Il 5 febbraio 2022 la Commissione Parlamentare, nelle persone di Giuliano Mignini e Daniele Piccione, ascoltano Giampiero Vigilanti presso Residenza Sanitaria Assistita di Prato.
Venendo al contenuto delle dichiarazioni rese da Giampiero Vigilanti, occorre innanzitutto rappresentare la natura dei rapporti tra il predetto e Francesco Narducci. Vigilanti, pur rispondendo in maniera ondivaga alle esplicite e reiterate domande postegli al riguardo, ha confermato quanto in precedenza riferito a un giornalista, e da questo poi fatto oggetto di pubblicazione (vedi 8 dicembre 2017), circa un episodio che lo avrebbe visto protagonista di un fermo stradale, mentre era in auto in compagnia del Narducci, la notte del 22 ottobre 1981, quando fu commesso il delitto di Calenzano.
L’audito si è poi soffermato sul suo rapporto con Francesco Narducci ed in particolare ha dichiarato, proprio al termine del suo esame, rispondendo alla domanda se Narducci gli avesse mai raccontato qualcosa:
« Ma il dottore non si fida mica tanto a parlare con le persone. Il dottore non si fida mica tanto. Non si sarebbe mica fidato tanto il dottore a parlare tanto con le persone, anche se sono clienti suoi ».
Questo genere di affermazioni, che costellano l’intero apporto dichiarativo di Vigilanti sono improntate alla tattica di ammettere e poi subito negare, talvolta fingendosi anche incapace di comprendere le stesse domande, di non sentire o comunque di non conoscere persone che, poche battute prima, aveva invece candidamente ammesso di aver frequentato o almeno incontrato.
L’intero apporto dichiarativo di Vigilanti è apparso chiaramente connotato dalla consapevole scelta di disorientate l’interlocutore, attraverso risposte ed affermazioni contraddittorie. In ogni caso, la frequentazione dell’audito con il medico perugino alla quale, nelle precedenti occasioni in cui era stato sentito dalla polizia giudiziaria e dalla magistratura inquirente, egli non aveva fatto riferimento, resta comunque un tema che suscita interrogativi. Risulta, invece, un dato acquisito che il Vigilanti è stato raggiunto da ulteriori elementi di sospetto, nel corso della lunga vicenda investigativa sui delitti del « mostro di Firenze ».
In proposito, la commissione ha potuto soltanto svolgere dei colloqui preliminari ad un’audizione–che poi non ha potuto avere luogo–con l’ex Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri, Antonio Amore il quale, più di ogni altro, ha svolto accertamenti sul Vigilanti a cominciare dal 1981.
In definitiva la conoscenza tra Narducci e Vigilanti consente di raccordare due diversi ed apparentemente autonomi filoni dell’inchiesta sui delitti « del mostro di Firenze », così determinando un effetto sinergico che rafforza gli elementi di sospetto che hanno riguardato da un canto il medico perugino e dall’altro l’audito, soprannominato per la sua militanza nella legione straniera « il legionario ».
In tale conteso si inserisce l’episodio, dei due, fermati ad un posto di
blocco, la notte della consumazione del delitto di Calenzano del 1981. Si
tratta di un episodio, riferito da Vigilanti, fortemente suggestivo, ma che presenta ambivalenze marcate essendo emerso che Narducci disponeva di
un alibi, consolidatosi post mortem, per il quale, il giorno del delitto di Calenzano del 1981, si sarebbe trovato negli Stati Uniti.
Vedi Relazione Commissione Parlamentare pag. 101/102