Il 26 ottobre 2001 rilascia la sua testimonianza Lorenzo Bruni.

Questo il verbale: Bruni Lorenzo 26.10.2001

N.17689 /O1 R G. mod.44

N. 17869 / 011L G. Mod 44.

Procura della Repubblica

presso il Tribunale di Perugia

VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI

– art. 362 c.p.p. -.

L’anno 2001, il mese ottobre , il giorno 26 , alle ore 09,50 , nel procedimento n. suindicato, in Perugia presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di , dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost, assistito dal Maresciallo ‘W’ Sost. UPS Mario Fringuello, è comparso Il maresciallo dei CC. a riposo BRUNI Lorenzo sulle generalità risponde:

il sig. BRUNI Lorenzo nato a Ceccano (FR) il 16/02/44 residente a Magione in via Giuseppe Verdi n° 18/A il quale, esaminato sui fatti per cui è procedimento, così dichiara

Domanda: lei nell’ottobre del 1985 era comandante della stazione dei Carabinieri di Magione.

Risposta: SI. Lo ero fin dal gennaio del 1981.

D. lei ricorda di essere intervenuto in occasione della scomparsa e del ritrovamento del Dott. Francesco Narducci?

R. conoscevo di vista il Dott. Narducci perché frequentava la zona di San Feliciano perché aveva una imbarcazione nella darsena del signor TROVATI. Ricordo, per sentito dire che era un subacqueo e veniva spesso nella zona del lago per girare con il suo natante. Mi è capitato di vederlo qualche volta. Il giorno della scomparsa fummo chiamati dal comando del gruppo dei carabinieri di Perugia e in particolare mi pare dall’allora capitano Di Carlo che mi informava della scomparsa del Dott. NARDUCCI. Io pensai a un possibile annegamento perché nella zona capitavano annegamenti o suicidi con una certa frequenza. Comunque non avevamo elementi per pensare a un annegamento o a un suicidio. Mi ricordo che mi disse che poteva darsi che si era diretto all’isola Polvese. Immediatamente ispezionammo la zona dell’isola Polvese e il tratto lacustre circostante con la motovedetta di Castiglione del Lago ma non notammo nulla di particolare. Ricordo che eravamo all’imbrunire e c’era un po’ di vento ricordo anche le condizioni meteo erano buone. Ispezionammo anche l’isola che allora era abitata da un guardiano e la sua famiglia certo Agabitini. Ricordo anche vi era un ristoranti che era chiuso che funzionava solo nel periodo estivo. Sopraggiunsero anche i vigili del Fuoco di Perugia e di Arezzo, la Polizia di Perugia e i sommozzatori di Livorno che scandagliarono in lungo e in largo il Lago anche nei giorni successivi. Nella zona dell’isola Polvese allora il fondale era profondo circa 6 o 7 metri ed era ricoperto di alghe e mota. Ricordo che prima di allora non erano intervenuti mai i sommozzatori in occasioni di scomparse di persone nel lago. Ricordo anche che le persone annegate in passato riemergeva dopo 4 o 5 giorni quando scoppiava lo la bile. Non fu rinvenuto alcunché e non vi erano elementi per pensare ed annegamenti o suicidi. Ricordo, anche, che credevamo molto improbabile l’ipotesi di un suicidio in quanto trattava di un provetto nuotatore.

D. Quando sopraggiunsero i familiari del Dott. Narducci?

R. non ricordo dato il tempo trascorso probabilmente ci avrò parlato ma non ricordo il giorno. Per tutta la notte 1’8 e il 9 ottobre e nei giorni successivi fino al ritrovamento, il lago è stato pattugliato dalla motovedetta dei Carabinieri e in parte da quelli dei Vigili del Fuoco. I sommozzatori hanno continuato a perlustrare i fondali del lago per tre o quattro giorni, vi era anche l’elicottero dei Carabinieri che ha volteggiato sul lago a più riprese. Nei giorni successivi alla scomparsa, noi della stazione sentimmo in particolare il titolare della darsena ma non avemmo contatti con i famigliari.

D. Ha sentito parlare di maghi o chiromanti che suggerivano ai famigliari di dove ritrovare il cadavere?

R. No. Ricordo solo che perlustrammo per intero l’isola Polvese. Ricordo che vi era anche una chiesetta sconsacrata e mi pare anche un convento abbandonato, ma non trovammo tracce del dott. Narducci.

D. avete controllato i movimenti, dei natanti che sono arrivati l’8 ottobre nell’isola Polvese?

R. Ricordo che non ci furono movimenti data la stagione. A quanto ricordo c’era solo il battello dell’Agabitini di solito si sa che nel periodo invernale c’è poca gente. Il giorno del ritrovamento io ero a riposo e stavo per partire per Roma quando il capitano Di Carlo mi avvertì che era stato rinvenuto il cadavere del dott. Narducci e che dovevo espletare le formalità di rito prima della partenza. Giunsi sul molo di Sant’Arcangelo dove era stato trasportato il cadavere del Narducci.

D. chi aveva visto il corpo del Narducci?

R. erano stati tre pescatori durante le operazioni di pesca. Ricordo che erano i signori Baiocco, Budelli e un altro che avevano la barba ed era il fratello di un appuntato o vice brigadiere dell’Arma già centralinista al comando Generale di Roma. Il pescatore in questione lavorava nella cooperativa pescatori di Sant’Arcangelo, mi sembra che sia l’Aurora. Ricordo che era robusto, alto 1,73-1,74 con barba e allora poteva avere 35, 36 anni circa. Mi pare che il cadavere avesse una tuta di colore nero e mi pare non avesse le scarpe ma non ne sono sicuro. Ricordo vagamente che aveva un qualcosa di scuro addosso ma non ci giurerei. Ricordo che il cadavere aveva le braccia lungo il corpo e appariva rigido. Ricordo anche che dalla bocca del cadavere usciva un liquido biancastro. Il cadavere sembrava quasi normale. Ricordo che il volto del cadavere era cianotico. Sul posto era presente la Dott.ssa Seppoloni che era il medico della USL del Trasimeno che mi era stata indicata dall’allora capitano Di Carlo

D. Che cosa avete rinvenuto sul corpo del Narducci?

R. abbiamo rinvenuto la patente, la carta di identità e documenti vari.

D. avete rinvenuto un appunto scritto a mano, dato che nel fonogramma del Comando Legione Uff. OAIO di Firenze, diretto alla stazione cc. Magione si parla di un “NOTO APPUNTO”?. Si da atto che viene mostrata al maresciallo fotocopia del fonogramma in questione datato 13/02/87.

R. non ricordo di avere rinvenuto un appunto manoscritto. Forse il fonogramma aveva attinenza con una richiesta informale che mi era stata fatta da una persona qualificatasi come comandante del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Procura di Firenze. Comunque non ricordo con precisione ciò che riguarda questo appunto ma probabilmente si tratta di una richiesta che mi è stata fatta verbalmente. L’alto Ufficiale presentatosi a me qualche anno dopo la scomparsa del Narducci mi riferì che erano in corso indagini relative alla vicenda del così detto mostro di Firenze e in relazione a queste aveva bisogno di vedere gli atti relativi alla scomparsa del medico. Non ricordo comunque, dato il tempo trascorso, se fu rinvenuto un documento manoscritto.

D. come erano le mani del cadavere?

R. erano leggermente gonfie. Il cadavere era vestito, e per quello che si poteva vedere, non presentava segni di lesioni.

D. quali accertamenti furono fatti sul cadavere del Narducci? In particolare fu misura la temperatura dello stesso e fu spogliato?

R. di solito quando viene rinvenuto un cadavere, si spoglia e viene misurata la temperatura rettale ma in quella occasione non fu fatto nulla di tutto questo e il cadavere non fu neppure spogliato. Ricordo che c’era il questore, il Dott. Restivo allora Procuratore della Repubblica e il Prof. Morelli che era il Direttore della Clinica dove lavorava il dott. Narducci e mi sembra anche il Dott. Arioti. Ricordo che la dottoressa diceva di essere alle prime armi, ma non ricordo se la stessa fu sollecitata a concludere la visita rapidamente. L’ispezione cadaverica avvenne sul molo e il cadavere non fu spostato come solitamente avviene. Anche i pescatori si sono meravigliati che il cadavere non fosse sottoposto ad esame autoptico.

Viene mostrato a questo punto al maresciallo il verbale di ricognizione e descrizione di cadavere e il maresciallo risponde: il verbale l’ho redatto io e l’ha firmato la dottoressa SEPPOLONI. Anche il seguito del verbale relativo alla descrizione del cadavere, l’ho redatto io sempre sotto dettatura della Dottoressa SEPPOLONI anche in relazione al tempo della morte.

D. dove venne redatto il verbale e vi furono discussioni fra i familiari e i colleghi della vittima sulle cause della morte?

R. Ricordo che il verbale fu redatto all’interno della cooperativa pescatori Sant’Arcangelo. Vi era molta gente tra cui le Autorità sopra menzionate, familiari colleghi della vittima ma non ricordo se vi furono discussioni fra questi ultimi e la dottoressa. Poi arrivò il carro delle pompe funebri Moretti e i famigliari ci dissero che l’avrebbero portato al cimitero di San Feliciano. Mi sembra, per sentito dire, però, che prima di arrivare al cimitero di San Feliciano il carro si fermo alla villa di Narducci a San Feliciano. Dopo alcuni giorni, il cadavere fu portato al cimitero di Perugia.

D. cosa ha saputo poi in merito al dott. Narducci e alla sua morte?

R. so soltanto quello che mi disse il colonnello di cui ho parlato e ho sentito anche dire che il Dott. Narducci avesse una casa a Fiesole che fu ispezionata dagli organi di Polizia Giudiziaria che seguivano le indagini relativi ai delitti del così detto mostro di Firenze. Per sentito dire ho anche saputo che qualche giorno prima del ritrovamento del cadavere i famigliari ricevettero un mazzo di rose rosse da uno sconosciuto.

D. chi intervenne del Reparto Operativo di Perugia?

R. mi pare il maresciallo Baldoni o Mariucci o tutti e due, non ricordo con precisione.

Si dà atto che il presente verbale è redatto in forma riassuntiva secondo l’art. 140 c.p.p.

L.C.S.

Il Maresciallo “A. Sost. UPS

(Mario Fringuello)

IL PUBBLICO MINISTERO

(Dr. Giuliano Mignini sost.)

26 Ottobre 2001 Testimonianza di Lorenzo Bruni

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