In data 4 luglio 2001 personale di Roma procedeva ad assumere informazioni dai familiari della nominata Maria Consolata Corti e, più precisamente, dalla madre e dal fratello. 

Elena Del Dottore, madre della Corti, riferiva succintamente le esperienze e la vita professionale del marito, funzionario di Polizia, confermando quanto aveva dichiarato sul punto la figlia. Confermava, altresì, il racconto della figlia su Gennaro Mangano relativamente all’aiuto di quest’ultimo alla Corti per cercare un lavoro nel campo finanziario a Torino. Circa, poi, l’episodio specifico, narrato dalla Corti, concernente il Mangano ed i colloqui avuti presso la Questura di Roma, la Del Dottore riferiva di aver saputo dalla figlia che questa, tornando in auto da Torino con il Mangano, per una frase o qualche cosa detta dall’uomo, si era molto spaventata e, scesa dall’auto, aveva chiesto aiuto, venendo poi accompagnata a casa da un poliziotto. Aggiungeva di ricordare di non essere stata contattata telefonicamente nella circostanza dalla Questura per essere messa al corrente che la propria figlia si trovava lì. Precisava che la figlia in quella circostanza era molto agitata e spaventata. In relazione poi ad eventuali patologie psichiche della figlia, riferiva che quest’ultima non aveva mai sofferto di alcuna malattia o disturbi di questo genere, precisando che la figlia è una persona molto impulsiva che talvolta si innervosisce ma che il tutto rientra in una completa normalità caratteriale. Ha escluso inoltre che la propria figlia potesse avere avuto una relazione sentimentale con il Mangano. Ha confermato l’incendio della cantina della propria abitazione con conseguente distruzione di quanto in essa vi era. A proposito delle citate dichiarazioni, è appena il caso di rilevare che la Del Dottore non confermava assolutamente il contenuto della nota relazione di servizio del 28 dicembre 1990 (qui acquisita dalla SAM) a firma del dott. Gennaro Monaco della Questura di Roma, che, come noto, nel suddetto atto, tra l’altro, faceva riferimento ad “un evidente stato precario di salute psichica” della Corti ed a contatti telefonici avuti dal funzionario con la Del Dottore, che, a dire del funzionario, si era scusata “per il comportamento della figliola attribuibile, a suo dire, ad un grave esaurimento nervoso dovuto ad alcune sfortunate vicende familiari”. 

Il Corti Giovanni, fratello della nominata Corti, riferiva, in particolare, dell’episodio della sorella con il Gennaro Mangano avvenuto verso la metà degli anni 80. Raccontava di aver saputo, ma solo successivamente, dalla sorella che, mentre si trovava in auto con il Mangano, si era spaventata a causa di un comportamento dell’uomo tanto da essere letteralmente scappata chiedendo aiuto. Aggiungeva di aver saputo che poi la sorella si era recata dalla polizia riferendo quanto accadutole. Circa i rapporti della sorella con il Mangano, riferiva che non gli risultava che i due avessero avuto una relazione sentimentale. In relazione, poi, ad eventuali patologie della sorella, riferiva che costei soffriva di forti stati di depressione e di euforia, particolarmente nel periodo in cui si era verificato l’episodio con il Mangano, ma precisava che la sorella non era mai stata ricoverata per disturbi psichici, né era stata mai in cura per tali infermità. Confermava inoltre l’incendio della cantina dell’abitazione della madre avvenuto verso la metà degli anni 80 con conseguente incendio di tutto il suo contenuto.

Vedi: Nota informativa n°500/2001 del 3 dicembre 2001 pag. 48/49/50

4 Luglio 2001 Testimonianza di Elena del Dottore e Giovanni Corti

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