Il 6 Settembre 2001 in seguito alla perquisizione presso l’abitazione e l’ufficio di Francesco Bruno avvenuta il 4 settembre 2001, vengono assunte informazioni dallo stesso Bruno, l’incontro presso la Questura fiorentina durò 9 ore.
Questi alcuni stralci:
“Nel 1985 – ero collaboratore del Sisde sin dal 1979 – l’allora direttore dott. Vincenzo Parisi, subito dopo l’ultimo delitto, mi incaricò personalmente di svolgere uno studio teorico per capire più che altro il significato di quegli omicidi ed il profilo dell’eventuale responsabile. Feci, quindi, uno studio esclusivamente sulle carte che mi furono consegnate dallo stesso Direttore. Si trattava dei verbali di sopralluogo redatti all’epoca dei fatti dagli organi investigativi intervenuti sul posto, corredati dalla relative fotografie, e della perizia che il Prof. De Fazio aveva redatto su incarico del P.M. fiorentino titolare dell’ inchiesta. Ricordo che il De Fazio, che non aveva esperienze su Serial Killer, mi chiese tramite il Prof. Ferracuti eventuali materiali di bibliografia scientifica sulla materia ed io gli inviai il primo studio dell’F.B.I. sui serial Killer. Fu così che redassi un primo rapporto consegnandolo sempre nell’anno 1985 personalmente al Direttore del Servizio, che rimase molto affascinato dalle cose che avevo scritto. Successivamente non seppi più nulla di quel lavoro, né avrei dovuto sapere alcunché. In pratica, il compito richiestomi si era esaurito. Devo far presente che, conoscendo il funzionamento di quel Servizio, non posso escludere che anche qualcun altro si sia interessato della stessa vicenda.” Ed ancora, alla domanda che gli elaborati sequestratigli erano due, il Bruno precisava:
“effettivamente gli elaborati che mi furono sequestrati durante la perquisizione sono quelli da me redatti nella circostanza di cui ho parlato. Preciso che la copia che materialmente consegnai al dott. Parisi è quella che sulla copertina, esattamente sul margine laterale destro in alto, reca la dicitura a penna “F. Bruno 1985”, mentre l’altra copia, intestata sempre “appunto per il Sig. Direttore” era uno studio preliminare”.
Ed infine sul punto: “Mi viene fatto presente che nella prima copia, tra l’altro, evidenzio il significato religioso dei delitti ed offro, nella conclusione, uno spunto investigativo su una casa di cura per anziani non autosufficienti nella zona sud-est di Firenze sulla base di alcune mie deduzioni su basi di fatto e logiche, mentre, nella seconda copia (quella preliminare) concludo formulando tre ipotesi, tra cui – la prima – riguarda la eventuale riconducibilità dei delitti a riti satanici o di magia nera.
Effettivamente ho formulato queste ipotesi e preciso che la prima (significato religioso) non esclude l’altra, ma anzi la comprende in un significato più ampio. Circa la casa di cura, devo dire che fu una semplice ipotesi di lavoro che mi era risultata molto suggestiva perché, controllando successivamente i nomi delle case di cura di Firenze, trovai proprio nei luoghi in cui sospettavo che ci fossero delle case di cura che sulla base dei miei studi potevano essere significative. E questa circostanza mi rafforzò la convinzione circa la mia ipotesi”;
Vedi: Nota informativa n°500/2001 del 3 dicembre 2001
Riferì in merito alle condizioni di salute di Pietro Pacciani, a cui aveva prescritto, il 15 febbraio 1996, il Sanguan per il diabete, un ansiolitico ed un medicinale per la grave cardiopatia di cui soffriva. Fornì inoltre dettagli circa le modalità di pagamento concordate dal Pacciani per le prestazioni del suo pool di difensori e sul coinvolgimento dei servizi segreti nella vicenda del “mostro di Firenze”.
Al termine della deposizione quando Bruno uscì dalla questura al giornalista Gianluca Monastra di Repubblica disse: “È stato un colloquio signorile, Giuttari mi ha chiesto cose sensate, è molto preparato (…) La mia impressione è che gli investigatori stiano cercando qualcuno che ha caratteristiche simili a quello che io da anni vado delineando e cioè ben diverse dai compagni di merende“.