Il 16 Luglio 1998 rilascia testimonianza Franco Sestini. Il Sestini riferiva che tramite Zucconi aveva acquistato un cavallo, che dapprima teneva nella villa dello stesso dottore. Fu proprio quest’ultimo a rassicurarlo dicendo che lui aveva persona di sua fiducia che sicuramente avrebbe accettato di governare il cavallo durante la settimana, anzi gli aveva fatto il nome di tale “Pacciano“. Proseguiva dichiarando che insieme si erano recati a Sant’Anna ove lo Zucconi era entrato in casa del tale che chiamava Pacciano, mentre lui aveva atteso in auto. Al ritorno lo Zucconi gli aveva detto che Pacciano non era disponibile. Di tale rifiuto lo Zucconi era rimasto veramente male, in quanto non se lo aspettava proprio, precisando inoltre che sia precedentemente che in occasione della loro visita al Pacciani, lo Zucconi gli aveva dato l’impressione di avere un rapporto con lo stesso, tale per cui il Pacciani non gli avrebbe potuto negare il favore, anche perché lo stesso Pacciani fu la prima persona contattata come possibile custode del cavallo e dalle parole dello stesso Zucconi era chiaro che sarebbe andato a colpo sicuro. Solo successivamente il Sestini aveva collegato che quella persona di Sant’Anna era Pietro Pacciani.
Infine, il Sestini confermava di aver sentito delle voci che indicavano lo Zucconi come possibile MdF anche perché si faceva riferimento ad un chirurgo che sapesse usare il bisturi. Aggiungeva, altresì, che aveva sentito dire che lo Zucconi era stato sottoposto anche a perquisizione e che, dopo ogni delitto, le stesse Forze di polizia si erano recate da lui per perquisirgli la casa. Vedi: Nota informativa n°500/2001 del 3 dicembre 2001
“Premetto che sono sempre stato appassionato di cavalli e parlando con lo Zucconi, lo stesso mi propose di accompagnarmi in Maremma ad acquistare un cavallo, in quanto lui stesso conosceva molto bene un mediatore del settore… Effettivamente poco dopo averlo conosciuto andammo insieme in Maremma dove acquistai una cavalla maremmana che per le prime due o tre settimane tenni nella villa dello Zucconi… Ricordo che parlando con lo Zucconi riguardo chi dovesse governare il cavallo quando fosse stato portato alla stalla di Montefiridolfi, lo stesso mi disse di non preoccuparmi assolutamente in quanto lui aveva una persona di sua fiducia che sicuramente avrebbe accettato di governare il cavallo durante la settimana, anzi fece il nome di tale “Pacciano”, che stava nella zona di Montefiridolfi. Infatti poco prima di condurre il cavallo nella stalla di mia cognata, io e lo Zucconi ci recammo insieme in una casa a Sant’Anna, ove lui scese dalla macchina e si recò all’interno dell’abitazione. Solo successivamente ho saputo che lì abitava Pietro Pacciani. Lo Zucconi rimase in casa per circa un quarto d’ora mentre io attesi in macchina. Al suo ritorno mi disse che il Pacciani, o meglio “Pacciano”, così lo chiamava, non era disponibile a governare il mio cavallo per cui andammo via… Posso dirvi che lo Zucconi era un tipo che definirei sbruffone – sopra le righe; si vantava di essere un grande conoscitore dei boschi della zona di Impruneta, Montefìridolfi e Mercatale, tanto che raccontava di uscire a cavallo per boschi per due o tre giorni senza fare ritorno a casa. Si vantava inoltre di essere un grande cacciatore e proprio a tal proposito ho avuto modo di vedere nella sua casa numerosi fucili.
Altro motivo di vanto dello Zucconi erano le sue performance con le donne, tanto che si definiva un donnaiolo, amante della bella vita. Aggiungo che non mi è sembrato un instancabile lavoratore, lavorava lo stretto necessaria, ma poteva permetterselo anche perché era di ottima famiglia con un notevole patrimonio familiare. Qualche anno più tardi, negli anni ’80, anche io, come un po’ tutto il paese, ho sentito delle voci sullo Zucconi che indicavano come possibile Mostro di Firenze, anche perché si faceva riferimento ad un chirurgo che sapesse usare il bisturi. Mi venne detto, anche perché all’epoca non frequentavo più lo Zucconi, che lo stesso avesse preso a ridere queste dicerie, tanto che alle sue clienti faceva la battuta “ti fai vedere la passera dal Mostro?”. Per quanto ne sappia, inoltre, la Polizia si interessò a lui anche con delle perquisizioni, e le voci che circolavano in paese riferivano che dopo ogni delitto attribuito al Mostro, le forze di Polizia si recassero da lui per rivoltargli casa.” Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 163/164