dei fatti. «Mandanti dei delitti? Non credo che ve ne siano»
fiorentini nell’ambito dell’inchiesta sui delitti del «Mostro di Firenze».
PERSONA INFORMATA SUI FATTI – Il professor Bruno è stato sentito come persona informata sui fatti, ma era comunque accompagnato da due suoi legali. «Ho avuto l impressione che gli inquirenti stiano cercando persone con caretteristiche simili a quelle che io avevo sempre delineato, e cioè ben diverse dai ‘compagni di merende», ha detto Bruno al termine dell’interrogatorio.
I MANDANTI – Il capo della mobile, così come lo stesso Bruno, non è voluto entrare nel merito del faccia a faccia, ma appariva visibilmente soddisfatto e ha definito l’incontro «utile, soddisfacente», aggiungendo solo che «non si indaga più a 360 gradi ma il cerchio si sta restringendo». Alla domanda se nel corso del confronto fosse stato toccato il capitolo dei suoi rapporti con il Sisde e con lo psicologo dei servizi Aurelio Mazzei, Bruno ha risposto con un secco «no comment», spiegando: «non posso entrare nel merito dei contenuti».
IL DETECTIVE PRIVATO – Dopo Francesco Bruno, gli inquirenti potrebbe sentire anche un detective privato, Carmelo Lavorino, titolare della rivista «Detective Crime», voce ufficiale dell’Associazione nazionale Avvocati, Consulenti e Investigatori penali. Lavorino ha dedicato molte energie nel tentativo di smontare la tesi accusatoria che voleva Pietro Pacciani colpevole dei brutali omicidi di diciotto giovani coppie sui colli di Firenze. Fino a formare, al processo d’Appello, il pool di difesa che ha contribuito a far assolvere il contadino di Mercatale. Lavorino ha recapitato agli investigatori fiorentini e al ministero dell’Interno un rapporto dettagliato sul caso del serial killer toscano.