Il 10 agosto 2000, in seguito a continue minacce telefoniche, Dorotea Falso si presenta al Commissariato di Foligno per sporgere una denuncia contro ignoti. Si tratta della prima denuncia in merito, eseguita presso il Commissariato di Foligno, e verbalizzata da Ivano Bertini.
In seguito a queste denunce ed alle successive viene aperto un procedimento indicato come 7759/00 Mod.44, cioè contro ignoti. Questo procedimento, il 23 ottobre 2001, verrà iscritto come procedimento 9144/01 Mod.21 a carico di persone note, nel merito a Francesco Brozzi, cognato della Dorotea Falso.
Questa la denuncia: Denuncia di Dorotea Falso 10 agosto 2000
Questo uno stralcio della denuncia:
“In data 14.07.2000, intorno alle ore 20.30 circa, giungeva […] una telefonata, andava a rispondere il consorte ma nessuno rispondeva, alle ore 00.30 del 15.07 rispondevo io, l’interlocutore uomo, con una voce bassa, mi chiedeva se fossi io DOROTI, alla mia risposta affermativa questi abbassava la voce tanto da venire alterata, ma con tono calmo e cupo, mi profferiva le seguenti parole: PUTTANA; TROIA, a questo punto riattaccavo il ricevitore. Analoghe telefonate sempre fatte dallo stesso uomo continuavano presso la mia abitazione, sia il mattino che di pomeriggio e anche in ore notturne, costringendomi a staccare il telefono. Preciso sono la proprietaria del centro […], in detto centro dove peraltro lavoro da sola, in data 29.07 corrente anno, intorno alle ore 10/10.30 circa giungeva sull’utenza […] a me intestata, ma che ancora non si trova in elenco perché è stata attivata da soli due mesi circa, una telefonata di una donna, con voce giovanile, senza inflessioni di sorta, la quale mi chiedeva se ero DOROTI, alla mia affermazione mi diceva di attendere un attimo e mi passava un uomo che ho riconosciuto essere lo stesso, in questo caso ho ricevuto cinque o sei telefonate nella mattinata del seguente tenore: PUTTANA; TROIA; chiaramente riattaccavo sempre subito. Da quel momento le telefonate sono avvenute metodicamente sia al laboratorio che a casa, in certi casi quando ha parlato di più, se la prendeva con mio figlio di due anni e mezzo e mio marito dicendomi oltre che: TROIA PUTTANA; QUEL PAPPONE DI TUO MARITO DOVE STÀ; e con tono sempre più minaccioso chiedeva: DOVE STÀ TUO FIGLIO?; come se mi volesse far capire che era a conoscenza di tutta la mia vita privata.
Come solito ieri mattina 9 c.m. intorno alle ore 08.00 parcheggiavo la mia autovettura vicino ad altre vetture […], intorno alle ore 18.00 circa mio marito nel transitare si avvedeva che le gomme della vettura […] erano state tagliate con un coltello. Sono convinta che il danno arrecatomi è opera del telefonista anonimo.”