Il 24 Ottobre 2001 rilascia testimonianza Giuseppe Trovati, detto Beppino, titolare della darsena sul lago Trasimeno, in San Feliciano, presso cui era ricoverata l’imbarcazione di Francesco Narducci.
La testimonianza è rilasciata dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito dall’Ispettore Fantauzzi Furio, presente il V.Sovrintendente Savelli Stefano.
Questa la testimonianza: Trovati Giuseppe testimonianza 24.10.2001
Questo uno stralcio della testimonianza:
Il Trovati racconta di aver ricevuto, più o meno alle 14:00 dell’8 ottobre 1985, una telefonata dal Dott. Francesco Narducci che gli chiedeva di preparare la sua barca. Il medico arrivò intorno alle 15:00/15:30 guidando la sua moto Honda e salito in barca si diresse verso l’Isola Polvese.
Circa alle 19:30vedendo che Francesco Narducci non era ancora rientrato telefonò a casa dei genitori dove parlò con Pierluca Narducci che gli disse sarebbe venuto subito.
Questo uno stralcio del verbale:
“Verso le ore 21,30/22,00 arrivò il fratello del dr Narducci, dr Pierluca, insieme al dr. Ceccarelli, oltre ad altre due persone, fra cui il cognato. Uscirono con il motoscafo a cercare il Dr. Francesco; ricordo che non c’era la luna piena e quindi era buio.”
“Dopo avere chiamato i familiari, feci un giro con il motoscafo intorno all’Isola Polvese e non vidi il motoscafo del dr. Narducci, dove poi è stato ritrovato, e cioè nel canneto dell’isola Polvese. Quando il motoscafo fu ritrovato, credo che fosse a circa venti metri dall’isola stessa. Dopo aver fatto il giro dell’isola, tornai alla darsena e vidi che i familiari erano già arrivati. Escludo di avere chiamato i Carabinieri e ricordo che c’erano i mezzi della provincia ma non mi pare che vi fosse la motovedetta dei Carabinieri, se ben ricordo. Il motoscafo con cui avevo fatto il giro dell’isola aveva un faretto non molto potente e le canne in mezzo a cui fu ritrovata l’imbarcazione erano abbastanza alte. Comunque quando tornai alla darsena, i soccorsi erano già stati organizzati dalla Provincia e noi fummo dotati di baracchino con cui comunicavamo a distanza. Io fui mandato verso l’Isola Maggiore, dove verso le ore 00,30 mi fu data la notizia che era stata rinvenuta la barca presso l’Isola Polvese.“
“Preciso che il dr. Francesco Narducci era un nuotatore provetto, che già conosceva il surf quando ancora nessuno lo conosceva; faceva anche lo sci d’acqua.”
“Posso dire che il dr. Francesco Narducci era in grado di effettuare lunghe nuotate ed era molto pratico dell’acqua e del lago in particolare.“
“Ricordo anche che si parlava di una chiromante o di un mago o stregone che aveva invitato il padre a cercare il figlio intorno all’isola Polvese e soprattutto nella zona limitrofa alla casa del guardiano; questi particolari li percepii dai discorsi che facevano i familiari tra di loro. Le indicazioni che davano queste persone erano sempre comunque diverse.”
“Quando il cadavere fu portato a terra lo vidi e mi pare che avesse le mani lasciate lungo i fianchi, leggermente spostate verso l’inguine; si vedeva il giubbotto contro cui premeva l’addome rigonfio. Vidi il cadavere quasi nero in volto che cominciava a scurirsi; fui chiamato per il riconoscimento e dissi che si trattava del dr Narducci. Il volto era normale e cominciava a scurirsi, io comunque lo vidi da circa due o tre metri.“