, voi vedete la posizione dei frammenti di vetro attenzione questo è il punto più importante vedete c’è lettera I e ci sono dei frammenti di vetro vicino alla macchina, sul punto di partenza della macchina eh sulla piazzola, e poi non vedete mai più dei frammenti di vetro lungo il manto stradale ma li vedete diciamo in prossimità dell’autovettura lettera L spostati un po’ sul lato centrale della macchina sull’erba quasi vedete? Allora deduzione molto semplice, dove sono quei frammenti di vetro che si dovrebbero trovare sulla carreggiata se fosse vera la versione Filastò? Filastò vi dice che è questa belva avrebbe sparato ai fari mentre la macchina era sulla carreggiata e poi al parabrezza sulla carreggiata, allora ci sarebbero stati dei frammenti di vetro ma non ci sono sul manto stradale, i frammenti di vetro sono sulla piazzola sono nel punto di partenza e nel punto di arrivo, piazzola e avvallamento dove si è incagliata la macchina, non ci sono assolutamente frammenti lungo il manto stradale, lungo cioè quel percorso dove sarebbero stati colpiti i fari e il parabrezza, evidentemente vedete il punto I quando la macchina fa retromarcia si comincia a sparare da qui ai fari ed è lì che cadono i primi frammenti di vetro poi questo poveretto viene raggiunto si spara ancora e ci sono i vetri macchiati di sangue nella posizione di arrivo, vetri macchiati di sangue insisto è l’elemento più importante presidente questo per Baccaiano, vetri macchiati di sangue, e ricordate che c’è un solo finestrino rotto quello del posto di guida non ci sono altri finestrini rotti, solo il finestrino rotto colpito lì al posto di guida non ci sono altri finestrini rotti, quindi il ragazzo è stato colpito lì al posto di guida, vedi i frammenti macchiati di sangue, taglia diretto la testa al toro a qualsiasi altro argomento, questi sono gli elementi su cui voi dovete basare il vostro verdetto. Non solo ma la coscienza mi impone di andare oltre, vi è di più signori vi è molto di più fate attenzione al verbale di ispezione dei luoghi firmato dalla dottoressa della Monica, fate attenzione a questa pagina 2 si parla di un freno a mano innestato ma attenzione si parla anche di una retromarcia innestata, l’autovettura presenta la retromarcia innestata e il freno a mano inserito, del freno a mano ve né ha già parlato il pubblico ministero, l’avvocato Filastò potrebbe obiettare questo, questa è una belva molto fredda e determinata allora cosa fa? In tutta questa complessa manovra aspettando che arrivino i carabinieri ovviamente cosa fa? Entra dentro la macchina lascia il freno a mano oppure il freno a mano non era inserito arriva sul posto di arrivo e prima di scendere tira il freno a mano e la retromarcia innestata come la mettiamo? La belva sarebbe stata così freddo e determinato da inserire nel punto di arrivo il freno a mano e da non disinserire automaticamente movimento automatico la retromarcia? Signori ma la retromarcia innestata e il freno a mano inserito sono il segno migliore/la miglior prova di una precipitosa convulsa disperata fuga di questo ragazzo come nell’immaginario collettivo tutto abbiamo pensato/tutti abbiamo presunto/tutti abbiamo ritenuto all’epoca nell’82 e io lo ritengo oggi a maggior ragione. Il ragazzo scappa col freno a mano perché non c’è nemmeno il tempo di tirare il freno a mano e quando arriva la retromarcia rimane innestata e questo mostro sarebbe entrato in macchina poi sarebbe arrivato là, sarebbe uscito, avrebbe di nuovo sparato, carabinieri sono qua arrivate, arrivate macchine. Prosegue l’ispezione della dottoressa Della Monica e dice a pagina 3 gli ufficiali di polizia giudiziaria presenti riferiscono che sul sedile anteriore di guida in base a dichiarazioni assunte in loco era sdraiato il corpo di un giovane identificato il Mainardi Paolo ricoverato tramite, quindi ci sono già i primi pagina 3 dell’ispezione dei luoghi ci sono già i primi sentono già non i barellieri sentono quei poveretti che erano lì quei primi soccorritori e loro dicono che era davanti e lo riportano, poi si dice ancora nella ispezione dei luoghi e ispezione dell’autovettura che il finestrino sinistro anteriore lato guida è completamente frantumato e vari frammenti sono intrisi di sangue, alcuni sono ricaduti all’interno dell’autovettura in particolare sul seggiolino di guida e sul sedile posteriore, poi si dice che il sedile del guidatore è completamente macchiato di sangue, ricordate l’esempio che vi ha fatto il dottor Canessa sul sedile non ritorno su questo punto, e poi c’è un’altra cosa vi ricordate presidente il test Ulivelli, il test Ulivelli, ah poi non si rilevano tracce di sangue copioso sul vetro posteriore. Il teste Ulivelli il cognato del povero Mainardi quando è venuto qui e ci ha parlato di quella colatura di sangue lungo la parte interna dello sportello di guida dal finestrino giù fino alla moquette ininterrottamente senza soluzione di continuità, sentite cosa dice l’ispezione “tracce di sangue si notano in prossimità dello sportello di guida all’altezza del finestrino nonché sulla carrozzeria interna della macchina e precisamente sul montante dello sportello” lo dicono i primi inquirenti, è scritto nella prima ispezione, che cosa si è inventato il signore Ulivelli? Niente, a meno che non si venga a dire che lui abbia letto questo e poi abbia fatto la testimonianza allora tutto è possibile, allora non se ne esce più, io dico invece che è molto importante in ogni caso quello che è scritto all’interno di questa iscrizione, sotto il sedile anteriore sinistro viene rinvenuto un preservativo usato, fari anteriori risultano fracassati, la lampadina in essi inserita, eccetera, poi ovviamente si parla anche dei fanalini indicatori che sono stati rotti presumibilmente con una lama quindi questo mostro/questa belva addirittura tira fuori il coltello e poi rompe i fanalini cioè tutto è possibile. Poi c’è si parla di un frammento di proiettile di piombo appiattito e si parla nella ispezione di un proiettile che ha oltrepassato il parabrezza ed è uscito dal finestrino sinistro anteriore, quindi addirittura sarebbe un colpo a vuoto. Allora ma io non sono ancora soddisfatto di quello che dice l’ispezione presidente perché evidentemente ha detto l’avvocato Filastò che bisogna diffidare di tutto, bisogna ovviamente anche criticare tutto giustamente è il suo mestiere però è anche mio dovere controbattere le sue affermazioni, se voi andate a leggere il verbale dibattimentale di questo procedimento e leggete la testimonianza del consulente professor Cagliesi vi renderete conto un certo momento addirittura si dice i vetri del cristallo del parabrezza furono trovati in corrispondenza della prima serie di bossoli quindi in pratica sulla piazzola, vedi la cartina, quindi non è vero quello che dice Filastò che il mostro/la belva avrebbe sparato mentre la macchina era sul punto di arrivo avrebbe colpito lì il parabrezza, i vetri sono sulla piazzola, quindi quando la macchina ha cominciato a fare retromarcia gli è passata quasi davanti ha cominciato a sparare, i fari, parabrezza e i vetri sono sulla piazzola, evidentemente ha sparato da fermo all’inizio e poi dopo ovviamente si spiegano ed ha cominciato a correre ci spiegano gli altri bossoli lungo la via di fuga. Allora ad un certo momento si dice sempre da parte del professor Cagliesi che i due fari sono stati presumibilmente rotti mentre la macchina era in retromarcia giustamente e poi a un certo momento signor presidente vado verso le conclusioni per quanto riguarda Baccaiano l’avvocato Filastò chiede al professor Maurri “ma senta questa ipotesi del presunto mostro che avrebbe guidato la macchina è possibile? È un’ipotesi possibile?” risponde il professor Maurri “Certo che è possibile un’ipotesi di questo genere” fa il professor Maurri, ecco perché io dico che è una ricostruzione quella di Filastò non un’ipotesi e aggiunge il Maurri che ha una grandissima esperienza in questa materia “ma se si deve fare una discussione salottiera avvocato io che sparassi non vorrei perdere tanto tempo a entrare in macchina, a cercare di fare retromarcia, uscire di nuovo sparare e sparare alla ragazza eccetera” non leggo oltre, quindi mi sembra che probabilmente la verità come spesso avviene sta nel mezzo e cioè la verità è secondo la mia opinione ovviamente mi posso sbagliare chiaramente nessuno qui è depositario della verità però nemmeno l’avvocato Filastò. Tesi suggestiva ma non convincente quella dell’avvocato, a me non mi ha convinto non so se ha convinto voi siete liberi, la verità forse è in Poggiarello e in Martini dove dicono che il corpo era riverso reclinato all’indietro quindi questo povero figliolo aveva il corpo/il tronco su questo sedile del posto di guida schiacciato e la testa probabilmente e allora può darsi benissimo che i barellieri abbiamo avuto nella convulsione del momento abbiamo avuto l’impressione di estrarlo da dietro e qui è il problema del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno signor presidente e signori della Corte perché i sostenitori della tesi per cui il corpo era dietro vi diranno che così stando le cose si aveva l’impressione che fosse davanti, gli altri sostenitori diranno che se aveva l’impressione che fosse dietro e quindi il bicchiere è mezzo vuoto e il bicchiere mezzo pieno, però i dati obiettivi sono quelli e non si possono più cancellare da questo dibattimento. Allora Chiarappa si può dire quel che si vuole su Chiarappa presidente ma il Chiarappa ci dà una descrizione di questa macchina signori che veramente è una cosa sconvolgente, pagina 64 fascicolo 13 “si le caratteristiche si una macchina rossa sbiadita, adesso è passato il tempo ma il finale non era rotondo era tronco” era tronco, che poi l’abbiano vista e rivista, se uscendo la sera alle 19 hanno visto un’altra macchina non lo so a distanza di 14 anni però la descrizione è questa eh signori e non si supera facilmente, può superare anche tutto intendiamoci. Il taglio della tenda è sfuggito all’avvocato Filastò una cosa un molto importante, il taglio della tenda è un riscontro obiettivo guardate signori secondo me il taglio della tenda è un riscontro già di per sé un riscontro obiettivo perché soltanto chi ha partecipato a quel delitto può essere a conoscenza di un particolare di questo genere a meno che si dirà non vi sia stato un suggeritore, a meno che non vi sia stato qualcuno che abbia imbeccato il Lotti ma signori se dietro il Lotti ci fosse un governo/una gestione/un suggerimento il Lotti sarebbe stato molto più preciso così come sono precisi i veri pentiti, Lotti non è un vero pentito questo è un processo contro Lotti, la Frigo dice ha visto solo Pacciani ma non ha visto il Vanni, ma la Frigo ci dice che è come un po’ come il Nesi, la Frigo ci dice che si era concentrata tutta sulla faccia di Pacciani perché il giorno dopo voleva andare a contestare il tipo di guida che evidentemente aveva condotto/tenuto costui lo dice chiaramente la signora Frigo e allora si dice la signora Drigo è troppo precisa, il Lotti è troppo impreciso mettiamoci d’accordo signori se la Frigo non è attendibile perché è poco precisa allora il Lotti sarà attendibile perché non molto preciso non lo so mettiamoci un po’ d’accordo. Altra osservazione dell’avvocato Filastò, l’avvocato Filastò leggendo la perizia/la consulenza del professor Fornari ha parlato di quella famosa riserva dice il Lotti al professor Fornari “ma assai io gioco quella e poi mi riservo di dire altre cose” io ho capito quale altre cose avrebbe poi detto il Lotti, due non solo i mandanti avrebbe parlato poi dei mandanti era questa la riserva ma anche che lui sparò a Giogoli perché in data 16 settembre quando è questa consulenza il Lotti non ha ancora parlato degli spari a Giogoli, aveva parlato di Giogoli ma non aveva ancora detto che lui aveva sparato a Giogoli questo è l’altro punto della riserva di Lotti, guardate le date, lui parla signori sono assolutamente certo che il Lotti parla per la prima volta/si accusa per la prima volta di Giogoli cioè di avere sparato a Giogoli perché di Giogoli né aveva parlato anche di aver sparato a Giogoli ne parla per la prima volta il 16 novembre del 96, dicono i difensori di Vanni “si accusa per togliersi dai guai” e 21 anni di reclusione significa togliersi dai guai? Portafoglio di Claudio Stefanacci, il nostro dottore illustrissimo dottor Canessa questo vi ha già parlato del portafoglio attenzione io presidente io ho qui in mano perché mi è stato fornito da Rontini e cioè dalla famiglia di Claudio Stefanacci ho qui in mano il famoso portafoglio con il foro all’interno fra l’altro ieri sera scusate la parentesi mi cascò per terra perché è pieno di cose particolari e quando andai a raccogliere questi poveri resti mi sono trovato proprio sulla fotografia di Claudio l’ho presa in mano eccetera chiudo la parentesi non siamo qui per rappresentare il dolore ma il ragionamento questo non è un portafoglio, a parte che non è un portafoglio ma è una busta di plastica tipo porta patente ma questo non ha importanza però è forato e dai rilievi fotografici e dal verbale del sopralluogo di ispezione viene fuori che c’è il foro sulla tasca dei pantaloni che corrisponde a questo foro qui, quindi non è stato esibito il portafoglio, era dentro i pantaloni, si dirà il corpo era nudo ma povero figliolo quando ha visto all’improvviso qualcuno ha sentito dei rumori qual è la cosa o nel momento in cui viene aggredito qual è la cosa che in modo primordiale/in modo istintivo/difensivo si fa? Si prendono i pantaloni e ci si copre, si tende a coprirsi un attimo per vergogna o anche obbedendo ad un naturale istinto difensivo e quindi il proiettile/uno dei proiettili ha colpito i pantaloni e ha colpito questo, altro che poliziotto ma signori miei ma facciamo i seri. La famosa Manuela si dice l’avvocato Filastò, esiste una Manuela, esiste una dottoressa della Monica forse ha confuso il Lotti, no la Manuela esiste non ha confuso è una certa Manuela che lavorava presso il bar dove lavorava la povera Pia cioè era una collega di lavoro della povera Pia quindi cosa c’entra Della Monica forse ha confuso Manuela M Della Monica eccetera. Poi fascicolo 53 pagina 43 voi trovate poi espressamente l’affermazione di Lotti per cui egli disse di avere sparato attraverso i vetri opachi quindi non parliamo di vetri trasparenti. Al dibattimento dice l’avvocato Filastò che avrebbe detto ad un certo momento il Pucci “ma io Vanni non l’ho visto il pomeriggio” vi ricordate? Sentite signori anche il Pucci ha fatto diversi interrogatori, ha fatto dei confronti, è stato sottoposto ad uno stress investigativo enorme per la persona che egli è, quel pomeriggio era visibilmente annoiato, visibilmente stanco, visibilmente stressato, quel no di Vanni, quel no di Pucci sull’aver visto Vanni voi pensate che possa annullare tutto il resto? Un no possa annullare tutto il resto? Assolutamente no, il Pucci fin dall’inizio ha detto di aver visto il Vanni e lo dice il Lotti durante le intercettazioni telefoniche, lui li conoscesse subito “lui chi?” gli chiesi io a Lotti “Ferdinando” come si chiama. Si dice da parte di Filastò che Vanni va a messa tutti i giorni, io credo che anche Pacciani andasse a messa tutti i giorni, addirittura lo Sgarella parla di un Pacciani che aveva un suo altarino all’interno del carcere, questo non è un argomento, signori un argomento fragile, un argomento guardati da quelli poi che vanno a messa tutti i giorni. Scopeti ecco qui sulla data sul giorno del delitto qui c’è l’innamoramento della causa della tesi da parte dell’avvocato Filastò e la devo dire perché come signore ci sono alcuni testimoni, persone per bene e disinteressate che vi vengono a dire di aver visto i due francesi la mattina della domenica e la sera a cena Festival dell’unità e si continua ancora a sostenere che erano già stati uccisi il sabato precedente, si continua ancora a sostenere questo e Fantoni Marcello addirittura è un teste attendibilissimo perché non è stato citato né dall’accusa né dalla difesa è un teste sbagliato tanto è vero che si è alzato per andar via, vi ricordate no questo episodio del Fantoni Marcello? C’era un errore nella generalità/sull’identità e stava per andar via è l’avvocato Filastò l’ha fatto sedere e gli ha fatto la domanda dice “no li ho serviti io la domenica sera” “come fa a ricordare?” “perché il giorno dopo ci fu la notizia tramite la Rai” il giorno dopo è lunedì. Quindi c’è poco da criticare il Filastò ha detto l’avvocato Colao si è innamorato della sua tesi, della tesi del trincetto, l’avvocato Colao ci ha dimostrato di non essersi affatto innamorato di questa tesi ma ci ha parlato in modo scientifico, ha fatto studi servi e molto responsabili su questo e ha prodotto memorie scritte, quindi su questo punto io credo nella serietà della tesi dell’avvocato Colao poi si può ovviamente accettare, accogliere, non accoglie, questo è un altro discorso però è una tesi sofferta seria e quindi non parliamo di innamoramento delle altrui cause quando anche l’avvocato Filastò si innamora delle sue tesi e delle sue cause. Presidente io vado verso le conclusi e io dico questo, io mi sono sempre fatto questa domanda ma perché l’avvocato Filastò ha parlato sei giorni di seguito e perché tutto sommato nell’arringa dell’avvocato Filastò c’è stato quasi un grande assente? Perché di Lotti mi sembra ne abbia parlato negli ultimi capitoli della sua arringa, ne aveva parlato bene l’avvocato Mazzeo è vero ma io dico una cosa faccio un ragionamento molto semplice se il Lotti fosse crollato come si dice come si vorrebbe far intendere da parte della difesa ma voi pensate che sarebbe stato necessario da parte dell’avvocato Filastò di parlare per 6 giorni di seguito? Se si dice che tutto rotea intorno al Lotti e Lotti è crollato ma perché parlare sei giorni di seguito allora non ho capito. Noi comunque ci associamo all’ipotesi dell’avvocato Filastò, l’ipotesi di perizia psichiatrica su Vanni circa la capacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Mi viene in mente in questo momento una argomento logico del pubblico ministero ma se Lotti fosse veramente bugiardo perché si è fermato all’ottobre dell’81? Poteva andare anche oltre cioè giugno dell’81 perché si va si va a ritroso, quindi giugno dell’81, perché a proposito di Faggi non ha fatto cognome di fatto ha parlato sempre di Giovanni per quale motivo? Gli è sfuggito qui al dibattimento Faggi ma non aveva mai rammentato il nome di Faggi precedentemente sempre Giovanni di Calenzano, se fosse stato imbeccato, se fosse il bugiardo, se fosse stato governato avrebbe fatto il nome di Faggi invece Giovanni e qui la credibilità di Lotti signori, è qui nelle cose più semplici. Lotti era presente a questi delitti lo si deduce chiaramente apertis verbis dalle intercettazioni telefoniche e allora perché accusare anche Vanni presidente? Ci sono motivi di rancore? Di vendetta? Si conoscevano da 25 a questi sono i ragionamenti di cornice importanti secondo me gli argomenti logici che devono sorreggere il vostro orientamento/il vostro convincimento. Quindi prima di concludere definitivamente voglio mantenere una promessa, io ho iniziato con la macchina di ieri famosa istruttoria suppletiva del 17 Marzo del 98 e concluderò con la macchina, il Lotti ieri ha detto delle cose riscontrate su base testimoniale, la macchina fu pagata con un assegno, c’è l’ha confermato il datore di lavoro, evidentemente non aveva soldi per pagare e probabilmente non li aveva al momento della scrittura privata di cui lui non si sa quando sia venuta a conoscenza perché la scrittura privata viene firmata dal venditore, se io mi rivolgo presso un meccanico “io ho bisogno di una macchina” il meccanico come fa “sì io c’ho la 124 benissimo a quando le cose son fatte mi chiami e la consegniamo” nel frattempo può avvenire di tutto come una scrittura privata o non privata e questo è il punto quindi se lui non aveva soldi probabilmente e se non era coperta dall’assicurazione probabilmente le è stata consegnata il 20 settembre o giù di lì però ci dice un teste che prima della consegna c’è l’hanno detto due testi Scherma lui usava la 128che fosse lì con la 128 c’è lo dicono poi anche tutti i nostri testimoni, gli altri testimoni li dobbiamo stracciare? Lì buttiamo via? Gli altri testimoni dobbiamo sulla base di quei documenti che ha prodotto Filastò dobbiamo buttare al macero tutti gli altri testimoni che hanno visto la 128 rossa, tutta pattumiera. E poi c’è una cosa importante che viene proprio dal signore austriaco, attenzione questo è un passaggio importantissimo di cui non hanno parlato le altre le altre parti e io credo spero di portare sempre argomenti un po’ diversi sotto per quanto riguarda queste nuove prove/questi nuovi argomenti, l’austriaco ha detto testualmente se mi sbaglio speriamo che non mi sbagli ma credo di avere annotato bene ha detto “io aspettavo a gloria la firma della vendita perché era la mia ferma intenzione di disdire l’assicurazione della Zurigo quando il meccanico mi chiamò/l’agenzia mi chiamò io telefonai subito il giorno dopo per disdire l’assicurazione di Zurigo a quel punto la macchina non era assicurata e sapete cosa gli ha detto Bellini e gli altri? Che loro la tenevano sulla piazzola perché doveva avere una copertura assicurativa la macchina la copertura assicurativa è del 20 settembre. La questione della macchina è tutta qui, quindi macchina rotta o non rotta o che fosse a pezzi la carrozzeria sono tutti discorsi a decorando il discorso serio è quello/è questo, cosa vi ha detto il Lotti presidente? Che la macchina rimase ferma un mese o due mesi dopo il 20 settembre e cosa hanno confermato gli altri? La stessa cosa, quindi secondo la mia opinione l’istruttore supplettiva rappresenta il definitivo fallimento del tentativo legittimo di far prevalere le ragioni della difesa su quelli dell’accusa ma è un fallimento completo, c’è un naufragio completo di questo ulteriore tentativo/di questa ulteriore tesi e tant’è vero che, e concludo, che l’avvocato Filastò ha usato un argomento importante e suggestivo vi ha detto più volte guardate signori che il Lotti non ha mai parlato di questa 124 celeste, perché non ha parlato di questa 124 celeste? Quando arrivò in sede di esame il mio turno per poter contestare il precedente verbale io non sono intervenuto avevo in mano però il verbale ieri ho detto sta vedere che Filastò prima domanda che gli fa sarà questa perché lei non ha parlato della 124 celeste e zac la prima domanda che ha fatto è stata questa “perché lei Lotti non ha mai parlato della 124 celeste? e Lotti ha risposto naturalmente “io rispondo alle domande se uno mi fa una domanda, se uno mi parla io rispondo se mi si chiede una cosa, se non mi si chiede” poi sempre con quel linguaggio giustamente confuso però il Lotti va capito e interpretato. Lui ha parlato invece l’11 Febbraio del 96 il Lotti ha parlato delle macchine ed ha parlato della 124 celeste e ne ha parlato in un momento in cui era testimone, scusate signori se ritorno su questo punto, in un momento in cui lui era testimone in cui lui tentava di difendersi da possibili accuse e quindi in quel momento lui parla della 124 celeste e non della 128 rossa, perché? Perché è la macchina del delitto. Semplicissimo, quindi signor presidente e signor della Corte anche se noi siamo un paese purtroppo di spaghetti come dicono i francesi, di mandolini, di Pulcinella e di Ponzio Pilato io comunque continuo a sperare nella vostra giustizia signori, ho molta fiducia in voi perché ho visto anche l’estrema attenzione l’estremo sacrificio intellettivo con cui voi e di cuore con cui voi avete seguito questo processo, ho fiducia nella vostra giustizia grazie presidente.

Avv. Andrea Capanni: Scusi Presidente volevo fare una brevissima lettura sulla istruttoria suppletiva se lei me lo consente sulla procura speciale.

Presidente: Su questa di ieri? Su quella la può fare si, è una cosa breve avvocato tanto per intenderci perché lei ha già parlato e replicato su questo punto.

Avv. Andrea Capanni: È una precisazione.

Presidente: Si fa Zanobini poi si riprende alle 15, va bene?

Avv. Gabriele Zanobini: All’epoca del trasferimento delle 124 dal signore Austriaco al venditore che poi procurò la 124 a Lotti vigeva il sistema della procura speciale notarile per cui un soggetto si reca dal venditore che gli acquista la macchina, lui venditore si reca dall’intermediario che acquista la macchina e gli da procura speciale a vendere la sua auto, nel contempo l’acquirente, in questo caso Lotti, si reca da questo soggetto intermediario e dice “io sono disposto ad acquistare quella macchina” a quel punto l’intermediario non fa altro quando vuole lui e a suo insindacabile giudizio poiché ha la procura speciale di trasferire l’auto a nome dell’acquirente avendo avuto le 800.000 lire ma il Lotti non partecipa all’atto perché non si recano da un notaio a formalizzare la compravendita e quindi passaggio di proprietà e questa è quella scrittura per 3 luglio, ma indipendentemente dalla consegna dell’auto ora al riguardo quindi l’unico adempimento poiché si trattava di un mandato a vendere che il signore austriaco peraltro molto preciso il quale non voleva incorrere in responsabilità di sorta dalla circolazione di quest’auto che avesse potuto coinvolgerlo personalmente riguardo eventuali incidenti, bolli e danni vari a terzi naturalmente aveva detto al venditore ti do un mandato a vendere ma tutelarmi appieno, quindi nell’adempimento del mandato il venditore meccanico cosa fece? Fece quella trascrizione in base al mandato a vendere su procura notarile e trasferì nominalmente al nome del Lotti ma inaudita altra parte cioè c’era soltanto una comunicazione/un assenso da parte del Lotti a comprare quell’auto, non c’era la piena partecipazione del soggetto, viceversa oggi la legge con la nuova finanziaria in casi del genere prevede che il concessionario venditore o intermediario che sia non paghi l’imposta di trasferimento, quindi può intestarsi anzi deve intestarsi a proprio nome la vettura e poi trasferirla al terzo acquirente sta tutto qui il discorso quindi il Lotti non ne sapeva nulla, Lotti ebbe soltanto la macchina quando l’intermediario venditore salvaguardando il Lotti fornì i soldi per pagare l’assicurazione e quindi altrimenti il venditore sarebbe venuto meno al suo mandato a vendere, sarebbe stato infedele quindi il signore austriaco avrebbe chiesto risarcimento dei danni perché era stato inadempiente e non l’aveva tutelato, il Lotti naturalmente i soldi lì avrà avuti il 18/19 di settembre l’assicurazione venne fatta con quella assicurazione l’ha preservatrice di cui il venditore si ricordava perché l’agenzia si serviva di quella assicurazione e quindi ecco che lo disse “ah sì è la preservatrice” quindi tutto fila il Lotti ebbe la disponibilità e l’uso della 128 senz’altro fino a 20 di settembre del 1981 e questo poi c’è stato confermato anche dai signori scherma i quali naturalmente non hanno portato alcunché anzi hanno precisato che questa vettura fu rottamata due o tre mesi dopo e che aveva guasti di carrozzeria come aveva detto il Lotti ma anche di meccanica ma non è che era ferma per un guasto di meccanica, quindi questo era il mio intervento ringrazio.

Presidente: Avvocato Zanobini a lei.

Avv. Gabriele Zanobini: Signor presidente e signori della Corte ovviamente la mia replica è solo ed esclusivamente a quella che è stata la replica del pubblico ministero il quale pubblico ministero appunto ha fatto presente che nella replica dobbiamo solo puntualizzare e mettere in evidenza se alcune cose sono state enfatizzate o se altre invece sono state messe non ci deve essere nessuna polemica perché sarebbe sterile, nella replica qui contano sono i dati di fatto conta mettere davanti alla Corte gli elementi oggettivi che ci sono e vedere di chiarire il meglio possibile questi elementi oggettivi pagina 13/14 io sono d’accordissimo ancora una volta e questo concetto poi e per questo ovviamente che sono d’accordo perché lo riprende a pagina 17 quando in relazione alla posizione dell’avvocato Corsi da atto a questo difensore di una precisa puntualizzazione di dati di fatto, non ho sentito testuale invettive o ipotesi fantasiose, sono dati di fatto, l’avvocato Zanobini li ha messi di fronte a voi e quindi poi coerentemente nessuna replica su quelli che sono i dati di fatto che io ho messo di fronte a voi, quindi la mia replica potrebbe anche finire qui ma non può finire qui perché contraddicendosi poi mi ha attribuito una ipotesi dalla quale poi avrebbe fatto delle deduzioni delle deduzioni che dovrebbero costituire pagina 20 che sia un riscontro forte il Vanni nasce anche da quella necessità che io ho avvertito in quest’aula di dire qualcosa sulla dichiarazione di Vanni da parte dell’avvocato Zanobini e allora dice il ragionamento del difensore è importante molto più importante siccome l’ha fatto l’avvocato Zanobini è un ragionamento sul quale io vorrei solo richiamare la vostra attenzione, ma il ragionamento che ho fatto io il pubblico ministero non l’ha riferito con precisione, ha riferito che io avrei fatto un’ipotesi su quello che il Vanni auspicava dal Corsi, ragion per cui dice l’avvocato Zanobini magari ne sa anche più di quello che ci viene a dire, meno male c’ho questa cosa, ma questa mi sembra una cosa veramente incredibile e poi dice ma allora con questa ipotesi e ribadisce attenzione soltanto un’ipotesi però ci si sofferma per più di metà della sua replica voi vedrete le pagine, dice “si smentisce tutto il tentativo di dimostrare la assoluta non conoscenza” intanto il tentativo di dimostrare l’assoluta non conoscenza da parte dei difensori non c’è mai stato c’è stato soltanto lo sforzo credo che sia riuscito di provare non una intima amicizia che avrebbe potuto costituire il movente per questo favoreggiamento e quindi soltanto una semplice conoscenza da paesani. Ma dicevo il pubblico ministero il ragionamento non ve l’ha riferito con precisione e questo io sento la necessità invece di farlo presente a voi perché il mio ragionamento era stato tutto completamente diverso, voi ricorderete che ad un certo momento non come ipotesi ma come riflessione di questo difensore quando ad un certo momento vi ha detto ma questo disgraziato di avvocato Corsi che io conosco da vent’anni/da trent’anni o come mai si è trovato nel mezzo a questo situazioni e vi avevo detto che la mia deflessione aveva portato come riflessione a questa conclusione che ci si era trovato semplicemente perché si era trovato in mezzo e il dottor Canessa questo lo ricorderà da una parte ad un pubblico ministero che giustamente aveva quell’ansia investigativa che risulta obiettivamente aveva avuto e dall’altra ad un interesse difensivo del Vanni nel momento in cui al Vanni continuano a chiedergli di questa lettera e di questa lettera eccetera eccetera e alla fine il Vanni dice sì era lì farmela vedere perché pensava/auspicava che il Corsi gli facesse gli dicesse sì l’ho visto e gli aveva il contenuto cioè confortasse quella che era la sua la sua versione ma c’è anche l’altra parte che il pubblico ministero avrebbe dovuto ricordarvi per riferirvi con precisione perché non di un’ipotesi si tratta che la stessa cosa avveniva anche da parte dello stesso pubblico ministero che aveva interesse a vedere se l’avvocato Corsi invece confortava la sua versione, se portava l’acqua al suo mulino ,quindi non soltanto l’ipotesi sul Vanni, questo era il mio ragionamento è questo non ho sentito riferire dal pubblico ministero, voi ricorderete che con parole gergali comunque insomma quasi in dialetto toscano aveva adoperato anche l’espressione si trova fra l’uscio ed il muro allora non si può dire che ha fatto l’ipotesi soltanto sul Vanni perché auspicava addirittura che facesse una falsa testimonianza del Vanni e questa mi si dice e leggo la contestazione, la contestazione è un’altra non equivochiamo, non facciamo considerazioni fuorvianti, la contestazione è quella di avere semplicemente negato che una qualche lettera che il Vanni gli abbia parlato. Quindi non mi si dica che con questa ipotesi io praticamente avrei annullato tutta quella che per sua stessa ammissione è stata una puntualizzazione precisa su dati di fatto, ma poi anche questo ma vogliamo anche ammettere che il ragionamento che ho fatto non fosse in questi termini? È scritto e ve l’ho detto e quindi dico soltanto paradossalmente per dire questo, io questo discorso del pubblico ministero non l’avrei fatto ed anche se l’avessi fatto capito dal punto di vista giuridico perché avrei dovuto concludere che voi dovreste fare una sentenza di affermazione di responsabilità basata su un’ipotesi? Su un’ipotesi che annullerebbe tutti i dati obiettivi? Ma insomma Io credo che questo non si possa accettare e poi comunque, ho quasi concluso, il pubblico ministero vi ha ricordato che c’è state attenti che è vero che il Vanni non riscontra il Lotti salvo poi a dire che anche se sono inutilizzabili però è un elemento forte eccetera però dice intanto il Lotti ha reso dichiarazioni dettagliate e specifiche, ora io non voglio fare dell’ironia anche per quel che riguarda l’aspetto della lettera sul fatto che queste dichiarazioni sarebbero state dettagliate e precise, voi ricorderete che io vi ho letto in pratica tutte queste dichiarazioni e vi ho letto anche la parte finale/la conclusione tormentata di queste dichiarazioni laddove il Lotti dice “oggi sono stato più preciso, ieri non ero preciso” circa la specificità e circa il fatto che queste dichiarazioni sarebbero state dettagliate vi ricorderò soltanto non prima dell’evoluzione ricordatelo eh al termine dell’evoluzione eh che prima dice che aveva sentito il Corsi rassicurare il Vanni per la lettera, poi invece che era soltanto la sua supposizione e poi addirittura che aveva sentito il Corsi di rassicurare il Vanni indipendente (salta l’audio) non riscontrano in Lotti in relazione alle dichiarazioni che lui ha fatto sul Corsi, lo riscontrano soltanto sull’esistenza della lettera che è tutta un’altra cosa, quando mai Corsi vi ha negato l’esistenza della lettera? È nella contestazione aver negato l’esistenza della lettera? Aver negato che cosa? Per il Corsi la lettera esisteva, per il Corsi poteva avere il contenuto che diceva il PM, il contenuto che dice il Vanni, vi dice soltanto che cosa? “Il Vanni non me né ha mai parlato” allora questi testi.

Presidente: Benissimo allora si può sospendere l’udienza è rinviare alle 15:00 di oggi. Se lei non vuol venire oggi pomeriggio benissimo può andar via va, benissimo allora il Vanni rinuncia all’udienza di oggi pomeriggio. Allora Vanni rinuncia a comparire per oggi pomeriggio, Finies sostituisce l’avvocato Filastò e Mazzeo del resto come sono le parti va bene? Prego avv. Bagattini.

Avv. Federico Bagattini: La ringrazio signor presidente e signori della Corte, certamente non è questo il momento delle premesse, delle recriminazioni, non è il momento delle considerazioni di carattere generale, è il momento di andare immediatamente al cuore dei problemi, il cuore del problema per quello che riguarda la posizione di Giovanni Faggi come tutti sappiamo è quello relativo al balletto delle agende, un’agenda che viene non ritrovata ma meglio consultata e sulla base della cui lettura si mutano le conclusioni, si chiede la condanna a ventun anni di reclusione con questo tipo di argomento, la seconda agenda dimostra che l’alibi proposto da Giovanni Faggi è un alibi falso sotto il profilo addirittura della precostituzione dell’alibi, l’endiadi si forma di due affermazioni entrambe sbagliate. Questo tipo di argomentare infatti signori giudici dovrebbe dimostrare innanzitutto che Giovanni Faggi e la difesa di Giovanni Faggi vi avessero proposto un alibi, alibi è un se non sbaglio avverbio di idioma latino che tradotto in italiano vuol dire altrove, essere altrove in circostanze di tempo che rendono incompatibile la contemporanea presenza di quel soggetto nel luogo in prossimità del luogo nel quale viene svolto un determinato delitto, ma la difesa di Giovanni Faggi non vi ha mai proposto che il viaggio nel fucino fosse un alibi, questa difesa vi ha detto che questo argomento testualmente la trascrizione del nostro intervento il signor presidente è stato preceduto dalla non mi vergogno a dirlo illazione che Faggi Giovanni avesse l’alibi per la sera del delitto e siccome questa difesa cito ancora testualmente non è abituata affatto ad arrampicarsi sugli specchi un alibi Giovanni Faggi non c’è l’ha, queste non sono le parole del pubblico ministero sono le parole di questo difensore che in un momento certamente non sospetto ha speso questi argomenti, dunque non alibi e non alibi valido. Sostiene il pubblico ministero che questo alibi che alibi non è e falso per una serie di considerazioni, la prima delle quali il modo callido con il quale Giovanni Faggi espose l’agenda lasciandola nella sua abitazione contrariamente a quello che avveniva per le agende degli anni precedenti che erano tutte conservate in garage e allora per confutare questo tipo di argomento sarà sufficiente rifarsi al verbale di sequestro del 17 maggio 1996 scorrendo il quale voi verificherete che siamo nel maggio 1996 nella casa del Faggi quindi non in garage vengono ritrovate agende del 1996, 2 agende del 1995, agenda del 1994, non l’agenda del 1993, l’agenda del 1992, l’agenda del 1981 e l’agenda del 1980, non solo ma all’interno dell’abitazione non in garage vengono ritrovate fra le altre cose 21 moduli acquisto carburanti per autotrazione anni 79, 89 e 90. Quindi non elemento di sospetto, non circostanza dalla quale poter trarre argomento il fatto che un’agenda datata si ritrovi nell’abitazione piuttosto che in garage e allora i moduli del 79, 89 e 90? E allora la agenda del 1980? E allora l’agenda del 1992 che manca? Ed altro suggestivo argomento introdotto dal pubblico ministero è la circostanza relativa alla doppia agenda guarda caso il Faggi per l’anno 1981 ha una doppia agenda una vera e l’altra falsa ed ostenta quella falsa, ecco anche questo lo accennava il professor Moena è del tutto inesatto, perché la circostanza relativa alla doppia agenda è una costante degli anni 70, 75, 77, 79, 80, 81, 90, 91, 92 e 95 quindi anche questo argomento che nulla porta alla tesi della pubblica accusa secondo la quale anche questo sarebbe un qualche cosa di sospetto che fa diventare sicuramente falsa l’agenda ritrovata all’interno dell’abitazione di Giovanni Faggi. Come vi ricordavamo in fase di prima discussione non fu Giovanni Faggi a indicare il teste Felli fu iniziativa degli agenti intervenuti che individuarono quelle pagine, che individuarono il test Felli, ma non solo all’esodo di questa perquisizione gli agenti erano lì non per fare un piacere a Giovanni Faggi ma per arrestarlo perché fu notificata l’ordinanza di cattura e voi credete che Giovanni Faggi abbia fatto presente ai suoi difensori o a chi per loro che esisteva in quell’agenda la prova/un alibi/una circostanza che l’avrebbe portato fuori dal carcere e credete che lo abbia fatto il giorno dopo quando si è riavuto dallo shock/dall’emozione dell’arresto o nei giorni successivi? No signori giudici Giovanni Faggi è rimasto per 75/90 giorni in carcere senza minimamente curarsi di avvertire i propri difensori o lo stesso inquirente “guardate che esiste questa agenda ma come non vi siete accorti che ho l’alibi?” 90 giorni in carcere, se si fosse precostituito l’alibi visto che nessuno se n’era accorto, visto che i suoi difensori non l’avevano visto, di sussurrarlo qualcuno, al tribunale per la libertà, di avvertire la figlia così come l’aveva avvertita di trovare testimoni sul problema delle macchine vai a dire all’avvocato, vai a dire agli inquirenti che esiste questa cosa che non hanno visto o hanno fatto finta di non vedere ma l’argomento principale signori giudici e mi stupisce che neppure nei corridoi di quest’aula se ne sia mai fatto cenno quindi dicevo sotto il profilo informale e tutt’altro, si accusa l’imputato di aver formato un’agenda ideologicamente falsa come testualmente affermato il pubblico ministero precostituendosi l’alibi, iscrivendo alle pagine del 21 e 22 di ottobre un viaggio che lo porta a circa 400/500 km di distanza rispetto al luogo nel quale l’omicidio si verifica, c’è un testimone signore giudici, ricordate che cosa ha riferito a distanza di tempo quel testimone? Ricorda con certezza di un viaggio, non ricorda bene neppure l’anno anche se si può arrivare al 1981, ricorda la stagione, ricorda che si trattò di un viaggio di due giorni che portò il teste insieme al Faggi a 500 km di distanza, non ricorda come era normale che fosse l’ora del rientro, ricorda che dormirono a 400 km di distanza non ricorda quando rientrarono e allora io domando le loro intelligenze, se io sono così avveduto dal precostituirmi un alibi su un’agenda che formo ideologicamente falsa secondo voi che giorni avrei dovuto indicare 21 o 22 come è stato fatto con il rischio concreto al quale si è esposto il Faggi di sentirsi dire dal Felli sì però non ricordo a che ora sei rientrato oppure il 22/23 e cioè la sera dell’omicidio? Pensate se ci fosse stato scritto 22/23 pensate che questo difensore avrebbe detto è un illazione parlare di alibi? L’avrebbe detto basta Faggi non c’entra nulla con questi fatti ha la prova che era quella sera a 400 km di distanza o mi dimostrate che da Celano nel Fucino ha ripreso la macchina ed in serata è rientrata a Calenzano oppure i giochi sono fatti e invece 21 e 22, l’occasione è buona per dare la risposta a chi cercava Giampaolo Curandai e che io mi permetto di suggerire alla Corte, egli non si spinge fino al punto di sostenere che si tratti di un alibi e per giunta di un alibi falso, invita e sfida i suoi interlocutori a dire non puoi dirmi che è soltanto un caso che quello stesso giorno, abbiamo visto che non è lo stesso giorno, ma per dare una spiegazione che in punto di verosimiglianza e logicità io credo che possa appagare tutti noi è sufficiente porre attenzione e visione all’agenda del 1979 sulla quale è indicato per mano del Faggi il primo dei viaggi compiuti a Cerano nel fucino e loro troveranno curiosamente ma non tanto curiosamente che quel viaggio del 1979 ha puntato alle pagine del 23 e 24 di ottobre, quindi non è eccezionale che si indichi il viaggio al 21 o al 22 visto che anche nel 79 era indicato in una data sostanzialmente prossimo martedì o mercoledì 23 o 24 e tutto ciò trova un’ulteriore spiegazione signori giudici e della quale troverete conferma scorrendo le agende in modo particolare l’agenda cosiddetta vera del 1981 allor quando voi verificherete che nei giorni immediatamente precedenti alla terza decade del mese di ottobre le pagine sono vuote e sono vuote perché in quel periodo, e questo ripeto lo verificherete da quell’agenda ma anche da tutte le altre, Giovanni Faggi partecipava al cosiddetto Saie che dovrebbe essere una specie di mostra/fiera campionaria delle terra cotte o comunque delle cose nel quale si occupava il Faggi che si svolgeva a Bologna dopo il quale egli si prendeva un periodo di ferie, quindi 21/22 per il 1981, 23 o 24 per il 1979 trova la spiegazione nel fatto che ho appena ora cercato di spiegarvi. Dunque non è un alibi dunque non è un alibi falso, si sostiene tuttavia che questo viaggio non sarebbe stato compiuto il 21 o il 22 bensì il 4 o il 5 per effetto delle indicazioni che sono contenute nell’agenda cosiddetta vera al 21 e 22, 21 loro vedranno anche la forma grafica degli appunti che sono contenuti in questa pagina, lo stesso professor Beona non l’ha citata per trarre argomento che quel giorno il Faggi non fosse a Celano nel Fucino si tratta di appunti illibertà concentrava professor Beona la sua attenzione così come il pubblico ministero nella pagina del 22 pagata tratta, questo sta a significare che quel giorno Faggi si trovava in sede perché in caso contrario non avrebbe potuto pagare l’entrata, niente di più sbagliato signori giudici, niente di più sbagliato perché il pagato tratta che vedrete alla pagina del 22 ottobre 1981 è preceduto da un cognome Brighenti o cose del genere pagato tratta quel signore del 17 7 81 lire eccetera lasciato l’originale agosto, questo sta a significare che Giovanni Faggi era in sede per pagare la tratta? Questo sta a significare che al 22 di ottobre si appunta che questo signor come si chiama ha pagato un tratto o comunque il Faggi ha avuto notizia che era stata pagata una tratta scadente il 17 7 81 relativa all’agosto? Il secondo appunto, Nasci 15:00 non risponde nessuno né in ufficio né a casa, che cosa vuol dire? Intanto vuol dire che Faggi non avevo un appuntamento con questo signore perché ben singolare che si appunti un’ora che evoca l’appuntamento ci si rechi a casa o ci si rechi in ufficio e non c’è nessuno, e allora come non pensare ad una soluzione di carattere diverso che è quella che lo stesso professor Voena in qualche modo vi indicava? La telefonata, se io telefono a casa di questo signor Nasci o telefono in ufficio di questo signor Nasci e non trovo nessuno posso ben scrivere in agenda che non risponde ma una telefonata è ben ovvio che si possa fare da Calenzano come da Roma come da Celano nel Fucino. Ciò detto, e secondo me l’argomento è del tutto assorbente, si tratterà di fare un’ulteriore considerazione signori giudici e cioè si tratterà, ed avrebbe dovuto farlo l’accusa, di dimostrare che allorquando si scrivono determinate cose al 22 e al 21 di ottobre le si scrivono perché sono successe effettivamente quel giorno o perché si sono trovate due pagine libere e allora si tratterà in maniera molto sintetica di scorrere alcune pagine che io vi propongo come esempi dimostrativi del fatto che Faggi dove aveva un pezzo di carta scriveva indipendentemente dal fatto che l’appunto/l’indicazione si riferisse in maniera specifica e puntuale al giorno dell’agenda nel quale veniva indicato. 6 di gennaio del 1981, mi riferisco al signor presidente e signori giudici ovviamente alla agenda ideologicamente falsa che io preferisco chiamare alta perché è più grossa, l’ultimo rigo dell’appunto contenuto alla pagina del 6 gennaio recita spedito tutto il 7 1 81, alla pagina del 6 gennaio Faggi scrive ed appunta un’attività compiuta il giorno dopo. Secondo esempio signori giudici, siamo al 10 di novembre 1981 ovviamente sempre la cosiddetta agenda vera o alta un appunto in calce alla pagina del 10 come dicevo telefonato il 11 11 81, al giorno 10 si scrive telefonato l’11 11 81, certamente questa telefonata è avvenuta il giorno dopo non telefonare l’11 11 81 telefonato 11 11 81. Altro esempio la pagina del 19 novembre ultime due righe, 19 novembre impostato lettera il 23 11 81, anche in questo caso avete la prova inequivoca dell’indicazione di un’attività fatta successivamente rispetto a quando è scritta è scritta la pagina del 19 ma si scrive impostato lettera del 23 11 evidentemente quella impostazione non è del 19 ma è successiva. Ultimo esempio signori giudici alla pagina del 20 di novembre in testa a quella pagina si legge portati il 23 11, ancora una volta si indica ad un giorno una certa attività che non corrisponde certamente a quel giorno. E allora quando voi al 21 e 22 di ottobre 1981 trovate l’indicazione di quella che può essere anche una semplice telefonata che ovviamente può essere fatta da qualsiasi parte d’Italia non potete tuttavia escludere che quell’indicazione si riferisca del tutto casualmente a quel giorno ma che sia stata scritta quel giorno perché magari la pagina era libera, la pagina era libera perché Faggi poteva non avere avuto altri tipi di impegni perché era andato a fare il viaggio nel Fucino. Ed un’indiretta conferma signori giudici a quanto sto dicendo è una considerazione che nasce dal coniugare le indicazioni contenute alla pagina del 5 novembre 1981, mi riferisco sempre all’agenda alta o vera, rispetto a ciò che vi ha riferito il teste Felli, teste Felli che ricorderete che fra l’altro vi ha detto pranzammo, ripartimmo, ci fermammo ad Albinia per acquistare un cagnolino che portammo a casa mia quindi il Faggi riparti e mi fece presente che voleva ripartire appunto per non fare il viaggio con il buio. Alla pagina del 5 novembre tuttavia voi trovate due indicazioni che sotto questo profilo non sono affatto neutri, ritorno dal fucino e successivamente un geometra ed un nome incomprensibile e sotto ancora un nome ed un cognome e poi un’indicazione marmo, questo dunque sta a significare o può stare a significare che il giorno 5 novembre oltre a questo viaggio nel Fucino il Faggi avrebbe dovuto assolvere a questo ulteriore duplice impegno parlare/vedere con questo geometra non si comprende il nome e con questo altro signore, tuttavia Felli seppur a distanza di tempo non fa il benché minimo riferimento a questo ulteriore duplice impegno di Faggi ma parla soltanto che la necessità di non compiere il viaggio in completa oscurità. Queste considerazioni signori giudici io credo che oltre ad escludere in maniera totale l’ipotesi secondo la quale quelle indicazione era un’indicazione mendace e ad arte precostituita finisce con sé non avvalorare quello che era stato il primo assunto difensivo certamente di non smentirlo, l’unico problema semmai è quello di chiedersi come mai ci sia un’indicazione duplice 21/22 e 4/5 di novembre ma a questo proposito direi che le soluzioni sono senz’altro alla nostra portata e del tutto avulse da logiche che in qualche modo possano appuntare delle responsabilità o elevare ad indizio la circostanza stessa. Pensate all’ipotesi di un duplice viaggio ricordate che Felli ricorderà soltanto un viaggio e quindi tra le altre cose dice anche possibile che io stia sovrapponendo i ricordi e aggiungo io è anche possibile che i due viaggi siano stati compiuti a distanza ravvicinata l’uno rispetto all’altro e quindi nel ricordo a distanza di 15 o 16 anni il viaggio sia uno, oppure pensate a un’ulteriore possibilità e cioè sappiamo che Faggi è libero in quel periodo perché è successivo a quello del Saie e quindi dà la sua disponibilità e pensate ad un Felli che gli possa dire benissimo si può fare o il 21 o il 22 o il 4 e il 5 e allora che cosa succede? Succede che Faggi scrive entrambe le indicazioni e le scrive in entrambe le agende come vi ricordava il professor Boeri perché in quella del 21/22 lo scrive al giorno dell’agende in quella cosiddetta alta ovvero lo scrive nel planning annuale poi succederà o che si fanno tutti e due gli o che si sceglie una data piuttosto che l’altra ed ecco che le due indicazioni trovano un’assoluta spiegazione. È ovvio signori giudici che se quello che ho definito senza ovviamente ombra di malizia il balletto delle agente non ci fosse stato sicuramente ne avrei guadagnato in salute perché io il 2 di Marzo pensavo di avere esaurito questo impegno che comunque è gravoso e invece da allora è stato uno stillicidio di emozioni, di sentimenti, di paure, di angosce e tuttavia questi 15 giorni non sono passati invano perché vi assicuro il noiosissimo studio delle agende del Faggi ha tuttavia fornito delle indicazioni che con il viaggio nel Fucino non c’entro assolutamente nulla e che costituiscono altrettanti elementi indiziari positivi per consentire a voi anche con il balletto delle agente di pervenire ad un giudizio di esclusione di responsabilità. Nella nostra prima discussione ho notato con notevole soddisfazione che sul punto nessuno dei contraddittori sia pubblico che privati hanno avuto il pensiero/coraggio di tornare e quello delle macchine, vi ricordava nella prima discussione questa difesa che non ci sono dichiarazioni che tengono, non ci sono somiglianze che tengono, bisogna trovare la macchina rossa del Faggi, bisogna trovare 131 grigio metallizzato che Faggi abbia posseduto nel 1985 e così non è stato e si diceva che si era data la prova ancorché negativa che in relazione al 1981 una macchina rossa Faggi non la aveva posseduta e mai l’aveva posseduta e vi si diceva in relazione al 1985 che quella macchina che poteva in qualche modo somigliare ad 131 argento era stata acquistata soltanto due anni dopo nel Marzo/Gennaio/Febbraio del 1987 e vi si diceva con argomento indiretto che in realtà al settembre 1985 Faggi possedeva un Peugeot familiare di colore giallino comunque chiaro 504 e a conferma di questo assunto vi si forniva come stamattina è stato nuovamente fornita l’indicazione del PRA che su questo punto è inequivoco vi si forniva anche l’indicazione testimoniale di quel Azzini che aveva assistito al passaggio e all’acquisto dell’argenta nel 1987 che vi diceva che la macchina precedente era per l’appunto una Peugeot, però una prova diretta piena che nel settembre 1985 Faggi possedesse effettivamente quel Peugeot questa difesa non era certamente il suo compito comunque non è riuscita a darla, allora soccorrere a questo proposito l’agenda del 1985 perché anche in questo caso il pubblico ministero con abile malizia vi propone questa agenda dicendovi che è totalmente vuota e non è affatto così perché è scritta costantemente quantomeno fino a Marzo/Aprile successivamente ci sono comunque indicazioni quasi tutte le pagine ma in modo particolare offre un’indicazione assolutamente importante alla data del 18 settembre 1985, 8/9/10 giorni dopo l’omicidio degli Scopeti, si legge su questa pagina “pegio k 100.000” non vi nascondo che quando ho letto questo “pegio k 100.000” insomma chissà che cosa vuol dire e mi sembra che sia stato proprio in seguito Fenis a dare la illuminazione “pegio” è l’italianizzazione di Peugeot, “k” è chilometri 100.000 e quindi al 18 di settembre 1980 Giovanni Faggi non aveva berline grigie o non grigie aveva il Peugeot familiare 541. L’ultimo argomento signori giudici è un argomento che per certi versi non dico che abbia turbato il sonno di questo difensore ma certamente visto che è stato fatto un gran parlare da parte di tutti i contraddittori era giusto che si approfondisse sotto questo profilo, la bella girata a Travalle, io credo che sia veramente l’ultima volta che si debba parlare al professor Boeri in questa bella girata a Travalle, intanto signore i giudici la bella girata Travalle dal pubblico ministero è indicata nell’agenda cosiddetta falsa così le cose non tornano più perché se io voglio che gli inquirenti trovino l’agenda falsa dove ho scritto viaggio nel Fucino il 21 e il 22 insomma difficilmente ci scrivo anche di questa bella girata a Travalle che potrebbe essere come è stato pessimamente essere interpretato ma non è tanto questo il punto signori giudici, il punto è di vedere che cosa fosse il 20 di Aprile 1981, il 20 di Aprile era Santa Adalgisa Vergine che non ci aiuta ma il giorno prima 19 è la Pasqua di resurrezione cioè il 20 signor presidente e signori giudici è Pasquetta nell’altra agenda troverete al 19 che era una bellissima giornata e allora a Pasquetta questo cattolicissimo popolo che ogni occasione sacra non perde l’occasione di abbinarne una profana la domenica magari si va a messa il giorno dopo si fa una bella girata fuori porta si va a Travalle dove c’è la trattoria dove c’è un laghetto di pesca sportiva mi dicono dove si può andare a fare una bella girata e allora voi capite che fare una bella girata a Travalle il giorno di Pasquetta non ha niente a che vedere con la perlustrazione dei luoghi con che cosa poi? Con la prova della conoscenza da parte di Faggi del campo delle Bartoline, il campo delle Bartoline ci sarebbe forse stati per vostra autonoma iniziativa è lì a Calenzano non c’è bisogno di fare le belle girate a Travalle per passare dalle Bartoline e vedere quindi che c’è il campo delle Bartoline e lì non è questo il problema, d’altro canto le povere vittime di quel delitto erano l’una di Firenze e l’altra di Prato ed evidentemente conoscevano il campo delle Bartoline quindi la bella girata a Travalle non ha veramente il benché minimo significato indiziario e credo che sulla scorta di queste indicazioni le agende ha tutto concedere nulla spostano rispetto a quello che vi è stato detto, le agende con questi due ulteriori approfondimenti Peugeot chilometri 100.000, la bella girata a Travalle fatta a Pasquetta quindi si toglie completamente qualsiasi elemento di sospetto di patologia di quella girata fuori porta io credo che siano addirittura ulteriori elementi per confortare un giudizio di non responsabilità. Io sono certo come diceva l’amico Giampaolo Curandai che questo non sia il paese degli spaghetti, di Pulcinella e di Ponzio Pilato e proprio per questo io sono certo che voi assolverete Giovanni Faggi perché egli non ha commesso i fatti grazie.

Presidente: Prego Avv. Bertini.

Avv. Stefano Bertini: Grazie presidente, signore della Corte riprendo la parola per la difesa di Giancarlo Lotti va, vorrei iniziare questa mia esposizione che sarà più concisa e aderente ai fatti con un’analisi molto dettagliata ma veloce degli esiti udienza di ieri, sentire quelle deposizioni testimoniali che hanno avuto come oggetto il possesso dell’autovettura del Lotti. Temo di non dover aggiungere molto di più da quello che già hanno esposto in modo molto esaustivo il pubblico ministero e le parti civili mi rivolgo in modo particolare all’avvocato Capanni che ha dato un contributo molto puntuale a questi aspetti e pertanto vorrei soltanto fare un excursus del udienza di ieri per verificare le risposte che vi ha dato Giancarlo Lotti sul possesso della 128 e del 124. A pagina 14 di questo verbale d’udienza Lotti da una specificazione, “la 128 l’ho avuto fino a 86 poi dopo dice la macchina 128 era assicurata fino al 20 poi dal 20 ho rigirato l’assicurazione l’ho messa a quella della 124, però quella 128 è rimasta ferma lì in dove lavoravo da Scherma” quindi già un primo dato oggettivo, la macchina avuta fino al 86 risulta dagli atti documentalmente provata che fu fatta la cancellazione nei primi mesi dell’86, altro dato oggettivo il cambio di assicurazione da 128 e 124 il 20 settembre dell’85, viene poi richiesto dal presidente “è la macchina 124 quando l’ha avuta lei in mano?” “ma io feci girare l’assicurazione dal 20 settembre 85 però l’assicurazione è lenta ci saranno voluti tre giorni prima di perfezionare questo cambiamento” quindi il 20 settembre. Pagina 15 secondo rilievo gli venne chiesto “lei cosa dice che il 20 settembre ha lasciato la 128 per prendere la 124?” “si” risponde Lotti botta e risposta affermativa, poi si prosegue la discussione viene chiesto “e fino a quando l’ha usata la macchina” “no perché avevo belle deciso di vendere quell’altra macchina” già questo è un dato da cui si capisce che Lotti non ha compreso la domanda perché si parla di 128 quelle che lui ha venduto quindi questa macchina del presidente diventa quell’altra macchina Lotti fa già confusione mentre fa riferimento alla 124 o viceversa dice “l’ho usata nei giorni prima 15 giorni prima” già mi permetto presidente di rappresentare che questa domanda forse era un po’ generica Lotti non ha capito bene da quale momento si faceva riferimento i 10 giorni prima e infatti non risponde, venne chiesto nuovamente “lei l’ha lasciata lì, ma per quanto tempo l’ha lasciata lì?” “ma non mi ricordo può essere un mese o più” la circostanza il pubblico ministero e le altre parti civili hanno già espresso il loro motivato giudizio, è un giudizio che denota come ci sia un riscontro effettivo a questa dichiarazione del Lotti che lui intendeva naturalmente riferita ad momento successivo al 20 settembre fatto sta che tutti fanno riferimento a questo mese o due mesi in cui la macchina rimase presso la casa dove abitava, ancora a pagina 20 “quella 124 quando gliel’hanno data a lei?” risposta del Lotti “quando era pronta l’assicurazione per prenderla il 20 settembre, il 20 andai a ritirare quell’altra macchina” ovviamente contesterà tutto che lui non ha firmato alcun atto come sappiamo come abbiamo appuntato non aver fatto che nemmeno poteva fare nemmeno doveva fare in quella circostanza, a pagina 22 poi lo ribadisce domanda del presidente “la macchina lei quando l’ha avuta? Nel settembre l’ha avuta ha detto prima quando?” “A settembre si, quando girai l’assicurazione da quell’altra”, ancora a pagina 23 finalmente si spiega il Lotti perché vede presidente abbiamo detto più volte in quest’aula, abbiamo verificato di persona, che Lotti è persona che non si esprime in modo molto semplice e comprensibile, ha difficoltà notevoli di linguaggio ma non solo del linguaggio, non soltanto di esprimersi ma ha difficoltà anche di capire bene le domande che vengono poste a meno che non siano poste in modo puntuale preciso in modo che consentano una risposta altrettanto puntuale, a pagina 23 dicevo Lotti ha capito cos’è che gli è stato chiesto quindi ha smesso di fantasticare tutto con la mente e si è riportato alla domanda che gli è stata posta e dice “ma dopo quando prese il 128 rimase ferma” ovviamente riferito alla 124 “non prima che avesse avuto la macchina nuova”, a pagina 24 “quando presi la 124 era ferma la macchina” “l’omicidio degli Scopeti quando fu fatto?” “L’8/9 settembre” “e la macchina l’aveva o non c’è l’aveva” “aveva il 128 rosso risponde il Lotti “e lei ha detto che era ferma lì a casa sua perché non era disponibile” “come non era disponibile?” fa il Lotti che a questo punto ha le idee chiare “io avevo la macchina l’8 settembre, la macchina c’è l’avevo sì ma mica ho detto che è stata ferma un mese prima, dopo lo spiega ancora a pagina 26 “la macchina era ferma ma mica il mese di settembre era ferma io quando 124 era ferma ma mica un mese io fino al 20 la macchina 128 l’ho adoperata gli ultimi giorni la fermai lì” poi spiegate sono pochissimi giorni non molto tempo, ancora lo rispiega nuovamente a pagina 27, a pagina 28 gli viene chiesto “ecco lei Lotti per quanti giorni era andato a piedi prima di prendere la 124? “ho girato qualche volta però non era assicurata quella macchina” “quale?” “la 128” qui è chiaro presidente che sta dicendo quello che poi il pubblico ministero ha chiesto e a cui Lotti ha risposto puntualmente ovvero che la 128 la continuò a usare nonostante non fosse più assicurata qualche volta infatti lo dice chiaramente “ho girato qualche volta però non era assicurata quella macchina” “quale?” “il 128” risponde il Lotti, il presidente giustamente che non capisce questa risposta giustamente dice “ma come non è assicurato? Non era assicurato fino al 20? “ma se il 20 ho assicurato quell’altra il 128 non aveva più assicurazione” risponde il Lotti, quindi è chiaro che si riferisce alla circostanza che ha usato il 128 anche dopo quando ha fatto il cambio di assicurazione il 20 settembre 85. Ancora a pagina 29 precisa “per quanto tempo è andato a piedi senza poter usare 128 perché non gli andava bene” “no non andava più era ferma lì, ma mica ho detto un mese io, qualche giorno insomma” quello che aveva detto anche in precedenza. Lo spiega anche a pagina 30 “quanto tempo è rimasta lì la macchina 128 dopo che lei ha acquistato la 124” “sarà un mese o più due” il dato numerico confermato dagli altri testi “poi feci togliere le targhe e le portai all’Aci a San Casciano”, viene poi chiesto questo è un altro punto su cui si è discusso ieri “quando l’8/9 settembre lei la macchina la usava allora la usava regolare o non regolare?” “si regolare” dice Lotti “però era una macchina che non andava tanto bene” “ma andava allora però” “andava in quella maniera, era una macchina che non andava, aveva delle problematiche giustamente come una macchina vecchia ma la uso comunque non è che andasse bene come le altre macchine” risponde Lotti poi c’è la domanda del pubblico ministero quella che già avevo prima preannunciato “lei ha usato la 128 senza assicurazione?” “qualche volta” risponde Lotti. A pagina 42 del verbale gli viene chiesto “può essere che lei sia andato qualche volta” domanda dell’avvocato Filastò “qualche volta in giro con 124 senza assicurazione?” risposta del Lotti “no” no secco “questo è impossibile” “perché è impossibile?” “perché è assicurata dal 20 settembre 85” su questo punto c’è anche un riscontro documentale molto chiaro vi è chi vi ha illustrato molto sapientemente l’avvocato Curandai che è emerso un dato importante ieri nell’udienza di ieri cioè il teste schutzenberger ha detto che la sua prima preoccupazione quando lasciò la macchina dal meccanico per metterla in vendita fu quella di (salta l’audio) previo esame della attendibilità intrinseca del Lotti derivanti dalla sua personalità quale è emersa chiaramente dalle risultanze processuali, ho cercato di fare questo attenendomi rigorosamente ai fatti e alle risultanze oggettive tralasciando teorie, letterature, ipotesi successive o congetture, questo libro di crimini appunto perché sono rimasti per parecchio tempo impuniti hanno indubbiamente alimentato fantasia di ogni tipo, determinando ipotesi più o meno suggestive che cercano di adattare la fattispecie processuale a realtà specifiche contingenti e singolari e così che sono nate varie figure di mostro possibile, il serial killer scientifico strumento di morte, il pazzo, più persone insieme, il tal nobile, il chirurgo, il tal medico, sappiamo che si è aggiunto a questa lista lunghissima anche il poliziotto che va a commettere omicidi con la macchina della polizia, tutte queste teorie godevano del supporto di qualche argomentazione logica più o meno apprezzabile ma rimanevano pur sempre nel campo delle congetture o mere ipotesi così come anche le indagini finché non si è arrivati a sentenza Pacciani con quelle indicazioni che sappiamo che vedremo da campo depositi quindi si è passato ad una verifica puntuale di una concreta ipotesi investigativa anche se poi si è compreso che non era quella giusta o forse non era ancora completamente quella giusta in tale ottica poi ho cercato di mostrarvi come è nata l’esigenza di nuove indagini seguendo le indicazioni della sentenza Pacciani è come si è pervenuti ai personaggi chiave di questo processo come il Lotti, quindi nella fase attuale non c’è più spazio per congetture per ipotesi anche se fantasiose e suggestive ma occorre portarsi rigorosamente alle risultanze probatorie. Vedete devo aprire una piccola parentesi una convinzione che nei processi di Corte d’assise valga molto la suggestione delle ipotesi fantasiose/ipotesi di spessore immediato perché si dice siccome le corti d’assise sono fatte anche di giudici non togati potrebbero essere più facilmente impressionabili argomenti di questo tipo, io non l’ho mai pensata così perché ritengo che sia un’offesa a chi? A quei giudici appunto perché non sarebbe un’offesa pensare che possano essere soltanto suggestionati da argomenti superficiali e non aderenti al processo, fra l’altro poi dopo un anno di udienze hanno ben capito cos’è congettura/teoria e cos’è risultanza processuale alla quale devono attenersi, chiusa parentesi, dicevo riguardo alla difesa del Vanni nel tentativo per conto nostro non riuscito di inficiare l’attendibilità del Lotti ha elencato una serie di presunte contraddizioni o di falsità oggettive in cui quest’ultimo sarebbe incorso, prima di esaminarle brevemente ma una per una occorre fare un passo indietro per fare luce una volta per tutte su un argomento molto importante che ha questa difesa preme come già evidenziato nella discussione, il Lotti non è in questo processo un’invenzione della procura o di chiunque altro, la sua presenza ha una conseguenza/ha un senso logico oggettivamente rilevante come risultato di una complessa indagine che trae spunto dalle indicazioni della sentenza Pacciani ma si dice che quegli argomenti della sentenza Pacciani sono deboli, sono argomenti non facilmente indicativi/non troppo indicativi argomenti che potevano anche tra lasciarsi, questo credo sia il senso della frase che è stata detta riguardo a questo specifico tema. Questi sono soltanto discorsi che si scontrano contro una realtà oggettiva ben determinata comunque si vogliano considerare quella indicazione della Corte di primo grado di Firenze nel processo Pacciani ci sono, sono state recepite dagli organi inquirenti che come ha detto il teste Perugini già hanno ipotizzato dal 92 c’è la possibilità che potesse essere più persone coinvolte in questi fatti e hanno condotto di fatto a risultati concreti, quindi non soltanto ci fu il dovere da parte degli inquirenti di prenderli in considerazione e di seguirle ma hanno avuto anche il conforto di riscontri oggettivi determinanti, basterebbe questo per dimostrare l’importanza la conferenza di quelle indicazioni non soltanto erano fondate ma lo erano a tal punto che hanno condotto a raggiungere risultati determinati e rilevanti e Lotti è uno di questi risultati, altro che indagini di tendenza, si deve parlare di indagine azzeccata/appropriata quindi che ha offerto materiale probatorio di rilevanza assoluta fornendo a questa Corte elementi di prova diretta rispetto a quegli indizi soltanto indizi che si potevano avere in precedenza, quindi vi invito senza stare appunto io stesso a rileggerle a leggere attentamente queste indicazioni dell’udienza Pacciani contenuta nella pagina in 443, 444, 450 e 51, 454 che sono indicazioni molto circostanziate/puntuali/reiterate che danno uno spunto veramente appropriato. Cominciamo ad esaminare quindi brevemente ma in modo dettagliato le presunte contraddizioni e falsità del Lotti, due premesse essere importanti, innanzitutto non è possibile riferirsi nell’esaminare le contraddizioni in cui può essere in corso il Lotti come già abbiamo detto tante volte come penso anche ormai le sedie di quest’aula sappiano non è possibile riferirsi a ciò che lui ha detto nei primi interrogatori perché più volte è stato contestato che ha fatto dichiarazioni diverse difformi da quelle al dipartimento nei primi interrogatori perché sappiamo benissimo che la sua confessione è mutata nel tempo e quindi semplicemente la verità non l’ha detto nemmeno su argomenti marginali che poi dopo invece ha chiarito. In secondo luogo e ci addentriamo specialmente nel tema che più mi riguarda come ho già avuto modo di esporre in discussione è evidente che Lotti Giancarlo come ho detto anche quest’oggi ha difficoltà notevoli di linguaggio, è contorto nell’esposizione del suo pensiero dando l’impressione di seguire un iter mentale tutto suo, svincolato dalla successione logica delle domande che vengono poste così che come vedremo nell’incalzare delle domande egli rimane indietro e quella che può sembrare una risposta inadeguata in realtà non lo è perché in quel momento non si è aggiornato mentalmente alla successiva domanda, ciò che Lotti a volte risponde cioè Lotti a volte risponde e poi incurante della successiva domanda continua a pensare a ciò che ha detto ha fatto se può aver detto bene, se può se può medicare che ha detto per farsi capire meglio e perde il passo con l’interlocutore, vi faccio un esempio con questo andiamo subito al primo punto che si contesta, abbiamo parlato di bugia rilevante riguardo a ciò che Lotti hai ha detto circa la posizione dei due ragazzi tedeschi nel camper a Giogoli, non è vero non c’è nessuna bugia, a prescindere dalla circostanza che il senso delle dichiarazioni di Lotti va valutato nel suo complesso Lotti dice sempre la stessa cosa ovvero che ha sparato contro il vetro, il vetro mezzo opaco laterale destro, non vedendo bene le sagome, vedeva soltanto delle ombre, già da questo si capisce che se vede delle ombre distanti da sé non potevano essere davanti a lui davanti i ragazzi ma ben più lontani, tant’è che poi non ha saputo precisare nemmeno se lì ha colpiti o meno, nel punto contestato che si contesta verbale udienza 27 novembre 97 fascicolo 53 pagina 44 e verbale di incidente probatorio fascicolo due pagina 20 Lotti quando dice davanti dalla parte della guida signori non si riferisce ai ragazzi ma allo sportello, io ho letto attentamente questo passo ed è chiaro/chiarissimo, gli venne chiesto “lei le persone dentro” pagina 44 del verbale udienza 27 11 97 fascicolo 53 “lei le persone dentro se non erano sedute se le aveva viste” “ma io le ho viste dopo quando ho aperto lo sportello e uno era piegato in qua e uno la verso il coso” “cioè erano coricati o seduti?” “no uno era morto così da una parte verso lo sportello” “e l’altro?” si intende l’altro ragazzo ma Lotti capisce lo sportello e dice che gli hanno aperto è ovvio sportello non il ragazzo e quell’altro volto verso quell’altro sportello di là da parte della guida” è evidente rileggete con attenzione questa pagina per capire appunto che Lotti si riferisce allo sportello e non al ragazzo, non c’è nessuna contraddizione, nessuna falsità oggettiva come è stato gridato in quest’aula. Lo stesso dicasi anche per l’ora in cui il Lotti nell’ambito della migrazione dei luoghi effettuata gli Scopeti dice di essere arrivato alla piazzola 17 o 18 o 23 ve ne ha parlato ampiamente il PM nella sua replica mentre chi poneva la domanda intendeva chiedere a che ora arrivò sul luogo del delitto la sera Lotti intende dire quando giunse per far il sopraluogo con Pucci che l’orario coincidere con dichiarazioni in modo significativo con dichiarazioni di Chiarappa e di Carmignani. Nessuna bugia Lotti non è un impostore anche in questo caso. Si è poi detto che Lotti non è credibile quando riferisce la sua posizione a Vicchio ovvero la distanza esistente fra lui e l’auto delle vittime, la contestazione è assolutamente rilevante e non si è appresa alcuna evidente contraddizione, Lotti ha sempre detto di non essere rimasto vicino alle macchine o sulla strada ma di essersi avvicinato alla piazzola per vedere cosa facevano Pacciani e Vanni integratore PM 6 Marzo 96 pagina 6, integratore PM 11 Marzo 96 pagina 2, verbale udienze abbattimento verbale 28 11 97 fascicolo 54 pagina 31 ed infatti ha riferito particolari a questa Corte che soltanto uno che si trovava a pochi metri dal luogo dell’omicidio poteva riferire ricordiamoci che sente i gemiti della Rontini, ciò posto non è rilevante il dato numerico 3, 4 o 5 m che Lotti può non ricordare con precisione sufficienti e ovvio, non soltanto ma se un inesattezza c’è vi è nella contestazione gli viene contestato no come lei ha detto a 10 m e no non è vero non è così l’avvocato Mazzeo specificamente gli contesto a Lotti 10 m poi dice 3 m, se noi vediamo l’affermazione del Lotti contenuta nel verbale udienza 3 12 97 fascicolo 59 pagina 17 si capisce chiaramente lo dice in modo molto chiaro che a 10 m c’era la macchina parcheggiata non c’era lui, “a che distanza rispetto alla macchina di Pacciani e Vanni lei lascia la macchina” risposta di Lotti “di preciso non lo so saranno 10 m più o meno” quindi anche in questo caso nessuna contraddizione, non soltanto ma se un’esattezza c’è nella contestazione gli si fa dire tanto per cambiare quello che non ha detto, ha detto che era li, ha visto quello che hanno compiuto, ha sentito gemere non era a 10 m, con questo specifico riguardo vorrei appunto ricordare per inciso numerose volte in cui a Lotti è stata posta 5, 6, 10 o 20 volte la stessa domanda nel tentativo di farlo cadere in contraddizione e a farlo confondere, vi ricordo due circostanze molto chiare da questo punto di vista, la posizione della tenda nella piazzola di Scopeti quando si discusse del sopralluogo effettuatosi e visionato anche il filmato, viene chiesto più volte di indicare dov’era il punto esatto della tenda risponde subito viene chiesto altre 20 volte, oppure quando gli viene chiesto in riferimento alla sosta al podere Schignana durante la fuga dopo Vicchio se questo casolare si poteva raggiungere a piedi o in macchina, glielo si chiede 10 volte “ma ho già risposto a piedi ci andai” e poi trovate anche tutte quelle circostanze/tutte quelle volte in cui sono state mosse a Lotti delle contestazioni nella convinzione poi fatta risultare come non vera che egli avesse riempito circostanze difformi da quelle dichiarate in precedenza. Sono poi contestate a Lotti di non essere credibile quando ha affermato che il suo compito era quello di fare il palo anche se questa affermazione la fa in modo molto larvato e ciò perché contrasterebbe si è detto con la dinamica e la ricostruzione oggettiva dei delitti e con altre dichiarazioni dello stesso imputato che bisogna c’è di dire di fare il palo per esempio a Baccaiano quando la strada era dritta/rettilinea e la piazzola non molto distante dalla strada ma in realtà la realtà è questa perché? Perché non faceva il palo perché il ruolo del Lotti non era di fare il palo, lo abbiamo detto più volte in sede di discussione, Lotti non ha mai detto espressamente/in modo esplicito che lui doveva fare il palo, ha detto che gli avevano riferito “vai là guarda le macchine che non passi nessuno” ma senza nessuna indicazione precisa, infatti a domanda specifica che le fu fatta al dibattimento se doveva fare qualche cosa che cosa avrebbe dovuto fare nel caso in cui la macchina fosse effettivamente arrivata Lotti risponde in modo molto semplice “a me non è stato detto nulla” col suo italiano molto particolare. Udienza del 3 12 97 fascicolo 57 pagina 52 viene fatta una domanda appunto prima ripetere “Pacciani e Vanni hanno detto cosa doveva fare quando passava una macchina?” risposta “no a me non hanno detto nulla” Vanni e Pacciani dicono di stare in disparte/di stare lontano dalle macchine per non averlo in mezzo quando fanno quello che devono fare perché come vi ho detto Lotti più che un palo è una palla al piede. Vi prego di pensare molto a questo argomento perché è uno degli argomenti attraverso il quale passa necessariamente la valutazione della possibilità o meno di concedere a Lotti l’attenuante 114 del codice penale. Ancora avuto riguardo se riguardo alla buca degli Scopeti e quella di Vicchio, si è detto che questa è una circostanza inverosimile/incredibile ma cos’è che deve essere inverosimile? Signori della Corte è un dato oggettivo l’avete voi negli atti riguardo alla buca di Vicchio che poi è una buca che Lotti ha precisato in modo significativo che è un avvallamento del terreno come in realtà è, vi un riscontro testimoniale del signor Rontini, qua ci ha spiegato anche in modo dettagliato come ha scoperto che c’era questo avvallamento quando portavano i fiori sul luogo del delitto, per Scopeti esiste un dato oggettivo, la buca c’è realmente, fu trovata, c’è una perizia, la buca scavata in modo regolare, si è detto ma ci sono i cinghiali ma io i cinghiali con la paletta e secchiello devo ancora vederli, spetta alla Corte stabilire quali sono gli elementi per valutare la sua attendibilità, lo stesso dicasi per anfratto quel buco nel muro dove Lotti riferisce che Pacciani avrebbe nascosto la pistola poi mette la pistola incartata in questo involucro, questa inverosimile circostanza che ci fosse in questa buca degli sterpi, erba secca, terra, cioè sono gli stessi di cui parlo il Lotti, credo che la domanda sia rilevante non si sta parlando di oggetti che è impossibile che si trovino in un casale abbandonato, appunto è una casa dove non ci sta nessuno è ovvio che vi siano residui di ramoscelli, rami, foglie secche ed erba non è questo il punto anche se su questo punto avete un riscontro oggettivo che dovete verificare/valutare al di là di congetture. Ancora si è affermato che non costituisce riscontro oggettivo il rinvenimento delle macchie di sangue sul fiume/sui sassi del fiume/del torrente sotto la persona di Vicchio perché non c’è perizia quindi non si può sapere se quello è sangue, signori ma i testi Pasquini e Bartolini? Hanno deposto in questa aula, hanno detto cose precise, seguono le dichiarazioni rese in udienza del 4 luglio 97 sono testimoni molto precisi dicono appunto che queste macchie erano poco visibili dove c’era lo sterrato, c’era la polvere, più visibili sull’asfalto, ve ne erano alcuni di gocciolamento sui sassi vicino al torrente, si vedono dichiarazioni del Pasquini udienza del 4 luglio 96 “ero stato a lavare la macchina in quel posto e ci ho trovato delle macchie/delle gocce di sangue che andavamo di là dalla siepe partivano dalla strada poi andavano giù e attraversavano la siepe dalla parte di là perché era molto asciutto, le macchie io ho visto le macchie, siccome c’era tanta di quella gente poi feci a quei ragazzi ma guarda qui c’è una goccia di sangue, qui un’altra, un’altra lì e poi le andavano assieme queste gocce di sangue e poi andavano sulla siepe, perché la siepe era molto asciutta” ecco non ci sarà perizia ma anche in questo caso avete degli elementi di fatto su cui giudicare/su cui basare il vostro giudizio, elementi certi, testimonianze di persone assolutamente insospettabili. Venivano ad un altro punto importante su cui si sono scagliate le vementi critiche da parte delle difesa di Vanni, questo che sto per esaminare è uno di quei dati sul quale si è detto che non soltanto viene in contraddizione da parte del Lotti ma vi è una grave censurabile e falsa oggettiva, una di quelle falsità che hanno indotto i difensori di Vanni a girarsi verso Lotti e gridargli in faccia bugiardo, nessuno ha mai detto al Vanni assassino in quest’aula, non voglio fare alcun commento su tale singolare atteggiamento forse dovuto alla foga di quella arringa ma mi attengo anche in questo caso a risultanze oggettive faccio riferimento al taglio della tenda agli Scopeti, secondo la difesa del Vanni Lotti non soltanto non poteva vedere assolutamente dalla sua posizione il taglio della tenda ma avrebbe commesso un errore grossolano individuando in foto un punto assolutamente non coincidente con quello in cui effettivamente il taglio vi era, facciamo una premessa, sapete e potete verificare dagli atti in nostro possesso che Lotti ha effettuato un sopralluogo con gli inquirenti presso la piazzola degli Scopeti individuando il luogo dove si nascose per vedere la scena, il luogo dove era posizionata la tenda, il luogo dove era parcheggiata l’auto dei francesi, il punto del bosco dove la vittima fu raggiunta e colpita da Pacciani, il luogo in cui i complici si abbassarono per nascondere qualche cosa in quella famosa buca il tutto è trascritto chiaramente, ciò posto è pacifico che dal cespuglio dove il Lotti si era nascosto/dove si trovava è perfettamente visibile la scena perché da quel cespuglio non si ha davanti nessun un ostacolo e la tenda è visibile, lo hanno verificato gli stessi inquirenti al momento del sopralluogo ma ciò che intendeva l’avvocato Mazzeo quando ha fatto rilevare questa presunta falsità oggettiva e che Lotti non poteva vedere Vanni perché chiesto di indicare in foto il punto in cui il taglio fu operato egli ha indicato si dice quello opposto anzi è stato usato un avverbio per rafforzare questo aggettivo quello diametralmente opposto a quello reale, niente di più inesatto signori della corte, basta guardare la foto numero 7 mostrata al Lotti e sulla quale lo stesso ha posto un segno per comprendere che il punto indicato dal Lotti è il punto contrassegnato dalla lettera C mentre quello su cui vi è il taglio è quello contraddistinto dalla lettera F, se la geometria non è un’opinione i punti C ed F non sono diversamente opposti sono contigui, d’altra parte essendo pacificamente il taglio sulla parte posteriore della tenda il punto diametralmente opposto a quello sarebbe l’apertura della tenda, Lotti ha confuso nella foto la tenda/la conformazione della tenda ed ha indicato un punto sbagliato ma se noi confrontiamo questo dato con le indicazioni complessive del Lotti su questo aspetto particolare e vediamo quello che lui ha sempre detto a riguardo capiamo che cosa lui ha visto e cosa intendesse dire quando ha fatto quell’affermazione, Vanni opero il taglio dalla parte opposta a quella in cui si trovava Pacciani e sappiamo che Pacciani era nella parte anteriore con il coltello in mano per poter aggredire i giovani secondo quanto risulta anche dalla ricostruzione effettuata dai periti di Modena dell’equipe del professor de Fazio quindi Lotti ha sempre detto che il Vanni era dalla parte opposta rispetto a quella di Pacciani e Pacciani si sa è pacifico nessuno gli ha contestato era in quel momento preciso dalla parte dell’apertura, non soltanto ma Lotti ha detto sempre che non soltanto sentì il rumore del taglio ma vide il gesto tant’è che ha sempre mimato davanti a voi il gesto dal basso verso l’alto perfettamente compatibile in base alla ricostruzione oggettiva. All’udienza dell’11 dicembre 97 fascicolo 64 pagina 43 su mia domanda ribadisce il concetto cioè dice chiaramente che non vede quando vede tagliare la tenda non vede Vanni di schiena di spalle ma lo vede di fianco e il Vanni ribadisce è la parte opposta rispetto a Pacciani, più chiaro di così non poteva essere, si sarà sbagliato ad indicare il punto C e il punto F però quando dice che lo vede di fianco non di schiena perché se avesse effettivamente rotto a tenda nel punto nel punto C il Vanni lo avrebbe avuto di spalle ma Lotti lo precisa a questa udienza “non l’ho visto di spalle era di fianco” non soltanto ma udienza 11 dicembre 97 fascicolo 64 pagina 20 a domanda del presidente conferma che il suo punto visuale è all’interno della piazzola quando la strada si fa piana dice Lotti che da lì poi dice non vede l’ingresso della tenda giustamente perché non lo può vedere è coperto ma vede il lato più lungo della tenda ed è la verità, dal punto di visuale del Lotti lui vede il lato C della tenda che è la parte più lunga, anche in questo caso non c’è nessuna falsità oggettiva. Vi è poi un altro aspetto collegato alla tenda dei francesi, è stata evidenziata un’altra falsità nell’affermazione di Lotti nella quale Vanni sarebbe entrato nella tenda attraverso il buco operato con il taglio del coltello, considerato che ciò non è possibile come non è possibile Lotti deve aver seguito malamente le lezioni impartite da qualcuno ma in realtà se noi confrontiamo ciò che ha detto nell’interrogatorio reso al PM il 6 marzo del 96 con quanto precisato all’udienza del 5 dicembre 1997 fascicolo 57 pagina 64 e quanto riferito in modo conforme dal Pucci possiamo concludere tranquillamente che per l’assenza di qualsivoglia contraddizione Lotti riferisce un impressione che ha avuto così come fa in modo conforme il Pucci “Ho sentito e visto tagliare la tenda da parte del Vanni, ho perso un attimo di vista il Vanni stesso” probabilmente perché distratto da un movimento del Pacciani e così abbinando le due circostanze ho pensato che fosse entrato da quel buco, non l’ho visto più. Lo stesso gesto del Vanni visto nello stesso momento viene mal interpretato con una supposizione che poteva essere logicissima al momento sente tagliare, non lo vedo/lo perdo di vista penso che sia entrato, anche in questo caso non c’è alcuna toppa che sia peggio della contraddizione coerente quanto Lotti ha sempre detto. Ma si pensi un attimo a come si possano essersi svolti i fatti da questo punto di vista, Vanni taglia la tenda per entrarvici, trova il secondo telo che lo blocca ed enunzia spostandosi contemporaneamente verso l’altro lato della tenda, facendo ciò scompare un attimo dalla visuale del Lotti forse perché si abbassa e quindi Lotti per aver audito quel rumore e visto quel gesto conclude che possa essere entrato lì dentro. Il fatto che questa dichiarazione del Lotti al dibattimento non è una contraddizione ma una spiegazione di ciò che egli ha avuto l’impressione di vedere è testimoniato dal fatto che dopo quell’interrogatorio del 6 marzo 96 nessuno dichiara più quella circostanza era la prima domanda che gli viene posta al dibattimento risponde come abbiamo visto dando quella spiegazione, tant’è che poi successivamente su domanda dell’avvocato Mazzeo udienza 9 12 97 fascicolo 66 pagina 28 ribadisce il concetto. Passiamo ad un’altra fattispecie oggettiva contestata al Lotti, come fu uccisa Pia Rontini, non a caso ho messo l’accento su questo termine uccisa e non colpita perché è su questo che è nato l’equivoco che poi ha dato origine a questa specifica contestazione, su questo punto il Lotti ha sempre precisato un concetto importantissimo che è alla base di uno dei più importanti riscontri oggettivi di questo processo la sua dichiarazione a differenza del ragazzo che morì subito la giovane non morì immediatamente sopravvisse per un po’ di tempo tant’è che Lotti sentii i gemiti, la ragazza fu uccisa con i successivi colpi di coltello alla gola. Ecco il significato di quel no con il coltello no che Lotti più volte ripete su domanda dell’avvocato Pellegrini, ma basta anche qui leggere con più attenzione le complessive dichiarazioni del Lotti per fugare ogni dubbio. Lotti ha sempre detto che l’aggressione ai ragazzi iniziò con gli spari del Pacciani a distanza ravvicinata contro l’auto/contro i vetri dell’auto ed è più che logico supporre come può è spiegato successivamente che a seguito della reazione violenta/improvvisa/ravvicinata ambo i ragazzi fossero stati colpiti sia ciò che ha detto il Lotti a udienza del 28 novembre 97 fascicolo 55 pagina 46 e 47 Pacciani da che parte sparava? Dalla parte sul davanti qua, sul parabrezza della macchina? Si proprio sul vetro ,sul davanti, quindi Lotti non dice che i colpi furono indirizzati verso il ragazzo esclusivamente ma indistintamente contro l’auto e a distanza ravvicinata, basta semplicemente poi confrontare questo dato con ciò che vi ha sempre riferito circa il comportamento successivo dei complici, trascinato dall’auto la ragazza che era ancora viva quindi ancora una volta nessuna contraddizione. Ma vi è di più, all’udienza sempre del 28 novembre 97 dice di colpi né è partiti diversi, non soltanto ma anche all’udienza del 9 12 97 fascicolo 62 pagina 44 richiesta è sempre la stessa circostanza risponde quando gli hanno sparato dal principio e gli hanno e io credo che l’abbia colpita bene anche lei non è che io dica e poi la tirarono fuori, stessa udienza 9 12 97 pagina 47 il presidente chiede “Lotti cosa voleva dire a proposito di questo?” “quello che ho detto sempre che gli hanno sparato, gli hanno sparato e hanno preso anche lei” nessuna contraddizione di nuovo. Ancora l’ipotesi dei coltelli usati nel delitto degli Scopeti, è una mera congettura si è detto facilmente smontabile e senz’altro questa contestazione/una mera congettura che si può smontare facilmente, su questa specifica emergenza abbiamo le dichiarazioni di Lotti confortate dalla ipotesi formulata nell’elaborato dei Periti di Modena e specificato ulteriormente all’udienza in cui il professor De Fazio venne a deporre che è quella del 12 gennaio 98 alle pagine 97 e 104, si intende quindi a questo riguardo contrapporre una congettura/un’ipotesi della inverosimiglianza di questo dato con un dato oggettivo che indubbiamente può formare oggetto di ipotesi da parte vostra, come lo sarà senz’altro, ma che non può essere sovvertito senza alcuna valida motivazione. Nel medesimo contesto peraltro la difesa di Vanni asserisce che non poteva essere meno vero che le scissione ebbe inizio dal seno perché si dice l’autore aveva come scopo principale quello di escidere il pube che a lui interessava maggiormente per poi perdersi nei suoi scopi perversi, è un’altra congettura che si scontra con affermazioni precise/scientifiche degli scienziati dell’equipe di Modena, si legga a riguardo la deposizione del professor De Fazio a udienza del 12 gennaio 98 a pagina 100 “in corrispondenza topografica del tronco è stata rilevata su un materassino un’ampia gola di sangue con coaguli, gora orientativa di un’attività circolatoria ancora in atto nella vittima, minori tracce vi sono invece nella parte sinistra il materassino in corrispondenza del pube ciò significa che all’atto della escissione del seno a differenza di quella successiva la vittima non era ancora morta” mi sembra che sia molto chiaro, come si possa contrapporre a questa argomentazione una congettura in base alla quale sarebbe sbagliato anche questa ricostruzione non lo so, il dato scientifica ha la sua ragion d’essere non può essere per questo sovvertito. In un’altra occasione ancora è stata rilevata una presunta incongruenza dell’espressione usata dal Lotti riguardo ai gemiti uditi la parte della Rontini, strilli o gemiti di nuovo, si è detto ma Lotti doveva conoscere la differenza, insomma che ci vuole? Ma se quando Lotti scrive che il Pacciani avrebbe nascosto la pistola nel suo garage non sa nemmeno spiegare cos’è uno scaffale. Si veda poi il verbale probatorio fascicolo 2 pagina 32 non conosce nemmeno il significato di scappare il Lotti, gli fu detto quando scappaste da Vicchio “scappare? Io andai con la macchina” per Lotti scappare significa correre via a piedi, andar via dalla macchina dal luogo del delitto non è scappare quindi si fanno queste questioni terminologiche riguardo al Lotti mi sembra sia abbastanza assurdo, Lotti si è confuso e niente più. Veniamo ad un punto molto importante anche questo che ha formato oggetto di attento studio da parte di questo difensore che riguarda il delitto di Baccaiano, anche qui vi è stato detto appunto che è l’unica ricostituzione possibile è quella diversa da quella ufficiale per cui sarebbe ancora una volta la riprova certa dell’attendibilità del Lotti. Voi avete agli atti tutti gli elementi per poter concludere che la ricostruzione oggettiva operata dalla polizia giudiziaria non è soltanto logica, coerente e certa ma è anche in modo incontrovertibile riscontrata, il PM ha svolto ampiamente questo punto nella sua replica per cui mi riporto in via di massa a quanto dall’ennesimo riferito anche se può prospettarsi analiticamente quegli elementi che possono contrastare in modo determinante con quella congettura, che sarà venduta come l’unica ricostruzione possibile, i testi che sono transitati sul luogo del delitto fanno un racconto che lascia comunque un margine di tempo sufficiente per la commissione del delitto, si vedono a riguardo le dichiarazioni dei testi Campatelli, Carretti e Delmastio, tra il primo avvistamento quello in cui la 127 è nella posizione iniziale con i vetri appannati e le luci accesa dentro ed il secondo quando la macchina invece è già nel fossetto quindi la posizione finale passano 20/25 minuti dalle 23:30 alle 23:50/23:55 ed il dato 23:55 è altresì confermato dai testi Bartalesi, Marini, Poggiarelli, Calamandrei, sono giovani questi che pensano altre cose a divertirsi, alcuni dico la verità si fermano lungo il percorso per qualche effusione amorosa, la testa Campatelli ci spiega appunto che stava facendo scuola guida per cui va molto lentamente, cambia la guida, mette a posto il sedile, perdere del tempo, il teste Cioffi il 21 6 82 al PM dottoressa Della Monica dice di essere transitato nell’ora dell’omicidio verso le 23:45 è di aver visto un’autovettura ferma con i fari accesi poco prima della piazzola in cui avvenne l’omicidio quindi non si riferisce all’auto delle vittime, era poi molto buio tant’è che la teste Campatelli dice di non aver visto la 127 quando ebbero a transitare la prima volta verso le 23:30. Ancora considerato che non vi furono più occasioni di escissioni anche se consideriamo il contrattempo che si verificò in questa circostanza il delitto si è maturato/si è svolto in pochissimi minuti, circostanza questa confermata anche dai testi dal dottor Cingolani udienza dl 6 11 97 secondo la quale ricostruzione che è stata rappresentata e vi ripeto venduta come l’unica possibile Lotti avrebbe detto l’ennesima bugia atteso che nessun teste afferma di aver visto le macchine dei presunti complici né ferme né in transito, a prescindere dal fatto che il teste come ho detto già prima il teste Ciofi Emilio ha visto prima della piazzola in cui avvenne l’omicidio un’auto ferma in sosta valgono le argomentazioni già svolte circa le immagini di tempo intercorso che è più che sufficiente per commettere un delitto, dall’altra parte occorre anche un’altra circostanza che è emersa da questa difensore studiando attentamente le carte di questo processo, studiando le deposizioni di quei testi che furono portati come testi assolutamente determinanti per sovvertire la ricostruzione dei fatti operata dalla polizia giudiziaria ed ufficiale in questo processo occorre considerare che tutti quei ragazzi che sono transitati sul luogo dell’omicidio quella sera a quell’ora sono transitati su un’unica direttrice di marcia che è la direttrice Ginestra Fiorentina Fornacette, questa strada è quella strada che collega queste due località è che interseca la vecchia volterrana, signori ma il delitto se voi guardate bene una carta topografica è avvenuto quasi al bivio con la strada che porta a Poppiano San Pancrazio San Casciano, tra la piazzola dell’omicidio e questo bivio ci sono circa 50/100 m non di più e li questa è la strada che Lotti ha detto di aver fatto per raggiungere il posto insieme con Vanni e Pacciani ed è probabilmente la strada che lui ha fatto per tornare via, quindi quei ragazzi non potevano aver visto niente perché sono transitati in direttrice di marcia diversa in una strada che va da Ginestra a Fornacette. Vi è poi il problema della posizione del Mainardi, credo che a riguardo gli elementi che voi avete nel processo siano più che sufficienti per ritenere appunto che la ricostruzione dei fatti operata dalla polizia giudiziaria e a voi prospettata in questa aula sia quella effettiva, quella certa, quella a cui occorre fare riferimento quindi che il Lotti anche da questo punto di vista ha detto la verità. Il teste Allegranti è stato sconfessato dai suoi stessi compagni di soccorso, tra i giovani che hanno accorso per primi sul luogo dell’omicidio e non parlo degli operatori delle ambulanze Bartalesi, Marini, Poggiarelli, Calamandrei e Carletti dicono di aver visto il Mainardi al posto di guida disteso, non soltanto ma il Poggiarelli dice una cosa molto importante soltanto successivamente ci siamo accorti che sul sedile di guida che era disteso il sedile c’era Paolo Mainardi anche lui disteso in posizione supina sedile che a sua volta è reclinato ma era davanti tant’è che avvicinatosi non lo vedono ma vedono la ragazza che è dietro con la testa sullo schienale ma non vedono Mainardi poi se ne accorgono e dicono dov’era. Il teste Di Lorenzo Mario ha sempre al PM 22 giugno 82 dice una cosa simile, poi ricordatevi come già vi è spesso in discussione questo è un argomento che potrebbe essere di suo più che efficiente a provare la posizione effettiva del Mainardi al posto di guida ricordatevi dei vetri e dei frammenti di vetro per terra sotto il volante della macchina, frammenti di vetro intrisi di sangue, l’unico finestrino rotto colpito dai proiettili e rotto dai proiettili è quello dell’atto di guida del conducente, è chiaro che sparare al vetro colpivano il Mainardi, i vetri sporchi di sangue cascarono per terra dove lui era alla guida. Ricordate poi di quella colatura di sangue di cui vi parla il teste Olivelli che è assolutamente compatibile con l’aver appoggiato la testa ormai colpita dal proiettile verso il finestrino, l’appoggia il sangue cola passa lungo il vano dell’alloggio del vetro e va sulla moquette. Ricordatevi anche delle macchie di sangue sullo schienale del posto di guida fuoriuscita di sangue susseguente allo spostamento del ragazzo perché se come è vero come hanno detto i testi il sedile fu reclinato in avanti per spostare il ragazzo le macchie di sangue come giustamente vi prospettò il PM dovevano essere sullo schienale non certamente dentro il sedile come in realtà sono e risulta dalla fotografie in atti. Pesate poi infine a ciò che vi ha detto il PM circa la non verosimiglianza del comportamento dell’assassino che non si mette a perdere tempo per spostare l’auto con il rischio di essere scoperto ma si dimentica addirittura di togliere il freno a mano e finisce lui stesso nel fossato/nel fosso guardate anche la circostanza oggi riferita dall’avvocato Curandai giustissima in base alla quale il fatto che fosse inserita nella 127 la retro marcia è evidente/è anch’esso un segno evidente del fatto che fu il Mainardi a tentare questa manovra impossibile perché se l’assassino avesse effettivamente preso la macchina avrebbe comunque sia tentato di uscire dal fossato o togliendo la retromarcia o ingranando la prima, resta in retro marcia perché? Perché non potendo più compiere gesti coordinati e Mainardi viene colpito a morte non riusciva più a fare nessun altro movimento muore lì. I testi Chierappa e De Faveri vi hanno detto che sarebbero testi questi realmente attendibili ma non perché vi è un eccesso improvviso di benevolenza con fonti del Lotti ma perché essi dimostrerebbero che ciò che Lotti vi ha detto riguardo a ciò che ha fatto quel pomeriggio non sarebbe vero, perché se la macchina si dice fosse rimasta effettivamente lì 5 ore e mezzo lui non poteva andare da Ghiribelli come ci ha riferito, qui mi vi è una dichiarazione poco certa/poco determinata da parte della signora De Faveri che non era alla guida tra l’altro, era una dichiarazione certa più circostanziata del guidatore, signor Chiarappa, il quale afferma che quando arrivarono lì a casa.

Avv. Stefano Bertini: (prosegue) si ricorda, ci ha anche parlato, si ricorda che cosa avevano mangiato pappardelle col cinghiale e questo è un dato importante signori della Corte perché esso è un riscontro oggettivo nella autopsia dei cadaveri si è riscontrato la presenza nello stomaco dei francesi di pappardelle, il teste Fantozzi quella della domenica lui servì pappardelle e nello stomaco il immedesimo cibo viene rinvenuto. Veniamo alla Frigo se quel detto popolare fosse vero la signora Frigo … di fringuelli al posto delle orecchie tanto si è detto di lei in quest’aula, quante volte è stato nominata e messa alla berlina, d’altra parte c’è la comprenderlo la Frigo è una teste precisa, puntuale, circostanziata, una teste come difficilmente si trova in un processo, una teste che ricorda particolari molto importanti ed è ovvio che l’ordine di scuderia sia quello di demolire una teste che ha questa importanza la Frigo è diventata l’emblema della falsità e della mitomania, teste congetturale, ipotetico, massmediatico si è detto non c’è una fase che ha detto che non ci è diventato oggetto di critiche feroci e demolitrici eppure quello che ha detto l’ha detto in modo coerente, preciso, circostanziato e meticoloso essa costituisce pertanto un tangibile riscontro alla dichiarazione del Lotti, a sua volta avvalorata dalle dichiarazioni dei testi Caini e Martelli, prima appunto che si fa alla Frigo e questo è appunto che si fa anche ad altri testi in modo ingiustificato, come fa la Frigo a dire che il fatto che ci rappresenta è avvenuto proprio la sera del 29 luglio 84, la domanda sarebbe plausibile se quella sera non fosse accaduto niente però quella sera tu commesso un duplice omicidio ed è più che plausibile, poi c’è lo dice anche il marito, che il giorno dopo queste persone apprendono l’omicidio dai giornali/la televisione e ricollegano la loro esperienza della sera prima con il fatto riportato dei mass media, leggete la deposizione del signor Bertaccini riguardo, questa è lampante “di ciò che si era visto quella sera ne parlammo il giorno dopo con mia moglie quando apprendemmo dell’omicidio” poi vi spiegherà sempre a questa udienza il signor Bertaccini che parlarono anche della possibilità di andare a denunciare questo fatto ai carabinieri e della determinazione a non farlo perché poteva essere un modo per mettere nei guai qualcuno, poteva essere una persona che non c’entra niente col delitto, cosa facciamo andiamo a mettere mezzo qualcuno lo andiamo a rovinare tante altre volte è successo. Vi ricordo anche il teste Bertaccini della volontà poi esternata diciamo effettuata da parte della moglie di parlarne con un amico che era carabiniere, cosa che poi fu fatta, e anche lo stesso la consiglio a lasciar stare/di aspettare un po’ e vedere tutti gli eventi eventualmente se occorreva poteva farlo in un secondo momento. Quindi è chiaro che ciò che può essere venuto nella mente dei testi non appena vedono questa immagine ma come quell’altro poteva essere l’assassino ecco il collegamento, ma si dice che la Frigo depone dopo 8 anni e pertanto deve essere per forza inattendibile, su questo punto mi sono soffermato ampiamente in sede di discussione non credo sia opportuno farlo di nuovo, sapete perché la Frigo non ha deposto prima e sapete anche perché questa decisione provocò un grande rimorso/senso di colpa/un disagio convinta com’era che quelle persone da lei viste fossero in qualche modo collegate con l’omicidio, si lasciò convincere a non dire niente perché appunto diceva che la cosa poteva essere non certa ma per tale rimase fino a che vista la foto del Pacciani non si sentì liberata e pronta per dire tutto quello che sapeva, quindi questa ossessione/questo argomento dell’ossessione che è stato usato per dire ossessionato era già in partenza un teste inattendibile in realtà non è vera, quella ossessione anziché essere un sintomo di inattendibilità accresce l’attendibilità perché in effetti la Frigo, perché la Frigo ha avuto questo ricordo così vivo anche dopo tanti anni? Perché tante volte ci ha ripensato, ha avuto sempre dentro di sé il rimorso per aver fatto una cosa che ha detto che non era giusta, che poteva dare forse un indicazione precisa agli inquirenti, che poteva aiutare e non l’aveva fatto quindi quante volte ci ha ripensato fino a che, quante volte potrà aver pensato speriamo che accada qualche cosa che mi possa portare a dire quello che so, cosa che poi appena riesce a fare fa e che il ricordo è rimasto nettamente vivo in lei e lo libera con tutti quei particolari che sapete che essa ha riferito. Sull’ora in cui partirono da casa abbiamo un dato oggettivo/determinante lo dice la Frigo nella sua deposizione, il rumore/il forte boato sentito dalla Frigo e dalla cognata Rosa Falchetti costituisce un dato oggettivo anch’esso rimesso alla vostra valutazione che peraltro accresce anche l’attendibilità del teste perché ricorda addirittura i commenti che essa fece con la signora Falchetti appena lo udirono, scoppio di un pneumatico, colpi di fucile da parti dei cacciatori di frode, c’è una situazione meteorologica tale da favorire un fenomeno di eco? È un ricordo impreciso? Un rumore riconducibile ad altre circostanze? Spetta a voi valutarlo, il dato obiettivo c’è, il teste l’ha riferito, non ha detto che furono colpi di pistola ha riferito che questo boato potrebbe anche essere altro che non c’entra niente la corte valuterà. In ciò che vi è stato poi prospettato dalla teste Frigo in particolar modo sulla presunta incompatibilità tra la sua testimonianza con quel signor Caini e Martelli vi è poi un’altra inesattezza, non è vero che la seconda auto quella che vede la Frigo era distante come vi disse l’avvocato Filastò 1 km dalla prima autovettura, se leggete la deposizione testimoniale vedete appunto che la Frigo parla di 100 m, un centinaio di metri la distanza fra le due auto, che è cosa ben diversa. I testi Caini e Martelli, anche per loro si dice che non sarebbero attendibile perché non sanno riferire quello che hanno visto alla data dell’omicidio anche per essi vale la spiegazione disarmante che si è fatto prima, è ovvio, ricollegano l’esperienza con quello che appendono il giorno dopo, per il resto non vorrei dilungarmi oltre sono testi che hanno deposto immediatamente all’epoca del fatto, sono precisi, circostanziati, dettagliati e la deposizione loro collima con quella dei coniugi Bertaccini, ve né è abbastanza per trattarli con dovuto rispetto. Sulla verosimiglianza sul racconto del Lotti circa il percorso effettuato dopo l’uscita di Vicchio ugualmente non posso che riportarmi a quanto riferito dal PM nella sua replica, la strada è quella percorsa dagli inquirenti, è realmente percorribile, sarà percorsa e vi è prova in atti con un maresciallo dei carabinieri, maresciallo Polito che è un maresciallo che aveva vent’anni di esperienza di quei luoghi e consente di evitare il passaggio a livello, la circostanza che poi vi p stato detto questa strada porterebbe a sbucare in un altro punto in cui insiste un passaggio livello circostanza non veritiera anche contraddetto dal sopralluogo effettuato con il maresciallo Polito. Le testi Ghiribelli e Nicoletti non sarebbero attendibili perché ubriache fisse e possedute a prescindere dall’affermazione abbastanza discutibile/molto controvertibile dal punto di vista quantomeno umano se non proprio giuridico voi avete i verbali delle deposizioni, le avete udite al dibattimento siete senza dubbio in grado di concludere se esse siamo persone capaci o meno, se abbiano o meno la mente offuscata dall’alcol o se siano capaci di svolge discorsi di senso compiuto a prescindere dal lavoro poco nobile che esse hanno svolto ci hanno senza dubbio offerto squarci di verità abbastanza rara oltre che un racconto dettagliato, preciso e coerente. Nel verbale assunzioni informazioni dell’8 Febbraio 96 la Nicoletti dice che riconobbe la persona di Vicchio, dovrebbe essere il Lotti in quanto lo riconobbe della foto sui giornali e in televisione, quindi non è vero che può sbagliarsi perché era ubriaca, specifica perché di quella piazzola e in quella piazzola c’era stata diverse volte come poi precisa nei verbali di udienza di assunzione d’informazioni del 23 4 97, poi rileggete la telefonata del 24 Marzo 96 quella famosa che viene rappresentato per nascondere chissà quali inghippi e verificate il modo con cui la Nicoletti risponde al Lotti, come cerca di fargli coraggio, come cerca di consigliarlo sul modo di comportarsi sul fatto di dover dire la verità e questa è una telefonata che dimostra anche un’altra cosa come vedremo ovvero che fra i due vi era un’amicizia/una confidenza sincera e questo per contrastare quell’affermazione secondo la quale Lotti si sarebbe approfittato di questa persona, il Lotti vigliaccamente la usava senza dignità morale, non è vero poi che la Ghiribelli non può ricordarsi che ciò che dice di aver visto insieme al Galli fosse la sera dell’omicidio perché anche per questa circostanza anche per questo vale ciò che si è già detto, lo ha appreso il giorno dopo e unirono l’esperienza precedente con quella notizia, non soltanto ma anche di più, in quell’occasione il Galli le disse di tacere per evitare di trovarsi nei guai, verbale assunzione d’informazioni 27 12 95. I colpi sparati a Giogoli non è vero che vi è un contrasto anche un riscontro tra i rilievi effettuati dalla scientifica e le dichiarazioni del Lotti. Sul punto penso sia determinante e chiarificatrice la testimonianza della teste dottoressa Cucurnia all’udienza del 6 1 97 la quale ha specificato che il vetro su cui precisamente sparò il Lotti è infranto/totalmente frantumato per cui non poteva essere effettuata la comparazione dell’altezza dell’ingresso del proiettile quindi nessun contrasto. Vi è quindi da affrontare l’ultimo punto ovvero quello che più interessa a questo difensore cioè quello della personalità del Lotti, vorrei fare un breve accenno molto puntuale alla telefonata del 24 Marzo 96 intercorsa tra Lotti e Nicoletti più volte richiamata per lasciare intendere da una parte che Lotti è vittima di un complotto ordito da procura o polizia, dall’altra che sarebbe questo l’unico momento in cui il Lotti ha detto la verità, è fin troppo evidente che ambedue le circostanze/ambedue le affermazioni siano prive di alcun fondamento. Anzitutto bisogna tener conto di una cosa, questo colloquio evidente ed importante per evidenziare alcuni aspetti della personalità del Lotti, Lotti solo, emarginato ed introverso sente il bisogno di parlare con una persona amica/una persona con cui ha confidenza, con una delle poche persone che ha dimostrato amicizia e con la quale egli ha confidenza e la rendere partecipe del suo problema cercando contemporaneamente conforto e una piccola storia di amicizia fra emarginati che se anche hanno cercato conforto nei bottiglioni come si è detto sono comunque capaci di sentimenti ed emozioni sia pure adeguati alla loro particolare realtà personale e sociale, ma si è detto se Lotti avesse fatto effettivamente quelle cose che ha detto di aver fatto l’avrebbe raccontato alla Filippa, se non l’ha fatto sono tutte fandonie, non è così assolutamente per Lotti è troppo grave quello che ha commesso/quello che ha visto commettere, il fatto noto che abbia partecipato nei modi che sappiamo a quei diritti, ha difficoltà a parlare di sé, della sua vita, del suo trascorso familiari, i problemi con i genitori, figuriamoci se riesci a raccontare di aver preso parte a simili delitti, il senso di quei mi hanno imbrogliato/mi hanno incastrato è fin troppo chiaro perché possa io dilungarmi abbiamo ben presente che cosa Lotti intendesse dire, a parte questo ci sono due circostanze importanti che emergono e vanno evidenziate, anzitutto le significative ammissioni circa la partecipazione del Lotti a quei delitti, a pagina 4 a domanda “ma è vero?” “è vero ormai l’ho detto mi hanno imbrogliato ma io li ho visti” “la verità deve dire” a pagina 9 dice la Filippa “quello che sai” risposta “eh quello io ho detto” a pagina 11 “io fino a ora dico quello che ho visto”, pagina 14 si parla di Vicchio domanda “ma tu c’eri quella sera lì” risposta di Lotti “eh io c’ero”. In secondo luogo la consapevolezza di quello che lo attende anche questo è un altro punto che può sembrare marginale ma che è importante nella valutazione della personalità del Lotti e quindi anche nella valutazione dovete fare giustamente sull’adeguamento della pena ciò che ha commesso, a pagina 3 “tu vedrai alla fine andrò dentro anch’io” pagina 9/11 “la verità l’ho detta non c’è niente da fare se mi vogliono mettere dentro andrò dentro che ci posso fare ormai non ho da perdere nulla” sono queste circostanze che Lotti ha poi ribadito anche a questo difensore “lo so che devo andare in carcere ma la verità è questa non posso cambiarla”. E passiamo quindi all’ultimo punto signoro della Corte prima di concludere che è l’argomento che però forse ho errato a lasciarlo per ultimo ma l’argomento che più mi preme perché in questa difesa così difficile che vi ho detto all’inizio per me di Lotti Giancarlo che mi ha visto doverosamente rispettare la sua volontà di collaborare/di riconfermare le sue dichiarazioni accusatorie ed auto accusatorie, che mi ha fatto oggetto di critiche pesanti perché sono stato rappresentato in quest’aula come una specie di fantoccio nelle mani della procura/quasi un burattino nelle mani la procura cosa che in realtà non lo è peraltro come argomenti anche non veri/non veritieri a riguardo vorrei solo precisare poi chiudo questa parentesi per me è molto fastidiosa che vi è solo detto che a riprova proprio di questo fatto che io non ho difeso adeguatamente Lotti tant’è che non né ho chiesto una perizia psichiatrica il precedente difensore avvocato Neri Pinucci quando si permise di chiedere la perizia psichiatrica le fu negata e per questo l’avvocato Pinucci rifiuto e rinunciò al mandato, non è vero niente signori della Corte, voi avete agli atti le lettere di rinuncia della avvocati Falciani e Pinucci da qui risulta che le loro rinunce sono per altri motivi specifici molto marginali non per questo fatto ma a prescindere da questo io ho difeso il Lotti in modo che appunto più opportuno rispettando la sua volontà, non ho nessuna giustificazione ad arrendere, solo quel disappunto che ho provato per la prima volta nella mia professione a sentirmi apostrofare appunto con “quel avvocato…” sono cose che non possono tollerarsi. Quindi dicevo passiamo all’argomento della personalità del Lotti avendo contestato oggettivamente quelle che sono state evidenziate a voi come presunte falsità in cui sarebbe incorso è senz’altro venuto meno il presupposto di quegli attributi che sono stati rivolti a Lotti, bugiardo, impostore, mentitore, falso, autistico, tutto gli hanno detto, voi avete tutti gli elementi per valutare e apprezzare i puntuali e significativi riscontri alle sue dichiarazioni, per essere più coinciso possibile mi limiterò ad elencare tutto ciò che è stato detto di lui provvedendo a darne immediata e puntuale computazione o tentare di farlo poi spetterà a voi stabilire se questo è reale, devo comunque fare una premessa, lo spunto per i giudizi negativi sulla personalità del Lotti prende l’avvio dalla consulenza tecnica dei professori Ragazzi e Fornari, io non mi permetto di mettere in dubbio la professionalità e la capacità indubbia di questi scienziati ma devo ricordare che l’ambito della loro ricerca/della loro consulenza del loro elaborato è stato molto ristretto, limitato al suo accertamento di disturbi di natura sessuale che possono avere inciso o esercitato un ruolo importante nella esecuzione dei reati per quel processo, questo è un primo punto, quindi indagine limitata ad un solo oggetto specifico, i consulenti hanno visto il periziando soltanto 5 volte, hanno ricevuto materiale documentale molto limitato, non hanno assunto informazioni da chicchessia, parenti, amici o conoscenti del Lotti, in una situazione tale se è logicamente tale da presume che essi abbiano fattivamente indirizzato le loro indagini verso la soluzione dello specifico problema che dovevano risolvere e in quell’ambito ristrettissimo più di questo non potevano fare può dedursi ragionevolmente che tutto ciò che è risultato da questa indagine specifica costituisce un quid pluris emerso incidentalmente è suffragato da semplici ipotesi non riscontrate e questo è il motivo per cui questo difensore contrariamente a quanto si è affermato anche in quest’aula ebbe a chiedere un supplemento di perizia nei confronti del Lotti su un punto determinante che poteva essere una difesa del Lotti importante appurare che fu rigettata questa mia richiesta evidenziare la portata/l’importanza di questa dipendenza del Lotti di questa assoggettabilità agli altri. Vediamo le argomentazioni del Lotti e sono quasi alla conclusione è una persona che si nasconde, che si maschera, che finge, Lotti abbiamo detto più volte/abbiamo evidenziato non si nasconde ma rifugia la realtà, è talmente complessato, talmente complesso delle frustrazioni che non si identifica con la realtà ma la rinnega, a questo rilievo evidente/significativo, è vero che si nasconde ma solo perché sa che non può competere con gli altri, perché è un complessato, né si può dire che fa il suo comportamento soltanto perché quello che poteva apparire un atteggiamento mite di sensibilità/di mitezza si modifica non appena gli ha detto che il Pacciani lo accusa, questo può bastare ad affermare che il suo atteggiamento quella della mitezza/della sensibilità non soltanto ma se leggiamo l’elaborato dei consulenti a pagina 20 capiamo qual è il suo atteggiamento reale, dice Lotti adesso io non ho più che arrabbiato con Pacciani sono preoccupato perché non so come andrà a finire questa faccenda, su domanda poi specifica dell’avvocato Filastò i periti udienza del 30 settembre 97 escludono poi comunque di aver riscontrato simili impulsività in riferimento ad altri episodi, soltanto riguardo al Pacciani alla circostanza riferita che il Pacciani lo accusava si sarebbe alterato e ciò è altamente significativo perché è ovvio che il risentimento del Lotti nei confronti del Pacciani che l’ha coinvolto infatti così gravi anche se non è provato e i testi dicono di non averlo verificato che tale impulsività poi si traduca in atteggiamenti violenti, che possa tradursi in atteggiamenti di violenza nei confronti dell’esterno, questi si sarebbero in contrasto aperto evidente con un atteggiamento mite e repressivo o si porta una circostanza effettiva perché Lotti è capace di atti violenti tutto il resto è soltanto un’ipotesi da verificare e infatti vi è un riscontro a verificare queste affermazioni a pagina 18 del verbale di udienza 3 9 97 dice testualmente “noi abbiamo tratto una serie di ipotesi cliniche sulla base dei dati che abbiamo avuto, ovviamente con tutti i limiti delle ipotesi cliniche quindi sottoposte come dire a possibili falsificazioni” sono ipotesi quelle che fanno i periti al di là dell’oggetto e rimesso al loro giudizio, ipotesi non verificate/non riscontrate anche perché il tempo era poco, l’hanno visto poche volte, il materiale era limitato, non ha avuto elementi di riscontro con conoscenti del Lotti. Una lampante dimostrazione di ciò si ha riguardo il suo atteggiamento violento del Lotti e comunque sia di un atteggiamento maggiormente coinvolto nei fatti di cui al processo, anch’essa è una supposizione non confortata da nessun elemento come peraltro ammette il professor Fornari sempre alla medesima udienza “non abbiamo al teste delle risposte direttamente denotanti aggressività e sadismo” non ci sono e ancora “la perversione del Lotti non è da vedere come perversione sadico masochista o anche che pedofilia eccetera queste aggettivazioni vengono fuori da altri dati, la perversione vuol dire che la persona non ha orientamenti sessuali normali ma si dice che non prova rimorso nei confronti delle vittime e cioè in contrasto con quella mitezza che intende dimostrare” a riguardo vi prego di ripensare con attenzione a ciò che vi ho detto su tempo e che ha trovato appunto la conferma in specialisti in questo campo, Lotti nella sua psiche opera una distinzione netta fra ciò che hanno fatto i suoi complici e ciò che ha fatto lui, pensare a ciò che scrisse nel manoscritto del 13 novembre 96 “voi siete bestie, voi fate delle cose orrende, per cui sono loro che devono pentirsi” lui non ha colpe specifiche, non ha ucciso o mutilato nessuno, anche questo fatto di avere sparato a Giogoli Lotti lo allontana dalla sua mente perché è un fatto che lui non ha voluto materialmente/direttamente/coscientemente gli fu imposto anche quello, così come è vero quello che afferma il professor Fornari a pagina 17 del verbale del 30 settembre, è probabile che abbia sofferto molto e che abbia imparato a sopravvivere vincendo le emozioni ma ciò non significa che non possa essere sensibile o comunque sia profondamente diverso dagli autori materiali di quei delitti, le esperienze di vita dure che ha sofferto e che ha subito l’hanno reso freddo/piatto ma ciò e cosa ben diversa dal vigliacco profittatore violento che vi hanno rappresentato. Su questo punto vorrei ribadire è molto importante perché ripeto ciò che più interessa a questo difensore è che vi sia alla fine una graduazione di pena non soltanto nei confronti fra il Lotti e gli altri imputati, riguardo al Vanni, ma vi è più anche riferimento alla pena che ha chiesto il PM per lui perché una pena che come vi ho detto come vi ho illustrato e non voglio ripetermi che non corrisponde alla personalità, non risponde al ruolo che egli ha effettivamente svolto nei fatti per cui al processo, non risponde al suo atteggiamento processuale che è stato di ampia collaborazione, Lotti da questo punto di vista secondo questo difensore ha diritto pienamente alle attenuanti generiche ma ha detto ancora di più e mi riporto su questo punto specifico a ciò che vi dissi l’altra volta, ha diritto al riconoscimento di quell’attenuante specifica del 114 codice penale perché il suo ruolo è pacifico/è certo/riscontrato/è evidente nelle carte del processo è marginale ben diverso da quello degli altri complici, così come è diversa come adesso vi dicevo è la personalità del Lotti, niente quindi è emerso in questo processo che possa deporre nel senso appunto voluto da chi lo ha accusato di essere un violento ed approfittatore, Don Poli vi ha detto appunto che l’ha conosciuto per 8 anni ha vissuto con lui per tanti anni in questa casa famiglia, ha detto che non ha avuto mai problemi con nessuno, mai litigi, mai alcuna controversia particolare, la stessa Nicoletti quella che Lotti avrebbe sfruttato vigliaccamente nella telefonata si parlava dice chiaramente “Lotti per me tu sei una gran brava persona” e questa è quella persona che fu usata vigliaccamente eppure la pensa così del Lotti. Poi ricordate cos’è che dicono i periti Fornai e Ragazzi quando giungono alla fine dei loro elaborati “vi è in Lotti un complesso di inferiorità presente a tutti i livelli intellettivo, affettivo, relazionale, sociale ed economico” è per caso questo un sintomo di atteggiamento violento? Una persona che ha tali complessi di inferiorità da sentirsi soggiogata dagli altri? Diverso dagli altri? A pagina 35 poi dell’elaborato si legge infatti la storia esistenziale periziando che è quella di un soggetto eccessivamente solo, prima di amicizie stabili connotato da un limitatissimo inserimento lavorativo esistenziale tanto da essere finito in una struttura per emarginati, ancora una volta vi faccio la solita domanda, una persona che subisce a tal punto le sue esperienze di vita, la sua solitudine, la sua sofferenza dico è un uomo violento? Si è provato in quest’aula che Lotti è un uomo violento capace di gesti violenti? Sarà perverso lo sappiamo benissimo i periti c’è l’hanno detto ma la violenza non è emersa, quindi Lotti non è capace di reagire, di agire e di interagire con l’esterno. Si dice poi che Lotti come sia nasconde qualche cosa, ha qualche riserva, però pensate che queste dichiarazione di testi Fornari e Ragazzi la fanno quando siamo a luglio quando il Lotti non ha ancora evidenziato quello che per lui è l’aspetto più importante della sua confessione, il fatto di aver sparato a Giogoli, signori è una spiegazione lampante, semplicissima, Lotti parla degli spari di Giogoli non del delitto ma degli spari la prima volta nel manoscritto 15 novembre 96 poi seguite dall’interrogatorio reso dal PM il 16 novembre all’epoca in cui fu visitato queste cose non le aveva ancora dette, ecco la riserva cos’è che tiene ancora dentro di sé, l’aspetto più importante quello che maggiormente lo coinvolge in questi fatti, e questo scritto di cui vi ho parlato non è un gioco è reale, la calligrafia è la sua, è per lui l’ammissione più grave nella consapevolezza del ben diverso coinvolgimento rispetto ai suoi complici tale ammissione per Lotti rappresenta un fatto molto importante di cui egli avvertì tutta la gravità, non è facile ammetterlo per cui decide di consegnare un manoscritto agli inquirenti manoscritto che è sostanzialmente uno sfogo per lui una liberazione e vado all’ultimo punto signori della corte. Vi è stato detto che Lotti sarebbe un calunniatore per tornaconto, addirittura un tipico caso di scuola di calunniatore per interesse, anche questa è un’affermazione infondata, pensate per un attimo a cosa vi è stato detto, per lui è stato conveniente assume quell’atteggiamento perché è stato premiato, si rende conto di essere coccolato e questo gli basta, signori se così fosse il Lotti altro che persona capace di intendere e di volere sarebbe un deficiente/un cretino, scusate l’espressione, perché Lotti non si limita ad accusare ma si autoaccusa inchiodandosi a responsabilità gravissime e ne è consapevole, pensate a ciò che dice alla Filippa Nicoletti “lo so che andrò in carcere ma è così la verità è questa” ventun anni ha chiesto il PM, questo è il premio? Cioè Lotti si sarebbe accusato di quattro duplici omicidi sia pure con tutti quei limiti che sappiamo in ordine al grado del suo coinvolgimento solo per evitare qualche mese a dir tanto di custodia cautelare e per essere coccolato durante il processo? Accidenti un bel premio non c’è che dire, che fortuna che ho, non vanno in carcere subito, mi sento protetto, poi posso scontarmi in santa pace i miei vent’anni di carcere, veramente con un tale premio chi non si sarebbe comportato come il Lotti? Se questo è il premio non chiediate poi a ciò che vi hanno detto circa la possibilità di applicare a Lotti la cosiddetta legislazione premiale, abbiamo detto si Lotti carcere ma Lotti non farà il carcere farà tutte altre cose se lo fa è un carcere attenuato ben diverso, i luoghi diversi.

Presidente: L’ha già detto l’altra volta la discussione questa è una replica

Avv. Antonio Mazzeo: Nella sua posizione il Lotti non può beneficiare di questa legislazione perché essa è riservata ai collaboratori in processi di criminalità organizzata, questo difensore vi ha proposto tale questione di costituzionalità proprio perché mi è parso ingiusto, assolutamente ingiusto, che il Lotti non possa godere del trattamento connesso previsto dai collaboratori di mafia a parità sostanziale sempre sessuale perché dico questo? Perché è collegato al discorso del Lotti accusato di essere un mentire per tornaconto, mentitore per interesse, per Lotti non sono previsti sconti di pena a prescindere dalla possibilità che io ho rappresentato dell’attenuante del 114, non soluzione alternativa al carcere, non trattamenti carcerari differenziati, se pende vent’anni di carcere Lotti li sconta, sconta comunque pur essendo sostanzialmente un collaboratore in base alla definizione che il legislatore ha dato all’elaborato ma quel trattamento di favore che gli fu riservato e che ha formato oggetto di contestazioni da parte della difesa del Vanni è perfettamente aderente al codice Lotti non ha fatto un giorno di carcere perché non esistevano per lui esigenze cautelari specifiche che potessero consentire al PM di adottare nei suoi confronti l’applicazione della misura né si poteva ragionare così come abbiamo detto nei giorni scorsi “intanto va in carcere così ci pensi su” perché se fosse così signori della Corte non avrebbero alcun senso tutte quelle argomentazioni degli avvocati che gli avvocati svolgano ed hanno svolto anche attraverso gli organi loro rappresentativi per protestare contro l’uso della carcerazione preventiva per costringere taluno a confessare, è un abuso, non si può dire ad una persona vai in carcere così ci pensi poi dici la verità, per Lotti non vi erano esigenze cautelari, non fu messo in carcere per questo motivo, ha collaborato, hanno continuato a non persistere esigenze cautelari e pertanto non ha fatto carcere. Arrivando quindi alle conclusioni possiamo da questa argomentazione che ho svolto concludere che Lotti è credibile, non ha raccontato bugie, non è un impostore, non è un vigliacco approfittatore, non ha agito per tornaconto né per il sentimento, le sue dichiarazioni sono ampiamente riscontrate, i riscontri che vi hanno contestato sono effettivi, sono certi, li avete agli atti sono sottoposti a vostra valutazione, non vi resta che una cosa graduare la colpa rapportandola ad una pena io vi ho illustrato a mio parere qual è la strada che potete percorrere per giungere ad una sentenza giusta che tenga conto di tutte le risultanze di questo processo di ciò che Lotti ha fatto, ha detto, della sua collaborazione e del suo minimo insignificante apporto grazie.

Presidente: Mazzeo quando parla lei? No per sapere il programma.

Avv. Antonio Mazzeo: Io mi rimetto a lei non c’è nessun problema però si corre il rischio di spezzarlo perché chiaramente i rappresentanti dell’accusa ha fatto una replica di un giorno e mezzo

Presidente: Interrompiamo 10 minuti/15 munti.

Presidente: Ecco informo che è arrivata la polizza però dell’anno successivo dell’86 però insomma la forza è quella

P.M.: è quella che non si reggeva è quella che da atto che sostituisce quella dell’anno prima infondo, quella cui Bertini ha dato la fotocopia l’originale da atto infondo a sinistra

brusio

Presidente: Ho capito che qui abbiamo un assicurazione che è attiva dal 23, questo è il numero della polizza

Avv. Antonio Mazzeo: Ma questa polizza qui avrebbe dovuto essere come minimo stipulata il 29 85 per essere coincidente con quello scusi perché quella è quella dell’anno dopo

Presidente: Ho capito ma se non c’è l’ha mandata. Allora andiamo avanti per questa sera per un’oretta va bene perché poi c’è il problema del giudice. No se si poteva dividere per argomenti e fare un’ora oggi per far entrare tutto.

Avv. Antonio Mazzeo: Signor presidente e signori della Corte mi rendo conto che introdurre una replica finale in difesa di Mario Vanni circa alle 18:00 di una intensissima giornata di anticipo di primavera è una fatica per tutti, d’altra parte la gravità della posizione del mio assistito impone a me prima di tutto ma a voi forse più che a me evidentemente il massimo dell’attenzione ciò che mi ha colpito nella replica dei rappresentanti dell’accusa non è tanto ciò che egli ha detto bensì ciò che egli non ha detto, ringrazio il dottor Canessa dell’apprezzamento nei confronti del metodo che questo difensore avrebbe adottato nella sua esposizione che è un merito assolutamente conforme alla linea e all’indirizzo dei vostri colleghi giudici di merito e della Corte Suprema di Cassazione, siamo in un processo penale e quindi bisogna parlare di sentenze per forza, di precedenti giurisprudenziali e prima ancora di norme di legge, però quando il pubblico ministero dice di aver sintetizzato gli argomenti dell’avvocato Mazzeo il quale sostanzialmente cito alla lettera ne avrebbe trattato uno solo e cioè che gli investigatori avrebbero acriticamente accettato e bevuto tutto quanto detto il Lotti beh il pubblico ministero mi consentirà di contraddirlo perché questo era uno degli argomenti e forse non era anche tra i più importanti perché le carte processuali nelle quali io mi sono addentrato parlano da sole al di là dei miei commento. In realtà la replica del pubblico ministero sostanzialmente a me è parsa una difesa della categoria alla quale in Italia siamo spesso abituati, io capisco la posizione dell’accusa il pubblico ministero anche con un tono di risentimento ha detto dice “la difesa del Vanni ha bacchettato tutti, l’indagine sarebbe stato un disastro, ha bacchettato i giudici, l’ufficio del pubblico ministero (che si compone di quattro magistrati abbiamo appreso), l’incidente probatorio non sarebbe stato condotto dal giudice per le indagini preliminari (salta l’audio) il caso di cui ci stiamo occupando tanto più attenta deve essere il sonno della ragione genera mostri tanto per rimanere in tema di mostro no? Qui non è consentito, io ho citato pagine di verbali, riferimenti, nessuno è venuto a dirmi che le mie citazioni erano parziali oppure che in altri verbali che io non ho citato si dicevano altre cose e non le ho semplicemente citate, ho citato la vita di una certa dichiarazione in ordine ad un certo argomento che è fondamentale ma poi entrerò nel merito ma per esempio come fu uccisa Pia Rontini, dall’inizio/dalle prime dichiarazioni degli incidenti probatori alle ultime al dibattimento per evidenziare a questa Corte eccellentissima anche un meccanismo infido di cui si è servito l’imputato cioè a dire quello di modificare le sue versioni rese in un primo momento non spontaneamente ma con riferimento a dati oggettivi che emergevano aliunde come si dice dal processo cioè riscontri veri cioè perizie medico legali, sopralluoghi, rilievi della polizia scientifica e quindi quando sapeva che non era più sostenibile una certa versione farla quadrare anche incalzato dalle contestazioni delle altre parti. Ora mi si dice per esempio per Pucci trova riscontro in 100.000 elementi ma insomma via non voglio tornare a rileggervi o a recitarvi tutto quello che ha detto il Pucci, poi c’è scritto qui in questa memoria autorizzata che vi sarà consegnata domani dall’articolo 480 del codice di procedura penale, ma ve ne ricordo una sola però, Pucci ha risposto nell’arco di un unico esame testimoniale chiamiamolo così dalla mattina al pomeriggio ha risposto “non ricordo” in 123 occasioni signori ma ve lo ricordate di farvelo il conto perché io sono convinto che voi lo farete invece questo lavoro che ho fatto io e ci mancherebbe altro e sicuramente lo farei in modo più puntuale ancora di questo difensore perché a voi sta l’onere gravosissimo di prendere una decisione, io mi rivolgo a lei presidente uno che risponde 123 volte “non ricordo” i giudici popolari sapranno che esiste una figura di reato prevista dalla norma del codice penale che si chiama testimonianza falsa o redigente il quesito è che si dovrà porre questa Corte, quante volte deve rispondere non ricordo un testimone e che il pubblico ministero chiede l’acquisizione al suo ufficio degli atti per valutare se procedere contro di lui per testimonianza falsa o redigente? Noi abbiamo una risposta che dice trava riscontro in 100.000 elementi punto però non c’è né dice neanche uno, ah uno l’ha detto dice “la visita che fece Vanni quel pomeriggio degli Scopeti alla prostituta di cui non mi ricordo più il nome” e che riscontro è questo? Vedete si casca di nuovo nell’altro argomento quello dei riscontri oggettivi, un argomento che deve essere molto chiaro a voi, il riscontro oggettivo deve essere un elemento esterno, mi ripeto ma poi non lo faccio più, univoco/certo che deve condurre un certo fatto rilevante ai fini della decisione il fatto che lui sia andato alla prostituta in sé per sé non vuol dire nulla, ci andava altre volte rilevante ai fini della decisione deve condurlo direttamente al vostro imputato, un vero riscontro poteva essere tizio vide Vanni nella macchina davanti all’ingresso della piazzola degli Scopeti nell’ora vicina al delitto, quello si che è un riscontro che avrebbe detto che Vanni c’era. Pucci invece ci ha detto un’altra cosa grave secondo questo difensore e che dimostra che quell’atteggiamento psicologico che è stato contestato come non conforme a quello che prevede la legge agli inquirenti invece c’era cioè questo di prendere tutto quello che diceva il Lotti e cercare vorrei dire anche in modo concitato una serie di riscontri esterni che in qualche modo potessero dare fondamento alle sue dichiarazioni e qual è questo elemento? Pucci è venuto a dirci, sempre che sia vero, perché non so se lo conferma Lotti questo particolare che nel pomeriggio di quel giorno loro erano già stati sopra gli Scopeti lui e Lotti a spiare la coppietta e guarda caso poi quando li spiano sono sempre quei disgraziati lì a fare l’amore, insomma lasciamo perdere, eh ma signori ma questo c’era stato il pomeriggio e poi ci è tornato la sera. Poi dice maa i carabinieri non lo diciamo ma questo si chiama favoreggiamento da un punto di vista tecnico, tecnico processuale, spiegateglielo signori giudici togati ai vostri momentanei colleghi non togati della Corte, il Pucci miracolosamente è rimasto un testimone in questa storia, come testimone era Lotti all’inizio e poi parleremo anche di questo lui però non poteva rimanere testimone ad un certo punto diventava per forza imputato e vi spiegherò perché. Questo è uno che doveva essere indagato di favoreggiamento perché ci sei stato il pomeriggio, ci sei stato la sera, hai visto, insomma stai dicendo che tu ci sei stato sempre lì, li avevi mirati questi due poveretti e noi dobbiamo crederti quando ti sei trovato sempre lì per caso? Poi risponde “non ricordo” 123 volte nell’arco di un esame dipartimentale e continua a rimanere un testimone che non è neanche indagato per l’ipotesi di reticenza quantomeno? Questo dovrebbe fondare un giudizio sul fronte a richieste di ergastolo, la pietra tombale la mette in pubblico ministero Pucci trova riscontro in 100.000 elementi nella sua replica, beh questa è una replica insoddisfacente da questo punto di vista ma proprio totalmente insoddisfacente. Altro elemento di cui si è occupato perché sono pochissimi e tra l’altro con riferimento all’esposizione di questo difensore il pubblico ministero è la questione che io avevo sintetizzato con un termine tecnico che si chiama così del dilemma del prigioniero, cosa vi ho detto io? Esaminando e analizzando molto serenamente la telefonata che il 24 Marzo del 96 il Lotti fa alla Nicoletti e nel corso della quale egli fa certe affermazioni si può fondatamente ritenere e poi me ne ha dato conferma il pubblico ministero, lui alla volta per davvero mi ha dato un riscontro oggettivo, si può fondatamente ritenere che il Lotti sia incorso in quel meccanismo studiato in psicologia giudiziaria che si chiama quello non della sindrome del prigioniero come diceva il dottor Canessa ma del dilemma del prigioniero cioè a dire ci sono due sospettati a ciascuno dei due separatamente si dice “guarda quell’altro ha detto tu sei te” la prima reazione a meno che non ci sia una grandissima fiducia tra i due è che “io? Ma sarà stato lui” e io dicevo qui dice pure che c’è scritto a pagina 22 della trascrizione di quella telefonata signor presidente lui dice quando parla Nicoletti poi dice “c’è scritto” cioè m’hanno detto che c’è scritto ovviamente non dice dove c’è scritto qui si poteva ipotizzare tante cose anche le cose più antipatiche che questo difensore esplicitamente non ricorda di aver ipotizzato cioè esempio di scuola un falso verbale che gli hanno fatto vedere in cui Vanni diceva pubblico ministero esercitando secondo me senza ironia lo dico in questo caso raramente devo dire forse unico a quanto mi costa il suo dovere d’ufficio che è quello di ricercare la verità e non di accusare sempre cioè la legge impone al pubblico ministero lo dico per i giudici non togati che è un funzionario dello Stato di laddove ritrovi elementi a favore dell’indagato di evidenziarli eventualmente anche di chiedere l’archiviazione del procedimento che è stato iniziato, in questo caso direi con molta correttezza, naturalmente non si discute mai di questa su un piano cosciente voglio dire, ha portato quei due ritagli di giornale del 21 Marzo di 3 giorni prima dove c’è scritto io ho presente quello della Repubblica l’ira di Vanni il titolo il Vanni dice ma come il Lotti dice che io avrei fatto quelle cose? Io non le ho fatte semmai sarà stato lui tipica risposta che a quel livello mentale è più che concepibile ma forse l’avrebbe fatta anche qualcuno di noi se si fosse trovato in quella condizione ma io faccio quello ma sarà stato lui “sarà stato lui” andate a rileggervi quei ritagli di giornate, il punto non è se esisteva un ritaglio di giornale al posto di un falso verbale signori della Corte perché sennò continuiamo a non intenderci il punto è che qui veramente quella che era un’ipotesi del difensore diventa un’ipotesi riscontrata da quei giornali, guarda caso di tre giorni prima, che fosse un falso verbale è la stessa cosa quello che conta è l’utilizzo che se ne è fatto da parte di qualcuno, andatevi a leggere le pagine 22 e 23 di quella trascrizione di verbale, quel qualcuno ha detto cosa dice Lotti … eccetera ed quell’altro dice ma come dice questo si dice c’è scritto ma dice chi? La Nicoletti dice, li conosco a memoria ormai la trascrizione, dice c’è scritto lo dicono quelli che mi accompagnano in questura per gli interrogatori questo testualmente e i documenti che ha prodotto il pubblico ministero sono un puntuale riscontro a quella che era solo un’intuizione di questo difensore, non ha importanza insisto se era il falso verbale eccetera ma pubblico ministero nessuno mette in dubbio voglio dire sotto questo profilo sta di fatto che tre giorni prima l’occasione documentale dice c’è scritto e infatti poi Lotti l’hanno avuta l’importante è come l’hanno utilizzata, tu sei stato te e poi Lotti conclude a pagina 23 “ah sono stato io” reazione irata puntini … “ah sono stato io” come a dire “ora ti faccio vedere io se sono stato io, sei stato ma tu” eccolo qui il dilemma del prigioniero riscontrato come doverosamente ha fatto l’ufficio del pubblico ministero. Vedete non è vero che questo difensore al di là di quelle che erano le bugie oggettive e quindi ha dovuto dire bugiardo perché uno che dice le bugie dice bugiardo si chiama bugiardo che questo difensore pensa di Lotti tutto il male possibile di questo mondo secondo mio avviso modesto Lotti dice bene quando dice mi hanno imbrogliato col verbale, è logica, p consequenziale, sapete perché? Perché anche quando si parte dicendo come dice l’accusa questo è un processo che si fonda su una confessione su una chiamata di correo beh anche qui a ben guardare le carte dell’istruttoria che prima non avevo guardato con sufficiente l’attenzione io sono arrivato di recente in questo processo non è esatta questa cosa, pensateci bene signori, non è vero che c’è una confessione ed una chiamata di correo ma neanche per idea, i famosi testi alfa/beta dell’inizio dell’inchiesta sono per l’appunto dei testi/dei testimoni anche Lotti è un testimone, non è che Lotti fa come ha fatto per dire Leonardo Marino nel caso Soffri si presenta ai carabinieri e dice io ho partecipato all’omicidio ed è il commissario Calabresi però insieme a me c’erano pinco e pallino, questa è una confessione con contestuale chiamata di correità, lì sarebbe stata corretta l’osservazione del dottor Canessa, ma qui non è andata così ed è fondamentale avere presente questo per la ragione che vi dirò, Lotti all’inizio è come Pucci, un testimone perché tutti e due accusano guardate i primi verbali che sono stati doverosamente depositati dal pubblico ministero accusano Vanni e Pacciani di averli visti agli Scopeti, all’inizio questi parlano solo degli Scopeti, noi eravamo lì, eravamo arrivati lì non si sa bene perché, per fare un bisogno, per riposarci, per andare a spiare una coppietta, lasciamo perdere una delle tante contraddizioni, eravamo lì per caso non dice mica Lotti all’inizio io ero lì perché c’avevo appuntamento con loro per fare questo omicidio per fare il palo che ora mi si dice che non si sa più bene anche che diavoleria sia il Lotti non era più neanche un palo, arriveremo anche a questo che è una replica, era un testimone allora giuridicamente e sostanzialmente siccome la confessione presuppone un imputato e lo dice il codice questo spiegatelo ai giudici popolari signori togati, la confessione la può fare solo un imputato, uno che non è un imputato che accusa qualcun altro intanto non se stesso sta facendo una denuncia, è un testimone che denuncia, notizia criminis, di aver assistito per caso ad un fatto e dice io ho visto pinco e pallino fare questo così è partita la storia del Lotti, si comincia a capire perché dice Vanni mi ha imbrogliato. Allora tanto per fare i soliti riferimenti ma qui le citazioni sono di giurisprudenza eh non sono di letteratura che tanto turbano l’accusa, chiariamoci bene che cos’è la confessione lo dico per i giudici, allora Bellavista famoso penalista la voce confessione diritto processuale penale in enciclopedia del diritto, la spontanea dichiarazione di chi non essendo imputato, Lotti quando ha cominciato a parlare parlava solo degli Scopeti non era né il teste alfa né il teste beta di chi non essendo imputato agli effetti della legge processuale penale si accusa autore di qualsiasi addirittura se si fosse accusato anche lì prima ancora di essere imputato figuriamoci in questo caso che non ha cominciato con l’accusare se stesso ma accusava Vanni e Pacciani dice si profila come denuncia e non già come confessione, che vuol dire questo? Vuol dire che se la denuncia era falsa il Lotti in quel momento se fosse risultata falsa quella denuncia quando era ancora testimone al massimo rischiava che cosa? Di essere imputato di calunnia “mi hanno imbrogliato” ci credo tra correre il rischio di essere imputato di calunnia e finire poi come coimputato di 8 o 10 duplici omicidi beh ne passa no? Allora intanto non è una confessione con chiamata di correo è una denuncia che Lotti fa nei confronti di Vanni e Pacciani dicendo io, tant’è vero avete presente sempre il Pucci che miracolosamente è rimasto testimone in questo processo in caso di assoluzione delle persone che lui ha accusato il Pucci l’ufficio procederebbe per calunnia no? Ha accusato falsamente che erano agli Scopeti invece magari non erano colpevoli non c’erano loro. Quindi Lotti parte come testimone, Lotti dice “io ho visto Vanni e Pacciani agli Scopeti per caso perché mi ero fermato” è andata in parte così la cosa, lo proteggono subito alfa, beta, non si sa che addirittura si è dovuta pronunciare la Cassazione sulla necessità come sappiamo con riferimento all’asse d’appello che ha assolto Pacciani che debbano essere sentiti anche costoro in osservanza di quella fondamentale regola di giudizio per i giudici che è la ricerca della verità reale sempre, lo dico sempre per i giudici non togati, in questa vicenda teniamo presente c’è una prima regola del giudizio, il giudice deve cercare la verità reale quindi al di là di tutto lui ha grandi poteri in questo senso, poi naturalmente deve decidere in base al libero convincimento che debba essere però libero convincimento al di là di ogni apparenza, che deve essere però bilanciato da una logica motivazione e fondata, in questo caso specifico chiamata di correo il correo che ha chiuso agli altri intanto non si crede poi vediamo come dice la Corte di Cassazione sezioni unite, vediamo la personalità se è credibile sotto il profilo della personalità, se è incredibile sotto il profilo della verità o veridicità del racconto, se è credibile sotto il profilo dei riscontri oggettivi, se fosse credibile sotto questi due primi profili e mancano riscontri comunque non se ne tiene conto non vale. Allora il Lotti è testimone, è un testimone particolare tenuto segreto alfa, beta, eccetera, ha parlato soltanto degli Scopeti, un testimone ovviamente non può essere testimone se non di un episodio omicidiario e dice perché? Perché sennò non sarebbe più testimone se uno può trovarsi per caso presente su 2 o 3 o 4 luoghi di questi delitti è ovvio che non potrebbe più fisicamente essere un testimone perché Pucci è rimasto testimone perché lui ha parlato solo degli Scoperti, in questo contesto arriva la telefonata del Lotti alla Nicoletti in cui dice “mannaggia m’hanno imbrogliato perché la mia macchina la vedono dappertutto, a Vicchio, devo parlare con l’avvocato mi dice che devo parlare non basta devo dire di più, bisogna che io dichi di più che io parli anche dell’83, dell’82, dell’81 ma che ne so io” ecco dove l’hanno brogliato alla fine guarda c’è scritto eh l’accusa dice sei stato tu a fare gli omicidi eh e lui il lotti che io in questo caso penso che è un poveretto comincia veramente a parlare dell’84, dell’83 e dell’82 ma a quel punto mi dite come faceva rimane testimone? Si è mai visto un testimone presente agli Scopeti e poi per caso e combinazione presente anche a Vicchio e poi per caso combinazione no, il testimone può essere che c’è una volta solo su un luogo solo, era ovvio che doveva diventare imputato, imputato è chiamato in correità a quel punto lì, perché dico questo? Primo perché anche con riferimento alle produzioni del pubblico ministero trova fondamento documentale riscontrato che è vero il Lotti quando in quel contesto di verità/di quella telefonata dove non ci sono toghe nere che lo interrogano si sfoga come ha detto bene il suo difensore stasera, è uno sfogo umanissimo tra disperati come ha detto, è un poverino che gli sta scappando di mano la situazione dice adesso voglio che parli mi hanno imbrogliato ma mi è sembrato sì perché voglio dire finisce di essere testimone basta che parli di un altro omicidio e non è più testimone ma è imputato e perché è importante questo? Perché io non nego che in tutta questa vicenda, nella mente di tutti ne sono convinto anche mia no, c’è sempre stato un argomento forte a favore dell’accusa del Lotti e qual era questo argomento forte? Era lo stesso argomento forte a favore dell’accusa del Marino, lui si che si confessa, che fa una confessione e che chiama in correità, spiegato prima. L’argomento forte a favore del Lotti è lo stesso ma insomma va bene questo è uno che dice delle palesi falsità, su fatti fondamentali del processo ed è una, ed uno che dice delle inverosimiglianze che non stanno tra il cielo e la terra su fatti non secondari ma fondamentali del processo ed è vero, è uno che si contraddice continuamente e che adatta la sua versione come ha censurato la Corte Suprema sezioni unite con riferimento a dati oggettivi, che contrastano con la sua versione, e arriva a cose assolutamente ridicole non riprese neanche dal pubblico ministero gliene do atto nella sua requisitoria finale tipo quella delle buche ma io ci torno perché il difensore del Lotti ci ha parlato stasera delle buche e ci ha parlato delle macchie di sangue, queste cose non le ha riprese neanche il pubblico ministero però l’argomento forte a favore dell’accusa al di là e al di sopra di tutto questo qual era? È ma insomma questo è uno tutti l’avete pensato noi dovremmo confrontarci noi giudici con queste evidenze che comunque questo è uno che per accusare Vanni sta accusando se stesso, che al di là di tutta la legislazione premiale che esiste e che ha ricordato rinfacciandogliela proprio il presidente ieri a Lotti comunque sia è uno che non ha la famiglia, non c’ha figli, non c’ha organizzazioni mafiose che l’ammazzano dietro, non c’ha da render conto a nessuno, era un diseredato anche prima, però insomma è sempre antipatico prendersi sia pure sulla carta una condanna per esempio come quello che ha richiesto il pubblico ministero a vent’anni, quindi voglio dire riflettiamo beh le cose non stanno così signori quando andrete in camera di consiglio questo argomento ve lo dovete dimenticare perché? Perché contro questo argomento ci sono le carte processuali, lui non ha fatto una confessione o una chiamata di correo, lui ha fatto una denuncia come testimone e dopo quando ha cominciato a parlare anche di altri omicidi oltre che degli Scopeti è diventato imputato quindi è impossibile e sarebbe errato e sarebbe anche moralmente sbagliato che voi andaste a pensare che comunque a sostegno al di là di ogni inverosimiglianza di ogni falsità della dichiarazione accusatoria del Lotti verso il Vanni c’è questo fatto che lui che per arrivare ad accusare il Vanni ha accusato se stesso, non è andata così da un punto di vista proprio temporale, ecco l’importanza del dilemma del prigioniero riscontrata diamone atto per l’ennesima volta lealmente dall’accusa proprio con la produzione di quei fogli di giornali di tre giorni prima, quindi dimentichiamoci questo aspetto, lui non ha messo sull’altro piatto della bilancia l’ipotetica condanna a 21 anni nei suoi confronti, quando lui ha cominciato ad accusare Vanni dicendo l’ho visto uccidere agli Scopeti lui rischiava al massimo come testimone una condanna per calunnia, siamo tutti d’accordo su questo signori togati? È speculare a questo è il caso Marino di stretta attualità proprio stasera mi si diceva i giudici hanno respinto l’istanza di revisione che ha fatto Soffrì, lì è un caso diametralmente opposto pensate a Marino e pensate a Lotti, Marino parte subito come imputarlo capito signori giudici non togati? Lui si che l’ha messo sul piatto della bilancia la sua condanna che poi magari ha scontato poco ma insomma l’ha presa a 11 anni, lui c’è l’aveva quest’argomento forte a favore della sua credibilità contro ogni inverosimiglianza. Alla fine il pubblico ministero dice io dice do atto al metodo seguito dall’avvocato della difesa e che comunque si risolve poi in una contestazione dell’atteggiamento mentale perché mi ha ricordato la mia ahimè l’ennesima citazione di delitto e castigo, non ne farò più citazioni extra giuridiche, laddove c’è l’atteggiamento di un giudice che di fronte a uno che non è neanche come il Lotti che va a fare una denuncia accusando gli altri dicendo io testimone, uno che accusa se stesso di avere ucciso il personaggio dice ma io a questo non ci credo mica lui dice delle cose ma io le sto controllando, lui addirittura mente senza saperlo perché su tante cose pare informato ma su tante altre non sa di non sapere dice così nel romanzo non sa di non sapere e io mi sono permesso di sottolineare questo aspetto psicologico su cui è voluto tornare proprio il pubblico ministero il quale cosa vi ha detto invece? Vi ha detto delle cose molto importanti nella sua replica, ha detto non è vero che è mancata la razionale diffidenza che tra l’altro ci era imposta dalla legge cioè non è che per loro era gratuita la cosa tra credere e non credere loro erano obbligati a non credere per le ragioni che sappiamo quando c’è un chiamato in correità intanto c’è una presunzione che sta dicendo delle cose false, poi si guarda dice non è vero perché? Perché non è vero dice perché noi abbiamo ed ha elencato una serie di attività di indagine che sono state compiute, noi abbiamo esaminato la personalità del Lotti tant’è vero che gli abbiamo fatto fare delle perizie psichiatriche benissimo, abbiamo messo sotto controllo il telefono benissimo, abbiamo sentito un sacco di testimoni per vedere se in qualche modo benissimo, abbiamo verificato la verosimiglianza del suo racconto cioè ha detto tutta una serie di cose però la prima domanda che si pone è questa, tu hai fatto queste cose che la legge gli imponeva comunque di fare addirittura abbiamo trascritto certi verbali per i quali non c’era obbligo di trascrizione benissimo e la domanda è questa, e quali conclusioni hai tratto tu accusa prima di portarlo qui al dibattimento? La legge ti richiede di avere quel sano atteggiamento di diffidenza obbligatorio e di porre in essere tutta quella serie di attività di indagini non così io ho fatto indagini psichiatriche benissimo e cosa è venuto fuori? Sotto il profilo della personalità è venuto fuori un qualche cosa che deponesse a favore della credibilità? Perché poi tutte queste attività tu le devi svolgere per quale ragione? Per trarre delle conclusioni per sapere se il materiale che vai raccogliendo è un materiale serio da portare al vaglio di un dibattimento pubblico oppure no, perché se la risposta è no tu chiedi l’archiviazione. Voi le conclusioni delle vostre indagini non le avete tratte è mancato l’elemento finale, l’operazione è riuscita ma il paziente è morto si dice in termine medico, il medico dice io ho fatto tutto, l’anestesia era andata benissimo, avevo tutti gli impianti laser cioè tutti più sofisticati di questo mondo, dal punto di vista della tecnica chirurgica/investigativa io ho posto in essere tutte le attività che erano nelle mie facoltà e in mio dovere di fare anche quelle che non erano in mio dovere di fare e vabbè e allora per trarre quale conclusione prima di arrivare qui? No mi scusi abbia pazienza per trarre quale conclusione non ci nascondiamo dietro al GIP per cortesia, dunque il gip sappiamo perfettamente lo spiegheranno i giudici togati ai giudici non togati è un fatto statistico non entro neanche nel merito di questo processo certo che il legislatore quando ha previsto il nuovo codice procedura penale proprio per evitare dibattimenti a volte magari in misura eccessiva che magari si potessero concludere troppo spesso magari con un assoluzione ha previsto l’udienza preliminare che doveva fare da filtro m’insegnano i giudici togati ma i giudici togati mi insegnano anche che questo filtro non funziona e che nella stragrande maggioranza dei casi il gip che giustamente uno che sta lì a vedere magari montagne di carte in un udienza deve decidere eccetera rinvia tranquillamente a giudizio, ditemi se non è vero signori giudici togati. Di gip che fanno da filtro nell’udienza preliminare nel nostro ordinamento c’è né sono pochissimi, questo è uno degli elementi deboli della riforma del codice di procedura penale e lo dice la statistica non lo dice questo anonimo difensore e quindi sto parlando invece degli inquirenti e dico l’operazione è riuscita ma il paziente è deceduto, mutatis mutandis, avete fatto questo, avete fatto questo, avete fatto questo, avete fatto questo, embè e quali sono stati i risultati che avete raggiunto? Per esempio in ordine alla credibilità del Lotti con riferimento al suo vissuto e alla sua personalità insomma ha detto il pubblico ministero questo è uno che per le 50.000 lire per andare a prostitute un privo completamente di valori, un pari in qualche misura, insomma è una persona credibile? D’amblè diciamo perché questa doveva essere l’operazione che dovevano svolgere loro, intanto vediamo se su questo si può costruire veramente un’accusa da portare a dibattimento, la personalità negativissima ve l’ha illustrata direi in modo puntualissimo il pubblico ministero su questo profilo, la consistenza dei racconti che ha fatto, guardate io non sto qui a dire ma parla o non parla quando da testimone passa ad imputato per le ragioni che sappiamo bisogna che tu dici di più povero bischero scusate mi sia consentito il termine mica glielo avevano spiegato che finché parlava solo di un omicidio a cui poteva avere assistito poteva sempre essere un testimone ma se nel momento in cui comincia a parlare di un secondo omicidio magari perché il Vanni dice “ma tu sei stato te?” “ah sono stato io” non puoi essere più un testimone evidentemente no? A questi inverosimiglianza non ci si può arrivare questo è contro le leggi di natura veramente, quindi dico la consistenza dei racconti ecco la consistenza dei racconti, non sto ancora parlando dei riscontri oggettivi, dice qui il rappresentante dell’accusa nella sua replica pagina 44 dice “però direi che si evince che il pubblico ministero non credeva che gli investigatori non credevano ciò che dicevano questi testi” guarda li chiama anche testi correttissimamente come sempre perché effettivamente erano testimoni all’inizio, chiaro il concetto che non c’entra niente la confessione alla chiamata di correo qui? Questo è un teste che denuncia all’inizio quindi è un teste che rischia al massimo la condanna per calunnia non è che uno che mette sul piatto della bilancia la sua condanna all’ergastolo o che so io eh, come Marino, “ciò che dicevano questi testi perché risulta dalle domande” dice attenzione signori giudici “risulta dalle domande non è vero quello che vi è stato detto tenendo presente che quello che Lotti e Pucci riferivano il PM non sapeva assolutamente niente” quindi continua “emerge come una risposta PM rimane incredulo va avanti ma non gli può contestare cose che non sa” allora ma riflette su quest’affermazione dice io pubblico ministero/io inquirente/io polizia giudiziaria non li potevo contestare non li potevo fare le contestazioni a Lotti per esempio lasciamo da parte per un attimo Pucci, si commentano da soli, “a Lotti non gli potevo contestare ciò che non sapevo perché io inquirente non sapevo nulla dei racconti che per la prima volta lui mi stava facendo” come non sapevi nulla? Non sapeva nulla? Vogliamo fare qualche esempio perché non hanno contestato a lotti fin dall’inizio le falsità, lasciamo perdere le contraddizioni, le somiglianze lasciamo il ridicolo, lasciamo perdere tutto parliamo di falsità oggettive, il diritto/il processo va bene studia i comportamenti esterni delle persone anche i più inverosimili se però sono stati posti in essere e risultano riscontrati né deve tenere conto anche quelli che fanno a pugni con la logica comune ma le falsità oggettive perché non gliele contestate? Vogliamo fare qualche esempio? Pubblico ministero dice “io non potevo contestargli cose che non sapevo” allora quando il Lotti parla di Giogoli e dice e l’ha sempre detto che furono sparati tra Pacciani e lui 9 colpi di pistola tutto il caricatore dopodiché finito quando tutto fu finito Pacciani apri lo sportellone e vide che erano morti e li si domanda a Lotti dice “ma insomma ma non ha sparato altri colpi dentro il portelloni?” dice “no mai” ripetuto sempre anche all’inizio, anche a loro, loro però lo sapevano che questo contrastava con un dato oggettivo e che Lotti in quel momento stava dicendo una falsità oggettiva perché risultava dai riscontri della polizia giudiziaria, dai sopralluoghi, dalle perizie medico legali, dal dottor Perugini che l’ha scritto pure in un libro che due bossoli quindi gli ultimi due colpi erano stati sparati all’interno allora io dico tu inquirente dice “non gli potevo contestare cose che non sapevo” no tu lo sapevi, io quanti verbali avrò letto nella mia breve carriera di polizia giudiziaria, di esami di testimoni o di indagati dove si dice ad un certo punto quello sta raccontando ad un certo punto uno dice a questo punto l’ufficio fa presente e contesta all’indagato e contesta al testimone e contesta a chi vi pare che il suo racconto non può essere andato nei termini di cui lui sta parlando in quanto risulta questo ufficio questo e quest’altro e chiede spiegazioni sul punto e tante volte quello dice preso in castagna “ma proprio non me lo so spiegare” tipica frase da verbale, “non me lo so spiegare” perché? Ma qui non è mica uno sapete ora ve li elenco tutti sono una miriade, queste sono le falsità oggettive e loro le conoscevano di già quando hanno interrogato il Lotti “non potevamo contestargli cose che non sapeva” no gliele potevano contestare non l’hanno fatto perché ha ragione scusate questo difensore modestissimo quando vi dice che proprio l’atteggiamento psicologico di base che è andato contro la legge in questo caso che gli imponeva terzo comma del 192 del codice di procedura di essere diffidenti, di essere già atteggiati a non crederlo a maggior ragione quando sparava falsità di questo calibro su punti non secondari eh signori giudici, anche qui in questa memoria è riportata tutta la giurisprudenza di cui ho parlato nella mia precedente esposizione, punti decisivi perché riguardano i fatti omicidiari questo è uno, vogliamo dirne qualcun altro? La posizione dei corpi dei cadaveri tedeschi che l’ha ripetuta anche qui salvo poi riprendersi in seguito alle contestazioni, Giogoli Pacciani non sparo dentro il furgone incidente probatorio volume primo Lotti dopo aver sparato prese lui Pacciani e andò dalla parte opposta del furgone e sparo, Lotti apri lo sportello e guardo se era uomo o donna e vide che erano morti no a questo punto un inquirente diceva no caro quando hai aperto lo sportello non puoi aver visto che erano morti perché non risulta che due colpi quelli finali lì ha sparati dall’interno del furgone, poi dopo quando gli ha finito di sparare poi gli aprirono lo sportello no dice ancora l’inquirente l’ufficio gli contesta che non può essere andato in questo modo dopo che hanno sparato definitivamente tutto hanno aperto gli sportelli no contesta l’ufficio dopo quando hanno sparato del tutto gli ha aperto lo sportello no gli contestano l’ufficio è una falsità oggettiva, io già sono diffidente verso di te perché me lo impone la legge a questo punto mi stai dando conferma che ho ragione a non crederti, a me non mi risulta “non potevamo contestargli cose che non sapevamo” come questo lo sapevi da 10 anni questo/da 15 anni quando hai interrogato il Lotti che c’erano due bossoli all’interno del furgone no in quel momento lì non ho sentito più dei corpi, quando aprì lo sportello sparo altri colpi no, è uno. Vi risparmio è scritto tutto qui, tutti i verbali e state tranquilli signori giudici che per quanto riguarda l’incidente probatorio e per quanto riguarda l’esame dibattimentale vi garantisco la difesa dei Vanni lo potrete riscontrare quanto vi pare che non è stato su nessuno degli episodi fondamentali e non è stata lasciata neanche una sillaba di quello che ha detto il Lotti e il riscontro voi lo trovate proprio dalle repliche del pubblico ministero e dell’accusa privata che quando come in questa sera ha provato ad addentrarsi in qualche disamina non puntuale e analitica ma completa senza estrapolare niente ma cogliendo fior da fiore ha detto delle cose che tranquillissimamente e documentalmente sono contestabili, ho sentito riparlare stasera di macchie di sangue sul vetro quando lei presidente ha fatto presente il 23 dicembre che c’era la perizia che diceva che non erano macchine ma qui stiamo ragionando ancora di macchie di sangue e di testimoni che l’hanno vista sgocciolare, anche per rispetto a quei 10 morti, non solo per rispetto ad un imputato che si dovrebbe chiamare assassino prima ancora di essere condannato definitivamente, bugiardo lo posso dire, posso dirlo perché io ho le provo che è un bugiardo e le sto esponendo e le sto impugnando e non mi interrompà per cortesia. Allora la posizione dei corpi dei due tedeschi altra falsità oggettiva che in ufficio era in condizioni di contestare al dichiarante che era obbligato, attenzione era obbligato da una norma di legge a contestargliela cioè non era un normale testimone quando Lotti parla di Giogoli per esempio cioè chiariamo questo qual è la differenza che deve tenere l’ufficio ammesso che c’è né possa essere una ad avviso modestissimo di questo difensore una regola di comportamento anche se non scritta da parte degli inquirenti qual è il dubbio e la diffidenza sempre ma in questo caso è canonizzata la diffidenza nei confronti del correo che chiama gli altri, accusa gli altri, addirittura c’è una norma di legge che dice tu quello lì c’ha una presunzione relativa di non credibilità significa questo tu non gli credi la presunzione di non credibilità e relativa però cioè laddove trovi però delle cose che conferma quello che dice allora cominci a credergli chiaro? Allora Lotti quando parla di Giogoli è già un imputato quindi vale questa regola positiva di giudizio stabilita dalla legge, ora posso capire Lotti quando parla all’inizio come testimone perché nei confronti di un testimone magari un tanto rigore non è previsto perlomeno non c’è una norma positiva c’è semplicemente un atteggiamento che qualunque sano è normale inquirente sereno nella sua indagine deve sempre avere anche nei confronti dei testimoni che ti parlano del boato, voglio dire certo che se questi inquirente e questo testimone che parla del boato lo vuole a tutti i costi far entrare nel processo perché dovrebbe rappresentare un riscontro indiziario e si arriva poi a degli assurdi no, 9 colpi di pistola che diventano un boato, quindi anche nei confronti dei testimoni sarebbe più che raccomandabile, i testimoni sono insomma persone che in buona fede si possono sbagliare eh, uno visto in televisione dopo 10 anni sugli articoli di giornale ma c’è una marea di mitomani in giro, la citazione non la faccio, c’era uno che diceva che viviamo in un tempo signori in cui pur di comparire 5 secondi davanti alla televisione c’è della gente capace di ammazzare sua madre insomma, caso eclatante, quindi sana diffidenza sempre raccomandabile sempre imposta da una regola morale, sana diffidenza nei confronti del correo che chiama imposta dalla norma di legge che è un po’ diverso, è un po’ peggio. Secondo elemento di falsità oggettiva mai contestato però di cui erano a conoscenza bene gli inquirenti cioè a dire la posizione dei corpi dei due ragazzi tedeschi, dove si trovano i tedeschi quando hanno aperto lo sportello? Lo ricordare no? Qui abbiamo assistito ad un classico esempio di come dice la Corte Suprema di Cassazione sezioni unite che io vi ho più volte citato ad un classico esempio di adeguamento del racconto a dati di fatto che contrastano col racconto oggettivamente e che quindi o risultano dal processo o che vengano contestati dalle altre parti al narrante a questo punto il narrante piano piano sterza e poi piano piano fa entrare in quella cornice il suo racconto ma dice la Cassazione sezione unite questo è molto significativo per i giudici i quali devono in questo caso considerarlo falso il racconto perché uno che adegua spontaneamente in base ad un normale sforzo mnemonico umanissimo a distanza di anni il suo racconto “ho sbagliato io ho detto bianco era nero, ho detto destro era sinistra ora ci ho ripensato tutta la notte ve lo dico” ma uno che lo dice dopo che è stato colpito da una raffica di contestazioni di fronte ad un macigno processuale come quello che risulta dalle fotografie e dalle perizie dove si vede benissimo dove stanno i corpi dei ragazzi beh lo dice dopo, lo dice male e lo dice tardi non vale più, sta dicendo che è un bugiardo, allora dove si trovano i due tedeschi quando ha aperto lo sportello? Pubblico ministero verso il dietro del furgone, in effetti stavano verso il dietro del furgone la domanda è anche un po’ suggestiva dice no dalla parte del volano, dalla parte del volante/il volante, no dalla parte della guida insiste poi ancora no nel davanti dice ma li vide bene? Sì poi Lotti dice li ho visti da una parte no davanti dove c’è la guida dalla parte dietro questo lo dice il giorno dopo ve lo ricordate? Mi ero espresso male erano di dietro ma lo dice in seguito a contestazioni, tipico esempio di aggiustamento della versione come dice la Corte Suprema sezioni unite non spontaneo ma provocato da contestazione degli avversari o dalla necessità di far quadrare guardare che termine tremendo che usa la Cassazione far quadrare la propria versione con i dati oggettivi altrimenti acquisiti al processo e qui sentiamo dirci che dice “no non li potevamo contestare cose che non sapevamo”. Andiamo avanti, falsità oggettive che loro sapevano Vicchio come morì la povera Pia Rontini non ve lo sto a rileggere tutto, è tutto scritto qua dentro stare tranquilli che non è stato estrapolato niente, c’è tutto tra incidente probatorio non lo sappiamo no? Lui l’ha detto anche di fronte alle domande più suggestive, domande suggestive vuol dire che io ti voglio suggerire la risposta “dai dillo che sai che spararono anche alla Rontini” senza incertezza “no no dice lei fu uccisa col coltello al ragazzo spararono” alla fine dice “ma gli avrà preso anche lei” e io gli dissi “mi sembra la storia della pallottola impazzita nel caso dell’omicidio del presidente Kennedy no? Ma loro lo sapevano però perché l’ufficio a questo punto non contesta al dichiarante dice “guardi che a noi risulta che la povera Pia Rontini morì non a coltellate ma anche che fu raggiunta alla testa da un colpo di pistola, va bene? Andiamo avanti, le escissioni con una mano a Vicchi qui l’ufficio dice “guardi che possiamo fare tutte le perizie di riscontro immaginabili ma a meno che non arrivi un marziano dotato di 15 mani escissioni come quelle che sono state fatte nelle varie zone non soltanto alcuni ma con una mano sola perché l’altra tiene la pila elettrica abbia pazienza signor Lotti già non la dovevamo credere perché c’è lo impone la legge ma lei altro che darci riscontri lei ci sta dicendo le cose che contrastano con i riscontri che noi abbiamo” e invece mi si dice non gli si può contestare cose che non sappiamo noi dell’ufficio degli inquirenti .Scopeti vide Vanni tagliare la tenda, guardate signori anche qui è riportato pari pari passo passo non ve lo sto a ripetere che è tardi, incidente probatorio esami dibattimentali non c’è niente da fare signori, inutile arrampicarsi sugli specchi come si è visto fare tante volte in questo processo, gli inquirenti sapevano benissimo, lo sanno benissimo che per quanto riguarda quello strappo alla tenda va bene all’inizio sapete che cosa gli hanno raccontato? Gliel’hanno raccontato questo qui durante l’istruttoria io non l’ho preso neanche a base della mia esposizione sono andati a dirgli che hanno visto Vanni che squarciava la tenda, va bene 40 cm è lo squarcio cioè chi entrava dentro la tenda da quello squarcio a questo punto l’ufficio contesta al dichiarante che ciò non può essere stato possibile in quanto che lo squarcio era di 40 cm e non ci passava neanche un bambino, non l’hanno fatto, poi lui dice parlo solo dell’interrogatorio e del dipartimento dice “io salendo lo stradello degli Scopeti vidi Vanni che stava aprendo la tenda sul davanti per chi sale” ma lo dice non una volta signori è tutto scritto qua dentro sono riportati i verbali quel lavoro ingrato che toccherà fare anche a voi, il riscontro, allora questo difensore prese la pena dice guarda mi fai la cortesia di segnare questo è lo stradello questa è la tenda ed ha segnato un punto dove ora mi si dice ma lo squarcio non era diametralmente opposto era la vicino ovvia signori su eh lo squarcio era dalla parte opposta rispetto guardatevi la foto numero 7, guardatevi le descrizioni delle perizie De Fazio dove colloca uno squarcio nella parte opposta della tenda rispetto a chi sale lo stradello non c’è verso, quindi quando lui dice che ha visto questo fare lo squarcio dice una cosa che non è vera e addirittura ci si avvita intorno a questa falsità quando indica il punto dello squarcio e gli inquirenti che dicono? “noi non lo sapevamo dov’era lo squarcio” loro sapevano bene dov’era lo squarcio, lo sapevano da 10 anni quando hanno cominciato ad interrogarlo cioè a questo punto l’ufficio fa presente che siccome lo squarcio indicato nella parte posteriore della tenda rispetto a chi sale lo stradello appare non vero quanto dichiarato dal narrante Lotti che avrebbe visto col coltello in mano il Vanni fare questo squarcio lasciamo perdere il fatto che lo ha visto anche entrare poi si riprende non è vero forse ci è girato dietro Vanni è pure alto che si è buttato per terra forse per sfuggire ai colpi di pistola che nel frattempo stava parlando Pacciani? Restiamo a Scopeti, vi ricordate che sparava correndo? L’hanno ripetuto continuamente, dice sì vidi il ragazzo francese schizzò fuori dalla tenda ed il Pacciani lo inseguì sparava correndo la parola mi è rimasta impressa a questo punto l’ufficio contesta al dichiarante che ciò non può essere successo che ciò non può essere stato possibile in quanto tutti e 9 i bossoli della pistola che ha sparato sono stati trovati davanti alla tenda, quindi se sparava correndo qualche bossolo si doveva trovare fin dove poi l’ha raggiunto per finirlo a coltellate, falsità oggettiva, cioè che vuol dire oggettiva? Che contrasta con dati oggettivi cioè inconfutabili, acquisiti dagli inquirenti che lo interrogavano prima e fuori dalle sue dichiarazioni. Andiamo avanti, la radio accesa a Giogoli, questa pensate sembra un dato secondario ma è una falsità oggettiva, la prima cosa che colpì gli inquirenti quando arrivarono sul teatro dell’omicidio a Giogoli che c’erano questi poveri cadaveri sul retro del furgone, che c’erano due bossoli dentro il furgone, si era sparato anche dentro e che la radio era accesa si sentiva la musica, uno che dice che ha partecipato, che ha sparato anche lui e che invece a proposito della radio voi sapere cosa dice a proposito della radio ma su quello non si è mai smentito non ha neanche tentato di aggiustare la versione, Lotti non sente la radio accesa, “no io non ho visto musica dentro/no io non ho sentito nulla/no io non ho sentito niente” tre volte gli viene chiesto stare tranquilli che non sono state né due né quattro ma tre tra incidente probatorio ed esame dibattimentale, ora è mai possibile l’ufficio a questo punto contesta al dichiarante che quanto da lui riferito non può corrispondere alla realtà/alla verità in quanto la radio era accesa e in un posto di campagna nel silenzio come si suol dire mortale che segue all’esplosione di questi 9 colpi come si fa a sentire l’unica cosa viva che è la radio che è accesa? “Non potevamo contestargli cose che non sapevamo”. Benissimo andiamo avanti, presidente non mi interrompa ora facciamo così fatemi finire questo argomento almeno perché sennò io sono sempre remissivo eh lo so ecco, il ragazzo era nudo, questa è un’altra falsità oggettiva quando lui dice boh no era vestito poi dice che troverete qui li portava tutto, ma avrà avuto le mutande come si fa a non ricordarsi un particolare raccapricciante di questo tipo tu che sei presente che stai assistendo ad un omicidio va bene? Che avviene tramite il contatto fisico tra due persone con il coltello e con il sangue che schizza dal collo tagliato non è come sparare con la pistola come dice lui poi prese la mano poi gliela levò a due che stanno dentro un furgone, no è più asettica la casa e tu non ti ricordi questo particolare del ragazzo che era nudo? A questo punto l’ufficio contesta e lo stabilisce questa cosa. Poi le escissioni dentro la tenda, ma questa è incredibile cioè come fa l’ufficio ad accontentarsi di una versione, dico versione per non dire altre cose, diciamo accontentarsi, senza esercitare

Avv. Antonio Mazzeo: Si non andavano mica di forza mica ho capito quello che si vuol dire, dice forse vogliono chiedermi se andavano di corsa, no andavano piano poi non è questo il punto se ero presente l’avrò visto bene, la visto l’ho ancora buona eh esiste qui, qui proprio non c’è neanche un tentativo di aggiustamento cioè non l’ha avvertito il messaggio e tu inquirente che sai questo sai che la tenda alta 1.40 sai che dentro ci possono a malapena due persone a dormire dice ma guardi che lei mi sta dicendo una cosa che non sta né in cielo né terra abbia pazienza scusi eh, io gliela contesto perché la legge mi obbliga sa a contestarla questa cosa qui, perché prima che io mandi sotto processo in un pubblico dibattimento una persona chiedendo l’ergastolo insomma cavolotti mica posso stare a sentire lei che mi racconta ste cose eh se ero presente l’avrò visto bene, la vista l’ho ancora buona eh, dice se sono entrati abbassando perché gli chiedi si fa presente che la tenda è alta 1.40 ma pagina 76 siamo all’esame dibattimentale, “sono entrati abbassando?” “No lì ho visti in piedi” sono entrati come due ectoplasmi dentro la tenda in piedi, la tenda è così “e le escissioni dove le hanno fatte?” lo chiede il presidente udienza del 9 12 “io la ragazza non l’ho mai vista, non l’ho vista tirarla fuori” e fin qui va bene deduzione logica, le escissioni sono state effettuate stando in tre Pacciani, Vanni e la vittima dentro la tenda alta 1.40 m entrandoci in piedi e l’ufficio che le sa tutte queste cose perché questi sono dati scientifici acquisiti dalla polizia scientifica che notoriamente voglio dire fa il suo dovere e lo sa fare, la tenda, le fotografie, quanto è alta, il diametro, lo squarcio di 40 cm. Conclusione però direi che si evince che il PM non credeva come l’investigatore ciò che dicevano questi testi perché risulta dalle domande, non è vero quello che è stato detto leggetelo per cortesia con attenzione noi stiamo facendo di leggerlo con attenzione tenendo presente che quello che le parti Lotti e Pucci riferivano il PM non sapeva assolutamente niente. Quindi emerge come una risposta il PM rimane incredulo va e noi abbiamo visto come sono increduli neanche una contestazione ho letto io in quei verbali mi sono dovuto leggere anche quelli eh neanche una contestazione ho letto in quei verbali dell’istruttoria neanche una eh signor presidente sono acquisiti quindi emerge come una risposta il PM rimane incredulo va avanti ma non gli può con questo è terribile “non gli può contestare cose che non sa”. Io riprenderei domattina grazie.

Presidente: Ci aggiorniamo domani mattina alle 9 l’udienza è tolta per oggi.

18 Marzo 1998 73° udienza processo Compagni di Merende

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