Il 16 Ottobre 2001, su convocazione del 4 ottobre 2001, rilascia testimonianza Dorotea Falso al Sostituto Giuliano Mignini.
Questo uno stralcio del verbale:
“Mi riporto alle denunce da me presentate in relazione alle gravi minacce che mi sono state rivolte da persone sconosciute nell’arco di tempo che va dal 14/7/2000 al 28/9/2001.
Le persone che mi minacciano sono una o due donne e un uomo che parlano con voce alterata e che fanno riferimento ad una setta satanica e hanno rivendicato la paternità dell’uccisione di Pacciani, perché a loro dire avrebbe tradito questa setta. Sempre gli anonimi interlocutori mi parlano di una sorte di gran sacerdote della setta che risiede a Firenze e che a loro dire sarebbe presto venuto a Foligno, anzi a Sassovivo dove si svolgono i loro riti e dove, sempre secondo loro io dovrei essere sacrificata insieme a mio figlio e poi seppellita a Firenze.
Talvolta invece mi parlano del loro proposito di far diventare mio figlio adepto della setta e mi avvertono che, se non li seguirà, venderanno i suoi pezzi. Mi hanno anche detto che io non posso far niente perché i miei amici poliziotti sono tutti corrotti e fanno parte della setta.
Qualche vago sospetto ce l’ho sui miei cognati che si chiamano B. Francesco e C. Nadia. Ricordo di aver visto una lettera contenente minacce di morte e posta davanti al finestrone di casa mia e questo mi fa pensare che gli autori sono a conoscenza del fatto che io apro tutte le mattine quella finestra. Ci sono anche altre coincidenze come ad esempio una telefonata in cui mi si chiedeva di salutare i medici che io avrei visto alle tre del pomeriggio.
Di questa notizia era a conoscenza la baby-sitter che si chiama Tania e mia suocera. Tra febbraio e marzo del 2001 mi è stato incendiato il fienile e mia cognata disse a mia suocera che era stato incendiato anche il fienile di una famiglia vicina, cosa che non era vera.
Aggiungo che nella mia professione di estetista mi è capitato di sentire da una mia cliente che i carabinieri avevano trovato dietro casa sua a Perugia i resti di un rito di magia nera con bruciature di volatili. Per quanto mi riguarda però non mi sono mai interessata di queste cose né comunque di fatti di cronaca nera.
Non ho mai parlato con i miei cognati. Ricordo solo di aver parlato con loro in occasione delle prime telefonate quando mi sfogai con mia suocera e rimasi sorpresa nel constatare l’assoluta indifferenza di mia cognata.“