Il 9 Novembre 2001 rilascia testimonianza Nazzareno Moretti, titolare dell’omonima impresa funebre, che trasportò il corpo ritrovato il 13 ottobre 1985 dal pontile di Sant’Arcangelo a villa Narducci a San Feliciano, rilasciate nel proc. pen. n. 17869/01/44 Rg Procura Perugia.
Il Moretti disse che il cadavere era molto gonfio e rimase meravigliato che la Dott.ssa Daniela Seppoloni non gli rilasciò nessun documento di trasporto per la salma.
Il Moretti si avviò e “l’ufficiale della /Polizia di Stato” gli “ordinò” di dirigersi a Perugia. Il Moretti pensò di dirigersi verso l’Istituto di Medicina Legale, ma al bivio di San Feliciano fu fermato da una giovane donna (probabilmente Giovanna Ceccarelli, moglie di Pier Luca Narducci), che, rivolta all’”ufficiale”, gli avrebbe detto: “ Ha detto mio suocero di portarlo a casa”, alludendo alla villa di San Feliciano, cosa che avvenne prontamente, anzi, il Moretti racconta che fu proprio “l’ufficiale” a guidarlo alla villa.
Questo uno stralcio del verbale: “giunti all’incrocio sulla Magione Chiusi, esattamente al Bivio di San Feliciano venni fermato da una donna, che credo sia stata la cognata del defunto, che rivolgendosi all’ufficiale diceva “Ha detto mio suocero di portarlo a casa”. A questo punto l’ufficiale della Polizia di Stato mi diceva di dirigermi verso l’abitazione del dottore“.
Quando il Moretti arriva alla villa di San Feliciano il cadavere viene “scaricato” dal carro funebre e posto sul garage. In seguito il Moretti viene congedato in quanto era presente un’altra agenzia funebre, l’impresa Passeri di Perugia, che si occupò delle pratiche da quel momento in poi. Il rappresentante dell’agenzia Passeri è Nazzareno Morarelli, insieme ad altre persone, si incarica di rivestire il cadavere gonfio e sfigurato che era stato ripescato.
Vedi Richiesta decisione di competenza 15 luglio 2005 pag. 11
“….D. Ricorda di essere intervenuto in occasione della morte sopraggiunta del dott. Francesco Narducci? R. Ricordo che nell’anno 1985, di domenica venni chiamato dal comando della stazione dei Carabinieri di Magione, i quali mi riferivano di recarmi presso la località Sant’Arcangelo per trasportare una salma. Ivi giunto, sul molo di Sant’Arcangelo, unitamente ad un mio dipendente, ho trovato numerose persone, oltre alle Forze dell’Ordine. Vi era comunque una dottoressa, la quale credo che era il sanitario di turno della zona del Trasimeno, che era colei che ha costatato l’avvenuto decesso. Comunque ricordo che vi erano altri medici, che ora non ricordo i nomi amici del Defunto, che sicuramente erano dell’ospedale Silvestrini. La cosa che mi colpì fu quella che la dottoressa Sanitaria che doveva rilasciarmi il documento per il trasporto della salma, oltre a non rilasciarmi nessun documento, ebbi la netta impressione che di fatto faceva quello che gli veniva detto dai medici del silvestrini amici del defunto dott. Narducci D. ricorda se il cadavere era vestito e come ed inoltre, se lei ricorda, mostrava segni di ferite o altro sulle parti del corpo? R. Di certo era vestito, ora non ricordo come. Ricordo bene che era molto gonfio. D. dove venne trasportato il cadavere e su disposizioni di quale Autorità? R. Ricordo che c’era un ufficiale della Polizia di Stato, in divisa, che era un amico della famiglia del defunto che mi disse di trasportare il cadavere a Perugia. L’ufficiale prese posto sul carro funebre e partimmo per Perugia. Giunti all’incrocio sulla Magione Chiusi, esattamente al Bivio di San Feliciano venni fermato da una donna, che credo sia stata la cognata del defunto, che rivolgendosi all’ufficiale che come detto prendeva posto al mio fianco testualmente diceva “HA DETTO MIO SUOCERO DI PORTARLO A CASA”. A questo punto l’ufficiale della Polizia di Stato sentito quanto riferito dalla donna mi diceva di dirigermi verso l’abitazione del Dottore, che io non conoscevo. Infatti fu l’Ufficiale stesso che mi indicava la strada per raggiungere tale abitazione. Giungemmo a casa del dottore che era una villa situata tra San Feliciano e Monte del Lago, trovammo il cancello aperto e raggiungemmo l’abitazione. La salma fu scaricata dal carro funebre e fu riposta sul pavimento del garage e a quel momento io fui licenziato dai presenti in quanto mi riferirono che aveva già una agenzia funebre di loro fiducia già interessata per il trasporto salma. lo partii e lasciai li tutti compreso l’ufficiale che mi aveva accompagnato.”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 159/160