19 Marzo 1998, 74° udienza, processo, Compagni di Merende Mario Vanni,  Giancarlo Lotti e  Giovanni Faggi per i reati relativi ai duplici delitti del MdF e Alberto Corsi per favoreggiamento.

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Avv.  Antonio Mazzeo, Avv. Nino Filastò

Presidente: C’è il Vanni col suo difensore, Bagattini per Faggi, mi sostituisce anche Zanobini e poi c’è Bertini per Lotti, sempre assente Lotti, sempre assente l’altro accusato, Pubblico Ministero va bene allora possiamo iniziare, prego avvocato Mazzeo.

Avv. Antonio Mazzeo: Grazie presidente, l’esposizione di questo difensore signore della Corte si è interrotta ieri sera nella parte in cui replicava al pubblico ministero con riferimento alle fallaci del inchiesta che avrebbe dovuto ad avviso di questo difensore articolarsi all’interno della regola di giudizio che incombe non solo sulla magistratura giudicante cioè su di voi ma anche su quella requirente quando ci si trova in presenza di un chiamante in correità, ha più volte ricordato questo difensore che esiste una regola positiva stabilita dal legislatore che è quella dell’articolo 192 comma terzo del codice di procedura penale quale dice che impone una presunzione relativa di non credibilità delle dichiarazioni e tanto per spazzare il campo da eventuali equivoci nei confronti di chi non è tecnico del diritto sarà bene ricordare che questa regola di giudizio positiva è stata introdotta proprio dal nuovo codice di procedura penale poi entrato in vigore nel 1989 e che deve guidare il vostro percorso, va osservato che il nuovo codice di procedura penale è l’unico codice di procedura che ha partorito questa Repubblica perché tutti altri codici, civile, i codici di procedura civile ed il codice penale sono con sostanziali modifiche intervenute nel tempo ma sono quelli di più di cinquant’anni fa, quindi questo codice di procedura penale che rappresenta una conquista di civiltà, non di civiltà giuridica ma di civiltà ha risolto nei termini che sappiamo cioè quelli dell’articolo 192 una questione delicatissima e non riguarda semplicemente il Vanni perché la sfortuna di trovarsi qui stamattina riguarda tutti i voi e tutti noi per dirla in termini molto pedestri e mi scuseranno i giudici togati eh chi non sta antipatico a qualcuno in questo mondo di lacrime? Chi non ha un nemico? Chi non ha una persona che lo vorrebbe veder soffrire? Vi immaginate voi signori se non ci fosse questa regola di comportamento per il magistrato quale potrebbe essere l’atteggiamento di un inquirente di fronte ad un vostro nemico personale che una mattina si presenta davanti ad un giudice che comincia a dire “sì è vero io ho fatto quel reato, quella rapina/quel furto” quello che volete “però con me c’era anche …” ecco lo scopo di questa regola di giudizio, uno scopo morale prima di tutto, c’era anche uno di voi di fronte a queste affermazioni cioè quando io mi assumo la responsabilità di accusare un’altra persona oltre me il magistrato ha l’obbligo di avere la massima diffidenza nei miei confronti, è una regola di comportamento civile questa che riguarda tutti prima ancora che una regola di giudizio, non è che il legislatore si è svegliato una mattina ed ha detto “adesso mettiamo i bastoni tra le ruote alla polizia” no signori, è esperienza comune che si vive in un’epoca di ombre di inquisizione/di dubbi/di aggressività tra le persone, sembriamo spesso nelle città tanti topi impazziti che sono costretti a stare insieme a forza in cui i peggiori sentimenti trovano terreno di coltura e quindi chiaramente perché noi possiamo andare a dormire tranquillamente la sera, oddio tranquillamente, esistono queste regole dei giudizi quindi se qualcuno va ad accusarmi il magistrato deve dire fermi tutti intanto io ti vedo male perché stai accusando, intanto io non ti credo e quindi questo rientra in quell’argomento che si stava svolgendo ieri di questa atteggiamento che non è semplicemente una critica voglio dire il processo esiste per fare le critiche, il processo esiste perché tutto venga a galla, come vengono a galla anche le cose più intime in modo impudico dell’imputato così devono venire a galla i modi per cui questo imputato alla fine è arrivato davanti a voi, vale per tutti questa regola tremenda del processo, quindi dico è una regola che risponde a una esigenza morale di tutela dei cittadini quindi non è un cavillo o un escamotage per venirvi a dire adesso eh sì vabbè l’avvocato può mettere in cattiva luce il Lotti, neanche per idea, non ci sarebbe neanche necessità di spendere tante parole per mettere in cattiva luce un chiamante in correità di questo calibro, quindi proseguendo in questo ordine di considerazioni io ho ascoltato nelle repliche oltre quella del pubblico ministero una serie l’unico, collega che ha provato ad addentrarsi nella disamina di verbali analitica che invece dovrebbe essere a quanto mi consta il primo dovere in questo contesto di ciascuno di noi è stato il difensore del Lotto il quale ha svolto alcune considerazioni ieri pomeriggio in ordine a quei capitoli che io poi ho addirittura anche formalizzato in un in uno scritto consentito dalla legge che depositeremo stamattina, una memoria illustrativa, quei capitoli che io avevo stanziato in contraddizioni, inverosimiglianze, falsità e superamento finale del limite del ridicolo. Questa esposizione mi ha creato qualche problema in più ma il problema però a questo punto non è un problema per il Vanni perché quando mi si viene a dire e lo dice il difensore del Lotti, chi l’ha mai detto che Lotti faceva il palo? Si dice una cosa che sostanzialmente è venuto in mente credo a più d’uno anche a me, per esempio proviamo a pensare al ruolo del Lotti nella vicenda di Scopeti, che è un palo quello? Il palo che cos’è? Il palo in una associazione per delinquere in un concorso di più persone in un diritto a svolgere un ruolo fondamentale perché è colui che controlla la situazione esterna che da l’indicazione ai complici “ora potete agire” con riferimento a turbative che ci possono essere oppure “no fermatevi andiamo via stanno arrivando dei disturbatori” cioè il palo è una mente, ora provate a immaginare e proprio prendendo dal racconto del Lotti ed anche del Pucci in questo senso, cosa è successo agli Scopeti? È successo che costoro sono arrivati, non si sa se si siano dati un appuntamento prima, secondo il racconto del Lotti con Vanni e Pacciani, sono arrivati ad azione delittuosa già iniziata perché il Lotti ci racconta che quando lui ha cominciato a salire lo stradello la prima cosa che ha visto è stato questo signore qui col coltello in mano che stava aprendo la tenda dalla parte posteriore lasciamo l’abbiamo già detto tutto questo non poteva vedere nulla eccetera però questo è il suo racconto quindi noi abbiamo un palo il quale non è lì presente al momento dell’inizio dell’azione delittuosa anzi quando viene visto essendosi portato un complice, seconda anomalia chiamiamola anomalia per non dire ridicolaggine perché questa è la parola un palo che si porta un complice ma cos’è uno spettacolo teatrale “vieni che adesso ti faccio vedere un lavoretto” per usare i termini del Lotti, allora qual è la reazione dei degli attori diciamo fattuali diciamo sul campo del delitto? Questo palo non lo aspettano quindi non era un palo perché il palo serve proprio per dirgli cominciate oppure non cominciate anzi loro cominciano senza di lui poi lo vedono arrivare che si è portato dietro un testimone e già questo avrebbe dovuto in una situazione di normale buon senso comune far cadere il piano, andiamo via perché hai fatto un errore imperdonabile invece no inveiscono contro di loro andate via sennò vi ammazziamo in realtà poi non vanno via dopo aver inveito proseguono nell’azione delittuosa, poi abbiamo questa cosa terribile che ci racconta, dico terribile per l’assurdità che ci racconta il Pucci e c’è la rivede anche dice “io mi avvicinai alla macchina tornai indietro io a differenza del Lotti e lì ci rimasi una mezz’ora e su questa storia della mezz’ora c’è stato una battaglia di domande e contro domande più o meno suggestive perché? Perché è di una tale evidenza per parafrasare e non facciamo altre citazioni un signore che diceva come se fosse costume dei malfattori trattenersi sul luogo del delitto più del necessario, e noi invece qui abbiamo un Pucci il quale si ferma davanti alla macchina aspetta una mezz’ora, aspetta che cosa? Che passi qualcuno? Che lo veda? Era la momento della psicosi collettiva mostro, una volante della polizia che gli chieda documenti? Cosa aspetta li per mezz’ora questo? Altra inverosimiglianza falsità pazzesca, noi ci muoviamo spessissimo in questa vicenda tra il cielo e la terra siamo sospesi io a volte perdo il senso del contatto dei miei piedi col pavimento quando devo cercare di calarmi nella mente e nella logica di questi racconti come se fosse costume dei malfattori e vabbè lo dice Alessandro Manzoni nella storia della colonia infame, trattenersi sul luogo del delitto oltre il dovuto, mezz’ora. Non solo, c’è lo conferma che il Lotti perché dice che dopo aver compiuto tutte le operazioni macabre che sappiamo loro si addentrarono nella boscaglia e ci rimasero anche lui dice parecchio tempo “io stavo lì ad aspettare” ma aspettare che cosa? Cioè il primo istinto una volta che uno ha assistito ad una cosa del genere di via ragazzi scappare, andare via, togliere le tende, visto che siamo in tema di tenda, mollare gli ormeggi. Poi dice e questo ha costituito oggetto di reprimenda da parte del rappresentante dell’accusa nei confronti di un’intera comunità dice dopo ne parlarono tutti al bar per forza ecco certo ci mancherebbe altro, naturale che dopo si va a parlarne al bar, cioè qui viene esposta una vicenda che nelle sue strutture esterne e formali diciamo proprio formali rappresenta che ne so dice “ah sono andato al teatro tenda a vedere uno spettacolo poi vado al bar w vi racconto cosa ho visto” “ciao c’ero anche io agli Scopeti quando sono arrivati i Pink Floyd a Firenze” “c’ero anch’io al concerto dei Pink Floyd” ma dico io signori non solo, ma questa storia che dopo se ne parlò al bar viene rappresentata dal rappresentante dell’accusa come un indizio, come un fatto che la cosa era vera e che era successa, qui abbiamo una inversione del senso comune un’altra volta, se io sono colpevole/responsabile, Lotti si è dichiarato tale a partire da un certo momento in poi prima ha detto la testimone agli Scopeti poi sappiamo com’è andata, e che faccio lo vado a raccontare al Bar? “Si c’ero anch’io al bar” è proprio vero cioè qui si è stato detto l’associazione di stampo merendistico, è un’associazione di stampo merendistico il palo effettivamente è uno così, è uno che non fa il palo, è uno che non è un palo, e allora che cos’è? Me lo dice il difensore dice “il suo ruolo” testuale ieri “non era quello di fare il palo” ma benedetto il signore ma almeno voi avete il diritto di sapere questo che ci incastrava in questa situazione? Adesso abbiamo perché tutti noi quando ci troviamo a doverci formarsi un’idea di certe cose che ci vengono raccontate e rappresentate in qualche modo anche inconsapevolmente/anche inconsciamente come dire applichiamo le nostre categorie di pensiero, il nostro modo di vedere, questa storia del palo in effetti per esempio lei presidente si ricorderà anche i primi di dicembre, all’udienza del 3 dicembre gliel’abbiamo quasi messa in bocca con le nostre domande al Lotti, perché ho detto “che ci facevi lì” inconsapevole, è stato quasi portato a dirlo lui in qualche modo per dare soddisfazione alla nostra esigenza in qualche modo di classificarlo il suo ruolo/la sua presenza, ma lui effettivamente non l’ha mai detto che era un palo, probabilmente addirittura è un’espressione che gli abbiamo suggerito noi senza volere. Il ruolo di notte a Baccaiano io me lo ricordo e fa pari va bene con il racconto di Lotti agli Scoperti come lo racconta lui cioè un ruolo assolutamente inverosimile, non vero, che non ha neanche l’apparenza della verità, verosimile significa che almeno ha l’apparenza della verità, quando io distinguo tra contraddizioni e poi inverosimiglianza che non hanno già di primo effetto l’apparenza della verità, vi ricordate udienza 27 novembre 97 fascicolo 53? Lotti “ma io a quel punto lì non feci nulla”, la storia del palo non l’ha neanche presente, “mi chiedevano di stare lì fermo” e anche noi stare qui fermi “non dobbiamo stare più insieme in effetti due lì per assistere allo spettacolo dei Pink Floyd” per fare il paragone di prima poi non ho capito per andarne a parlare al bar? Noi ci stiamo muovendo all’interno di questa palude signori che è illuminata dalla luce della falsità del Lotti, poi dice “se non veniva macchine” incalzato finalmente alle domande ancora sempre fascicolo 57 “se passava qualche macchina e io sono stato lì a me m’hanno detto nulla però, gli stavo lì fermo no a me non hanno detto nulla” fascicolo 61 udienza 5 12, “ma lei che ci faceva lì?” “ma si stava lì perché non venisse macchine, non si fermasse macchine” e gli chiede “è se le macchine passavano?” “e che dovevo fare le vedevano anche loro” bella questa, questa è veramente l’ingannato e poi torneremo sulla parola imbrogliato e ingannato perché una volta in un momento topico della sua vita anche lui ha usato questa parola “mi hanno ingannato” questo lo accomuna, siamo in questo ambito di umanità di persone che vengono normalmente ingannate lui ha risposto la verità “che dovevo fare le vedevano anche loro le macchine” non c’era neanche bisogno del palo vuol dire questo, “le è una strada di coso” cioè è una strada di transito, io ci sono stato è un rettilineo di 2 km “io ero lì perché non si fermassero macchine lì in questo punto lì” “ma se passava una macchina della polizia lei che faceva” lei ha domandato “non lo so mica che facevo io” non lo sa, se passava una macchina dice guardate accomodatevi qui c’è qualcuno che sta sparando “non lo sapevo io che facevo io, ero fermo lì, che facevo? Lo domando e lo chiedo a voi che facevo? Di avvertirvi se passava qualche macchina che si fermasse” quindi ha ragione il difensore del Lotti quando dice ma quando mai Lotti ha detto che faceva il palo? Ma questo è un macigno per noi e per voi, ma insomma il Lotti che faceva in queste storie? Poi si parla di buche, è tornata a galla la storia delle buche, io mi rendo conto che doverosamente un difensore del Lotti va a vedere che una parte considerevole, io vorrei dire spropositata, dell’istruttoria è stata incentrata su questa attenzione e secondo me voglio dire eccessiva, perché voglio dire già un inquirente che dice vabbè tu mi stai dicendo che fecero vediamo di partire dall’inizio, come nasce la storia delle buche? Ne parla Lotti a proposito degli Scopeti poi estende il discorso a Vicchio, voglio dire il famoso atteggiamento critico dell’acquirente impostogli di diffidenza impostogli dalla legge regola di giudizio ma regola di convivenza civile per tutti come ho spiegato dice “Scusa ma mi spieghi Lotti queste buche qui a che servivano?” dice “mah loro mettevano la roba lì” allora io inquirente prima di andare a fare una bonifica impiegando come si suol dire e mi si perdoni il riferimento retorico i soldi dei contribuenti andando a fare una bonifica, una bonifica ambientale sono andati a fare sugli Scopeti per andare a trovare una buca con una bottiglietta di vetro marca Granini, che mi è rimasto impresso, che vorrebbe dire la bottiglietta di vetro poteva forse essere quella dove hanno messo quei poveri resti non si sa, questo è il processo delle cose lasciate in sospeso, tra il cielo e la terra, e più uno cerca di istintivamente come sua natura di tutti noi di dare una spiegazione più perde il contatto dei piedi propri con la terra, la follia espansiva diceva, un matto fa diventare matti quelli che stanno intorno non diventa sano a fuori di stare in mezzo ai sani. Allora l’inquirente avrebbe dovuto dire “mi spieghi una cosa Lotti ma le buche?” e dice “la buca l’hanno fatta per metterci dentro questi poveri resti” la prima domanda che salta in mente ma insomma che l’intento fosse come sostiene l’accusa di diciamo così di usare questi miseri resti come per merce contro prezzo ovvero che l’intento fosse quello di averli come feticci perché l’autore dei fatti evidentemente da una grande importanza ai feticci, abbiamo letto, io ho letto, le parti del testo De Fornari sono venuti fior di esperti a spiegarcelo, in entrambi i casi però lasciamo perdere le supposizioni in entrambi i casi il fatto materiale di mettere questi miseri resti in questa buca sul campo del delitto ma che significa? Vediamo, può significare che questi siano elementi criminali raffinatissime che in base ad una vecchia regola di cui parla Sherlock Holmes nei suoi romanzi se tu vuoi nascondere una cosa mettila sotto gli occhi di tutti perché così non la vedrà nessuno? Sono dei fenomeni, chi mai andrebbe a pensare quando gli inquirenti arriveranno sul luogo del delitto che i feticci portati via si trovano qui, vabbè vedete che a seguire questi ragionamenti si arriva all’assurdo? Perché non poteva essere questa la ragione, è perché non poteva essere questa la ragione? Perché in entrambi i casi che poi si trattasse di feticci da conservare o che si trattasse di merce da vendere, la merce va venduta in condizioni apprezzabili, il feticcio va immediatamente conservato, si trattava di poveri resti umani in giornate estive strappate alle vittime, in posti dove nei giorni seguenti ci sarebbe stato con ogni verosimiglianza un viavai spaventoso di inquirenti, di medici, legali, di polizia scientifica, di curiosi, quante volte ci si è lamentati in questi episodi di delitti che non si è riusciti molto spesso a tenere lontani per tempo i curiosi da quei posti e che magari hanno anche intralciato in modo grave i rilievi e le indagini e allora io che finalmente a così caro prezzo uccidendo due persone invece di una, di questo parleremo, mi procuro questo feticcio/questa merce da vendere a fior di milioni/decine di milioni altra suggestione di milioni del Pacciani, suggestione, perché o voi mi dite come la avuti oppure non me lo dite che c’ha i milioni e quello che passa tra la differenza che passa tra suggestione, tra calunnia in sostanza, sospetto calunnioso e indizio e riscontro oggettivo è questo o tu mi dici chi gliel’ha dato e colleghi questi milioni ai fatti di cui stiamo parlando oppure non ne parli così come non mi parli della prostituta uccisa in quella strada di Firenze, questo è un modo per distogliere la mente dei giudici dal ragionamento, mentre invece voi siete chiamati qui proprio per questo, per il più possibile e quindi io sono il primo a dirvi non lasciatevi avvincere, volevo dire suggestionare, non lasciatevi avvincere dagli argomenti che battono magari sulla passione, neanche sulla misericordia se volete, qualcuno ha ripreso il mio argomento ma almeno lasciatevi avvincere dagli argomenti che hanno a che fare col cervello/con la mente perché il sonno della ragione diceva quello genera mostri, stiamo parlando di mostri non diventiamo mostri anche noi perché non siamo stati capaci di ragionare, allora queste buche io prima di andare a fare la bonifica ambientale io dico allora a che servivano? Secondo me ci hanno messo dentro i reperti, ah benissimo, hanno messo dentro i reperti senza sapere quando, allora il primo impatto può essere Madonna che fenomeni questi hanno letto Sherlock Holmes vogliono nascondere i reperti in un punto perché potrebbero essere sospettati immediatamente dopo il delitto gli vanno a fare una perquisizione in casa non li trovano nulla e i reperti guarda che beffa li hanno messi proprio sul luogo del delitto ma qui si sta proprio tentando di estrapolare, benissimo eh ma queste reperti poi vanno ripresi perché è fondamentale conservarli in buone condizioni, si tratta di poveri resti umani ma non si è neanche chiesto ai medici ma quanto si conservano affari del genere prima, mi si perdoni, prima di puzzare, prima di liquefarsi, prima di parti molli poi e invece li mettono lì senza avere la certezza di quando andranno a riprenderseli, senza nessun tipo di particolare accorgimento che in qualche modo li possa conservare, già l’inquirente, già io di fronte ad un’affermazione di questo genere la buca dico senti le buche per piacere le buche servono per qualche sport che ha a che fare con le buche invece no si fa la bonifica ambientale e vi si porta come indizio, e siamo alle solite io non voglio ripetermi e non mi ripeto è scritto quello che ho detto nella mia esposizione di due settimane fa in questa memoria e non lo scrivo io lo scrivono sentenze dei vostri colleghi di questa Repubblica di merito e di Cassazione da cinquant’anni a questa parte che cos’è un indizio cioè a dire l’indizio deve essere una cosa certa, la direzione deve essere unica, io devo collegare il fatto indizio all’autore e non ci devono essere altre possibili spiegazioni, quelli sono indizi il resto sono suggestioni. La suggestione degli untori nella Milano del 1630 siccome hanno visto quel povero Piazza qualcuno aveva visto spalmare di sostanza giallastra e oleosa i muri dice questo è un untore e questo sparge la peste siamo a questi livelli eh come modi di ragionamento, quindi si riparla ancora delle buche il pubblico ministero ha avuto il buon gusto prima ancora che l’intelligenza di non parlarne nella sua esposizione finale io me lo sento ritornare a galla sta storia delle buche dal difensore del Lotti guardate un po’ voi. Si riparla del Lotti che non è palo, palo o non palo beh un ruolo bisognerà pur darglielo al Lotti nella vostra sentenza, non vi invidio affatto da questo punto di vista. Poi si parla ancora incredibilmente delle macchie di sangue qui guardi presidente due parole sole perché chi ha parlato delle macchie di sangue probabilmente ha letto con una certa distrazione le carte del processo, è stato lei a dirlo e a interrompere il collega Filastò dicendo che esiste una perizia che ha escluso trattarsi di macchie di sangue e qui si parla per 20 minuti ancora di macchie di sangue. Poi si parla del buco nel muro e su queste invece bisogna trattenersi un momento perché questo è un riscontro eh lo ha detto “andammo in questa casa” per la verità lui dice era un grezzo dice “questa casa era una casa in costruzione che c’era solo il tetto” volgarmente si dice allo stato grezzo invece poi viene fuori che in realtà era una colonica di circa 200 anni vabbè lasciamo perdere, è un dettaglio, dice entrammo lì c’è un anfratto un anfratto e diceva che c’era della paglia fresca notate bene paglia fresca come fa a sapere paglia fresca di notte di luglio nell’84 lì ci misero la pistola che naturalmente quando si fa il sopralluogo 10 anni dopo non c’è niente nessuna traccia, non della pistola ma neanche di un pezzo di pistola, di un bossolo, di uno straccio unto di olio con cui si puliscono le pistole quello che volete e questo viene ripresentato dall’accusa pubblica e dall’accusa privata come un indizio ma signori ora basta non si può parlare/riempirsi la bocca di questi concetti se non si è chiarito di che cosa si tratta, mi viene in mente una mia collega di liceo che imparava a memoria le lezioni perché tante volte non capiva quello che leggeva e poi veniva regolarmente presa in castagna dalla professoressa perché quando lei ripeteva le cose a memoria le ripeteva male ricordo sempre una volta “i ceti ambienti” stava parlando della rivoluzione francese “i ceti abbienti. I ceti ambienti? Come i ceti ambienti, me lo scrivi alla lavagna? I ceti ambienti ora mi dici che significa” non lo sapeva, allora quando si parla di indizi voi siete obbligati a saperlo io capisco lo sforzo di giudici popolari ma insomma non sono cose fuori dal mondo, siete obbligati a saperlo e a capire che per esempio questo non è un indizio, ripeto non insisto perché sono cose che ho già detto quindi non voglio ripetermi tenete sempre presente che l’indirizzo deve essere un dato di fatto esterno va bene/una circostanza per esempio la buca che però deve essere certo cioè dire in ordine al quale non può esserci che un’unica interpretazione, che ci sia una buca all’interno di una casa colonica o un anfratto nel muro quello che eh all’interno di una casa colonica di 200 anni di per sé non significa niente come si può collegare questo fatto al racconto del Lotti? Se per esempio la dentro si trova veramente qualche cosa che abbia a che fare col suo racconto, quello diventa un indizio perché a quel punto non è possibile una diversa interpretazione, se non c’è la certezza non c’è l’indizio c’è la suggestione, è tutto scritto qui. Ancora si dice non era un palo, le buche le sappiamo, le macchie di sangue le sappiamo, il buco del muro che si continua a dire che è un indizio, altro poi non si dice perché il resto sono vabbè balbettii eh perché voglio dire se proprio dobbiamo stare a sentire delle interpretazioni, se proprio dobbiamo assistere per l’ennesima volta alla esegesi del pensiero Lottiano tanto vale stare con i piedi per terra per l’appunto e leggere le sue parole analiticamente tutto ciò che ha detto su certi argomenti si arriva alla stessa soluzione che è quello che vi ha prospettato questa difesa. Il pubblico ministero dice sul movente dice non è non è assolutamente vero che io cito testualmente la questione del momento è fondamentale signori è inutile che qualcuno venga a dire ma sa il movimento ai fini della decisione può essere un optional cioè può essere un dato non fondamentale perché il diritto si occupa di comportamenti cioè se io giudice comunque raggiungo la certezza che questo soggetto ha compiuto quegli atti certo può essere utile capire anche perché però non è fondamentale ai fini della condanna, intanto io vi ho citato nella mia precedente esposizione e l’ho scritto qui che questo concetto non è pacifico in giurisprudenza perché se questo può valere per un singolo episodio delittuoso beh non vale più quando come nel nostro caso c’è una serie di episodi delittuosi che si presentano tutti con le stesse caratteristiche, che sono tutti indiscutibilmente della stessa mano pensiamo alla pistola, che riguardano tutti una fenomenologia/una fattispecie specialissima cioè l’aggressione alle coppie, basti pensare a questo aspetto, in questo caso il movente invece diventa decisivo ed è addirittura la linea di spartiacque tra l’errore e la giustizia ma voi anche in questo siete molto aiutati da alcuni aspetti, da alcuni aspetti di fatto che non sono elucubrazioni eccetera sono elementi di fatto, pensate alle coppie, pensate alle escissioni, pensate alla pistola, tutti questi elementi vi conducono inevitabilmente verso una spiegazione del movente che andare a dire che la spiegazione è quella della compravendita del commercio oppure mescolare la compravendita del commercio con un movente di tipo maniacale errore si sbaglia si va fuori strada e perché si va fuori strada? Se n’è accorto probabilmente io qui faccio una interpretazione, lui si correggerà se non è esatto, lo stesso rappresentante dell’accusa quando nella sua replica vi dice ma io veramente non ho mai detto attenzione io veramente non ho mai detto che Vanni è un perverso, ha detto così nella replica eh, pagina 131 e 146 della sua esposizione di replica, come non l’ha mai detto? Io l’ho sentito dire da che sono in questo processo che lui è un perverso, che lui è l’elemento perverso del gruppo, quello più perverso, lui sarebbe il vero mostro perché uno che ha contatto col fisico, col sangue, con le scissioni invece poi noi assistiamo a questo come abbiamo assistito prima al Lotti palo o non palo in sede di replica che è una cosa sconvolgente adesso assistiamo ad una come si può definire aggiustamento di rotta o perdita completa della rotta? Dice Vanni perverso e quando mai io ho avanzato delle ipotesi, guardate come si diventa prudenti dice “quindi le suggestioni del pubblico ministero e l’ignoranza del pubblico ministero sul concetto perversione è di questo spessore, per fortuna la perversione di Lotti” e qui sta parlando della perversione di Lotti che sarebbe attestato dal professor Fornari e non entro su questa aspetto “ma voi non siete incolti come me, avete la possibilità di capire e di vedere a cosa ci si riferisce quando il pubblico ministero ha usato il termine perversione” dice “ma solo in via ipotetica, perché io ho parlato di sessualità anomala andate a verificare le mie parole” e adesso andiamo a verificarlo eccome no e siamo qui per questo e lui insiste ancora dice “signori se il movente sono i soldi perché Pacciani, Vanni e Lotti non hanno portato via i soldi alle vittime? Di questo parleremo dopo allora dice “io ho parlato non di perversione ma di sessualità anomala, andate a verificare le mie parole” no io vado a verificare i suoi scritti caro dottor Canessa non le sue parole, i suoi scritti, perché lei l’ha pure scritto non l’ha solo detto per tutto il processo, andiamolo a verificare Firenze 23 dicembre 97 alla Corte di assise di primo grado memoria del pubblico ministero di opposizione alla concessione degli arresti domiciliari e qui c’è scritto a pagina 4 e allora “a parere del pubblico ministero e pur con le cautele imposte dalla presunzione di non colpevolezza” grazie ci mancherebbe altri se te lo chiamano assassino vero come si è fatto anche “riconosciuta fuori da tutti gli imputati non vi è dubbio” altro che in via ipotetica ha parlato di perversione quindi dice “non vi è dubbio che le qualità di mostro o di serial killer siano ipotizzabili proprio a carico del Vanni la cui personalità sadica e deviata trova perfetta corrispondenza nelle modalità esecutive dei delitti commessi” cos’è questo? Un aggiustamento di tiro un fare marcia indietro o un sanissimo/lodevolissimo/giusto perché da un magistrato sempre questo bisogna aspettarsi ripensamento perché poi la cosa la dice ancora in un altro scritto non a parole “alla cancelleria del tribunale distrettuale della libertà di Firenze 9 gennaio 98 appello avverso la concessione della non vi è dubbio” la ripete uguale la frase “che le qualità dimostrate proprio a carico del Vanni la cui personalità sadica e deviata quale emerge dalle testimonianze” guardate eh questa era la storia del Topolino di cui vi ho parlato e contro l’elefante o contro il dinosauro meglio perché andare a dire che questo qui esibiva peli pubici oppure andava dalle prostitute e aveva quegli aggeggi significa dire che questi sono sintomi come vi sta dicendo per iscritto di personalità sadica, vabbè le conclusioni traetele voi che siete colti, voi lo sapete che cos’è la jura novit curia ma anche ciò che non è diritto ciò che è scienza lo devo conoscere, la Corte dice “quale emerge dalle testimonianze raccolte in dibattimento” gli piacevano certe cose piuttosto che altre questa è la personalità sadica quella che arriva come ho letto dal brano del professor Fornari e riportato qua dentro alle escissioni, a dire siccome uno va a prostitute può anche fare le escissioni? Emerge dalle testimonianze raccolte in dibattimento trova perfetta corrispondenza “perfetta” eh ragazzi le parole sono pistole cariche specialmente qui perché sono la guida del pensiero qui le parole non siamo al bar del piazzone di San Casciano nel libro di Cotelé della Bibbia altra citazione si dice le parole sono come le frecce colpiscono, personalità sadica e deviata quale emerge la testimonianza raccolta di dibattimento trova perfetta corrispondenza, avesse almeno detto può fare immaginare no perfetta corrispondenza nelle modalità esecutive dei delitti commessi vabbè quindi c’è un collegamento tra i cosiddetti indizi cioè a dire in realtà le suggestioni riguardanti la vita intima di questo disgraziato messe impudicamente in fila nell’arco di settant’anni di vita, le frequentazioni con le prostitute, i gusti di un certo tipo piuttosto che di un altro tipo nel rapporto, l’uso di certi strumenti, l’esibizione dei peli pubici e cose di questo genere e questa nuova perfetta corrispondenza nelle modalità esecutive dei delitti, il sonno della ragione. Quindi dico sul movente qui il movente è una cosa seria non si può come si suol dire in questo caso è imprescindibile la presa di posizione del giudice sul movente perché insisto questo lo dice la giurisprudenza pacifica tra l’altro, ci fossimo trovati di fronte a un episodio e voi foste stati chiamati a giudicare un episodio vabbè ma qui ci troviamo di fronte a una catena che a seconda di come la si spiega diventa una valanga, che può diventare una valanga di tipo assurdità comica e perché dico assurdità comica? Perché voi avrete notato signori giudici che in tutte le repliche va bene a proposito del movente la critica che è stata posta dalla difesa del Vanni la quale insiste evidentemente nel portarvi dei dati oggettivi, le coppie, la pistola, le escissioni che trovano riscontro perfetto in queste figure studiate dalla criminologia vabbè e via via e tante altre cose, che critiche sono state fatte? È stato detto l’avvocato Filastò dice una cosa irrilevante quando fa notare che se il movente fosse stato di lucro non si spiega come mai le vittime poi non risultano diciamo spogliati dei loro effetti personali, questo argomento viene rigirato è si dice eh ma andate a vedere quali erano questi effetti personali, si è preso il caso di Vicchio 50.000 lire, 20.000 lire, ma signori ma questo è un tipico esempio in buona fede di sovrapposizione di noi stessi, della nostra mente, della onestissima ovviamente mente del pubblico ministero che vi ha parlato su quella di delinquente, è un’operazione pericolosissima, la psicologia in questo caso è un’arma a doppio taglio, certamente che il pubblico ministero non avrebbe preso le 50.000 lire se si fosse trovato lui con uno sforzo di immaginazione sul campo dell’omicidio ma è un argomento che proprio non può contare perché qui c’è un salto logico impressionante, come fai tu a entrare nella cioè tu stai partendo dal concetto lo scopo era di lucro ed il fatto che non hanno preso gli effetti personali glielo spiego perché in fondo erano quisquiglie/erano piccole cose, vabbè intanto tu stai facendo un salto logico, ti stai immedesimando nella mente del delinquente che per scopo di lucro secondo quello che tu dici sta facendo queste operazioni e lo stai giustificando va bene per il fatto che comunque non erano un granché i valori, non è consentito ragionare così, io avrei fatto così, lui avrebbe fatto così ma che ne sappiamo di come si comporta un delinquente in questo caso che ha lo scopo di lucro, noi sappiamo che c’è gente che ammazza va bene per un orologino, per strappare una borsetta senza sapere cosa c’è dentro, guardate lo scopo di lucro quanto è imperativo quando lo scopo di lucro non è nella mente di una persona onesta come il pubblico ministero che grazie a Dio prende un lauto stipendio dallo Stato e che per lui non contano niente le 50.000 lire, c’è della gente che uccide anche per 10.000 lire oppure che prende la borsetta alla vecchietta per non trovarci niente dentro e poi qui non è solo la questione delle 50.000 lire, cominciamo a pensare orecchini, collanine, orologi, portafogli, cosa fa il delinquente che ha lo scopo di lucro? Che fa apre dentro il portafoglio per vedere quanto c’è, poi dice “ah c’è poco” lo lascia via no signori per piacere prende il portafoglio e poi se lo guarda a casa. Sempre sul movente è stato osservato dice sì certo l’invio non so se avete notato che non si è parlato nelle librerie in particolare dell’episodio dell’invio del brandello di seno alla dottoressa Della Monica perché sa quello come si spiega? Col movente di lucro? Quello è il tipico momento esibizionista da parte di un assassino che proprio tutto ci ha in mente tranne che lo scopo di lucro, come se fosse costume dei malfattori esibirsi davanti agli inquirenti di sesso femminile tra l’altro, guarda che strano, ma non è strano è logico invece, come se fosse costume usare sempre la stessa pistola per dire guarda che sono io, quando questi omicidi sarebbero a detta dell’accusa a scopo di lucro, uno che ha lo scopo di lucro è uno che fa funzionare il cervello, che ha la sua mente va bene libera da impulsi irrazionali come è quello di mandare un brandello di seno alla dottoressa Della Monica, è un istinto di onnipotente/una volontà di onnipotenza e di sfida ci può spiegare ma uno che ha uno scopo di lucro gli interessa acquisire il lucro e non andarsi ad esibire con la pistola sempre la solita, con i brandelli di seno inviati e poi nessuno vi ha parlato nelle repliche ma voi dovrete dirlo nella sentenza/dovrete spiegarlo della questione delle coppie, avrete notato signori in queste lunghe repliche che mi augurano non vi abbiano eccessivamente annoiato compresa quella di chi vi parla ora che nessuno ha più detto niente sulle coppie? Allora scopo di lucro, commercializzare i miseri resti, guadagni milionari o pluri di decine e centinaia di milioni su questo commercio, qui c’abbiamo un’evidenza terribile, sono tutti duplici omicidi, tutti, non è che siete chiamati a giudicare dell’omicidio di una coppia per dire e di quattro donne, no tutte coppie, e come allora non avvertire la pregnanza proprio dell’osservazione del dottor Perugini che tra l’altro è un’osservazione che si farebbe anche guardate si è detto senza offesa anche alle persone di San Casciano, certo se uno che c’ha in mente le coppie questa è una fantasia ossessiva tipica, a lui interessa sì la donna ed uno potrebbe dire certo che gli interessa la donna, gli interessa per prendere i feticci e per andarli a vendere, sì a lui interessa la donna inserita in una situazione di coppia e allora cade subito l’elemento economicistico, perché ammazzare due persone invece che una? Perché affrontare un uomo oltre che una donna che non si sa mai come può andare, si è visto anche agli Scopeti che il povero a momenti riusciva a scappare quel poco di spazio. Della coppia non vi ha più parlato nessuno. Allora si parlato ancora invece della personalità del Vanni che continua a farmi venire in mente ogni volta che lo vedo mi perdonerà una specie di Fantozzi all’ennesima potenza cioè quando uno è sfortunato è proprio sfortunato non c’è niente da fare, gli è stato ridetto tutte le sue chiamiamoli abitudini/vizietti non si è mai osservato che tutto questo poteva essere la conseguenza di una tragedia della sua vita, questo non l’ha osservato nessuno, gli si è rinfacciato addirittura di andare a messa tutte le domeniche con l’ovvia considerazione questa sì da bar della piazzola di San Casciano e che offende i fedeli quelli seri, quelli come lui sicuramente, dice ma che vuol dire che va a messa tutte le domeniche? I peggiori delinquenti potrebbero andare a messa tutte le domeniche certo ma non si dovrebbe neanche dire una cosa del genere e allora visto che stiamo parlando di messe di tutte le domeniche perché non facciamo una riflessione su un fatto della sua vita che conoscete perfettamente perché avete addirittura gli atti di un procedimento, l’osservazione è questa, questo è un uomo dalla vita molto elementare, proprio di quelle vite senza storia, in cui forse l’unica storia possibile con le mani nel sacco della sua vita sotto l’etichetta felicità il massimo che ci può mettere una persona come il Vanni può essere corteggiamento, matrimonio e vita coniugale, lui in quel sacchetto con quell’etichetta che ci mette invece? Ci mette un matrimonio a 34 anni (salta l’audio) di vendita da Schwarzenberg a Lotti della 124 blu in data 3 luglio 1985, questa prova documentale dell’innocenza degli imputati risulta anche dalle produzioni effettuate dal difensore del Lotti. Vediamo di andare con ordine, anche qui guardiamo la prova documentale, voi sapete che le automobili sono dei beni mobili registrati, chi non ha un’automobile insomma soltanto l’avvocato Filastò non ha la macchina, dico sono dei beni mobili registrati dicevo il punto è questo voi sapete ed i giudici lo sanno e lo spiegheranno ai giudici non togati ma insomma sono dati di comune esperienza perché chi non ha la macchina, l’automobile è un bene mobile registrato, perché registrato? Perché ha una disciplina giuridica che assomiglia per certi aspetti a quella degli immobili cioè delle case per esempio, molti di voi avranno avuto l’esperienza dell’acquisto di una casa nella vita, io auguro a tutti voi di averla avuta questa esperienza dell’acquisto di una casa, quando si va a comprare una casa ci può essere delle situazioni preliminari, non so il compromesso, promittente compratore promittente venditore fanno una scrittura non c’è bisogno neanche del notaio, io prometto di venderti tu prometti di acquistare faremo l’atto definitivo cioè il passaggio di proprietà davanti al notaio con scrittura privata autenticata o con atto pubblico in data tal dei tali, ci può essere una procura a vendere una casa io nomino lavoro Filastò procuratore speciale affinché mi reperisca un acquirente per l’acquisto della mia casa ad una cifra non inferiore a lire tot, tutti questi documenti preliminari abbiano pazienza i giudici togati non è per loro questa esposizione, tutti questi documenti preliminare ovviamente non rappresentano il trasferimento del diritto di proprietà da me all’acquirente, sono situazioni precedenti quand’è che si trasferisce la proprietà? Quando io proprietario della casa fino a ieri vado dal notaio e firmo che sto cedendo la casa all’avvocato Filastò da quel momento la data è assolutamente certa perché certificata dal notaio e c’è un repertorio, viene trascritta la compravendita presso un ufficio che si chiama conservatoria dei registri immobiliari che funziona con criterio nominativo cioè se io voglio sapere se il signor Mario Rossi in provincia di Firenze è proprietario di immobili basta che io abbia nome, cognome, luogo e data di nascita del signor Mario Rossi vado alla conservatoria dei registri immobiliari faccio una visura è sotto Mario Rossi nato a Milano il 3 ottobre del 1950 trovo se è proprietario di immobili, quando ha comprato, quando ha venduto, trovo i passaggi, non trovo ovviamente trascritti le promesse di vendita o le procure a vendere che non interessano a nessuno trovo cioè le indicazioni topiche nei momenti in cui lui ha cessato di essere proprietario per esempio per aver venduto oppure nel momento in cui lui è divenuto proprietario per aver comprato, per quanto riguarda le macchine che sono gli autoveicoli che sono beni mobili registrati esiste un regime che non è di tipo di pubblicità per l’appunto si chiama che non è di tipo ovviamente nominativo, se io voglio sapere se Mario Rossi è proprietario di macchine non lo so, io ho bisogno della targa, si va per targhe, al Pubblico Registro Autoveicoli PRA presso l’Aci però lì ovviamente io trovo sotto una targa le trascrizioni dei passaggi di proprietà che come dato di comune esperienza come sanno tutti i signori come avviene il passaggio di proprietà? Io ho una macchina usata quante volte vi sarà capitato di dover comprare per esempio lasciamo perdere il caso del tedesco che in questo caso Schwarzenegger non ha neanche comprato un’altra macchina, aveva una macchina usata la 124 l’ha semplicemente lasciata presso un’officina per dire guardate se c’è qualcuno interessato gliela vendo, in generale succede molto più spesso un fenomeno cioè la mia macchina io la lascio presso il concessionario magari anche con una procura a vendere poi magari dopo mesi che ho comprato la macchina nuova i concessionario mi dice ho trovato l’acquirente della tua macchina usata vai dal notaio pinco pallino che si trova tutti i giovedì presso l’Aci per esempio ci sono dei notai che devono semplicemente autenticare le firme della dichiarazione di vendita e vai a fare la dichiarazione di vendita cioè dire a quel punto lì è sufficiente la mia dichiarazione di vendita, non c’è bisogno dell’altro che venga anche lui a firmare, mi spiego? È sufficiente la mia dichiarazione di vendita della macchina io sottoscritto Antonio Mazzeo dichiaro di vendere la macchina, naturalmente il concessionario quando mi telefona mi dice guarda che la dichiarazione di vendita tu la devi fare l’abbiamo già comunicata al notaio, generalmente quando si corre dal notaio in questi casi uno mette una firma è scappa via perché il notaio è già stato avvisato dal concessionario del nome, del cognome e dei dati anagrafici dell’acquirente della macchina, in ogni caso tutto ciò che conta è che evidentemente nel pubblico registrano autoveicoli esattamente come alla conservatoria registri immobiliari l’atto che viene trascritto evidentemente è l’atto topico cioè quello del passaggio di proprietà cioè il momento in cui non sono più io ma diventa Lotti proprietario della macchina 124 e quindi non atti preliminari, procure, ho sentito delle cose signore guardi che da tecnico mi fanno rabbrividire e allora dico infatti qui correttamente è scritto targa eccetera adi 26 11 86 formalità presentata si trascrive scrittura privata, la dichiarazione di vendita che lo Schwarzenberg andò a firmare dal notaio, si trascrive scrittura privata autenticata dal notaio il 3 luglio 85, va bene? Di trasferimento e lo dice, di trasferimento della proprietà e dice pure a favore di Lotti Giancarlo nato a San Casciano Val di Pesa il 16 9 del 40 residente San Casciano via Luciano numero 20 da parte di Schwarzenberg Karl c’è tutto eh nato a eccetera residente a San Casciano eccetera eccetera preso valore 400.000 c’è scritto qui non so se poi hanno indicato ai fini fiscali quello giusto o se il prezzo era superiore non mi ricordo, se si è parlato di 800.000 o di 400.000 comunque qui il prezzo è indicato in 400.000. Allora voi avete un macigno capito da cui non potete prescindere è inutile girarci intorno signori guardate la quadratura del cerchio qui non si può ottenere, qui si può ragionare del Lotti anche del Lotti che piglia la scopa della strega melusina e se ne vola sulla luna siamo riusciti a ragionare qui, però qui è un macigno eh, il 3 luglio dell’85 Lotti è giuridicamente proprietario di un’autovettura, essere giuridicamente proprietario di un’autovettura significa anche avere una serie di obblighi non indifferenti, obblighi di responsabilità civile per esempio per gli incidenti che fa questa autovettura, quindi non è neanche pensabile che lo Schwarzenberg dopo aver firmato l’atto di cessione il 3 luglio 85 della macchina a Lotti poi abbia continuato a usarla lui, del resto lo ha anche detto, ma noi sappiamo altre cose, allora intorno a questo macigno proprio macigno ineliminabile c’è una serie di indicazioni teniamo presente la data 3 luglio 85 Lotti diventa proprietario del 124 blu intorno a questa vicenda incontestabile c’è una serie di indicazioni puntuali, precise ed inoppugnabili rese da testimoni assolutamente Schwarzenberg persona che ha fatto una impressione straordinaria, i due Scherma padre e figlio che sono stati sull’argomento che a me interessa puntuali, allora Schwarzenberg dice “da alcune settimane avevo portato la mia macchina a questo signore qui perché trovasse un acquirente” alcune settimane quindi pensiamo l’abbia portata i primi di giugno, “mi telefonò ovviamente io non mi ricordo la data” ma noi lo sappiamo che deve essere intorno al 3 di luglio non c’è dubbio perché questo è un macigno ineliminabile, “mi telefona il Bellini e mi dice ho trovato l’acquirente vai dal notaio … giovedì e vai a firmare l’atto di vendita” poi dice “i soldi? I soldi li ebbi tempestivamente” dice così. Allora noi sappiamo che il 3 di luglio dell’85 Lotti diventa proprietà dice ma io non lo sapevo che era diventato lasciamo perdere Lotti guardi non lo voglio neanche toccare non voglio neanche lasciarmi trascinare come umanissimamente ha fatto il presidente da una attestazione nei confronti la ringrazio dell’opportunità del rilievo circa la legislazione premiale, dico lasciamo perdere Lotti noi abbiamo 3 luglio 85, abbiamo Schwarzenberg e abbiamo mi bastano i due Scherma, poi può andar bene anche Bellini per alcuni dati di contorno, allora nel momento in cui l’austriaco va a firmare l’atto di vendita quindi 3 luglio 85 va bene? Lotti evidentemente ha manifestato a Bellini la volontà di acquistare perché sennò come faceva Bellini a telefonare a Schwarzenberg dicevo qui c’ho l’acquirente Lotti Giancarlo nato a San Casciano ho già dato i riferimenti al notaio vai a firmare la vendita, non solo io presumo che Bellini si sia voluto anche garantire con un pagamento nel senso che quando Scherma viene e vi dice andai a pagarla io per Lotti ovviamente non si ricorda la data ma possiamo immaginare il Tedesco dice tempestivamente possiamo anche arrivare a immaginare che il Bellini sia fidato della parola del Lotti la compro io tienimela ferma la compro io questi sono i miei dati e che poi i soldi siano arrivati qualche giorno dopo lui dice tempestivamente, voi capite signori c’è una dichiarazione resa alla polizia giudiziaria nel corso delle indagini proprio da Bellini se non vado errato me la mostrava ieri collegati l’avvocato Filastò poi ve la illustrerà lui dove ha spiegato benissimo come aveva appresso dalla sua officina e come avvengono dappertutto queste cose cioè io venditore che ho avuto un incarico da Schwarzenberg di vendere la macchina conosco Lotti, mi fido di Scherma eccetera però magari dico sentite mi lasciate i soldi in deposito io chiamo Schwarzenegger e dico vai a firmare che c’ho già i soldi, ma ammettiamo che addirittura lui non abbia avuto neanche questa normalissima diligenza c’è il macigno di Schwarzenegger che dice io firmai e tempestivamente ebbi i soldi come a dire andai il 3 luglio a firmare dal notaio e poi il 4, il 5, il 6 ma anche il 10 luglio va benissimo il 10 luglio va bene sono andato il 10 luglio da Bellini che mi ha dato i soldi perché i soldi lui li ha avuti da Bellini praticamente, Scherma ci dice che li ha consegnati a Bellini e Bellini ha dati. Allora noi abbiamo entro la prima decade di luglio, non dico neanche 3 luglio, nel 1985 due evidenze documentate e testimoniate in modo lampante, Lotti proprietario con tutti i diritti e gli obblighi del proprietario del 124 usato ma funzionante, funzionante in grado di camminare, Lotti che sia pure facendosi prestare i soldi da Scherma ha pure pagato il prezzo di questa macchina, 2) ora è importante anche il fatto che Lotti si sia fatto prestare i soldi perché signore della Corte? Perché lui sappiamo c’è lo dice Scherma padre e Scherma figlio che era che aveva la 128 completamente rotta e inutilizzabile, ci precisa Scherma padre nelle parti di carrozzeria e nelle parti di meccaniche e ci dice anche che Lotti era uno che se gli si rompeva la macchina, succedeva spesso perché pigliava tutti i cartocci vecchi, non sapeva stare un giorno senza rimettere il suo fondoschiena su un’altra macchina, va bene? È importante anche questo, quindi non è che tutto fa presumere ma questa è l’assoluta certezza che ci viene da quella data, noi sappiamo che se Lotti che non aveva una lira tanto che si è fatto prestare i soldi dal suo padrone si è trovato nella necessità di comprare una macchina nuova evidentemente è perché il 128 come peraltro ci dicono gli Scherma si era rotto, ora voi ve lo immaginate il Lotti che per un certo periodo di tempo va avanti con due macchine che non c’ha neanche i soldi per comprarsela la seconda? Si era rotta la sua, non era in grado di camminare la sua, per questo a costo di farsi prestare i soldi il 3 di luglio se n’è comprata un’altra quindi la 128 si è rotta prima del 3 luglio sennò qual era la spinta che avrebbe costretto facendosi prestare i soldi il Lotti a comprarsi un’altra macchina, no si è rotta la macchina me ne compro un’altra, è uno che appena si rompe una macchina deve subito sedersi su un’altra macchina c’è l’ha detto scherma e poi ho fatto una domanda a Bellino o ad un suo impiegato “ma si è mai verificato dico io nella vostra storia di tanti lustri della vostra officina autorizzata e di compravendita di macchine usate che arriva uno si compra la macchina se la fa intestare dal notaio paga il prezzo e poi viene a prenderla per circolarci due mesi e mezzo, vi ricordate?” “no” Ma era inutile anche farla la domanda, si sostiene in questo caso invece che noi non abbiamo, non avremmo quantomeno, la certezza e invece l’abbiamo e questa certezza ci viene proprio dalle produzioni dell’avvocato Bertini di un ultimo tassello di questo mosaico, vabbè questo sarebbe già un ragionamento per absurdo come si diceva una volta, uno si può divertire vogliamo divertirci fare un’ipotesi di scuola cioè noi abbiamo Lotti che c’ha la macchina rotta scassata nella carrozzeria e nella meccanica che ha bisogno il giorno dopo tra un po’ come dice il suo padrone di avere un’altra macchia che non ha i soldi per comprarla ma ne ha una tale urgenza che se li fa prestare dal suo padrone, che si fa intestare la macchina quindi dichiara a Bellini la compro io è mia ferma l’ho vista io tant’è che Bellini poi dice a Schwarzenegger vai a fare la dichiarazione di vendita dal notaio ed entro il 3 di luglio del 1985 succede tutto questo, va bene però io ho fatto una domanda e poi mi ha colpito la domanda del presidente peraltro sollecitata da due giudici popolari, mi ha colpito perché mi ha fatto riflettere molto perché qual è la direzione di pensiero che sta alla base di questa domanda dico che non ci capivo io perché avevamo già tutte queste evidenze noi, io ho fatto chiedere credo a Bellini ad un certo punto “senta Bellini dico ma quanto pago io non mi ricordo se 400.00 o 800.000 lire lo Scherma perché qui è scritto 400.000” vabbè 800.000 lire quindi dicevo abbiamo già un’evidenza tale dico c’è questo no però io l’assicurazione ha prodotto l’avvocato Bertini due certificati di assicurazione, ha prodotto due certificati di assicurazione, voi sapete che c’è il contratto di assicurazione che è annuale quello per la responsabilità civile auto che è annuale che si rinnova di anno in anno se non c’è disdetta almeno tre mesi prima, poi naturalmente c’è il certificato di assicurazione e c’è il contrassegno cioè quello che si espone sul cruscotto della macchina, ecco l’avvocato Bertini ha prodotto lasciamo perdere come l’aveva, come mai a distanza di 13 anni, lasciamo perdere tutto non voglio polemizzare eppure c’è ne sarebbe motivo mi scusi con tutto il rispetto presidente sulla nostra richiesta di acquisizione di eventuale altra documentazione da parte e tutto superato, ha prodotto quindi allora contratto è quello grande ve lo ricordate c’è l’avete tutti nella macchina quella annuale e voi l’avete una volta sola perché finché non fate la disdetta di questo per esempio cambiando compagnia vi rimane sempre questo anche se per 10 anni avete diciamo rinnovato tutti gli anni ad ogni anno o ogni sei mesi perché in questo caso come quasi tutti noi il pagamento si concorda di farlo semestrale, quindi chiaramente ad ogni semestre ciascuno di noi riceve quando va a pagare anticipatamente il semestre intero signori giudici, quando lo va a pagare intero il semestre riceve dall’assicurazione, è anticipato, cioè al 20 Marzo dell’85 Lotti ha pagato il semestre intero ed ha anticipato come risulta dalla documentazione che ha prodotto del 128 e riceve dall’assicurazione il certificato che attesta il pagamento avvenuto e uno se lo tiene dentro ed il contrassegno che invece va esposto fuori dove c’è la targa della macchina, allora le produzioni dell’avvocato Bertini sono due sono due certificati ovviamente contrassegno va prodotto perché a distanza di tanti anni ma non importa sufficiente il certificato eh sono due certificati di assicurazione, uno riguarda la Fiat 128 e dice che l’inizio del rapporto assicurativo annuale è il 20 Marzo 1985 e la scadenza del semestre perché è un certificato semestrale lui ha pagato anticipato sei mesi 20 settembre 85, il secondo certificato che ha prodotto il presidente se avesse la cortesia di averli sott’occhio per correggermi se sto sbagliando, i due certificati cha prodotto l’avvocato Bertini, io no tu hai le fotocopie io me lì sono segnate e lui ha gli originali perché alcune osservazioni potete riscontrarle insieme a me signori giudici. Il secondo, allora primo certificato 128 rossa coda tronca 20 Marzo/20 settembre 85 pagamento semestrale anticipato il che significa che lui aveva pagato l’assicurazione sul 128 fino al 20 settembre signori giudici, il secondo certificato guarda un po’ 20 settembre 85, fino al 20 Marzo 86 secondo semestre solo che il secondo certificato riguarda la copertura assicurativa ovviamente della 124 che lui ha comprato il 3 di luglio e qui dice il contraddittore rispetto all’evidenza/rispetto alla prova documentale dell’innocenza dell’imputato, il contraddittorio che dice ma lui ha fatto la polizza sulla 124 incredibilmente aggiungiamo noi perché aveva la 128 rotta, l’ha comprata il 3 di luglio la 124, l’ha pagata il 3 di luglio però fa la polizza il 20 settembre il che farebbe presumere che sia andata a piedi per due mesi e mezzo quando un testimone ci dice quando lui si rompeva la macchina il giorno dopo ne aveva un’altra, lasciamo perdere le cose assurde stiamo ai documenti, dice sta di fatto che voi avete un’evidenza incontestabile lui ha fatto la seconda polizza quella cioè il secondo semestre sulla 124 a partire dal 20 settembre quindi siccome il meccanico viene a dire che lui una macchina che non fosse in regola con l’assicurazione non l’avrebbe consegnata evidentemente Lotti qui uno comincia ad immaginare, boh non avrà avuto i soldi per pagare l’assicurazione perché l’unica spiegazione è questa, assurda per tantissime ragione perché al il suo datore di lavoro che gli scuce 800.000 lire per comprargli la macchina di cui ha bisogno perché non sa stare un giorno senza la macchina a quel punto gli poteva anche scucire la cifra come vedremo molto più bassa dell’assicurazione, prestito per prestito, ma lasciamo perdere c’è un’evidenza evidenza signori giudici e signor presidente l’evidenza a cui sono i documenti che ci sta fornendo l’interessato, se c’è né fossero degli altri che poi non ci ha fornito son cavoli suoi cioè purtroppo no sono problemi nostri, problemi risolti dalle sue proprie produzioni, perché? Perché la prima domanda che si è affacciata a questo difensore dice vabbè dice diciamo ragionamento per assurdo che ha trovato chi gli paga i soldi il 3 luglio 85 e questo è incontestabile per comprare la macchina ma questo ha detto io i soldi per l’assicurazione non te li do e qui c’è stato l’errore mio e l’errore di qualche giudice che ha fatto delle domande che secondo me si spiegano in un modo solo perché io ho chiesto a Bellini senta dico no non l’ho chiesto al Bellino l’ho chiesto al giudice a latere cortesemente il dottor Perini ma quant’è il costo dei sei mesi di premio sulla 124? Lei mi faceva notare 162.848 lire si ricorda dottor Perini? Gliel’ho chiesto io lunedì e naturalmente e c’è scritto, c’è scritto perché io non l’avevo, naturalmente io facevo questo ragionamento dicevo ma com’è possibile 162.000 lire per sei mesi dividiamolo per 6 viene 27.000 lire due mesi, 27000 lire infatti 27 per 6 fa circa 170.000 lire, quindi per circa 27.000 lire cioè la copertura che gli occorreva provvisoria dal 3 luglio al 20 settembre quando poi avrebbe pagato il secondo semestre dico uno per 27.000 lire dico non rinnova no per 27.000 lire ma sbagliavo non è questo il ragionamento corretto sulla linea di questo ragionamento il presidente su sollecitazione di due giudici popolari ha chiesto allo Scherma “ma i soldi che lei ha prestato come glieli ha restituiti? Glieli ha restituiti il Lotti?” dice “sì” “E come glieli ha restituiti? “A 200.000 lire al mese” e io mi sono chiesto per tutto il pomeriggio che significa sta domanda? Qual è la direzione del pensiero che presiede a questa domanda? Si vuol forse sostenere visto che ci stanno abituando a fare i ragionamenti assurdi che siccome qui la faccio io una riserva mentale purtroppo il dialogo coi giudici è muto, che siccome lui doveva restituire dalle 800.000 lire di stipendio 200.000 lire al mese allo Scherma il povero Lotti non ci aveva i soldi le 27.000 lire per pagarsi l’assicurazione per quello che serve? È questo che si vuol sostenere? Significa questo quella domanda signori giudici? Io lo capirò soltanto dalla vostra sentenza, adesso non mi potete rispondere però ho altre risposte a questa geniale domanda io non le ho avute. Eravamo tutti fuori strada, voi con il vostro gusto dei ragionamenti per absurdo per cui anche gli asini che volano secondo i racconti del Lotti esistono e io col mio ragionamento di base che era sbagliato e perché era sbagliato? Perché ero partito dal concetto che avendo lui comprato il 3 di luglio dell’85 una 124 grossa tre volumi lui dovesse pagare un’integrazione di polizza cioè a dire che l’assicurazione per la responsabilità civile sulla 124 costi di più rispetto all’assicurazione della responsabilità civile sulla 124 e non è vero, e sapete perché non è vero? Intanto la prima indicazione me l’hanno dato proprio le produzioni dell’avvocato Bertini, io ho detto ma perché il certificato di assicurazione del Lotti sulla 128 rossa dal 20 Marzo 85 al 20 settembre 85 196.790 lire la 128, poi il certificato di assicurazione sulla 124 quella che nella mia mente era più grossa, quella doveva costare di più dal 20 settembre 85 al 20 Marzo 86 produzioni del Lotti 162.848 ma porca miseria da dove viene? Eppure è sempre lo stesso contratto perché voi sapete e mi insegnate signori giudici che quando nel corso dell’anno assicurativo che è scadenzato 20 Marzo – 20 Marzo con pagamento semestrale anticipato quindi 20 Marzo – 20 settembre – 20 Marzo se nel corso dell’anno assicurativo io cambio macchina però mantengo la mia solita compagnia di assicurazioni come in questo caso io cosa faccio? Appena cambio macchina cioè intorno al 3 di luglio del 1985 vado presso la mia compagnia e dico signori io ho comprato un’altra macchina basta telefonare va benissimo, telefono, ho cambiato macchina ah dice sì ho cambiato macchine il 3 luglio perché mi si è rotta la 128 si dice ma che devo pagarvi un conguaglio fino al 20 settembre quando poi pagherò il secondo semestre perché le scadenze rimangono inalterate, devo pagarvi un conguaglio del premio assicurativo? Sa cosa le hanno risposto invece quelli della compagnia a Lotti? No signor Lotti venga perché c’è da prendere i soldi indietro e sapete perché? Perché è questa la produco io e comunque se non la volete perché il premio per la responsabilità civile auto si calcola in base ai cavalli fiscali, fino a 8, da 8 a 12, da 12 a 14, da 14 a 18, oltre i 18 e sapete quanti cavalli fiscali c’ha la 128? C’è né ha 15 mentre la 124 c’è né ha 14, sapete che vuol dire questo? Che il 3 luglio del 1985 quando comprò la 124 auto con cavalli fiscali 1 meno rispetto alla 128 il Lotti era coperto da assicurazione fino al 20 di settembre dell’85 avendo pagato un premio anticipato il 20 Marzo dell’85 di misura superiore a quello che avrebbe pagato se avesse assicurato la 124 per cui quando telefonò o andò o telefonò alla compagnia dicendo c’ho la macchina nuova mi serve il contrassegno nuovo eccetera eccetera fino al 20 di settembre (voci sovrapposte) voi ci avete questa evidenza questo signor presidente è il certificato storico del PRA della 128 che aveva il collega ma lui ha prodotto lunedì soltanto quello della 124, è un raffronto aritmetico e poi ci sono anche queste altre produzioni

Presidente: Cos’ha lei?

Avv. Antonio Mazzeo: Io ho il certificato storico del Pra mentre lei ha solo quello dalla 124 questi è importante perché dice potenza cavalli fiscali 15 eccolo qui guardi, se lei lo confronta con quello del 124 c’è scritto potenza cavalli fiscali 14, allora a questo punto siccome la legge sull’assicurazione obbligatoria per l’appunto è legge e le tariffe della responsabilità civile professionale sono pubblicate e sono messe in vigore dal ministero e l’industria va bene io ho fatto una ricerca presso il mio assicuratore e lui è andato fino al 1991, 93, 92 e 91 ma è una regola cioè iura novit curia non c’è problema, è un problema questo che non si pone perché la misura del premio di polizza per quanto riguarda l’assicurazione della responsabilità civile auto è commisurata ai cavalli fiscali, cioè a di come voi vedrete da qualunque tabella premi pubblicate dal ministero dell’industria ti dicono sempre fino a 10 cavalli fiscali una cifra, poi da 10 a 12 un’altra cifra, oltre 12 fino a 14 un’altra cifra, oltre 14 fino a 18 un’altra cifra, oltre 18 non c’è versi è l’unico criterio per la commisurazione del premio che sale aumentando i cavalli fiscali, allora se c’è ancora qualcuno, se c’era ancora qualcuno che poteva immaginare l’ipotesi di un Lotti già ipotesi inverosimile ragionamento ad absurdum povero Lotti che deve restituire vero le 200.000 lire al mese al suo padrone non c’ha i soldi per pagarsi l’appendice di polizza fino al 20 di settembre beh se la scordi questa cosa che già questo ragionamento turba parecchio e pure sbagliato fra l’altro è contro la legge perché il Lotti il 3 di luglio del 1985 cari signori giudici che esercitate il raziocinio non aveva bisogno di tirar fuori neanche una lira per essere coperto dall’assicurazione anzi io non ho fatto i calcoli perché sono complicati sicuramente gli hanno restituito qualche decina di mila lire perché il premio che aveva pagato il 20 di Marzo sulla 128 che era fino al 20 di settembre era avendo la 128 più cavalli fiscali della 124 era in misura maggiore rispetto al premio che avrebbe pagato se si fosse assicurato al 20 Marzo con la 124 se avete ancora dei dubbi e non li dovete avere perché questi sono tariffe approvate per legge disponete pure una perizia in dibattimento con un esperto di assicurazione che vi dirà esattamente le stesse cose che vi sto dicendo io quindi la prova documentale che tutto si è mosso all’interno dello stesso contratto di assicurazione c’è l’avete voi attraverso le produzioni. Io volevo sottoporre alla vostra attenzione le tariffe ministeriali se riterrete le acquisirete se non riterrete non le acquisite sennò me li restituite intanto le metto qui.

Presidente: Tutti i discorsi che ha fatto ora nel tragitto non è venuto nulla nella descrizione se ha interesse lo può ripetere.Avv. Antonio Mazzeo: Su che cosa scusi?

Presidente: Il discorso che ha fatto lei ora venendo qui verso

Avv. Antonio Mazzeo: In sostanza e conclusivamente sul punto il difensore del signor Vanni rileva come esista già agli atti di questo processo fatto veramente più unico che raro la prova documentale dell’innocenza di tutti gli imputati, questa prova documentale è rappresentata dal certificato storico del Pra sia della 128 del Lotti che io ho prodotto se non vado errato però sì gliel’ho fatto avere sia della 124 che l’altro giorno aveva prodotto il mio collega integrata dai due certificati di assicurazione delle due vetture relative al primo semestre 20 Marzo 85 – 20 settembre 85 relativo alla 128 e al secondo semestre assicurativo perché il contratto è annuale 20 settembre guardate la coincidenza 85 – 20 Marzo 86 ovviamente si rispettano sempre le stesse date riferito alla 124, questa prova documentale integrata con nozioni giuridiche ma di leggi ma di normale e di comune esperienza cioè a dire il fatto che il premio di assicurazione varia cioè cresce in relazione al numero dei cavalli fiscali questa considerazione verificata con riferimento al fatto che i cavalli fiscali della 124 che Lotti comprò il 3 luglio dell’85 sono inferiori rispetto ai cavalli fiscali della 124 di cui aveva pagato il premio assicurativo fino al 20 settembre dell’85 portano alla conclusione necessaria che Lotti non aveva bisogno il 3 luglio dell’85 per circolare con la 124 blu che lui comprò per necessità facendosi prestare i soldi avendo rotta la 128 non aveva necessità di spendere una lira di assicurazione e adesso vediamo se viene fuori qualcuno a dire che lui provava gusto a girare con una macchina rotta e senza l’assicurazione e sul fatto conclusivamente che tutti i testimoni da 10 anni a queste parti citati in vari processi non solo in questo dall’accusa hanno sempre detto di aver visto agli Scoperi una macchina rossa coda tronca che assolutamente non è confondibile con la 124 blu a tre volumi teste De Faveri quasi sicuramente era rossa, teste Ghiribelli ho visto una macchina rossa scodata era rossa l’era rossa scodata, poi pubblico ministero che ha intrattenuto per ore nella sua esposizione su questo Lotti in varie occasioni compreso anche il sopralluogo con il dottor Flerì ha ribadito in più occasioni che ha detto anche su richiesta che lui ci è andato poi tutta la sua difesa su queste supplemento istruttorio che ci è andato con la macchina rossa allora questa è la prova documentale integrata dalle tariffe assicurative che lui il 3 luglio del 1985 non solo si comprò una macchina nuova perché aveva la macchina rossa rotta nella carrozzina nella meccanica, non solo il 3 luglio 85 fece pagare il prezzo ma non doveva spendere neanche una lira per girare fino al 20 settembre con l’assicurazione che aveva già pagato il 20 Marzo sul 128 anzi avendo diritto ad un rimborso di premio. Mi lasci parlare per favore. Quindi conclusivamente signori giudici conclusivamente e niente conclusivamente questo difensore risolve il suo intervento con due parole a questo punto che dovrebbero portare un po’ di serenità anche in qualche mente forse annebbiata da qualche suggestione o da qualche pregiudizio o da qualche amore per il ragionamento per absurdo dovrebbero portare qualche serenità e che io credo nei giudici e in queste toghe signori quelle fasce tricolori qualcuno ha detto che sono semplicemente un simbolo, sono il simbolo del nostro desiderio di giustizia, in qualche modo sono come una preghiera, fa che io sia giusto questo significano sennò sarebbero solo una mascheratura, da boia non da giudici, quando mettete questa roba addosso i vostri pregiudizi ve ne dovete spogliare e l’unica volta nella vostra vita che siete chiamati a fare qualcosa di nobile verso tutti, verso tutti i consociati, verso tutti i cittadini e quindi visto che si è ricordato il mio riferimento alla misericordia peraltro in modo improprio questa difesa conclude con le ultime parole di San Francesco d’Assisi, la difesa di Mario Vanni ha fatto la sua parte che Dio vi aiuti a fare la vostra.

Presidente: 10 minuti di interruzione poi diamo la parola all’avvocato Filastò.

Presidente: Prego, Avv. Nino Filastò.

Avv. Nino Filastò: Presidente, Giudici della Corte, io ho ascoltato, ho sentito dal Pubblico Ministero – al quale io intendo replicare, quasi esclusivamente a lui, cercando di mantenere il discorso nei termini di una replica – alcune amplificazioni con accenti di riprovazione che finiscono, come dire, per trasferirsi dall’imputato anche al difensore. Vorrei cominciare parlandovi di alcune cose che accorciano la vita di un avvocato. Facendo tutti i debiti scongiuri, vero, per carità! Una delle quali è il “sangue agli occhi” – per dire che tante volte i toni si alzano – il sangue agli occhi che viene quando si ascolta, dalla parte dialetticamente avversaria, il dato processuale chiaro, evidente documentale, incontrovertibile, artificiosamente travisato. Vi faccio ‘un esempio: nel corso della sua seconda replica, Pubblico Ministero, parlando di quel documento che riguarda questa 124 – ci torneremo poi dopo – ha detto che nell’atto, nella scrittura privata autenticata il 3 luglio dell’85 non era previsto Lotti Giancarlo. Testuale. Come si fa… voglio dire, ma basta leggerlo, no? C’è scritto: “Addì…” Eccetera, “Formalità presentata il 01/04/86, si trascrive scrittura privata il 03/07/85 di trasferimento della proprietà a favore di Lotti Giancarlo.” Questo discorso che non era previsto il Lotti Giancarlo doveva supportare l’ipotesi del mandato a vendere. E questo non è un mandato a vendere, è una scrittura privata, autenticata da un notaro, nella quale non siamo riusciti a mettere le mani, ma forse il notaro ce l’avrà. Ma non ce n’è bisogno, perché che si deve… Che questo è un falso ideologico? Il Conservatore del Pubblico Registro Automobilistico di Firenze ha falsificato il dato? Ha trasformato un mandato a vendere in una scrittura privata autenticata di vendita?

(voce non udibile)

Avv. Nino Filastò: Che deve fare uno, quando sente dire una cosa di questo genere? Ingoia, ingoia. Ma fa male ingoiare, fa male anche alla salute, purtroppo. Oppure quando si sente un collega. Per carità, insomma, ora mettersi a polemizzare con l’avvocato Curandai, è un po’ come sparare sulla Croce Rossa in questo processo. Il quale continua a sostenere che questo signore ha buttato la moglie dalle scale. Ma insomma, voglio dire, ma come si fa? 

Mario Vanni: Unn’è vero.

Avv. Nino Filastò: E unn’è vero no. Ma non è che noi… Ma non è vero perché lo dice lei, o perché lo dico io. Non è vero perché è agli atti. Con tutto quell’arzigogolo tremendo per cui dice: mah, qui c’è un episodio per cui deve essere per forza che ha buttato dalle scale la moglie. Non lo so, io sono stato a sentirlo e, via via, sentivo un fastidio proprio, un fastidio fisico, anche. Ora io voglio dir questo: il nostro mestiere, è un mestiere dialettico, Presidente. Noi tante volte, insomma, diciamo la verità, qualche volte si stiracchia un po’, da una parte e dell’altra, perché abbiamo una tesi da sostenere. Io mi ricordo, ero molto giovane, e discutevo in Corte di Appello un processo a carico di uno di quei criminalacci che c’erano a suo tempo a Firenze, ora non ci son più, questa razza è sparita, è scomparsa. Era uno che, insomma, fosse arrivato oggi a farsi difendere da me, gli avrei detto: patteggiamento subito, non rompere le scatole, oppure giudizio abbreviato, non andiamo a romperci l’anima a fare un processo dove… All’epoca non c’era questa ottima istituzione che è intervenuta ora. E, allora, siccome alla Corte di Appello, vero, c’erano un paio di Presidenti che accidenti se ti davan legnate, eh, bisognava discuterlo. E, insomma, io mi ricordo, a un certo punto ero là che discutevo queste dichiarazioni fatte da questo imputato, che non stavano né in cielo e né in terra, e mi ricordo che dissi: ‘ma, Signori della Corte questo le sballa’ — dissi così – ‘le sballa talmente grosse, quello che dice è talmente fuori da qualsiasi evidenza che insomma, alla fine deve essere vero’. E mi ricordo che Procuratore Generale c’era il professor Fileno Carabba, che si rivolse a mio padre, io ero molto giovane, e disse: ‘ma lo senti? Lo senti cosa sta dicendo?’ E io mi vergognai come un ladro, dico la verità, diventai rosso in Quel momento… queste arrampicatine sugli specchi, tipo quella di ieri della moglie buttata dalle scale, insistita, non l’ho fatta più, non si fanno più, non è corretto e non va bene. E, quindi, una di quelle cose che ci accorcia la vita è questa. Poi ce n’è un’altra, che è la peggiore, e che è quella di difendere un innocente. Difendere un innocente nella piena consapevolezza, ferma coscienza, consapevolezza, che lo è. Non lo augurerei al mio peggior nemico. E mi è capitato tante volte, e come si soffre. Di’ la verità, Antonio. 

Avv. Antonio Mazzeo: A bestia, a bestia.

Avv. Nino Filastò: Ora, ecco, quindi cose di questo genere, al difensore che fa il suo lavoro con passione alzan la pressione, fanno alzare un po’ il tono, tante volte. E al Pubblico Ministero – che questi problemi lui, beato lui, non li ha – lo stile del difensore non piace. Io spero, però, che i miei Giudici mi abbiano capito; abbiano capito l’ansia di questo difensore; abbiano capito che questo difensore, quando per la prima volta si è seduto qui, a questo banco, accanto a quest’uomo, a questo signore, ha avvertito la necessità di modificare un clima. Modificare, ecco, lo devo dire, un pregiudizio, un atteggiamento, un’atmosfera pesante, che c’era su di lui. Ecco perché la ragione di quelle che sono state definite alternativamente intemperanze, oppure invettive. Invettive no, perché io non ho inveito mai con nessuno. Intemperanze forse, anche poco fa. Però, ecco, una cosa al Pubblico Ministero gliela voglio dire, da questo punto di vista: d’accordo col criticare lo stile, ovviamente nessuno da questo punto di vista è perfetto; ma prodursi nell’imitazione… Nell’imitazione, Presidente, si ricorda? Non l’ho presa tanto bene, m’é rimasta un po’ sullo stomaco. Perché, vedete, io faccio questo mestiere da 35 anni, ho 60 anni; mi piace e l’ho fatto anche, Signori, per più di 10 anni in un periodo di tempo in cui era molto, molto difficile fare il mio lavoro, molto. Tant’è che ve’erano decine di interrogatori in cui arrivava un avvocato si accorgeva chi era la persona che l’aveva nominato e di quali reati era imputato e diceva: no, no, io rinuncio. E in tutta Italia a far quel lavoro, a farlo seriamente, si rimase in quattro o cinque, correndo su e giù per tutta la Penisola, per tutte le carceri. E mi ha fatto piacere, tempo fa, sentire che un alto Magistrato, proprio della Procura di Firenze — mi è stato riferito – parlando, diceva: “se un c’erano quegli avvocati lì, noi i processi non si potevano fare”. É stata molto dura. Le rivolte nelle carceri. A Volterra mi son trovato accanto a una mina, io, per ore, parlando al di là di una barricata con dei rivoltosi che mi avevan chiamato per trattare. Un coltello, nelle mani di un altro che due minuti prima aveva portato via di netto il naso – e ho su questo una menzione fatta dal Procuratore Generale di allora – gliel’ho levato dalle mani io. E quando io mi son trovato a difendere molti imputati di terrorismo, io ho capito subito una cosa. Ho detto che sono orgoglioso di fare questo mestiere, perché in quel frangente, in quegli anni, voi Giudici, la struttura, la Giustizia ha resistito, il Paese è rimasto in piedi, per fortuna. E quando andavo nelle carceri da questi ragazzotti ragazzotti, giovani, meno giovani la prima cosa dicevo: “te che hai intenzione di fare? Io ti difendo. Mi hai chiamato, io ti difendo. Ma te ti difendi? Perché se non ti difendi, guarda, c’è Tizio, Caio, Sempronio che gli va benissimo andare nei processi, sentire l’imputato che dice: mi dichiaro prigioniero politico, non ne voglio saper nulla, tre o quattro insulti ai magistrati e fine del discorso. Io non son di quel tipo. Io se ti difendo, ti difendo fino in fondo”. E così, in questo modo, alla fine, volendo difendere questa gente, da gualche parte bisognava rifarsi, come si potevano difendere alcuni di loro? Eh. Si cominciò a dire: mah, sarà che avete sbagliato, ragazzi? Sarà che eravate proprio di fuori? Non lo dicevo solo io, io ero uno di quelli che lo dicevano, lo dicevo anche prima. Perché quando me li ritrovavo, dove io mi occupavo di cultura, facendo teatro e altre cose e loro venivano là a rompermi le scatole, a contestarmi, dicendo che la rivoluzione col teatro non si faceva, li mandavo a quel paese e si litigava. Poi me li son ritrovati a difenderli. A difenderli. Ed è così, Signori, che, anche col mio modesto contributo, è maturato un fatto storico di un’importanza fondamentale, del quale nessuno, più si ricorda: la dissociazione del gruppo di Prima Linea in toro, come gruppo. Son come singole persone, come gruppo, tutti insieme. Andate a guardare chi li difendeva tutti. Chi era il difensore di tutti. Insieme al grande Magistrato, uomo di grandissimo valore, Giancarlo Caselli, facemmo una specie di riunione, convegno, al carcere di Bergamo, dove tutto questo maturò, prese corpo. Quindi, insomma, credo di non essere proprio l’ultimo arrivato. L’imitazione con la voce roca me la sarei risparmiata molto volentieri, anche perché mi ricorda che forse fumo troppe sigarette, che la voce diventa roca per quello, ne potrei fare a meno. Beh, un’imitazione che poi, fra l’altro, detto da uno che un po’ se ne intende, lasciava un po’ a desiderare, ecco. Un’esibizione direi, tutto sommato, di livello inferiore anche, allora, del dilettante: non dico alla Corrida di Corrado, ma insomma… Ma lasciamo fare. Il paragone del professore invece, detratte certe implicazioni, tipo la supponenza, io credo di non essere mai stato supponente in questo processo, perché non ho fatto nessun discorso abduttivo, avvocato Voena. So benissimo cos’è l’abduzione, la “abdution” del grande filosofo pragmatista Bierce e non la applico mai nei processi, per carità, non ci mancherebbe, altro. Forse non è nemmeno esatto come ve l’ha descritta l’avvocato Voena, perché in realtà l’abduzione, l’immaginazione, la fantasia, l’impregnarsi di un caso, il saltare al risultato attraverso l’intuizione. No, no, no, qui non si fanno queste cose, non si devono fare, son pericolose. Io ho fatto una, molto pedestre, analisi – insieme al collega Antonio Mazzeo, ci siamo divisi i compiti — molto pedestre analisi degli atti processuali, di quello che è il risultato in questo dibattimento e di quel che era risultato prima, nel corso delle indagini preliminari. Quindi, supponenza direi di no. Sì, alcune volte accenti forti, sì. Comunque, il professore – da questo punto di vista qua il paragone lo accetto , solo da questo punto di vista – il professare se dà le bacchettate, le dà in senso metaforico, il professore. 

Avv. Nino Filastò: I professori, tutto sommato, sono innocui, son come gli avvocati difensori. Più in là di qualche votaccio sul registro, alla peggio di qualche bocciatura, non posson fare. I Pubblici Ministeri, l’ufficio del Pubblico Ministero no, invece. E la storia di questa indagine infinita, della non innocuità dei Pubblici Ministeri, porta degli esempi cospicui. Sono state date qui bacchettate, non metaforiche, cioè a dire bacchettate che concretamente erano periodi di detenzione. Beh, in una prima fase al signor Stefano Mele: accidenti, 12 anni di galera. In una seconda fase, al signor Renzo Spalletti: a lui gl’è andata abbastanza bene, solamente 4 mesi. In una terza fase, al signor Francesco Vinci: più di un anno. Il clan dei sardi, la coppia Mele e Mucciarini, Salvatore Vinci. Quarta fase, Pietro Pacciani. Quinta fase, Mario Vanni, Giovanni Faggi. È tutta gente che bacchettate non le ha avute in senso metaforico, vero, Mario? Insomma, due anni si è fatto lei. 

Mario Vanni: (Non udibile)

Avv. Nino Filastò: E però qui la lista si arresta, perché Lotti su 10 persone coinvolte nel caso dei delitti del “mostro di Firenze”, l’unico che non ha mai toccato il carcere è Giancarlo Lotti. E qui l’avvocato Voena… Vedete, io cerco di replicare un po’, di parare tutte le botte che mi arrivano da destra e sinistra. L’avvocato Voena dice: è il Pubblico Ministero che sceglie l’accusa. E questo è vero. Ed è vero anche che lui sceglie di legare o di sciogliere; sceglie, oppure no, il carcere. E però a me mi doveva essere permesso di criticare. Quando? Criticare quando? Così, per partito preso? Certamente no. Quando queste scelte, giuste o sbagliate che siano, lo abbiamo visto, vanno ad incidere sulla prova. È qui. la critica che ho fatto io. Sulla prova e sulle garanzie di attendibilità o meno che dà la prova. Questo è il punto. Perché, vedano, il Pubblico Ministero dice: io ho sce… Lotti mi sta bene fuori e resterà fuori. Eh, insomma. Però a questo punto io dico : ma questa scelta del Pubblico Ministero è innocua rispetto alla prova rappresentata dal signor Giancarlo Lotti? Oppure rappresenta una forte ipoteca su di essa? Son costretto a rispondere di sì, che è una forte ipoteca; poi vedremo perché un po’ meglio. Se io mi accorgo che l’accusa mutila se stessa, non tanto perché ha fatto una scelta e non tanto perché non ha la prova su certi fatti… cioè, per dir la verità, una prova riguardante la, quanto meno, opportunità — io direi necessità – di una riconduzione ad unità, per non usare il latinetto, di tutti i delitti, dal ’68 al 1985, diamine se c’era. È l’unica prova palpabile, certa, in questo processo: la unicità dell’arma da sparo, sempre la stessa. Se io mi accorgo che questo smembramento, questa divisione non ha niente a che fare con la prova — perché la prova c’è, è lì – ma perché la. ricostituzione dell’unità conflitterebbe con l’ipotesi accusatoria, costringerebbe voi e noi ad occuparci di casi e di fenomeni che conflittano con una certa impostazione dell’accusa, beh, allora io… è mio dovere additarvi il fenomeno processuale, totalmente anomalo, per esempio rispetto al processo Pacciani. Ed è mio dovere di difensore additarvi la strumentalità della mutilazione. Ed è per questo motivo, – per tentare di ricostituire questa unità di un corpo — che ho detto artificiosamente smembrato che ho tentato di introdurre in questo processo, sia pure “incidenter tantum”, a livello soltanto probatorio, i delitti del ’68, del ’74 e dell’ 81 di giugno. Non come l’ha inteso il professor Voena, perché io voglio trovare il “mostro di Firenze”. Ma la smettiamo con questa storia? E vediamo ora questa strumentalità dello smembramento, vediamo se è vero, vediamo se la ragione vera è quella; e non per polemizzare, per additare un’anomalia di questo processo, per additare una sua intima, immediata, ab origine debolezza, contraddittorietà. Allora, secondo la tesi di impostazione dell’accusa, del Pubblico Ministero, dall’errore originario — unico autore – che tuttavia avrebbe partorito l’imputato Pietro Pacciani, si sarebbe passati alla illuminazione successiva del gruppo degli “amici di merende”. Allora voi capite che qui, a questo punto, immediatamente, subito, voi Giudici vi ponete una serie di interrogativi: questo gruppo come, quando si sarebbe formato? Questa “associazione per delinquere di stampo merendistico ” quando si sarebbe costituita, in che modo? E allora, naturalmente, la prima cosa che viene spontanea di osservare è che questa gente, Vanni, Pacciani, Faggi, nel ’68 non si conoscevano. Vanni stava a San Casciano … Nel ’68 mi pare che Pacciani abitasse nel Mugello. 

Mario Vanni: Eh.

Avv. Nino Filastò: E chi l’aveva mai visti! Siamo sicuri vero Vanni? Nel ’68 non c’è versi che lei lo conoscesse. 

Mario Vanni: Un c’è versi, no.

Avv. Nino Filastò: Nel ’74 Vanni e Pacciani si conoscevano sì, perché Vanni gli portava la posta a Pacciani. Si conoscevano da pochi mesi. Se non sbaglio, Pacciani si trasferisce a Sant’Anna, a Montefiridolfi, verso la fine del 1973. Però, ovviamente sì conoscevano, ma non potevano essere in rapporti tali da giustificare un accordo di quella natura. Oppure dobbiamo ipotizzare che una bella mattina il Vanni va a portare la posta a Pacciani, in quei pochi mesi che decorrono da quando Pacciani è arrivato a Montefiridolfi, al delitto del 1974 a Vicchio di Mugello, arriva là con la posta, si guardano: te devi essere un perverso, – dice, come me. Eh. E te sei un “amico di merende”, t’ho bell’e individuato. Si fa un… ci si mette d’accordo? No insomma, è assurdo solamente, pensare a una cosa di questo genere, va fuori da qualsiasi senso comune. Nel giugno del 1981, noi sappiamo che dopo quel delitto del giugno del 1981 – ne ho già parlato, ma è per esplicitare quello che è questa critica che io rivolgo all’ufficio del Pubblico Ministero – dopo quel delitto noi sappiamo che va in galera Enzo Spalletti. E dico che possiamo affermare, attendibilmente affermare, che il delitto di Calenzano nell’ottobre del 1981, vale a dire a soli quattro mesi di distanza, in una situazione che fino a quel momento ha avuto dei ritmi diversi – pensate all’intervallo di tempo che c’è fra il ’68 e il ’74 e fra il ’74 e l’81 di giugno – a un tratto la serie si accelera. Beh, io dico che questa accelerazione, posso affermare, attendibilmente affermare che questa accelerazione è avvenuta perché c’è in galera lo Spalletti. E perché bisogna commettere un delitto velocemente, perché Spalletti minaccia di parlare, tra l’altro il processo di Spalletti è pieno di questo, ci son delle prove su questo e divide quel che ha visto – bisogna far questo delitto perché Spalletti vada via e risulti chiaramente che l’autore non è lui, di quel, delitto. Ora, qui, in questo processo, si assiste ad un fenomeno parallelo, equivalente. Si assisterebbe ad un fenomeno parallelo, equivalente. Seguendo quel che dice Lotti, Lotti dice: ‘il delitto dei tedeschi venne fatto per fare uscire Francesco Vinci’. É questo che ha detto. É una dichiarazione di Lotti. C’è tutta una attività indagatoria, che prende una buona porzione di questo processo e le indagini preliminari, in cui si cerca di supportare, non di supportare l’affermazione in sé, che può essere anche esatta — ‘venne fatto per fare uscire Francesco Vinci, il delitto dei tedeschi’ — ma per, in qualche modo, avvicinare questa dichiarazione di Lotti alle persone di Vanni, di Pacciani e compagnia. E allora si cerca, affannosamente, le prove della conoscenza di Pacciani e Francesco Vinci: e non si trovano. Si cerca di individuare Francesco Vinci, come anche lui un “amico di merende”: e non c’è nulla. Si cerca di supportare Vinci a tutto questo, attraverso la sua presenza a San Casciano; e ci troviamo il solito Lotti, che lo ha visto altro che lui. Si tira fuori questo famoso Salvatore Indovino, poveretto, che starà lì chissà da quanto tempo, a rivoltarsi nella, tomba da tutte le contumelie che gli sono state dette, assolutamente immeritate per quello che riguarda questa persona. Si cerca di indicare la Milva Malatesta come amante di Francesco Vinci. Come se il fatto di questi due fossero stati amanti… ma quello che vien fuori, quella dichiarazione di Calamosca, riconosce una fotografia. Il Calamosca… Insomma, non voglio parlare di Calamosca, non mi fate parlare di Calamosca per piacere, perché se mi devo mettere a parlare anche di Calamosca preferisco andar via. Questo Calamosca: eh, sì, la Milva era l’amante… Che c’entra. Ammesso anche, che c’entra questo con questa nostra situazione? Fino a lasciare intravedere, in sottofondo — perché come dicevo, come ho già detto e non mi ripeto, nessuno ha avuto il coraggio di esplicitarla questa ipotesi: altro che io, l’ho fatto solo io fino a fare, così, balenare sullo sfondo l’ipotesi esoterica della Calibro 22 che sarebbe stata venduta da Francesco Vinci al mago, come, chissà, feticcio e quelle cose di cui ho parlato e che, come ho detto, hanno questo odore sepolcrale, insopportabile, seicentesco, irrazionale, assurdo, da respingere proprio. Quando ho cominciato questo processo ve l’ho detto: state attenti, Signori, perché qua si sta facendo un processo alle streghe, eh. E tutta questa attività indagatoria, intorno a questo tema, noi l’abbiamo vista arenarsi, in un modo tra l’altro non del tutto dignitoso, senza aver trovato sto parlando non del tutto dignitoso perché mi riferisco al Calamosca e allo Sgangarella – senza aver trovato un solo dato di riscontro al Lotti. Salvo, come dicevo, a intorbidirsi, questa ricerca intorbidirsi nel puzzo di disinfettante carcerario della più classica e della peggiore gabola carceraria in cui io mi sia mai imbattuto, portato avanti dal Calamosca e dallo Sgangarella. Dunque, torniamo all’attendibilità di quella dichiarazione di Lotti Se voi ricostituite, sia pure concettualmente, come il Pubblico Ministero vi ha impedito di fare, unità alla serie dei delitti, immediata viene la domanda. Va be’, ammettiamo che questi, il Vanni, il Pacciani, il Faggi e compagni, vogliano far scarcerare i tedeschi… ammazzare i tedeschi per far scarcerare… comincio a essere stanco. E lo Spalletti? Che c’entra lo Spalletti? E li proprio non c’è versi. Andare a trovare o a cercare i rapporti e le relazioni fra lo Spalletti… ma proprio è un fuor d’opera, non esiste. Voglio dire, non ci son riusciti nemmen per Francesco Vinci, figuriamoci per questo infermiere che se ne sta tranquillo, zitto, per carità di Dio, che non apra mai bocca, là… che nessuno ha più visto, mai più sentito, mai più chiamato, nemmeno nel processo Pacciani. Eh, insomma, perché gli “amici di merende” si attiverebbero nell’81, di Scandicci, quando avviene il delitto di Scandicci, per far uscire lui, come il dato cronologico chiarisce in un modo impressionante? No, non quadra. Allora è meglio, il delitto di Scandicci... (fischia) fiùi toglierlo dalla circolazione. Io sono autorizzato a ritenere che la scelta è in questo senso strumentale. E lo siete anche voi. Ed ecco che quindi, anche per il delitto dell’81, la mutilazione dell’accusa mi appare, e spero che apparirà anche a voi, strumentale, per sostenere l’ipotesi degli, “amici di merende”. Strumentale a non scomodare anche il signor Spalletti, il quale forse gualche cosa alla fine potrebbe anche venirci a dire; a sostenere su un punto molto importante l’attendibilità di Lotti perché Lotti in quel punto è fondamentale, eh. Capite, voglio dire, tutto quello che ne scalfisce l’attendibilità su quel punto là, scalfisce il personaggio, scalfisce le sue dichiarazioni. In realtà è scalfito, perché non era emerso nulla di questa ipotesi dell’interesse potevano avere questi signori a far scarcerare Francesco Vinci non è emerso assolutamente niente nel processo, il processo da quel punto di vista la come dicevo prima specie di rivoletto d’acqua che poi finisce la sabbia e attenzione a metterci i piedi perché tutto sommato forse proprio acqua non è e qualche cosa di peggio se si pensa a Sgangarella e a Calamosca e quindi ecco io non ho fatto un tentativo di ricostruzione di una realtà diversa, me né sono guardato bene. Ora anche qui è stato molto enfatizzato su quell’accenno a quell’ipotesi l’ho parlato per 10 minuti, ho fatto un’ipotesi a titolo esemplificativo per dire guardate alternative c’è ne sono, c’è questa per esempio a me sembra abbastanza cospicua basta fine finiamola con questa musica, con le giornalate di cui diciamo e ve lo dimostrerò una certa cosa io ma che scherziamo? Non ho i mezzi né la voglia né niente per poter fare una cosa di questo genere semplice sto discutendo un processo dico guardate c’è questa ipotesi io ve la racconto così ve l’affido una vostra valutazione. Su sei giorni 15 minuti/10 minuti sembra che non abbia detto altro anche nella replica del pubblico ministero eh, anche la replica del pubblico ministero lui ha detto che potrebbe essere, un altra volta non lo dico più, quindi la constatazione finale è una indagine che ho definito tendenziosa mirata a costruire una certa accusa anche a costo di auto mutilarsi e di auto escludere tutto un campo di indagine importante. Quanto poi a quella eccezione che dicevo prima vale a dire su 10 implicati nei delitti del mostro l’unica eccezione nel senso che l’unica persona che non tocca il carcere è Giancarlo Lotti e che è osservabile come straordinaria eccezione, mi spingerei fino a definirla abnorme soprattutto se si ha sott’occhio la galera fatta dagli altri, pensate un po’, prendiamo lo Spalletti ma lo Spalletti che cos’è che dice quando viene incarcerato la prima volta? Dice “io ho visto” “hai visto? E allora dicci” come lui non sa dire subito in galera e così tutti gli altri insomma con vari meccanismi, a uno gli si imputa la falsa testimonianza, a quell’altro maltrattamento in famiglia, a quell’altro omicidio che poi era un suicidio avvenuto in Sardegna, come si fa a non definire strumentale la non carcerazione di Giancarlo Lotti, su questo sono in buona compagnia perché il signor presidente nel corso dell’ultimo udienza del 17 Marzo il 98 di fronte ai balbettamenti, ai soliti atteggiamenti, alle domande alle quali si dovrebbe dare risposta e che invece si trasforma in domanda da rivolgere all’avvocato insomma uno spettacolo insopportabile da parte del Lotti il presidente ha detto sa cosa sarebbe stato bene a lei? Le manette gli ha detto, perfettamente d’accordo oppure si deve credere al pubblico ministero il quale dice che questa non carcerazione di Lotti è un fenomeno amministrativo in cui lui non c’entra nulla? Lui come pubblico ministero? Io francamente ecco non me ne intendo, l’avvocato Mazzeo questa materia l’ha studiata meglio di me ma insomma come sarebbe ordinaria amministrazione la galera oppure no d’un cittadino qualcosa qua non quadra, fin dall’origine, senza che intervenga l’ufficio del pubblico ministero almeno in forma consultiva? No non è così e qui permettetemi una riflessione senza voler bacchettare nessuno per carità qua nessuno bacchetta nessun altro si fa semplicemente delle riflessioni sul punto ma io mi domando ma secondo me l’ufficio del pubblico ministero avrebbe dovuto riflettere su questo punto prima di prendere quella decisione che poi perdura fino ad oggi perché con questa disinvoltura nell’uso di uno strumento legislativo come quello della legislazione cosiddetta premiale che riguarda i collaboratori ma se ne rende conto il pubblico ministero che lo mette in discussione l’istituto? Per questo che io a suo tempo feci un’osservazione che venne interpretata come una sorta di intimidazione nei confronti della Corte, no se ne parlerà per forza, capite? Voglio dire è uno strumento delicatissimo quello là, utilissimo, sono perfettamente d’accordo ultra utile e necessario, nella guerra che lo Stato sta combattendo nei confronti della criminalità organizzata è assolutamente indispensabile questo strumento, al momento in cui lo si usa in questo modo in forma strumentale eh lo devo dire rispetto ad una prova che non c’è, è diventata antipatica la cosa cioè si dà spazio a tutte quelle persone che lo vogliono ridiscutere, lo vogliono mettere in discussione di nuovo, l’istituto che vogliono annullarlo, voglio dire eh non è mica una bella cosa perché se venisse meno quella struttura/quell’istituto sarebbe un danno per tutti anche per voi e bisognava pensarci prima di mettere in movimento quel meccanismo per cui Lotti imputato di reati che va bene non hanno nulla a che vedere con quelle previsioni che riguardano il tipo di strumento e di previdenze legislative, te sta pure tranquillo tieni la cassa, tieni lo stipendio, vattene al ristorante, no non si doveva fare, sono convinto che non si doveva fare. Se lo si applica in questo modo a me sembra no cioè né sono convinto no che mi sembra sono convinto che sia stato usato per tenere al coperto la prova carente di Lotti non nel senso di preservarla da possibile attacchi perché capite una giustificazione potrebbe essere questa, io ad un certo punto temo che andando in galera te ti trovi gli amici degli amici di merende che ti fanno fuori in carcere con la sferra che come voi sapete è quell’oggetto ricavabile dal manico di un cucchiaio che diventa appuntito col quale si ammazzano le persone della galera ma avete percepito qualche cosa di tutto questo in questo processo? Io l’analisi sul reato associativo sugli altri misteriosi amici di merende in qualche modo graverebbero intorno a questo gruppo l’ho fatta, che devo dire? Mi è stato risposto da parte del dottor Giuttari ma vedo che stamattina non c’è ma che tutto sommano non è che mi dispiaccia molto, insomma allora che è venuto fuori? Non si sa perché le indagini sono in corso ma non è vero nulla, sa benissimo che non si può far venir fuori l’inesistente, allora? Da quali possibili attacchi il signor Lotti andava riservato in questo modo? Ma io sono convinto che il signor Lotti è stato in questo modo protetto perché si mantenesse tale collaboratore d’accusa senza ripensamenti, senza riserve psicologiche che nascessero dalla constatazione che insomma quando si parla in un processo bisogna sapere quello che si dice perché poi la cosa può riverberarsi a nostro danno e Solliciano non è un posto gradevole, voglio dire può darsi che si sia pensato al Lotti sì che va a Sollicciano e che a Sollicciano riflette su una certa situazione ci ripensa un po’, non vorrei dire si unisce un difensore perché il difensore gliel’hanno dato, non lo vorrei dire anche se questa difensore c’è una pagina verbale del dibattimento, tu mi guardi male quella in cui fa quelle domande ma non so quale stimolo per sapere se un certo periodo di tempo Lotti aveva un sacco di soldi oppure no, è vero ma che vuol fare vuole anche negate le attenuanti generiche? C’è un verbale, il verbale del dibattimento. Ma poi lui questa cosa il Lotti che sto dicendo l’ha detta, l’ha detta ai consulenti Fornari e Lagazzi che riferiscono le loro constatazioni come vi ho chiarito a suo tempo gliel’ha detta che se lui va in galera cambia, ma non si sa in che modo può cambiare, ecco il gergo carcerario signor pubblico ministero questa si chiama fibbia, è la fibbia che l’ha fatto, fibbia vuol dire minaccia. E poi se si trasferisce il discorso nei confronti dell’altro interlocutore privilegiatissimo di questo processo perché Lotti è un privilegiato lo sa e consapevole, lo dice, gli sta bene così, ma insomma tutte quelle cose che ho già detto, ho detto non voglio ripetere nulla ma c’è anche Pucci ed il discorso per Pucci è perfettamente identico ma anche Pucci, lui che “arriva sul posto a far che scusi?” “a fare un bisogno” “non è vero allora che ci andate a fare?” e Pucci su questo ci andate a fare risponde con quel vecchio proverbio che dice per compagnia prese moglie e un frate, bisogna credergli? Allora se è così andate pure, no non si può, come minimo se sei lì per un altro scopo se addirittura come dice Lotti nel pomeriggio precedente sei andato a spiare quella coppia che poi vedrà ammazzato ma insomma Pucci per piacere anche te accomodati la non c’è niente da fare o perlomeno se proprio si è visto invalido al 100% di invalidità totale insomma scusi signor Pucci non c’è ma lo scemo del villaggio insomma alla fine perlomeno voglio dire imputato si eh di qualcosa si Montelupo si ma cattivi perché si può anche tenere uno agli arresti domiciliari insomma però dirgli guardi che lei sta raccontando le cose per cui lei ha … su questo fra l’altro ci fu nel dibattito intervento dell’avvocato Pepe piuttosto puntuale ed aveva ragione il collega, io ricordo sempre con stima e affetto, non contraccambiato. Insomma io alla fine da questo punto di vista da questo, da questi e da altri punti di vista ho criticato un’indagine in certe sue scelte essenziali di fondo e di partenza che poi sono quelle che contano capite perché quando un’indagine parte così e parte su questo piede sbagliato c’è da aspettarsi per l’appunto quei risultati che abbiamo avuto in questo dibattimento. L’ho definita tendenziosa a ragion veduta e se ho rilevato alcune abnormità/deformazioni, deformazioni suggestive, concitazioni, ma dico la verità l’ho fatto con la morte nel cuore non divertendomi punto, come credo non si sia affatto divertito quell’onesto giudice del processo Pacciani il quale poi si rimise e paragonò quell’inchiesta al processo seicentesco degli untori della colonna infame. Ecco e poi ogni tanto il tono si è alzato per una certa punta di indignazione che è reale anche rispetto a quei problemi che accennavo prima più generali che riguardano l’applicazione di quella legge sulla collaborazione, sui collaboratori, quella normativa premiata una certa indignazione reale sincera da cittadino anche non solo come avvocato però devo dire che se le mie intonazioni non piacciono al pubblico ministero per certi versi siamo pari perché a me non piacciono le sue e non da un punto di vista soltanto formale, troppa freddezza, troppi tatticismi, in un processo che gronda sangue e che vede 16 vittime innocenti e 16 famiglie in lacrime benché siano passati ben 12 anni dall’ultimo delitto e quando parlo di tatticismi io lo dico anche in senso sostanziale, guardate le richieste di pena, lui ha chiesto l’ergastolo 21 anni a Lotti, … 21 anni a Faggi? Lotti perché lui è collaboratore, non sarà che vale il detto famoso poca roba poca pena? Ma si dovrebbe pagare con il minimo edittale delitti di questa atrocità di questa natura? Ma voglio dire insomma siamo qui in questo paese, in questa città, con tutte le tradizioni che ha anche giuridiche oppure siamo da un altra parte? Ci siamo trasferiti che lo so io su un astronave, su qualche su qualche asteroide che gira attorno alla terra? Poi non mi piace questo pubblico ministero sempre dal punto di vista dello stile poi è una persona per carità bellissima e simpaticissima dal punto di vista dello stile sto parlando dello stile processuale dell’impostazione, dal punto di vista dell’autoritarismo, non solo le indagini sono perfette, approfondite, eccetera, non solo i risultati sono indiscutibili, non criticabili da nessuno al punto da prendere un certo tono di offesa personale per le critiche ma c’è proprio non del tutto autoritarismo che proprio non mi va giù per tutto il dibattimento le interruzioni, gli interventi ostativi obiettivamente tendenti a complicare il lavoro altrui, compreso il sottoscritto, a renderlo più difficile, anche nelle tre fasi della sua discussione il pubblico ministero non ha fatto altro che dirvi implicitamente “sono io che ho il mestolo dalla parte del manico posso fare o non fare quello che è utile alla mia tesi, posso scartare quello che potrebbe contrastare con essa e quindi per esempio consulenza psichiatrica per Lotti e Pucci ma per Vanni non serve” e lui si sa che un perverso trovare sia che va in giro dalle prostitute, qualche volta usa il vibratore e uno dice perché se lei ha sentito il bisogno di approfondire questo aspetto per quanto riguarda la personalità di Lotti perché non anche nei confronti di Mario Vanni? Perché a me non è utile, se ne occupi la difesa se crede, come? Istituzionalmente l’ufficio a me risulta che abbia altri compiti, dovrebbe avere altri riguardi anche per l’imputato. Perquisizione della casa del ponte rotto? Non l’abbiamo fatta perché non c’è utile e non c’è utile perché abbiamo la dichiarazione di Lotti e siccome Lotti è il Vangelo e lui dice che ha avuto un ruolo solo passivo, dice lui no? Lotti dice io ho avuto un ruolo passivo mi portavano come un cane al guinzaglio, arrivavano dove stava al ponte rotto per l’appunto Baccaiano io me ne stavo tranquillamente a casa mia arrivano vieni Lotti si va a fare il lavoretto e lui come il canino vero qua si fa un fischio e lui subito dietro, quindi lui poveraccio un ruolo solo passivo e quindi a che pro andare a cercare nella casa dove ha abitato per 8/9 anni per esempio una calibro 22? Tanto lui ha detto che sparò Pacciani o magari un proiettile Winchester H1, 2, 3, 4, 5 o una serie, dice macché? Ma scherziamo? Ma dove siamo? Questa è una casa dove non ci stava più da anni, che vuol dire? Il proiettile nell’orto di Pacciani, si ma lei pubblico ministero sa benissimo e ci stava ma siccome stava anche in galera Pacciani e c’era stato diversi anni in galera si ipotizza che il proiettile sia caduto alla moglie come nella sentenza di primo grado che l’Angiolina ha scosso i pantaloni è cascato il proiettile magari era in galera chissà da quanto tempo. … non si può ipotizzare questo signore dopo aver vissuto per tanto tempo abbia nascosto magari che so io dentro un anfratto nel muro, in una buca mettendoci poi terra, sassi, erba secca, un pezzo della pistola, 2 o 3 proiettili Winchester, un feticcio accidenti, può aver messo anche questo, come si può scattare all’origine uno che è confesso? Non l’abbiamo fatta perché insomma abbiamo le dichiarazioni di Lotti, insomma lui ha avuto un ruolo passivo che c’entra andare a cercare nella casa dove ha abitato insomma, va bene non la calibro 22 d’accordo non l’avete cercata, era difficile che ci fosse qualche proiettile invece potrebbe esserci stato ma la documentazione cartacea riguardante le auto? Non potrebbe esserci forse ancora la nascosta da qualche parte? Tutta questa ricerca che abbiamo fatto noi credo io l’altro giorno mentre si viaggiava in macchina con l’avvocato Mazzeo dicevamo noi ci dovrebbe parlare qualcuno, a noi ci deve pagare lo Stato per quello che si sta facendo si diceva, non potrebbe esserci stato tagliandi, polizze, quelle polizze non si son trovate capito che qua è la polizza, la polizza dell’assicurazione qui non è venuta fuori non c’è stato verso, ne è arrivata una del 96 non ci serve a nulla e quel 95. Un posticino dentro a quella immensa casa perché è grandissima saranno 150/200/250 m quadri dove questo poteva tenere delle cose ma poi non si sa mai, ci può essere che so io un oggetto appartenente ad una delle vittime che questo magari si è preso e gli è caduto, l’ha perso e l’ha disperso in quella casa, questa casa è rimasta da quando lui se n’è andato questo è il dato obiettivo è rimasta abbandonata non c’è stato più nessuno, qui arrivano quattro tagliandi prodotti dall’onnipresente avvocato Bertini in fase di replica ma non arriva l’appendice alla polizza dell’assicurazione della 128 che deve esserci per forza da qualche parte a meno di non ritenere come vedremo dopo che il signor Lotti avendo già pagato due mesi di assicurazione, due mesi e mezzo d’assicurazione dice no signorilmente dice io queste cose l’abbandono me ne importa niente io ho già pagato per questi due mesi e mezzo prendo un’altra automobile la 124 non ci trasferisco lì sopra l’assicurazione che avevo prima no perché insomma cosa vuoi siano questi 30, 40, 50.000 lire in più, lui è un signore Lotti, è il discorso esattamente inverso rispetto a quello che ipotizzava il collega quando faceva il discorso che tendenzialmente è opposto se Lotti e tirchio è non ha soldi (salta l’audio) sbagliata andiamo da un’altra parte, non c’erano più e quindi io mi chiedo e mi son chiesto criticato e continua a criticare dicendo che non capisco a quale logica corrisponda, quale perfezionismo indagatorio è collegata questa unica domanda a Lotti sul diritto a danno di questi due poveri ragazzi, di queste due vittime i cui nomi non sarebbero neppure risuonati in quest’aula se non ci fosse stata l’iniziativa di chi vi parla, iniziativa perlomeno di ricordarli ma non ricordarli soltanto per così chinare un attimo il capo e pensare a questi poveri ragazzi uccisi ma per dire che siamo di fronte ad un’indagine che ha all’origine e un’indagine artificiosamente mutilata mettiamola così che non dà nessuna garanzia di attendibilità perché tutte queste cose/informazioni che vi ho dato rispetto a queste omissioni a questi fenomeni negativi, gravemente negativi, macroscopicamente negativi, sfido chiunque a dire che non sia così, non c’è equivalente che io sappia, gravemente negativi, son tutte cose vanno ad incidere sulla prova nel senso che in qualche modo accrescono una determinata tesi e mi allontanano da un’altra, allontanano l’accertamento/allontanano la verità per dirla con una parola semplice. (51.53) Andiamo avanti a replicare al pubblico ministero, dice il pubblico ministero che non servono le citazioni dei maestri, potrebbe anche avere ragione a me ogni tanto mi piace prendere una boccata d’aria quando parlo un po’ a lungo tirare su in alto la testa e così respirare l’aria d’un ricordo letterario, il pubblico ministero questo non piace né prenderò atto continuerò a fare esattamente come ho sempre fatto ma però io devo dire che a lui non piacciono i maestri né grandi né piccoli, tant’è che considera errore il lavoro serio lo studio di 9 esperti compreso un inquirente il dottor Perugini il quale ci sarebbe andato a studiare a quantico ha perfezionarsi e ad esaminare un determinato tipo di ricerca a far che? A perdere tempo? Qui capite non sono io che bacchetto ma è il pubblico ministero che bacchetta, tutti quanti avete commesso un errore ci avete portato su una strada sbagliata quante volte ve l’ha detto? Se noi abbiamo tardato sì un po’ di ritardo in effetti c’è stato, trent’anni sono tantini effettivamente, ha portarvi i risultati è perché siamo stati fuorviati da questi signorini a dire che quello erano uno solo allora cercavamo uno solo e non c’eravamo accorti del gruppo. Quindi a bacchettare siamo in due e qui le bacchettate tra l’altro secondo me vanno in una direzione che non va mica tanto bene, sono persone serie, lo studio l’hanno fatto, quelle valutazioni le hanno fatte a ragion veduta, lavorandoci sopra, studiando, vedendo tutti i fatti, mettendo insieme le loro informazioni, i loro dati, la loro scienza con quella dei medici legali e non si può liquidare così tutta sta gente così con questa sufficienza vabbè. Andiamo avanti a replicare, io non ho indicato che qualcuno non era al corrente di certi termini come ha detto il pubblico ministero nella sua replica ovviamente riferendosi all’uso o abuso del termine perversione, ho detto che il concetto non il termine, il concetto non il significante, il significato di perversione sessuale è una cosa ben diversa da quello che sembrerebbe avere inteso il pubblico ministero, il quale la intende nella sua accezione più volgare “quello là l’era un perverso” perverso di che? “Sapessi che gli fa alla moglie” è così, non è mica così che si usa, è che stato usato dai periti, dai dagli esperti della materia per indicare una connotazione che è talmente chiara in questi delitti che è a livello di evidenza assoluta, quindi il pubblico ministero considera perverso l’uso dei vibratori non è tale assolutamente, considera perverso il rapporto diciamo così contro natura o diciamo perverso il rapporto omosessuale. Quando il processo e soprattutto i fatti, le uccisioni con quelle escissioni, l’aggressione della coppia come ha già detto il collega Mazzeo indica una cosa ben diversa cioè quello che la disciplina psicosessuale indica col termine proprio di perversione e di una perversione speciale e particolare/eccezionale/straordinaria/diversa rispetto a quelle che normalmente si ravvisano in delitti sessuali di questo tipo, quindi non è questione di terminologia, è questione di significato di idea, di principi scientifici, ma non è solamente questo, è questione di piegare, è questione di sforbiciare la festa del pazzo, vedete in fondo questa inchiesta/questa indagine/le conclusioni del pubblico ministero tutto questo processo a me mi ha suggerito l’idea di un puzzle fatto di varie tessere pescate da una scatola e da un’altra che proprio non stanno insieme e allora ad un certo punto qualcuno prende le forbicine taglia nel punto giusto e le mette insieme, c’è quella cosa lì che non torna un altro colpetto di forbici e si mette lì poi questa proprio non ci sta si butta via, si leva dai piedi e siamo a posto, si può fare anche così ma quello che viene poi alla fine proprio non si capisce più nulla, il disegno quello che dovrebbe comparire la cassetta con Biancaneve da una parte, i 7 nani da quell’altra, la stradina, il ruscello, non c’è più niente di tutto questo, è venuto fuori uno sgorbio in cui non si capisce se è un cavallo, se è una zebra, se è un prato, se è un torrente, allora dicevo che questo uso del termine perversione applicato al signor Vanni in questo modo a me mi dà proprio l’idea della sforbiciata alla tessera per farlo mettere siccome qui insomma bene o male questi qua a far queste cose tanto normali non dovevano esse salvo poi da questo punto di vista nella discussione/nella requisitoria finale il pubblico ministero ha addirittura arrivare a quella espressione che secondo me dovrebbe essere in quest’aula scolpita ecco a grandi caratteri su quel paravento, un gruppo di persone normali di campagna/campagnoli ma che vabbè beh è così che la pensa? I campagnoli di San Casciano che sono li a bere da Nello o alla cantinetta la sera giocano a carte, parlano, discorrono, bevono, quello a Dio non si dice e poi si va a fare il lavoretto? Il solito lavoretto. Ma come si fa a svilire fino a questo punto la fragilità di questa situazione, come si fa a svilire questi delitti che sono una cosa atroce, terribile, che esprimono poi tutta l’atrocità di chi li ha commessi. Questo buio/questa nebbia/questa tenebra che ha invaso questa persona chissà quando chissà in che modo chissà con quale input con quale in privato che l’ha trasformato in questo animale orrendo che va in giro la notte che si rode perché vede gli altri far l’amore e lui non lo può fare, che si angoscia per questo, che è invidioso, acremente invidioso degli altri, al punto che si arma e che va ad uccidere, taglia, porta via, esibisce quei poveri cadaveri in quel modo, come si fa a far diventare tutto questo il gruppo campagnolo di persone normali della campagna Toscana? Come si fa? A confondere un Mario Vanni che va dalla prostituta magari anziana tipo la Sperduto perché costa poco perché siamo lì, perché ci si degrada anche, non alzo la voce contro … che bevono con disgusto l’acqua della prostituzione e certamente quest’acqua della prostituzione la beveva con disgusto ma non era il solo, sa con chi era in compagnia il Vanni? Con Niccolò Machiavelli, sa che Nicolò Macchiavelli tanto per non smentirmi mai perché dicono mai di scrive al suo amico Francesco Vettori raccontandogli di una volta che lui proprio preso dalla foia perché era la San Casciano in esilio lo portano da una vecchia ma lui non lo vede che era una vecchia perché era buio e lui dentro a questo antro fa quello che deve fare poi si accende una lucina dentro a questo posto che è una legnaia e vede sta macchina orrenda con i capelli che gli pendono da tutte le parti, con questi seni a penzoloni e lui gli vomita addosso, si può essere in compagnia anche di gente così. Questi fatti, queste uccisioni, queste escissioni indicano in termini certamente più freddi e meno suggestivi una cosa ben diversa cioè quello che la scienza psicosessuale indica con termine proprio di perversione, è una questione proprio in cui ad un certo punto questi periti vi hanno detto con tutte le parole, con tutte le informazioni, dati, distinguo che hanno fatto però un concetto ve l’hanno chiarito fin dall’inizio e a questo io voglio affidare queste parole per forza sintetiche in replica, han detto questi sono delitti con una motivazione sessuale non c’è niente da fare, questa è e questa rimane, la motivazione sessuale straordinaria indicativa di un forte livello di perversione gravissimo proprio all’estremo limite, eccezionale, straordinaria perché questa persona proprio si soddisfa solo facendo questo, ci sono las moother che uccidono poi tentano la penetrazione del cadavere poi si masturbano eventualmente, no questo no questo non fa niente di tutto questo, non ci sono tracce di sperma da nessuna parte questo uccide, taglia e basta, quando deve per tagliare spogliare il cadavere della ragazza usa la punta del coltello per portargli via questo è d’altro mondo, questo è straordinario, come è straordinario che cosa? La scelta della coppia, la scelta della donna si ma nella situazione di coppia perché è lì che rivive lui questo astio che ha addosso perché quelle cose lui non le può fare, ecco questo vi hanno detto i periti. Passiamo ad altro, Vanni secondo il pubblico ministero avrebbe detto l’avvocato Zanobini quando invece non ha detto per niente così lasciamo perdere sarebbe un furbo chiamando in causa l’avvocato Corsi, il calcolo che il Vanni avrebbe fatto è questo qua, si sarebbe creato una specie di alibi perché dice se l’ha letta l’avvocato la lettera evidentemente è una lettera con contenuto abbastanza innocuo … allora al Vanni gli è caduto l’alibi, questa storia di questa specie di alibi riguardante questa lettera a me ricorda in modo impressionante il cosiddetto alibi che si sarebbe creato Pacciani nell’altro processo che voi certamente ricorderete a proposito del blocco schizzi in cui Pacciani per far risultare che quel blocco lui lo possedeva da prima dell’omicidio dei tedeschi senza che il blocco gli fosse stato mai sequestrato, nonostante tutte le perquisizioni il blocco è rimasto sempre lì, Pacciani dice “sai cosa c’è? Ora li imbroglio io, ci scrivo sopra delle annotazioni che risalgono all’81” si va a guardare sull’altro tipo di annotazione e si vede che effettivamente corrisponde all’81, le cose le ha fatte davvero, ha comprato davvero quella Rizzi, ha fatto davvero quella richiesta relativa ad una licenza amministrativa “io ho fatto mi son ricordato che nell’81 ho fatto queste cose” roba da Pico della Mirandola, a 10 anni di distanza ho fatto queste annotazioni e così li frego io, ma brutto imbecille ma buttalo via, buttalo nella stufa, così ebbe fatto in qualche modo anche il signor Vanni il quale riceve questa lettera in cui chissà che c’è scritto e poi ecco sarebbe costretta a crearsi l’alibi, quello è l’avvocato Corsi, perché né ha parlato con mezzo mondo perché se la figlia la riceve se la legge, se la tiene, se la mette in tasca e tutto finisce lì e non né parla con nessuno ma nessuno saprà mai che lui ha avuto una lettera dal Pacciani, invece lui come riceve questa lettera da Pacciani va a parlare con il Nesi, con la con la moglie, la moglie di Pacciani è l’ultima che prima di andare a parlare con la moglie di Pacciani ha parlato con il Nesi, ha parlato con la Maria Grazia, con la sorella, ne ha parlato con chi altro mi viene in mente insomma con il Ricci ne ha parlato con un’altra ancora, ecco il Vanni Paolo, grazie presidente, e poi dopo alla fine dice ma io gliel’ho detto all’Angiolina, allora già che ci siamo un momentino, riflettiamoci un momentino, su questa lettera è vero che il pubblico ministero su questo dice siamo tutti nell’ipotesi beh riflettiamoci un minuto, questa lettera proviamo a immaginarla, facciamola questa ipotesi, esplicitiamola e vediamo che per arrivare poi alla conclusione ancora di più anche stavolta proprio sotto il profilo di questa lettera il signor Lotti è bugiardo, che ci potrebbe essere scritto in questa lettera? Seguiamo Lotti che fa delle dichiarazioni di questo genere “caro Mario Vanni ti ricordi quando si faceva le merende?” questo è l’incipit “ti ricordi quando ti faceva le merende? Noi siamo amici tutti allora devi sapere che io mi trovo in carcere sospettato di essere il mostro di Firenze, allora tu dovresti farmi un piacere andare dalla Angiolina farti dare la calibro 22 che si trova nel cassetto del comodino quello a destra vicino alla camera mia dove sto digli che è rivoltata dentro un foglio di giornale, prendere la calibro 22, metterci dentro le munizioni e poi andare ad ammazzarmi una coppia a tuo piacere dove vuoi te, la trovi una coppia qualsiasi per piacere me l’ammazzi così viene fuori che non sono io il mostro e mi mettono fuori” dobbiamo pensare una cosa di questo genere, seguendo ciò che dice Lotti, vedete è come la storia dell’ipotesi della arma calibro 22 feticcio che fa comodo a Salvatore Indovino perché lui vuole ammazzare delle coppie con quell’arma perché quest’arma ha già ammazzato prima una coppia quindi è carica di questo potere esoterico magico, quando poi finché si lascia lì nell’ombra a dormire o a formare suggestioni o pregiudizi le cose e non si esplicita restano lì e sono come quegli animali tipo scarafaggi che stanno negli angolini della cucina, sono li rompono le scatole, non si vedono ma se poi ad un certo punto invece si tirano fuori queste cose e lo scarafaggio vien fuori, tacco della scarpa e lo scarafaggio è schiacciato per terra come in questo caso, è l’una lettera così di questo tenore va a raccontarla a tutti? E poi va a leggerla all’Angelina? Ma non solo progetta di farla vedere ai carabinieri perché su questo non c’è dubbio lo dice anche il Nesi che lui voleva portarla dai Carabinieri, poi non ci è andato, ma lui però ci vuole andare dall’avvocato “amico di merende vai a pigliarmi la pistola ed ammazzami due”. Vanni che è un uomo semplice riceve questa lettera in carcere con estrema probabilità si parla del processo ancora in corso, quello che magari è nella fase dell’appello, ci manca il dato cronologico di quando riceve questa lettera che poteva affermare “no signore il processo è già finito come è stato detto per carità di Dio ci sta anche la Cassazione lui è già stato condannato” chi l’ha detto questo? Attendibilmente e probabilmente invece il processo ancora in corso e questo Pacciani scrive all’amico ricordandogli le merende, la presentazione, senti mi fa piacere mi hanno messo in croce queste donne, l’ha detto poi lui tra l’altro alla fine, a furia di bucare le figliole parlava delle figliole la lettera parlava delle figliole vai la e digli per piacere che non mi metterò in croce perché qui vogliono dire siamo alle porte se poi mi condanno anche l’appello non c’è niente più da fare e faccio io. La persona onesta quando diceva una lettera di questo genere, ma cosa vuole da me? Ma che c’entro io? Ma chi lo conosce? Ma perché mi chiede queste cose ma accidenti a lui ne parlano tutti, guarda questo ma io mi scrive, si ci siam visti, si capisce si faceva le merende si facevano le merende insieme e ma che vuol dire? Ma che devo mettermi dentro ad un’indagine di questo genere qua? Ma nemmeno per idea. Insomma confusamente perché ha avuto il suo trascorso processuale Vanni che è quello che sappiamo a suo tempo sa che con queste cose non si scherza, si è comportato da allora in un certo modo, tra l’altro in maniera molto lavorativa, molto franca. Perché? Un piccolo inciso, questo sarebbe fra l’altro l’ammissione di Vanni secondo l’avvocato Curandai che sarebbe l’ammissione di Vanni sul fatto che ha buttato la moglie dalle scale secondo l’avvocato Curandai, per cui ad un certo punto dice ma lei l’ha buttata le scale, … perché lei era ammalata io non lo sapevo, allora l’avvocato Curandai dice, ah siccome era ammalata … si può cadere anche dalle scale nulla esclude che lui l’abbia picchiata e questa sia caduta e per questo che dice era malata non lo sapevo perché lui non sapeva per il mal caduto poteva cadere ma nemmeno per idea con questa frase sintetica con cui si esprime Vanni in questo momento Vanni vuol dire semplicemente questo io, l’ho picchiata perché mi si rifiutava va bene? E non sapevo che era perché era malata altrimenti non l’avrei fatto, pensavo si fosse un atteggiamento di disprezzo nei miei confronti e allora mi sono presi i 5 minuti e gli ho tirato la … questo vuol dire Vanni in quel momento, quando poi si accorge che non è la cattiva volontà della donna, non è che lui gli fa schifo a questa donna e che questa donna proprio ha delle riserve di carattere neurologico per cui queste cose non le può fare allora Vanni si mette tranquillo e sta tutti i 35 anni o quanti sono assistendola questa donna e tutti il resto. Questo significa che era ammalata e non lo sapeva, non che era malata e l’ho buttava giù dalle scale, ma sono cose dell’altro modo. Quindi Vanni quest’uomo semplice riceve questa lettera, ne parla con tutti, chiarissima prova conferma assoluta che non può avere quel contenuto che dice Lotti, assolutamente Lotti qui è un bugiardo, solito bugiardo matricolato, orrendo, falso, e che questo lo dice il suo esibirla, la sua espressa volontà di portarle ai carabinieri, all’avvocato, all’avvocato probabilmente non gliel’ha portata ma lo voleva fare, il suo parlarne con tutti, qui il pubblico ministero dice “noi abbiamo raggiunto la prova dell’esistenza della lettera” grazie l’ha detto lui, non ha fatto altro che dirlo fin dall’inizio ho ricevuto questa lettera da Pacciani, ma che c’era scritto? Questo povero lo vogliamo capire che è un encefalopatico, lo vogliamo capire che le sue capacità di comprensione sono ridottissime? Come vi hanno documentato i periti, i consulenti, non solo i consulenti di parte dottoressa Niccheri e dottor Sottili ma anche i periti, che c’è una lesione grave qua dentro, vogliamo capire e smetterla di parlare di furberie? Ma che furberie se c’è l’uomo che è proprio scoperto, semplice e chiaro è proprio lui nella sua estrema semplicità, nel suo estremo essere indifeso. Presidente mi fa fare 10 minuti di pausa?

Presidente: Quanto parlo ancora avvocato?

Avv. Nino Filastò: Io penso presidente non so come preferisce lei io un’altra oretta direi grosso modo, un’oretta e mezza, se vuole sospendere e andare al pomeriggio si può fare anche così.

Presidente: Ma è l’13 possiamo andare alle 14.30

Presidente: Prego Avv. Filastò, la parola a lei.

Avv. Nino Filastò: Ha detto poi il pubblico ministero a proposito delle ricerche ed osservazioni e dettagli narrati a questa Corte e a questa difesa che sarebbero stati fatti dei tentativi di distrarre il giudice, ora io questa osservazione da parte del pubblico ministero che si è espresso in questi termini tentativi di distrarre il giudice ecco questa proprio non l’accetto nel modo più assoluto perché da parte di questi difensori sia da parte mia che da parte del collega Mazzeo abbiamo citato e letto io credo qualche centinaia di passi tratti dal processo e insomma letto proprio commentati ma commentati a volte con le parole che appartenevano, forse ha ragione rimbomba, con le parole che appartenevano agli stessi testi a volte o ad altri testi quindi non si distrae questi giudici, a me sembra che si distragga più il giudice quando si parla a lungo come è avvenuto da parte del pubblico ministero evitando invece proprio accuratamente di fare citazioni alle carte processuali, proprio pare che se si scorrerà ho riletto la requisitoria del pubblico ministero riferimenti puntuali ad episodi processuali, dibattimentali o anche delle indagini preliminari ne ho trovati molto pochi di questi punti e poi avrei parlato di fatti non pertinenti, beh io quali siano questi fatti non pertinenti francamente non me lo ricordo, può darsi che nel discorrere abbia anche accennato a qualche cosa che non era perfettamente aderente alla cosiddetta materia del contendere però insomma i fatti fondamentali che vi ho esposto e sui quali mi sono soffermato a lungo e sui quali si è soffermato a lungo anche il collega mi sembrano piuttosto pertinenti, come non sarebbe pertinente che il giovane Mainardi si trovasse non sul sedile della guida ma su quello posteriore? Non sarebbero pertinenti quei dati obiettivi e testimoniali che indicano come l’omicidio degli Scopeti non è avvenuto la domenica ma il sabato? Non sarebbe pertinente indicare per la strada della fattoria l’arena da un certo punto in poi non è percorribile con una macchina normale? Cosa fra l’altro che appare non solo, mai stata percorribile con una macchina normale cosa che appare da quelle carte che ho prodotto, non solo ma che risulta dalla testimonianza del signor del teste Martelli o Caini, uno dei due insomma, Caino o Martelli ora non mi ricordo se il marito o la moglie si chiama Caini la moglie e Martelli il marito o viceversa comunque si tratta del marito il quale ha detto si può percorrere con un fuoristrada, noi sappiamo benissimo che i fuoristrada vanno anche sui muri insomma, con un fuoristrada si può attraversare i prati, si può attraversare i campi arati, si può percorrere anche quella strada e questo che ci ha detto quel testimone, ora se poi esiste un ufficiale dei carabiniere il quale si ricorda che invece in quell’epoca la strada era percorribile normalmente insomma il contrasto mi sembra abbastanza evidente con quest’altro testimone ed il contrasto compare dalle carte, dalle carte topografiche, dove li in quella zona in un punto dalla fattoria all’arena finché non riprende questa strada si vede benissimo che c’è un sentieraccio e basta. Benissimo questo non sarebbe pertinente, non sarebbe pertinente e documentare che dopo 2 o 3 km dal primo passaggio a livello sulla Saginalese in direzione porta a Vicchio verso Dicomano c’è un altro passaggio a livello per cui l’idea, l’importazione, la tesi per cui questi matti insomma che uccidono delle persone su una piazzola invece una alla svelta percorrendo la strada normale va a fare questo giro impervio attraverso queste stradacce infernali, pensiamo poi alla 128 di Lotti che a questo punto almeno mezza scassata lo era già a rischio di restare nel mezzo perché lì si può finire con le ruote impantanate, ci si può arenare, ci può essere visti da una quantità di persone perché per l’appunto è una strada che percorrerla basta farla si passa sulla soglia di certe case e tutto questo per fare che? Per evitare un passaggio a livello quando poco più in là c’è né un altro? Insomma vabbè queste sono osservazioni, il professore poi cioè io dice che la sentenza di primo grado Pacciani fu uno sbaglio e quindi bacchettate ai giudici di primo grado all’estensore presidente Oliverio, per dire la verità insomma io mi sono molto limitato su questo punto perché le bacchettate piuttosto robuste, alla sentenza di primo grado non gliele ho date io e gliel’ha date il giudice di secondo grado, Corte d’assise d’appello di Firenze, piuttosto pesanti eh, ora voi non l’avete la sentenza ma insomma quella sentenza se si deve parlare di bacchettate bacchetta anche le indagini cioè una parte in cui il giudice di secondo grado insomma esprime pesanti sospetti su come venne alla luce il famoso proiettile nell’orto di Pacciani, cioè dire ipotizzando la contaminazione della propria. Quindi voglio dire grazie del professore ma tutto sommato sono in buona compagnia. Poi dice il pubblico ministero che secondo questa difesa i soli testimoni seri sarebbero Bardazzi, Allegranti e Zanetti, questo proprio è assolutamente inesatto, secondo questa difesa i testimoni seri son tutti salvo 3, sono serissimi Chiarappa e De Fabbri, lo detto eh, che constatano la presenza di una macchina in un certo posto e per un certo periodo di tempo, qui il tentativo che aveva fatto il pubblico ministero di come dire annacquare, diminuire l’importanza di questa testimonianza eh voglio dire degno di miglior causa, Lui dice guardate che in pratica il guidatore alle 14.30 quando arriva per la prima volta a fare questa curva per rimettersi nel viale che porta all’abitazione dei signori Ruffo la macchina non la vede, è vero non la vede lui la vede la moglie, ed è la moglie che nota che il marito senza rendersene conto è in qualche modo ostacolato dalla presenza di questa macchina, quindi alle 14.30 la macchina c’è non c’è dubbio, passano poi quanto sarà passato? Mezz’ora/tre quarti d’ora, questa volta è il marito che si mette ad aggeggiare con quella macchina fotografica col teleobiettivo e lui la macchina la vede anche lui allora a questo punto ed è la prima volta che la nota, quindi questi testimoni si passano come dire il testimoni di mano in mano, prima lo vede la De Faveri, poi lo vede il Chiarappa e passata mezz’ora la macchina è sempre lì, poi Chiarappa se ne va, ricordate? Per andare a fare il necrologio 16. 30, è passata un’altra ora, quando se ne va lascia la casa Ruffo mentre si avvia verso Firenze nota la macchina sono le 16.30, quando ritorna dal aver fatto il necrologio abbiamo calcolato che sono intorno alle 18:30 son passate due ore la macchina è sempre lì nello stesso posto e non c’è dubbio questa volta lui nota la presenza della macchina e questa volta la presenza della macchina in quel luogo lo infastidisce nella guida, poi tutti e due alle 20 se ne vanno e la macchina è sempre lì, beh? Voglio dire ci vuole un grande sforzo per affermare che questa macchina è rimasta ininterrottamente per 5 ore e mezzo in quel luogo? No, è leggere le carte, leggere le risultanze, vedere quel che dice il signor Chiarappa, qui a questo punto di fronte Chiarappa e De Faveri persone serissime e puntualissime, qui a questo punto il pubblico ministero che cosa è costretto ad ipotizzare? Che questi Lotti e Pucci i quali a questo punto proprio tutto quello che hanno detto non torna in modo più assoluto ad un certo punto del pomeriggio vanno dalla Ghiribelli, fanno quello che devono fare e poi ritornano per spiare la coppia poi ritornano dalla Ghiribelli e poi ritornano, ma che scherziamo? Ma dove siamo? Si può davvero giocare così con dei risultanze di un processo? Questo è giocare, questo non è solo sforbiciare la tessera proprio qui siamo proprio a modificarne la forma completamente, a cincischiarla, a renderla contorta. È serissimo il teste Gargalini, è serissimo il teste Martini, è serissimo teste Chatti, tutto il gruppo di Baccagliano è serissimo, non solo serissimo ma persone anche consapevoli di quel che hanno visto e che specialmente Allegranti hanno retto ad un interrogatorio e ad un esame durissimo da parte dell’accusa senza riflettere di una virgola, è seria Sabrina Carmignani, certo che è seria Sabrina Carmignani, lo è stato a suo tempo e lo è stata in questo dibattimento, a suo tempo quando vi ricordate non ha visto soltanto la macchina e la tenda, la macchina in quel posto esattamente dove viene trovata dopo l’omicidio, la tenda con quella sbucciatura/con quella sfumatura che ha dopo l’omicidio, no se voi leggete quel verbale che vi ho prodotto troverete che Sabrina Carminati visto un corpo dentro la tenda, ha visto da un rigonfiamento la presenza di un corpo morto, ma c’è tutto un complesso di circostanze per le quali questa teste vi dà la percezione che quando lei la domenica pomeriggio e si ricorda il perché e il per come era la domenica pomeriggio, ve lo rammentate? La festa, il fatto che era col fidanzato, che festeggiava quella ricorrenza, quindi è in grado una delle poche testimoni di questo processo che è in grado non per dire la verità non è una delle poche, è una testimone di questo processo che è in grado di localizzare perfettamente il giorno della sua presenza in quel luogo e questa persona vede queste cose, dovete pensare che la macchina si è spostata perché i giovani sono andati a mangiare alla festa e poi la macchina è stata riportata proprio lì nello stesso posto? Dovete pensare che la tenda era già sciupata prima? Che non è plausibile che l’assassino muovendosi in quel modo concitato come noi sappiamo che si è mosso e come dicono i periti sia andato a sbattere contro la tenda facendola in qualche modo pellicolare da un lato? La ricostruzione è quella e c’è l’odore di morto, quindi serissima Sabrina Carmignani, anche l’americana Sharon è serissima quel che vede lo dice e se è incerta nel localizzare una certa posizione di un’auto lo dice che è incerta, poi da incerta il pubblico ministero come deve fare un testimone corretto eh che quando io sono incerto su un dato dico io va beh si potrebbe essere mi par di ricordare lei dice che era prima della piazzola del ristorante la baracchina però potrebbe anche essere dopo mi ricordo che era la strada era un po’ in diagonale un pochino non perpendicolare allora mi ha portato ah beh sì questa è perpendicolare, son tutte e due, ci son stato, ci son tornato, siamo passati con l’avvocato Mazzeo facendo quel giro che abbiamo fatto, sono tutte e due in diagonale, c’è un vialotto anche per andare al ristorante la strada non è perpendicolare. Serissima anche la teste Sharon per quello che può valere cioè dire nulla perché questa Sharon non parlava assolutamente di niente che teste è la Sharon, di una macchina che si trovava lì che ha fatto manovra? Che vuol dire? Sappiamo che quel giorno/quella notte c’era la festa degli harikrishna a poca distanza quindi macchine c’è n’erano eccome che passavano e sono serissimi i testi delle clip De Fazio, è serissimo don Polidori, è serissimo don Poli, è serissimo il medico di Vanni e seria Alessandra Bartalesi povera ragazza nonostante quelle amplificazioni e quei sentimenti che le sono stati come dire estratti al di fuori da qualsiasi regola perché il testimone riferisce i fatti non deve riferire impressioni cose eccetera, è serio Paolo Vanni, è seria la sorella di Mario Vanni ma son seri tutti sono per carità di Dio chi ha detto? Io ho discusso, ho discusso sulla base dei testimoni, questi testimoni che sono stati portati qui al dibattimento dal pubblico ministero che ho esaminato e che ho detto questa persona da questo punto di vista o non servono o vanno in direzione contraria a come Chiarappa e De Faveri va in direzione contraria alla tesi dell’accusa non c’è niente da fare, si può stracciare tutti i modi come si vuole ma non c’è nulla da fare o quella non è la macchina del Lotti o Lotti non la racconta giusta, non c’è niente da dire non ci sono alternative io non le vedo. Certamente ho espresso delle perplessità nei confronti di una testimone come la Frigo, come si fa a non esprime perplessità nei confronti di una testimone che si ricorda le cose a 8 anni di distanza quando ad un certo punto vede una foto sul giornale di uno dice l’ho visto e non avevamo parlato prima con nessuno. Vedano signori qui fra l’altro è un’osservazione che è già stata fatta e che nella sentenza di secondo grado ma insomma io esprimo in un altro modo, questo caso ha avuto una risonanza nazionale, qualcuno l’ha definito il processo del secolo forse esagerando ma insomma ha avuto un impatto mass mediatico fortissimo e da questo impatto mass mediatico ha contagiato tantissime persone, ma proprio tantissime, e fra queste c’è le persone cause e quelle meno non c’è niente da fare, io non so quanti mesi ricevo una lettera anonima tutti i giorni di uno che mi dice come devo fare, quello che devo fare, come devo comportarmi in questo processo, se devo dire, ma di questa gente ma lo sanno benissimo gli inquirenti loro lo sanno perfettamente ma c’è ne state ma centinaia gente che si presentava dicendo “il mostro so benissimo è quello lì, quello che sta accanto a me quel signore lì” e così via, è tutto pieno una mia amica Laura Grimaldi scrittrice di notevole livello ci ha scritto un libro molto bello si chiama il sospetto proprio ambientale a Firenze sulla vicenda del mostro di Firenze e tutto. Quindi la Frigo è una di queste persone, allora queste persone di quelle che dicono ah si ora glielo fo vedere io come stanno le cose e siccome è un incontro l’ha fatto quella sera ad un certo punto diciamo ora lo incastro io Pacciani dai perché Pacciani la do io la prova sul Pacciani, presenta parla straparla racconta della minigonna della sua figliola, del crepuscolo inoltrato, della botta di un tir che diventano gli spari insomma tutte queste cose impossibile che racconta questa signora e che sono quelle che sono. Come si fa a non dire che questa è una teste assolutamente inaffidabile? Come si fa a non dire che è assolutamente inaffidabile un testimone come Lorenzo Nesi il quale fra parentesi prima di tutto quando viene interrogato tanto tanto a suo agio non deve essere, perché lui voglio dire a essere inserito nel novero degli amici di merende c’è un cappellino eh cioè prostitute ci veniva anche lui, non so se usava il vibratore ma insomma ci veniva anche lui quindi, è lì nell’ambiente anche lui, ora questo signore l’ho già detto lui va a fare una deposizione al dibattimento del processo Pacciani e se ne va durante il dibattimento il solito Pacciani parlando dal vivo il sopportare Pacciani l’apostolo no fa finta di non conoscerlo oppure fa finta di non riconoscerlo, non so, cose di questo genere, e lui torna a casa dice ah hai visto allora era lui quello perché ha fatto finta di non riconoscermi con questo lui ha voluto nascondere il fatto che ci siamo incontrati, allora io che avevo la percezione al 70% che fosse lui ora c’è l’ho al 90 vado là e glielo racconto, torna al dibattimento e racconta a caso, ma che potete fidarvi di una persona così? Beh naturalmente certo non è attendibile e serio il teste De Pace per quello che è insomma meglio non parlare nemmeno, si riattacca tutta la filippica del sorbe e non se ne può più. Beh certo tutto sommato a me desta perplessità il testimone dottor Giuttari, il quale vabbè sarà anche il regista delle indagini, tutto quello che si vuole ma insomma lui è arrivato qua si è messo a sedere davanti a voi ci è stato un paio di giorni e giù una lunga prerequisitoria in cui invece di raccontare quegli scavi che aveva raccolto e poi quattro cosette, giù tutto un discorso sull’intuito e le cose, beh insomma un pochino più di umiltà con tutto il rispetto per il lavoro, per l’impegno, per la passione, per carità di Dio ma chi lo mette in dubbio ma insomma quando poi si viene a fare il testimone ho letto la testimonianza Perugini al processo Pacciani … gli fecero le domande lui risposte alle domande, rispose a delle domande, ora ditemi voi se il dottor Giuttari ha risposto a delle domande in questo dibattimento, ogni tanto ad un certo punto giustamente il presidente è intervenuto ed ha detto “senta si dia una calmata perché sennò qua il processo lo fa lei e basta” ha parlato dell’indagine ius iudicis o non è vero? Non è vero che il presidente di quella Corte insieme al PM indicarono anche i sospetti? È vero risulta dal verbale del dibattimento e allora poi non lo dico mica io, non l’ho detto io, l’ha detto Giuttari, l’ha detto il pubblico ministero che questa indagine nasce per impulso del giudice, avevo detto ius iudicis siamo lì no? Non che poi ci sia una gran differenza, sull’incidente probatorio e sul gip io qui questa serie ho parlato pochissimo mi sono limitato a riportarmi a quel che avevo già detto e già che ci sono io rinnovo l’eccezione di nullità di quell’atto per quelle ragioni che ho detto un po’ comunque l’ho già rinnovata comunque la rifaccio mia in questa sede. Il pubblico ministero nega anche la tensione investigativa, ma guardate l’indice dei suoi atti, osservate le date, guardate tutto quel che avviene nel mese di Febbraio 1996 che poi è tutta l’indagine li si concentra in quel mese perché poi dopo sono si delle cose di contorno appunto dei controlli, delle intercettazioni, ma le cose fondamentali avvengono tutte in quei giorni lì. Guardate ed osservate che la data dell’ingresso nel carcere di Sollicciano di questo pover’uomo coincide con la sentenza di assoluzione Pacciani di secondo grado, non c’è stata concitazione insomma risulta, come dire palpabile. Allora dice anche il pubblico ministero a proposito del confronto vedranno giudici io mi sto proprio tenendo proprio a tutti gli argomenti portati dal pubblico ministero in replica credo di non dimenticarmene nessuno e di proporli tutti dice il confronto Pucci – Lotti dice vabbè io mi sono lamentato del fatto che ad un certo punto prima si fa un interrogatorio a Lotti durante il quale Lotti che evidentemente non sa che pesci pigliare sennò la domanda non la faceva chiede all’ufficio che non mi abbia fatto il Pucci e l’ufficio correttamente dice devi dire te spontaneamente dalla tua parte così noi abbiamo la possibilità di confrontarti con il signor Pucci, chiaro no? Ho già detto, il confronto si poteva fare perché lo dice il codice, si può fare il confronto ma si può anche sembra a me se l’ufficio ha capito l’importanza di non palesare questi nomi al signor Lotti insomma si può fare a meno di fare in modo che durante il confronto il signor Lotti li palesi lui, il signor Pucci lì palesi lui non Lotti Pucci, si possono introdurre/far presente delle circostanze difformi fra l’una e l’altra persona che poi francamente difformità c’è n’è poche perché voi riceverete da quel confronto e dalle dichiarazioni di Pucci e di Lotti che viceversa c’è una straordinaria coincidenza sul punto andate lì tutte e due per un bisogno fisiologico ma se è falsa questa cosa come poi è risultata falsa, com’è che tutti e due dicono la stessa cosa? È molto strano, c’è stato un accordo fra questi due? Per quali canali? Beh insomma voi capite che all’inizio proprio all’inizio nel momento in cui si apprende la prova si mettono a contatto questi due soggetti è tutto un rovinio, è tutto ragione di sospetto, abbiate pazienza e che non si deve dire queste cose? Io non ho bocciato la dottoressa Della Monica che ha tutta la mia stima, a proposito ci si era ripromessi di sentirla poi l’istanza è caduta come è caduta del resto del nulla la mia richiesta di sentire il povero signor toscano. La Dott.ssa Della Monica ha avuto un’idea brillante che se fosse stata sfruttata avrebbe davvero fatto fare un passo avanti alle indagini, se l’Allegranti invece quando telefonava ai carabinieri ma ritelefonato un’altra volta e vabbè sì ho capito grazie buonasera tanto abbiamo fatto il rapporto fine del discorso, se l’Allegranti fosse stato chiamato ci dica la voce com’è e soprattutto se il suo telefono fosse stato messo sotto controllo mettendo anche quel dispositivo che consente di rintracciare da dove viene la telefonata eh sì che sarebbe stato utile, eh sì che la Dott.ssa Della Monica avrebbe avuto un’idea straordinaria, io ho detto semplicemente che la Dott. Dalla Monica si è affezionata ad una certa ricostruzione del fatto così come gli è stata presentata sbagliando al momento in cui si è presentata lì, basta poi mica lei fra l’altro ha interrogato per tre ore e mezzo il Martini sono stati i carabinieri. Tutto abbastanza chiaro lei interviene nell’ultimo momento, a parte che il teste è stato torchiato per tre ore e mezzo non è il Gargarini come ha detto il pubblico ministero ma il teste Martini e voi l’avete sentito ma che dice bugie sto ragazzo? Per fare che? Dice la verità dice. Io non ho bacchettato il professor Maurri con questa arrogandomi la qualità di preside, ho detto che il professor Maurri invece di indicare dati positivi per affermare che il delitto di Scopeti è avvenuto di domenica e non di sabato confuta in via negativa secondo punto di vista di confutazione come a dire di chi afferma che i dati che vengono proposti non sono validi confuta i dati che vanno nella direzione di una posticipazione del diritto, la larva della mosca, presidente, lui non dice mica eh è larva e la mosca c’è, dice ma la larva e la mosca in quelle condizioni si può formare anche prima, beh però come ho detto prima a guardare i testi no si forma quantomeno nelle 48 ore, e così via l’aspetto negroide del viso, le emostasi, tutte le cose che sono lì, l’avanzato stato di decomposizione, però siccome c’era in condizioni speciali di temperatura va beh ma dati positivi per dire io ho accertato che questo delitto è avvenuto sabato non né ha fornito nessuno, non lì può fornire perché i dati vanno tutti nella direzione diversa scusate domenica vanno tutti nella direzione di sabato, è lui lì confuta, si limita a confutarli ma non da indicazioni tanto che voi avete vedete la dialettica fra le parti serve anche a questo cioè serve ad indicare al giudice i termini di un problema e fino a che punto questi termini del problema possono essere risolti in un modo o in un altro, fino al punto che il pubblico ministero il qual è convinto che il delitto sia avvenuto di domenica perché se no sabato salta tutto per aria, infatti è avvenuto sabato, … che cosa vi dice di positivo per affermare che il delitto è avvenuto domenica? Vi propone un argomento logico vale a dire vi dice che non è possibile che i due cadaveri restino tanto a lungo senza che nessuno se ne accorga, tanto per cominciare uno se n’è accorto, la Carminati Sabina, che ha sentito il puzzo di cadavere, quella ragazza magari è un po’ insomma avrebbe potuto andare a segnalare non saremmo qui ad arrabattarci, ma poi scusate non è quello che voleva fare proprio l’assassino? L’assassino qui agli Scopeti per la prima volta perché altrove lui li esibiva i cadaveri, per la prima volta invece li nasconde, la ragazza nella tenda dove rimane uccisa ed il ragazzo buttato dietro a quel cespuglio con questi bidoni sopra, non si era mica su una strada cittadina, siamo in un posto di campagna. Come ci sono stati senza che nessuno se ne accorgesse per diverse ore questi cadaveri possono esserci stati esattamente il doppio non è assolutamente improbabile per niente ma perché doveva essere improbabile? Quando noi sappiamo che l’impegno dell’assassino è proprio quello di tenerli nascosti per le sue ragioni perché vabbè lasciamo perdere le ipotesi, lì ha nascosti e alla fine poi il pubblico ministero dice che insomma il professore ha detto il tema non sarà come desiderato sa lui cosa fare, che vuole che faccia? Cosa volete che faccia? … ma mica soltanto quello capito? Purtroppo non c’è niente da fare eh, io più che ci penso poi magari Vanni potrebbe anche revocarmi il mandato ma più che ci penso … per calunnia, eh non c’è nulla da fare, a me io la vedo così da avvocato la vedo così, per allargare un campo delle investigazioni e che va allargato il campo dell’investigazione certo anche l’indagine in sé va allargata, che sarà obbligato a fare dal difensore? Che venga approfondito tutta una serie di fenomeni. Non fosse altro perché vedano ogni volta che faccio un passettino piccolissimo proprio da qui a lì, mi muovo appena no? Come si confà ai miei mezzi limitati perché io mica sono un carabiniere al massimo posso trovare due cortesi investigatori come questi signori della falco che si prestano a collaborare gratis vien fuori qualche cosa di nuovo a favore di Mario Vanni ma proprio fino a mezz’ora fa, io questo discorso manco lo volevo fare ad un certo punto son costretto a farlo, ecco avete già visto anche voi vero? Questo documento portato dal Lotti, l’avete visto anche voi questo tagliando quello che riguarda la 124, l’avete visto anche voi, guardatelo l’avete lì in originale che è rispiegato così in modo che la scritta che c’è sotto solo ad occhio attento si legga e quando l’avete letta e l’avete vista voi vedete che la data 29 85 è corretta che il 9 sta su un 8, guardatelo, si legge un 8 sopra proprio a vista ed è piegata e non è nemmeno la stessa penna, io qui nella foto statica non lo posso vedere voi lo potete vedere, non è la stessa penna, visto presidente? Il tagliando, è il tagliando quello che riguarda la poi lo riconosce subito perché vede la piegatura che si nota la piegatura

Presidente: C’è scritto 20 0 885 e poi lo 08 corretto in 09

Avv. Nino Filastò: Con la grafia diversa secondo me, vabbè a me sembra diversa la grafia e sicuramente una penna diversa, che cosa devo dire davanti a cose di questo genere? Come … il signor Lotti era un po’ troppo disinvolto, il sig. Lotti quando viene qua … ma che vuole l’avvocato? Ma perché mi interrogava così? Ma insomma signor Lotti la faccia finita avevo voglia di dirgli ieri l’altro io eh insomma sa perché tante volte poi anche saltare i nervi ad uno eh. L’ha constatato che è piegato da … e lì la cosa e lì si vede è che si deve fare di più? Il personaggio è quello vero, la situazione è quella e che è una situazione di estrema disinvoltura capito che quando uno si trova nella posizione di Lotti lui è convinto che egli può fare quello che vuole, Lotti qui dentro è venuto in quest’aula della Corte d’assise pensando che fosse un cinematografo ingresso continuato e forse si guardava intorno per vedere se c’era il venditore di noccioline. Insomma ci voleva qualcuno che non era così, non c’è stato pazienza si vedrà la prossima volta speriamo non ci sia, speriamo che non ci sia una prossima volta. I sopralluoghi, lo scrupolo dei magistrati, il filmato che sarebbe un di più, beh io un po’ questo scrupolo dei magistrati l’ho messo in dubbio, l’ho messo in dubbio con riferimento a fenomeni processuali che son quelli che ho detto, che ho descritto, certe omissioni e tutto il resto e non sto a ripetermi e poi per il resto sui sopralluoghi mi sono limitato a leggere quello che c’era scritto nel verbale osservando la ricostruzione di Lotti che era talmente balbettante, incerta e contraddittoria che un magistrato serissimo, il massimo dei magistrati, persona di grandissima levatura sto parlando … ad un certo punto talmente contraddittorie direi insopportabile per tanti versi ha dato ordine di spegnere la telecamera perché lo spettacolo era indecoroso eh certo ha fatto così ma benissimo ha fatto notare ma non per dire il magistrato non nessuno scrupolo … D’accordo i riassunti si devono fare nel corso degli interrogatori, vabbè ma ciò non toglie che questi riassunti non c’è niente da fare ve ne ho dato leggendo sia l’interrogatorio che la trascrizione, ve ne ho dato io credo una ampia dimostrazione insomma, un ampia conferma di questa tendenziosità dei riassunti e c’è né un esempio anche nella più recente trascrizione quella pervenuta alla Corte relativa all’interrogatorio di Mario Vanni del 26 Marzo 1996 che sarà il caso mi dispiace bisognerà leggerla, allora il gip dottor Lombardi, no ah questo anche per liberarsi di quello che è il punto forte di conferma del Lotti le ammissioni di Vanni. Allora dice “allora come ha visto il LottI Giancarlo che alla fine ha indicato come coautore dell’omicidio di cui si parla” di cui si parla lui non ha capito niente di quale omicidio si parla lo vedremo immediatamente dopo non lo ha capito benché gli sia stato letto il provvedimento di custodia cautelare che è nuovo e che riguarda Pia Rontini e Claudio che qui viene definito Francalanci che in realtà si chiama Stefanacci non Francalanci non per criticare l’estensione di questo documento in Vicchio di Mugello località la Boschetta questo povero uomo non l’ha mica capito, questo dice “allora visto che Lotti Giancarlo alla fine l’ha indicato come coautore dell’omicidio di cui si parla” e Vanni “va che questo è un bugiardo e poi non si capisce perché c’è l’abitudine che si mette la mano davanti alla bocca e il gip dice “è un bugiardo?” “Le un bugiardo perché a Mele io non ci sono mai stato nel bosco degli Scopeti” il Mario Vanni è rimasto al delitto agli Scopeti, tutte le battute che hanno fatto su questo nuovo delitto per il quale si sta procedendo di nuovo contro di lui, lui non l’ha capito vabbè lasciamo perdere il soprannome, allora dice il gip “non si parla del bosco degli Scopeti qui si parla della Boschetta eh, la Boschetta di Vicchio” si sentì piovere addosso questa Boschetta e dice “Vicchio? Non ci sono mai stato io a Vicchio” “eppure come si dice qui l’hanno vista a Vicchio” dice “no” “i genitori della Pia Rontini prima l’uomo e poi la donna” gli contesta il gip “ha visto anche un signore che frequentava il bar della stazione l’ha visto sei volte” un po’ tanto e lui continua a dire “io non ci son mai stato a bere anche lì in questo bar” dice al gip “non ci sono mai stato in questo bar” “a Vicchio?” dice “no mai son tutte barzellette queste” dice lui, a questo punto gli vien fatta una domanda circostanziata al signor Mario Vanni vale a dire gli viene fatta una domanda dal gip in cui non ci si limita a parlare di Boschetta si fa dopo averglielo contestato attraverso la lettura del provvedimento di custodia cautelare questa volta in sede di interrogatorio gli si contesta la circostanza sulla quale deve rispondere e dice il gip “però il Lotti gliene parlo di questa piazzola di Vicchio dove c’erano questi due che si fermavano con la Panda celestina, gliene parlo e gli dette anche delle indicazioni sulla strada da fare, se ne ricorda questo?” e lui non sa rispondere ma il bugiardo si inventa le cose come quell’altro il panettiere perché non si riferisce al Pucci, cos’è Fernando si qui a un certo punto si fa una digressione su Fernando se è l’imbianchino o se è il coso è qui il gip detta “allora nego l’addebito Lotti è un bugiardo, quelle cose che ha detto a mio carico non la circostanza della Boschetta di Vicchio, della panda celeste, no tutte quelle cose che ha detto a mio carico non sono vere è un bugiardo anche quell’altro il Pucci che faceva il panettiere, è vero come mi fa osservare lei ha fatto anche un po’ l’imbianchino e ha imbiancato anche casa sua è vero che è venuto a casa mia una volta padre imbianchino, quindi che dire è vero che avevo ragione io quando dicevo che i verbali dalla fase reale alla fase del riassunto insomma non son troppo fedele perché qui il giudice avrebbe dovuto dettare al verbale, non è vero che Lotti mi parlò di questa piazzola di Vicchio dove c’erano questi due e si fermavano con la Panda celestina se Lotti l’ha detto è un bugiardo questa è la verbalizzazione è vero? Qui il giudice però a questo punto lei dice che Lotti inventa tutte queste cose qui però ha fatto delle accuse molto circostanziate molto precise ha detto che le ha parlato di questa piazzola di Vicchio, questo è vero? Se lo ricorda che le ha parlato di questa piazzola di Vicchio? È diventata la piazzola di Vicchio, un posto anonimo non c’è più la Panda celestina, non c’è più nulla, è diventata la piazzola di Vicchio e questi poveracci? Me ne ha parlato ma io non ci sono mai stato, questa è l’amissione, me ne ha parlato … allora tutto questo a verbale diventa è vero che il Lotti mi parlò della piazzola di Vicchio e qui però a questo punto si cerca di precisare un po’ le circostanze cioè le disse che c’erano due facevano l’amore di una Panda celestina disse questo? No, e che gli disse? Non me lo ricordo preciso ma a me non mi pare che mi dicesse tutte queste cose. Cosa volete che ci sia persone che battono i pugni sul tavolo no non è questo, non è così, non è una persona così, come lui è la persona semplice che è lui dice mamma ma non mi risulta perché lui l’idea capite che qualcuno sì inventi queste cose gli sembra strana anche dal punto di vista del Lotti io son convinto anche ora, ma perché? Va bene allora cosa le disse che scopo aveva di parlarle di una piazzola che c’è nella prossimità di Vicchio? Che scopo aveva se non di fare riferimento ad una coppia che si appartava sentite eh che si appartava li di che cosa le ha parlato? Perché c’era un ristorante vicino? Perché ci andava a far merenda? Perché ci andava a far l’amore lui? Perché c’era qualche altro motivo di attrazione perché? È questo poveraccio di fronte a tutti questi perché cosa risponde? I che lo devo dire io … ma io insomma questo signore di la verità meglio stare zitti perché ho paura, che a dire io, è vero che Lotti mi parlò della piazza però voglio dire la cosa interessante perché è uno dei principali accusatori di Vanni questo signore, quindi voglio che venga registrato a verbale che si è alzato in piedi, ha apostrofato il difensore dicendogli dica lei chi mostro e poliziotto non so che ha detto con aria minacciosa, dito puntato e tono particolarmente aggressivo, ho detto qualcosa di sbagliato? Questo per dire la serenità del teste perché è un teste sereno in questo modo, poi magari quando si va da una certa maga viene qua e vi racconta delle cose che lasciamo perdere, ma alla domanda che gli ho fatto io lei non mi ha risposto lei ha chiesto la strada per andare a questa piazzola? … il senso ma lei a Lotti gliel’ha chiesto la strada per andare a questa ma no io non gliel’ho chiesta prima ha detto che gli sarebbe che gliel’ha chiesta dice il pubblico ministero, ha detto poi dice io non gliel’ho chiesta dice Mario Vanni, si sarà chiesta dice il Gip, chi? Lei, Pacciani o era solo chi ha detto no ha detto che non gliel’ha chiesta e Mario Vanni continua a dire che quando dice io sapevo solo delle merende e col Pacciani facevo solo le merende lui come dire è un po’ bloccato nelle sue risposte io so che non ci sono mai andato lassù a Vicchio e vabbè lo so che lei dice non c’è mai stato ma io sto chiedendo se lei ha chiesto come dice lui la strada per andare a questa piazzola ha capito? A me non mi ha detto nulla di queste cose alla fine dice Vanni, non mi ha detto nulla di queste cose, e questa sarebbe l’ammissione? La grande ammissione di Mario Vanni? Con questo che credo di aver chiuso il capitolo delle cosiddette ammissioni di Vanni quale ammette alla lettera si è visto il valore da dargli a questa ammissione, non solo l’ammette ma come dire la sbandiera e quanto all’avere ammesso il Lotti gli avrebbe parlato di Vicchio che ha detto l’onesto Vanni che non capisce neppure di quale piazzola si sta parlando me ne aveva parlato e ne era parlato l’unica ammissione poi smentita immediatamente dopo non m’ha detto nulla di queste cose e questa come dire di discorsi se ne faceva tanti, la un po’ sbronzo, un po’ meno. Il pubblico ministero dice che bisognava scavare nella personalità di Lotti perché questo è stato fatto benissimo e dopo lo scavo cosa è stato fatto? Dopo la consulenza disposta dal pubblico ministero Fornari e Lagazzi insomma per me l’avete messo in galera il signor Lotti che gioca, che finge, che si nasconde, che si riserva? Avevate un materiale di prim’ordine sott’occhio per dire queste cose qui, gioca, finge, si nasconde, si riserva, vale a dire tutta una serie di cose che vanno direttamente nella direzione della contaminazione della prova si o no, il 174 nel frattempo era stato abolito? L’unico modo per scavare davvero su di lui era non fargli scegliere i ristoranti ma richiamarlo coattivamente a quel senso di responsabilità morale che egli non ha come ci ha ampiamente dimostrato nel corso di questo dibattimento, se Lotti è assolutamente privo di empatia per le vittime ma è ripiegato solo su se stesso esiste ed esiste tuttora un solo mezzo per fargli capire che con la legge non si scherza, non si gioca e forse la smetterebbe di rispondere con arroganza anche all’avvocato come ha fatto, che continua a fare. Ci vuole un bel coraggio a dire che su Lotti abbiamo indagato a fondo quando manca la requisizione a Ponterotto quando non si fa una sola domanda su Scandicci, si sono fatte le intercettazioni a tutti benissimo e che né avete ricavato quella telefonata fra Lotti e la Nicoletti la dice lunga, né ha parlato il collega bisogna parlarne, ci vuole un bel coraggio a dire che su Lotti si è esercitata una sana diffidenza ha detto il pubblico ministero quando lo si lascia in giro a contatto con chissà chi, quando gli si permette di ricevere le telefonate della Nicoletti, c’è una battuta sul punto del pubblico ministero in replica che è carica di un involontario umorismo, ha detto il pubblico ministero si è intercettato persino Lotti, persino? Lo lasciate libero col telefono in casa e non lo volete nemmeno intercettare? Nessuno ha detto né mi sono mai permesso di una cosa che abbiate voi consapevolmente indottrinato Lotti per carità altrimenti non saremmo qui a discutere questo processo discuteremo altrove, a Bologna, ma che avete esercitato su di lui il cosiddetto dilemma del prigioniero questo sì l’ha detto il collega e lo condivido perfettamente perché il collega vi ha documentato come e in che modo si è effettuato questo esercizio, alla fine il pubblico ministero produce quell’articolo di giornale e da quell’articolo giornale a proposito del dilemma del prigioniero si dovrebbe ricavare che non è vero che qualcuno ha detto a Lotti guarda Vanni ti accusa ma è Lotti che lo ha appreso autonomamente dal giornale ovvero nulla, prima di tutto perché non è vero nulla che Lotti abbia detto quelle cose alla giornalista Franca Selvatici, Vanni scusate, perché? Perché le possibilità per la giornalista Franca Selvatici di parlare con il signor Vanni c’era una sola Vanni era in galera ovviamente a Sollicciano la giornalista a intervistare il signor Vanni non ci può andare quindi la signora Franca Selvatici poteva parlare col signor Vanni solamente durante le udienze del tribunale della libertà la udienza del tribunale della libertà più prossima a quell’articolo è di un mese prima, bella memoria eh, per virgolettare le parole di Vanni. Niente da fare come sono queste date scusa? Te lo ricordi? 21 Febbraio e il 13 dicembre e l’articolo è del 21 Marzo ci corre esattamente un mese, ma ci mancherebbe altro che ora la Franca Selvatici intervenisse in questo processo, abbiamo avuto le interruzioni della Rontini anche la Franca Selvatici ma dove siamo? Ma lei stia zitta li al suo posto faccia il suo lavoro meglio di come lo fa e non interrompa l’avvocato che sta facendo un lavoro difficile io, stia zitta meglio lasciar perdere, e io la interrompo non le fai il suo, non vengo a mettermi dove lei sta battendo a macchina le cose, a intrigarle le mani, ha capito? Abbia riguardo e rispetto …

Presidente: Scusi dottoressa per cortesia.

Avv. Nino Filastò: Ma guarda più che uno si vuole arrabbiare più va avanti così questo processo, ma si rende conto? Un giornalista sta parlando il difensore, interviene per dire la sua? Va bene, il povero Vanni avrebbe detto casomai dice se mai quelle cose le avrà fatte lui che è un’accusa fra l’altro e comunque chi gliel’ha letto ha ammesso che questa cosa derivi dal giornale, chi gliel’ha letto il giornale al Lotti che è analfabeta, ve l’ha già detto il collega o giornale o un’altra cosa insomma gli è stato detto una cosa del genere, certamente non può ricavare questa informazione, fra l’altro inesatta dal giornale il Nesi sarebbe un dato obiettivo a parte che scagiona Vanni lo sapete benissimo che lo scagiona perché nella macchina lui non ha visto Vanni e lo conosce da quarant’anni. Va bene non c’è altro da fare che leggere quante volte ricorre nelle deposizioni Nesi Lorenzo la parola impressione, sensazione, eccetera e comunque il Nesi scagiana Vanni come vi ho detto. I testi Iuberto e Belushi che parlano in certi termini di Scopeti beh insomma si questo è vero su domanda del pubblico ministero hanno ammesso che il delitto degli Scopeti potrebbe conciliarsi con un paio di persone dopo aver detto precedentemente la cosa esattamente opposta specificamente per sostenere l’unicità dell’autore loro avevano portato l’equipe De Fazio di cui partecipano anche Beduschi e Iuberto hanno portato proprio l’esempio di Scopeti per dire vedete qui si vede benissimo che questo ragazzo riesce a scappare, si vede benissimo che viene rincorso ed assalito da una persona che aziona il coltello perché ha finito le pallottole, si vede benissimo, quindi c’è una strada c’è ne fossero due soltanto allora cambierebbe completamente il quadro, han detto così, abbiamo un po’ forzato, forzato non so che cosa. Noi qui abbiamo una ricostruzione però di questo Scopeti che è quella che fa Lotti diciamo che la ricostruzione fatta dai periti De Fazio nella loro prima prospettazione in cui proprio agli Scopeti constatano la presenza di una sola persona diciamo che insomma è sostituita da quella di Lotti, è proprio la ricostruzione del fatto fatta dal Lotti di Scopeti che vi dà la dimostrazione palpabile della assoluta totale inattendibilità di Lotti in realtà non c’è stato, non ha visto nulla, perché? Guardate, noi sappiamo che il ragazzo che viene colpito alla festa non mortalmente riesce a buttarsi fuori la tenda e fuggire, lì ci deve essere stato un momento di sorpresa da parte dello sparatore il quale è rimasto bloccato (salta l’audio) la scelta strategica riguarda non solo quello che ho detto prima circa la mancata amicizia, l’inesistente rapporto d’amicizia fra Vanni e Pacciani che giustificherebbe quel tipo di accordo ma vi ho anche parlato vi ho anche detto che nel 74 non ci sono le escissioni e quindi l’idea del dovizioso dottore che manda queste persone o questi sicari a procurargli lì non regge non c’è niente da fare, regge quell’ipotesi che ho detto di una progressione che aumenta che si trasforma da parte di un autore nel modo che ho detto, nessuno poteva iniziare l’azione penale a carico di Lotti per il 74 perché? Io questo non l’ho capito a dire la verità anche il pubblico nessuno poteva iniziare l’azione penale a carico del Lotti nel 74 perché? Qual è la ragione di fatto e giuridica? Pacciani sì che su Pacciani l’azione è stata esercitata e Lotti no? Perché? Poi ha parlato di questo regista, di questo dottore, mi pare di aver capito ad un certo punto il dottore è diventato fantomatico prendiamone atto meglio a questo punto se è fantomatico il dottore non si capisce proprio nulla perché i feticci, l’esoterismo non c’è, il dottore neanche perché in effetti sto dottore non si è visto più da nessuna parte se ne parla nemmeno più è diventato allora a questo punto cos’è questa storia? Da chi venivano pagate queste persone? Per fare che? Per ottenere che? A Baccaiano avrebbero sbagliato i medici legali, io non lo detto, io voglio sapere che contrasta le costruzioni dei medici reali con quello che hanno visto sei testimoni compreso quello che ha visto il giovane Mainardi accanto alla ragazza, son sei eh non sono mica uno son sei compreso quel giovane che ha visto sì ha interpretato che si trovassero sul sedile anteriore tutte e due però li ha visti fianco a fianco quindi è chiaro che sbaglia perché la ragazza è sul sedile posteriore, è ampiamente provato dice il pubblico ministero che il ragazzo era sdraiato supino sul sedile davanti, ampiamente? Ampiamente che cosa? È ampiamente provato il contrario, è ampiamente provato da 4, 5, 6 constatazioni testimoni oculari che il ragazzo quando è stato trasportato nell’ambulanza è stato prelevato dal sedile posteriore, ma che volete che questi non se ne siano accorti dove stava seduto? L’hanno avuto loro fra le mani, non l’hanno visto soltanto l’hanno avuto fra le mani, l’hanno dovuto spostare, prendere/prevale di peso, portarlo dall’altra parte, che non si rendon conto di questo? Quel ragazzo che ha visto il ragazzo sul sedile anteriore ci ha visto anche la ragazza accanto sul sedile anteriore quindi è chiaro che li ha visti insieme ed ha sbagliato. I verbali di sopralluogo, i verbali di sopralluogo da questo punto di vista non significano niente perché sappiamo benissimo che quando il sopralluogo viene fatto il ragazzo non c’è più, è stato preso e portato via nell’ambulanza in un tentativo di soccorso all’ultimo momento. Le telefonate al Allegranti 1/2 anni dopo qui il pubblico ministero con il solito sorriso scettico … è un burlone che gliel’ha fatto, specialmente l’ultima telefonata avvenuta due anni dopo, arrivò, a due anni dopo … ma io mi son chiesto se c’era, il pubblico ministero quando io attendibilmente ho spiegato la ragione per cui la telefonata si è fatta in quel giorno 18 agosto del 1984, perché il delitto Rontini è avvenuto un mese prima, è questo telefonatore sa benissimo che si rischia di riprendere in mano certi dati che gli sono rimasti sullo stomaco perché lui sa di aver sbagliato in quell’occasione e allora decide di intimorire di nuovo quel teste Allegranti, ma qui l’obiezione del pubblico ministero è sottile e merita una risposta dice ma perché l’Allegranti? C’erano tante di persone lì che erano … perché l’Allegranti guida l’automobile, è lui il guidatore, beh tanto per cominciare se il ragazzo fosse stato vero che aveva detto qualche cosa è evidente che questi che erano sull’ambulanza la informazione se la scambiavano e come si scambiavano e forse si sono scambiati perché, no sicuramente si sono scambiati perché ha detto Allegranti la eventuale informazione che non c’è stata sicuramente si sono scambiati la intimidazione signor pubblico ministero, è abbastanza chiaro no? Ad un certo punto questi ragazzi, questo ipotetico autore che io vabbè immagino ad un certo punto mica può avere in mano tutti i dati processuali di questo mondo, lui individua una persona, individua il più anziano che per l’appunto è quello che non è avventizio come il Garganino che non è un giovane arrivato recentemente, alcuni di questi giovani fra l’altro in una situazione abbastanza ambigua ma forse nemmeno registrati, individua l’Allegranti perché l’Allegranti ha parlato anche con un giornale e minaccia lui e che gli dice la prima volta? Sta attento perché succederà una strage a Baccaiano, è un burlone dice succederà una strage a Baccaiano con che intenzione? Con l’intenzione che questo immediatamente né parli in giro è così l’intimidazione è rivolta a lui perché la persona di cui si può apprezzare e cogliere l’identità, il telefono e tutto il resto, ma è destinata a tutti, la strage a tutti gli altri mi sembra o no? Ed è un burlone questo? Che il bullone che a distanza di due anni a distanza di un mese nemmeno che il 29 luglio – 18 agosto non è passato nemmeno un mese dal delitto Rontini va a pescare questo poveraccio alla pensioncina di Rimini dove è arrivato da due giorni? Per dirgli tu sei un uomo finito? Infatti poi non è che poi voglio dire si sia fatto un grande affare no? Ha fatto la denuncia, ha parlato con i carabinieri e poi insomma è stato molto sulle sue poveretto eh, certo non deve essere stata allegra per lui, il burlone accidenti al burlone ma che scherziamo tanto burlone che i carabinieri lo prendono sul serio e come ci ha raccontato Allegranti lo seguono e quando lui un giorno per l’appunto si allontana glielo contestano dice guardi lei è andato per i fatti suoi non lo deve fare, ora i carabinieri le cose le stanno a misurare, non mettono un paio di persone a sorvegliare questo a fargli la guardia spalle per tutto il tempo che è stato a Rimini, come ci ha raccontato Allegranti per un burlone, ma che burrone, questa è un’indicazione fortissima che va tanto per usare un termine caro al pubblico ministero fortissima che va nella direzione dell’autore unico, del serial killer di quello che ho detto e che ha lo stesso valore, la stessa importanza, la stessa significanza della lettera anonima spedita alla dottoressa Della Monica con il frammento di seno che l’ho già detto diverse volte come dice il collega Mazzeo questa volta cito lui un macigno dentro a questo processo che non è assolutamente trasferibile nella direzione dei compagni di merende, per tutti gli sforzi si possa fare di voler portare nella direzione dei compagni di merende questo macigno non c’è verso non ci ritorna sui piedi non c’è nulla da fare. Allora poi si dice che io ho lamentato e ci si lamenta del fatto che io abbia lamentato non sono state portate al processo testimonianze importantissime certamente l’ho detto tutto quel gruppo di Baccaiano è fondamentale, vedete basta guardare la carta me la sono rifatta qui disegnandola per guardare questi punti, ho detto Ginestra, Baccagliano, Fornacette e Poppiano, localizzare il luogo del delitto e vedete come tutte queste macchine confluiscono lì in quel punto, provenendo dalle direzioni opposte, ed il pubblico ministero qui vi dice beh non avevamo visto nulla e quindi noi non ci siamo interessati di questi testimoni ma è proprio perché non hanno visto nulla che è importante no? Prima di tutto se non hanno visto nulla fosse non ricordare bene ci possiamo ritornare sopra e richiederglielo ma a parte questo il fatto che non ha visto nulla bisogna che voi cambiate completamente prendiate Lotti e gli diciate guarda Lotti tu su questa cosa non ci hai detto la verità perché non ci siete andati con le automobili li voi, dicci come sono andate le cose, ci sei andato da solo a piedi, ci sei andato in compagnia di qualcun altro, ci sei andato in bicicletta, ci sei andato in motorino, ci sei andato con la …, si è fatto portare da un elicottero? Quello che cavolo vuoi ma con le macchie no perché c’è 9 persone che non le hanno viste. Neanche ci dicono nulla sull’assassino e sull’auto dell’assassino, come sarebbe? Io vi ho detto che ci dicono quantomeno che l’assassino sul luogo addosso a quella macchina ci è andato a piedi, poi il pubblico ministero dice ma ci sono qualcuno che le due macchine no no le macchine che vede che sorpassano quei due testimoni vengono dalla direzione esattamente, intanto sono in un momento successivo agli spari si va dritto, e poi vengono da una direzione che è esattamente opposta a quella dalla quale dovrebbero arrivare le macchine degli amici di merende che vengono come abbiamo visto dal ponte rotto secondo la deposizione di Lotti e vengono alla direzione esattamente opposta. Poi si dice che in questo caso a Baccaiano il serial killer si sarebbe mosso in modo goffo, che anche lui va nel fossetto certo che ci va perché la ragazza era viva, perché la ragazza si è mossa, perché la ragazza muovendosi ha sbattuto uno stinco sul sedile anteriore provocandosi una ecchimosi, lesione non mortale, chiaramente è avvenuta in vita e poi dice che si è mosso piuttosto disorganicamente col freno a mano tirato, si è dimenticato di togliere il freno a mano, a meno che non l’abbia rimesso poi quando la macchina è finita nel fossetto per impedire che la macchina si muovesse o si spostasse o creasse una situazione come dire più appariscente rispetto a quella che era ma in ogni caso può anche darsi sia mosso il fremo a mano tirato perché aveva questo disturbo all’esterno tanto che ha tirato questo colpo di pistola dall’interno perché si trova il bossolo dentro la macchina in una posizione che collima con questo sparo ma qui il pubblico ministero dice ah allora non era un freddo sparatore, no non lo era, è proprio così non era un freddo sparato, su questo ci sono i consulenti tecnici, ci sono i periti, c’è il gruppo dell’equipe De Fazio che vi dice che il momento maggiore delle eccitazioni di questa persona che in qualche modo lo rende meno freddo è il momento degli spari, poi sparato ed ucciso lui riacquista tutta la sua gelida padronanza di sé ma fino agli spari c’è una certa concitazione, l’hanno sempre detto e l’hanno descritto in questo modo e questa è la conferma. L’omicidio vabbè dice ancora il pubblico ministero che questi ragazzi non erano lì non c’erano quando è stato fatto l’omicidio beh vabbè insomma certo non erano lì ma erano a due passi, era una brevissima distanza, alcuni hanno sentito gli spari si sono mossi immediatamente, non si dicono a nulla, non hanno visto nulla, non hanno visto le macchine, non hanno visto le macchine ferme, non hanno visto le macchine che partivano da quel luogo, vi risparmio la lettura di queste carte perché le ho già lette prima, le ho indicate, le ho commentate abbastanza a lungo non ho bisogno di ripetermi, ci superarono dice la Bartalesi due vetture che come vi ho detto sono in movimento, non sono ferme sul luogo, vengono dalle loro spalle, vengono dalla direzione esattamente opposta dalla quale avrebbero dovuto venire i compagni di merende a parte che gli amici di merende poi dovrebbero fermarsi restare li può ripartire tutto questo non è visto da nessuno sono due macchine che stanno camminando per la strada nella stessa direzione proseguono e vado via e proseguo per il loro eventi e vanno altrove. Chiarappa e De Faveri né ho parlato per 5 ore, Ghiribelli dice il fa quindi allora il Ghiribelli dice il falso, no non lo dice per niente il falso, povera Ghiribelli no non va calunniata la Ghiribelli se la leggete bene non dice che quel giorno lì sono andati da lei queste persone dice e lo ripete fino alla nausea 4/5 volte lo dice loro tutti … sì vabbè dice quello sì vabbè scusi ma quella domenica? Guardi … no senta utile perché tanto lo so tutte le domeniche e tutti i sabati erano da me, 3/4 volte e che deve dire? Come fa a ricordarsi lei di una domenica con tutta la gente che vede poveraccia, con tutta la gente che accoglie, insomma il sabato, la domenica, lunedì, martedì, il giovedì insomma voglio dire anche se fra l’altro ho visto una fotografia non mi sembra eccelsa bellezza con un bel design lascia un po’ desiderare ma lasciamo perdere tutto questo fatto sta che insomma quanta gente vede no? E questi campagnoli come fanno sempre i campagnoli vengono sempre la domenica e la domenica di sicuro c’erano, certo di sicuro per carità, è falsa o non è falsa lei non racconta/non espone un dato processuale certo, espone un dato di sua comune esperienza tratto dalla sua ordinaria professionalità nient’altro che questo bisogna prenderne e dare il valore a questo che ha soltanto. Poi Vanni però il Vanni c’è stato la Ghiribelli quella domenica? Il Vanni dice … no è la Ghiribelli che lo esclude perché la Ghiribelli dice che il Vanni con lei non c’è mai stato perché lei non è meschina, ha detto chiaro e tondo quindi tutta la storia la presenza di Vanni dalla Ghiribelli quella domenica eccetera è una cosa che è finita come tante altre cose. Va bene di Chiarappa e De Faveri ho parlato, la Sharon ho già parlato, all’altezza e ristorante eh? Caini e Martelli ve ne ho già parlato, la strada dell’arena è una strada chiusa non c’è niente da fare insomma all’epoca ci si passava si ma come ha detto uno dei due con un fuoristrada poi c’è il passaggio a livello e siamo un po’ agli sgoccioli, dice ma andare a perquisire è stato detto, il ponte rotto sarebbe stato dopo 7 anni come perquisire la piazza dell’orologio, no come perquisire l’orto di Pacciani uguale identico perché Pacciani nell’orto ci mancava da diverso tempo, per il semplice motivo che era stato in galera e per diverso da tempo. Mon impronte sulla Panda, beh questa è una cosa che per dire la verità lascio l’incerta anch’io a me risultava per dire la verità per aver visto un programma che può darsi sia anche un programma sbagliato ma insomma c’è una catena televisiva che si chiama Discovery Channel non so se l’ha vista nessuno che è una catena televisiva di informazioni, di documentari eccetera e c’è una rubrica sulle indagini beh può darsi che la cosa funzioni in America perché questa è una rubrica americana ma l’America si posson fare certo che non si possono identificare da delle tracce delle impronte ma si possono fare delle diagnosi differenziali escludendone, sotto i profili all’esclusione almeno a sentire questa trasmissione può darsi sia tutta una serie di fandonie però io d’altra parte si può prendere un’impronta per esempio di Vanni metterla a rapporto con quella li, no non si può dire che queste impronte stiano arrivando però si può escludere che stia arrivando, si può fare? Comunque certo non è certamente questo un punto fondamentale ne parlo proprio così quasi per amor dell’arte. Poi il pubblico ministero qui quando ha parlato con replica ha come dire un po’ buttato acqua sul fuoco ha detto perversioni ipotetiche o meno di Vanni, se … ditelo voi … non lo so perché avete gli strumenti, insomma di sessualità deviata non si può proprio parlare da quello che avete per le mani se poi avete qualche dubbio ma poi non serve a niente potreste fare una perizia e abbiamo chiesto ma non credo sia proprio il caso. (1.09.00) Poi la prostituta ammazzata di Giampaolo Rossini, il pubblico ministero ha detto io ho portato il dato storico, ma come? Insomma no non va bene, non è il portare il dato storico questo perché no a questo punto poteva portare il dato storico anche dell’affondamento dell’Andrea Doria rispetto al quale certamente il Vanni non c’entra niente, che a che fare l’affondamento dell’Andrea Doria. Il dato storico è suggestivo no la ragione è questa qui non c’è n’è altre è abbastanza chiara, fu chiesto nel processo Pacciani per valutare questa cosa della mamma buttata giù dalle scale per la quale poi partorirebbe questa signora una bambina che poi è handicappata fu chiesto nel processo per valutare la personalità del teste ma questa è veramente buffa, arriva un testimonio qualsiasi in un giudizio quello si mette a sedere gli viene chiesto informazioni su una pistola poi dice scusi ma lei butta le mogli dalle scale? … fa questa domanda il teste a questo punto ha tutti i diritti di dire ma a lei che gliene importa? Che c’entra scusi? Sono qua per parlare di delitti mica se butto le mogli dalle scale io, insomma via basta leggere il verbale per capire che le cose stavano come ho detto, come ho detto Vanni sarebbe smentito dalla Ghiribelli circa il fatto che quel giorno è andato a lei abbiamo visto che non è vero nulla, Nesi penso che fosse Vanni lui pensa, lui suppone, lui intuisce, una Frigo in pantaloni o perlomeno la Frigo è un Nesi in gonnella, siamo là insomma comunque Nesi si è comportato in modo corretto, tante croci addosso non c’è ne ha date salvo che queste qua. Allora il quadro è questo qua, il Nesi sta guidando l’automobile affianco c’è Vanni ad certo punto dice Vanni ma tu non è che hai nulla a che fare le veci del mostro? Vanno sbianca ed il Nesi per guardare sbiancare il Vanni va a sbattere contro un muro, è automatico no? Dice senti portami a casa e gliel’avrei detto anch’io ma che ti credi imbecille cosa c’entro io? Portami a casa e facciamola finita no? E su tutto questo sto signore ci ricama le cose, sbianca ma insomma son proprio quelle persone che come testimoni vanno proprio persi di vista nel modo più assoluto perché sono soggettivi, son persone capite che quando capita una cosa di questo genere dicono ora vado io e glielo fo capire io come stanno le cose, se lo immagina il giorno dopo sui giornali Lorenzo Nesi chiarisce il mistero del mostro di Firenze, Maria Grazia Frigo la testimone di ferro ha inchiodato tutto, pensano a cose di questo genere vanno e si organizzano e vengono esplorate tutte le cose che hanno sbrodolato loro ma insomma sono da prendersi come vanno prese e la Frigo se la volete prendere da qualche verso prendetela sul punto che lei vede un autista su una macchina e un autista sull’altra ed il Martelli e Caini anche loro che vedono questi due pazzi che si divertono a fare gli imbecilli in una strada di campagna secondo me vendono due autisti e basta, Vanni lei non c’era perché la macchina non la sa guidare, nel portabagagli non c’è l’aveva ammesso perché soffocava e quindi lei non c’era. Allora il Fornari sembrava dire che Pacciani queste cose le vendeva al dottore, queste cose mi sembra proprio, il movente mi pare alla fine il pubblico ministero ha detto sono i soldi, sono i soldi, ma ci volete dire chi è che le compra questo povere cose? Per farsene che? Volete perlomeno fare un’ipotesi dire insomma a me mi risulta c’è un mercato, in giro c’è un mercato, in Arabia queste cose le comprano a prezzo di diamanti e a livello dello stesso peso, oppure c’è una setta che ad un certo punto, qualcosa ci dovete dire perché sennò noi si resta così, si resta increduli, si resta sarà ma a me non mi risulta, non ci siamo. Come vedano signori, ho quasi finito l’ultima cosa è un interrogativo che è rimasto in questo processo per aria e che è un interrogativo di un’importanza straordinaria, l’interrogativo riguarda il perché il signor Lotti si sarebbe associato a queste persone, ammettendo il gruppo, ammettendo la perversità di Pacciani, ammettendo la perversità di Vanni, qui siamo rimasti senza sapere perché il Lotti ed una volta tirandosi dietro anche il Pucci si affianca a queste persone, perverso lui? Beh allora non c’è bisogno di Vanni, poi lo vedremo, scopo di lucro? Anche lui come sembra sembrerebbe ipotizzare il suo difensore quando fa delle domande sui soldi che aveva in un certo periodo di tempo non so, non certamente quelle cose che ci ha inventato lui eh perché queste sono tutte invenzioni, l’omosessualità dei Budini un’invenzione, non c’è niente da fare il Budino perché dev’essere omosessuale? Non lo è affatto, non il rapporto Pacciani, qui sul punto il pubblico ministero aveva promesso un articolo di giornale Pacciani ha sentito dire che questo diceva una cosa, ha preso il cappello in un modo strano ha detto ma che scherziamo io a quello lì che così via e poi voglio dire ma capite mi pare di averlo già detto comunque lo ripeto ammettendo che quello fosse lo stimolo Pacciani in quel modo il primo a far la figura del finocchio per dirlo in termini volgarissimi era Pacciani quindi di che doveva aver paura il Lotti anche ammesso che fosse esistito il rapporto che racconta in quel modo assurdo che dice lui ecc.… L’ultima cosa di cui mi devo occupare è questa acquisizione che vi abbiamo prodotto e che riguarda il fatto che quel giorno il Lotti non aveva più da 128, ritengo che sia stato ampiamente provato non solo il fatto da un punto di vista documentale ma è provato anche il tentativo della contaminazione della prova da parte del Lotti cosa che è molto grave che voi valuterete, considererete per tanti versi anche sul tipo d’attendibilità di questo signore, perché quella è una falsificazione vera e propria proprio un falso benissimo. Però vedano il pubblico ministero se ne è reso conto, il pubblico ministero è abilissimo se ne reso conto che sta lì a sostenere che alla data del 3 di luglio il Lotti non aveva la 124 non ci stava proprio perché insomma come si fa? Allora che cosa vi ha detto il pubblico ministero? Ha detto che l’aveva tutti e due e poteva usare l’una o l’altra, allora questo significa passare sopra disinvoltamente a quelle che sono state le acquisizioni del dibattimento attraverso l’ascolto di almeno due testimoni, i signori Scherma padre e figlio vi hanno detto che questa è la situazione, questa è la situazione chiara, questa è la situazione ovvia, questa è la situazione provata dal dibattito, vi hanno detto il Lotti ad un certo punto rompe la macchina 128 che non gli va più, la ricovera davanti casa Luigi Scherma la lascia lì per almeno un mese e mezzo ferma e siccome lui non può stare nemmeno un giorno senza automobile va su e se né compra un’altra, 124 la compra, la compra il 3 di luglio quando la compra, il Bellini in quel verbale che voi avete e che rispetto al quale potete certamente utilizzarlo dice che normalmente sempre lui ha fatto dei contratti per cui la macchina veniva consegnata con anticipo casomai di due o tre giorni rispetto alla dichiarazione di acquisto di vendita fatta dal venditore, tutto il discorso della assicurazione che mancava ve né ha già parlato il collega non c’è niente da fare basta vedere questi documenti per accorgersi che l’assicurazione c’era, era stata attraverso una cosiddetta polizza integrativa o appendice di polizza trasferita alla 128 alla 124 come ovvio e come naturale perché è un personaggio come Lotti, come vi si è detto, non perde due mesi di assicurazione perché così è signore ma ha trasferito l’assicurazione da una macchina all’altra come risulta anche da tutto quello che si è visto qua compreso il pagamento del premio anticipato rispetto alla macchina nuova 124 al 20 agosto dell’85 addirittura. Poi perché vedano c’è anche un altro fatto, se voi guardate i numeri della polizza voi trovate che c’è un numero che è quello della polizza originaria, c’è un numero 128, c’è un numero che è quello di un’altra polizza che è quella del pagamento effettuato non in data 29 dell’85 li è quando gli hanno rilasciato la ricevuta in data precedente come risulta da questa annotazione in basso e questo numeretto e poi c’è un terzo numero che è il numero della polizza che poi lui fa sulla 124 definitivamente e che è quella che era pervenuta perché l’unica che è pervenuta in copia regolare e complessiva che è datata 1986 che il significa? Significa che il numeretto intermedio è l’appendice di polizza, non c’è niente da fare, è l’appendice di polizza che lui ha fatto per modificare, a cui è stato dato un numero diverso, stesse scadenze, stesse situazioni ma sta così la cosa, abbiamo parlato io e l’avvocato Mazzeo con più di un assicuratore, tutti i gestionali dicono tutti la stessa cosa se poi a Giannone l’avvocato Mazzeo come dato molto importante se avete qualche dubbio fate la perizia. Ma torniamo a bomba ah sì allora questi testimoni che hanno visto questa macchina ferma, lì ferma davanti casa che era rotta e che dicono che era rotta e non funzionava e non camminava Scherma Luigi dice addirittura che negli ultimi giorni non aveva nemmeno le ruote però posso sbagliare perché zitto zitto la notte Lotti lascia la 124 che funziona che ha comprato da poco sale su da 128 scassata ed in qualche maniera riesce a metterla in moto ci rimettere le ruote eccetera e poi quatto quatto va ad ammazzare la gente agli Scopeti o fare lo spione o a partecipare all’omicidio perché lo sa che va a partecipare all’omicidio su questo non c’è dubbio, tutto questo su una macchina mezza scassata che ti può lasciare a mezzo per la strada e senza assicurazione. Questo qui Chiarappa De Faveri lui farebbe lasciando questa macchina senza assicurazione scassata in questa maniera per 5 ore e mezzo ferma davanti agli Scopeti beh fategli un’altra perizia psichiatrica, non sta così questo processo, non sta in piedi da nessuna parte, queste acquisizioni finali hanno dato secondo questo difensore il colpo finale, hanno in qualche modo chiarito che non si può arrivare alla condanna di Mario Vanni. Ieri sera tardi mentre stavo radunando un po’ questi appunti io ho pensato alla vostra sentenza anche se al collega dico non pensare mai al risultato faccio un po’ forse un po’ più di esperienza c’è l’ho mi permetto bonariamente non pensare al risultato fai il tuo lavoro non ti preoccupare va avanti così è meglio però come si fa? Sapete noi siamo noi avvocati da questa parte di quest’aula dietro questo banco ad un certo punto ci si trasforma un po’ come dire si dice un po’ superstiziosi, si cerca di individuare dai vostri sguardi, dai vostri atteggiamenti come la pensiate, che cosa ci sia dentro di voi e poi si parla, questo è segno buono, è stato segno cattivo, tutte questa cose a dire la verità quando sono arrivato qui la prima volta ho avuto una brutta impressione ed è anche una delle ragioni per cui me né sono andato e poi sono tornato però ecco nonostante tutto questo andare e venire, di sentimenti, di immagini, di impressioni, di previsioni, ieri sera ad un certo punto pensavo proprio alla motivazione della vostra sentenza, la sentenza e la motivazione, mi sono sentito tranquillo la tensione mi è caduta di dosso di colpo e tranquillo vedano per questa persona che come ho detto mi è venuta cara perché è una persona che ha sofferto e che merita che questo peso/questo macigno che gli è piombato addosso gli sia tolto dalla schiena, sereno mi sono disteso senza preoccupazioni per la sua sorte in questo processo e vi dico anche perché, riterrete voi nonostante tutto quello che abbiamo detto io, il collega Mazzeo ed altri colleghi la confessione di Lotti è attendibile? Riscontrata? Non poi così confliggente come vi abbiamo indicato noi con numerose acquisizioni del processo con alcune regole del buon senso? Con quel sano sentimento delle cose normali e razionali? Del consueto in opposizione allo straordinario e all’astruso che sempre deve guidare il buon giudice? Ritiene questo giudice che questa cosiddetta confessione sia stata acquisita al processo con buone regole? Senza forzature, senza concitazione, applicando le norme del codice in particolare l’articolo 274 del codice di procedura penale che regola e impone la custodia cautelare in carcere quando esistano, come esistevano, rischi di inquinamento della prova? Ritenete che questa prova sia stata acquisita in modo tale da garantire la genuinità, da garantire da metterla al coperto da possibile inquinamenti, fugare ogni sospetto di vantaggi promessi e concessi? Accomodatevi se così vi pare, … del signor Lotti, spazio per ravvedersi e per dire la verità qui voi glielo avete dato, da cittadino una tale soluzione non mi esalterebbe, come non mi esalta quel detto toscano un po’ civico che recita e l’ho messo per questo motivo in testa alla memoria “agli zoppi cruciati” e che Lotti sia un po’ zoppo soprattutto moralmente zoppo non mi sembra sicché almeno un po’ se la sarebbe voluta, pioverebbero sul bagnato, ma che Lotti nella sua caduta più processuale che reale cioè più caduta provocata da un comportamento perverso nel processo, in questo processo e non a mio parere provocata da delitti che a me sembra irreale che egli abbia commesso oppure abbia aiutato altri a commette, che in questa caduta Lotti, la persona di Lotti, quell’uomo che voi avete visto, avete saggiato, considerato, ascoltato, esaminato ed analizzato in tutte in tutte le pieghe di questo processo come che voi farete poi in camera di consiglio come l’abbiamo fatto noi con tutto l’impegno possibile, con tutto lo studio, tutta la fatica possibile e immaginabile che in questa caduta Lotti trascini il chiamato in correità signor Mario Vanni non mi sembra possibile, non è possibile, perché? Perché per una ragione, voi avete qui in questo caso la prova provata, palpabile, dei vantaggi immediati della confessione per Lotti, vantaggi che gli hanno assicurato il tetto, lo stipendio, la considerazione, nel senso dell’attenzione quella che gli è sempre mancata nella sua vita di emarginato, di pari e di abbandonato, ma con la chiamata di correo si aggiungerebbe, uso il condizionale perché sto parlando dal punto di vista dell’accusa, un altro vantaggio cioè la parziale impunità, l’offuscamento, la diminuzione del suo ruolo nell’ambito di quei delitti, ma pensate, basta pensare a questo a Giogoli 1983 avrebbe sparato anche lui, avrebbe materialmente ucciso anche lui e dovreste credergli quando lui dice che Pacciani gli ha messo l’arma in mano quasi costringendolo meccanicamente a premere il cosino come lo chiama lui cioè il grilletto della famosa calibro 22? Per effetto di quale costruzione? Per effetto di quale sudditanza a Giogoli avrebbe fatto questo? Possiamo affacciare un ipotesi, a Giogoli guardino, pensate, sarebbe sua la macchina rossa vista dalla signora Buzzichini il giorno prima nei pressi del furgone tedeschi, l’estemporaneità, il trascinamento, non vedo e questo trascinamento se esistesse facendo l’ipotesi, se esistesse una sudditanza sessuale verso il diabolico Pacciani all’interno di un rapporto omosessuale di tale intensità da sentirsi il canino che segue il padrone fino appunto da seguirlo nei delitti e da costringerlo nei delitti questo non solo non scalfirebbe di 1 mm il peso della responsabilità del signor Giancarlo Lotti anzi lo graverebbe di quei motivi futili e abietti che tuttavia il pubblico ministero ha ritenuto di non contestare a nessuno, ma pensate a sentir lui/a sentire Lotti la coppia nella Panda celeste nella piazzola di Vicchio sarebbe stato lui a scoprirla la prima volta, a vederli, ha localizzarli, a scegliere come obiettivo, sto parlando sempre dal punto di vista dell’accusa eh anche i giovani francesi agli Scopeti sarebbero stati da lui e Pucci spiati il pomeriggio precedente, cioè le avrebbe compiute lui quelle attività preliminari di preparazione al delitto che poi avviene la notte e guardate ora in un quadro siffatto che vi ho delineato in pochi minuti, in poche battute, guardate ora il premio in chiamata di correo contro il signor Mario Vanni e del signor Giovanni Faggi, ecco niente galera nell’immediato, minimo della pena edittale per gli omicidi di quella atrocità, nessun aggravamento quantomeno per la continuazione, attenuanti generiche dichiarate prevalenti, 21 anni minimo della pena, se si segue e si può seguire la strada della consulenza di Fornari Ragazzi il gioco gli sarebbe riuscito in pieno ma che collaboratore, giocatore, è fortunato per giunta. Sarebbe uno di quei casi per tutte le cose che ho detto in cui l’articolo 192 del codice procedura penale con quel orientamento giurisprudenziale del quale vi ha parlato a lungo il collega dovrebbe essere applicato con il massimo rigore ma poi in questo caso non ci sarebbe nemmeno bisogno di questo rigore massimo, basterebbe l’applicazione semplice ed immediata della legge della norma non si può considerare chiamata in correo una prova a fronte di Mario Vanni quando di riscontri per Mario Vanni non c’è né nemmeno uno, Mario Vanni si è già difeso da se, sinteticamente, in un modo splendido, ad un certo punto durante il dibattimento si è alzato ed ha detto signor presidente a me questi testimoni non mi rammenta nessuno io voglio andare a casa per gentilezza mi faccia andare a casa, nessun riscontro a carico di Mario Vanni, chi l’ha visto? Si parla di una macchina dovrebbe essere la macchina di Lotti, si parla di una macchina con un autista a bordo, poi si va a arzigogolare la perversione, la moglie buttata dalle scale, tutte queste cose voi capite che sono esagerazioni e amplificazioni da respingere, persino insomma sgradevoli da constatare, hanno questo significato riempire a tutti i costi una prova che manca, un riscontro che non esiste, nessun indizio sul luogo del delitto, non ha la macchina, sbaglia il Mugello con un paesino, non l’ha visto mai nessuno, nemmeno Lorenzo Nesi, nemmeno la Frigo, la coppia Martelli, la macchina per 5 ore agli Scopeti che se è quella del Lotti è tutto un altro discorso, aggiungiamo i 15 testi di Baccaiano che valgono almeno per escludere, almeno per escludere, le due macchine e le due persone sul posto. Che volete dire che è un indizio riscontro il pretesto di riconoscimento di Renzo Rontini e signora a 10 anni di distanza sull’onda della suggestione di una fase dibattimentale nel processo Pacciani in cui Vanni è già sospettato? Fase dibattimento alla quale loro partecipano e che vedono? Da parte di testi la cui ansia di raggiungere un colpevole traspare a tutte le interviste perché poi a questo punto bisogna dirlo insomma vero a proposito del signore Rontini il dolore e tutto il resto però è sempre nel mezzo eh, interviste da tutte le parti, le apparizioni in tv, l’interruzione all’avvocato che fa il suo dovere, insomma lasciamo perdere. Ma poi di che? Sarebbe riscontro indiziante di che? Il fatto che quest’uomo può essere capitato a Vicchio, non c’è mai stato e continua a dirlo perché lui fra l’altro non si muove da quel giro lì certo, quando noi sappiamo che un pedinamento nei confronti di Pia Rontini c’è stato e sappiamo che la persona che pedinava Pia Rontini non ha niente a che vedere con il signor Mario Vanni, abbiamo interrogato un testimone si chiama Bardazzi, gli abbiamo fatto vedere il Vanni, gli abbiamo fatto vedere le fotografie di Vanni a quell’epoca ed ha escluso che Vanni fosse la persona che stava seguendo quel giorno Pia Rontini e certamente seguiva lei, lo sguardo, quello che ha raccontato, tutto il resto, la coincidenze il giorno dopo il delitto, il Bardazzi è teste che va tenuto presente è molto importante, c’è il vuoto anzi no ci sono acquisizioni nettamente negative il no di Zanetti, il no di Bardazzi, il no di Allegranti, rispetto alla voce e alla fine il Vanni no di Pucci, Vanni no, il pubblico ministero dice che era stanco. si era stanco Pucci, era stanco di mentire, era stanco di vedere questo pover’uomo inchiodato ad una responsabilità che non gli appartiene, inchiodato da un processo perverso nei suoi confronti, ecco perché sono tranquillo, sarete anche voi assolvendo Mario Vanni.

19 Marzo 1998 74° udienza processo Compagni di Merende

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