Il 25 Gennaio 2002 rilascia la propria testimonianza dell’ispettore Luigi Napoleoni.

Questa la testimonianza:

Questa la trascrizione:

N. 17869/01 / R. G. mod. 44 notizie di reato

Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Perugia

VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI –

art. 362 c.p.p. -.

L’anno 2002, il mese di gennaio, il giorno 25, alle ore 09,40, nel procedimento penale n. suindicato, in Perugia presso la Questura di Perugia, uffici della Squadra Mobile, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost, assistito dall’Ispettore Fantauzzi Furio ed Assistente Capo Emili Salvatore, è comparso NAPOLEONI Luigi, nato a Sanbuci (Roma) in data 09.06.1930, residente in Perugia, Via Strada Marscianese nr. 12, tel. 075 / 38284.

Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono penalmente sanzionate a norma dell’art. 371 bis c.p.p.

Il Pubblico Ministero procede, quindi, ad esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento.

Domanda: “Cosa ricorda della scomparsa e del ritrovamento di Francesco Narducci?”
Risposta: “in quel tempo ero comandante della Squadra Mobile e del nucleo volanti; la notte tra l’otto ed il nove ottobre 1985 venni informato telefonicamente dal Questore Trio di recarmi subito nei pressi del lago Trasimeno in quanto era scomparso il Dr. Narducci Francesco. Rimasi sorpreso da questa chiamata perché il Questore avrebbe dovuto, a mio avviso, avrebbe dovuto avvisare prima il dirigente, Dr. Speroni. Mi recai sul posto, mi pare a San Feliciano ed iniziammo le ricerche a bordo di un imbarcazione della Polizia Provinciale o dei Vigili, non ricordo bene, allo scopo di rinvenire la barca con la quale il Narducci, la sera prima, era partito dal molo. Le ricerche si protrassero per tre giorni senza esito, in quanto la barca non si trovava; ricordo che prima di iniziare le ricerche andammo alla darsena di San Feliciano e parlammo con un certo Trovati Giuseppe che ci raccontò della scomparsa del Narducci e non ricordo se ci parlò del ritrovamento della barca. Nel corso delle ricerche abbiamo fatto dei sopralluoghi all’Isola, Polvere in quanto si era ipotizzato anche un sequestro di persona.

Domanda: “le due famiglie erano facoltose?”
Risposta: “a quanto ne so si trattava di due famiglie molto facoltose e qualcuno fece l’ipotesi di sequestro. Proseguendo nel racconto dei fatti, durante i giorni della scomparsa venni a sapere che un pomeriggio, verso le ore 15,30 si era presentato dalla moglie del Narducci una persona di circa 40 – 50 anni, in tuta ginnica di colore azzurro, con due strisce bianche trasversali sul braccio sinistro e che avrebbe detto alla signora “sono dei fiori di suo marito, li manda Bruno”; l’uomo avrebbe poi baciato la signora sulle guance e successivamente sulla mano. Al citofono questa persona avrebbe detto alla donna di servizio che doveva consegnare un pacchetto.

Si da atto che il Sig. Napoleoni ha consultato un appunto contenuto nel fascicolo esistente all’archivio della Questura di Perugia.

Domanda: “riconosce la grafia dell’appunto che lei ha letto?”
Risposta: “la grafia apposta sul retro relativa all’indicazione di due vie cittadine è mia, ma quella sul frontespizio deve essere di un dipendente ma al momento non ricordo di chi può trattarsi. Ricordo anche che in quei giorni si avanzavano varie ipotesi sulla scomparsa del Narducci; qualcuno diceva che poteva essere sequestrato, altri, come il Questore ed i familiari parlavano di una disgrazia, altro ancora propendevano per l’ipotesi del suicidio anche perché si diceva che i rapporti tra i due coniugi non erano tra i migliori. Ricordo anche che qualche giorno prima il Narducci fu fermato dai Carabinieri o dalla Polizia Stradale o dai Vigili perché guidava in stato di ebbrezza e fu trovata in auto una bottiglia di Whisky, così mi è stato detto. Ricordo anche che si disse che i familiari si affidarono a dei chiromanti.
Durante i tre giorni in cui rimasi sempre nel lago, chiesi al Questore di poter interrogare la moglie ed i familiari, e comunque effettuare degli accertamenti approfonditi ma il Questore mi ripeteva che non erano necessari perché tanto si trattava di una disgrazia. Ciò avvenne prima ancora che fosse rinvenuto il cadavere.
Il giorno del ritrovamento, che era di domenica, fui avvertito che dalla sala operativa che era stato rinvenuto un cadavere nel lago Trasimeno; immaginando che si trattasse del Narducci, insieme all’Agente Tardioli andai sul posto, ossia a Sant’Arcangelo di Magione, dove il cadavere fu rinvenuto tra le canne, non molto lontano dal molo. Quando arrivai, il cadavere era già stato deposto sul molo e vi era un dottoressa a me sconosciuta intenta ad effettuare la visita esterna; ricordo che il cadavere era gonfio e di colore marrone scuro, un po’ saponato. Comunque non mi avvicinai mai al cadavere che era attorniato dai Carabinieri in divisa.
Consultando un appunto che avevo a casa e che produco in copia, mi ricordo che fui contatto nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere, da un certo maresciallo in pensione, tale Pasquini di Firenze, avente utenza riservata telefonica 055/2047494; questa persona si era interessata alle indagini relative al cosiddetto “mostro di Firenze”. Ricordo anche che dopo il ritrovamento del cadavere, non ricordo con precisione quando, andai a Firenze nell’abitazione che poteva essere stata utilizzata dal Dr. Francesco Narducci, per ricercare parti di corpo femminili sotto alcool o sotto formalina; non ricordo l’ubicazione di questo appartamento, ricordo solo che si trattava di una costruzione non recente a più piani, non ricordo se relativa ad un condominio. Non ricordo neppure la zona dove si trovava l’abitazione; a me sembra, ma non ne sono sicuro, che siamo entrati dentro Firenze. Di quella casa ho solo un ricordo di un corridoio; non ricordo chi mi ci abbia mandato né con chi fossi, ma probabilmente si trattava di un collaboratore della Squadra Mobile. La ricerca dette esito negativo. Dalla lettura dell’appunto ricordo anche che venni a sapere che la notte precedente la scomparsa aveva dormito a casa del fratello Pier Luca.

Domanda dell’Ispettore Fantauzzi: “ricorda di aver visto la moto della Narducci?”
Risposta: “la vidi il giorno stesso che arrivai alla darsena di San Feliciano, parcheggiata bene vicino ad un albero; era di colore rosso. Non posso dire che fine abbia fatto questa moto.”

Si dà atto che il presente verbale è redatto in forma riassuntiva secondo l’art. 140 c.p.p.

Il Pubblico Ministero, rilevata l’esigenza che quanto riferito dalla persona informata non trapeli all’esterno, stante la delicatezza dell’indagine e la necessità di evitare che la divulgazione delle circostanze riferite dalla persona informata sui fatti pregiudichi le indagini stesse;

PQM
Visto l’art. 391 quinquies c.p.p.

VIETA

alla persona esaminata di comunicare i fatti e le circostanze oggetto dell’indagine di cui ha avuto conoscenza, per la durata di mesi due.

AVVERTE

conseguentemente la persona stessa che la divulgazione delle notizie riferite è penalmente sanzionata dall’art. 379 bis c.p., inserito dall’art. 21 della l. 07.12.2000 n. 397.

L.C.S.

IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)

L’Ispettore Polstato
Fantauzzi Furio

Assistente Capo
Emili Salvatore

25 Gennaio 2002 Testimonianza di Luigi Napoleoni

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