Il 21 Febbraio 2002 si presenta spontaneamente per rilasciare una testimonianza Maria Bona Franchini sposata a Gianni Spagnoli e suocera di  Francesco Narducci sentita nell’ambito del proc. pen. 17869/01/44 RG della Procura di Perugia.

Questa la sua testimonianza: Testimonianza Franchini Maria Bona 21.02.2002

Questa la trascrizione:

Mi presento spontaneamente per rendere dichiarazioni utili ai fini dell’accertamento dei fatti. Mi chiamo Maria Bona Franchini, nata a Lucca il 14.09.1930, residente a Perugia via dei Filosofi nr. 43/M.

Domanda Lei era la suocera di Francesco Narducci. Cosa ricorda dell’ultimo mese di vita di suo genero. Risposta: “Non avevo notato cambiamenti particolari nel comportamento di mio genero e comunque faccio presente lo vedevo spesso e venivano a trovarci frequentemente anche nel mese di luglio 1985 trascorsero un periodo di ferie estive a Porto Ercole da noi. Anzi preciso che Francesco venne per qualche giorno da noi a Porto Ercole ma vi fu un periodo di circa tre giorni in cui Francesco era rimasto a Perugia dove era stato ricoverato mio suocero Aldo Spagnoli mentre mia figlia era con noi a Porto Ercole. Ricordo che in quei tre giorni Francesco non chiamò e non fu raggiungibile. Quando parlai con mio suocero al mio ritorno e gli chiesi se era stato assistito da Francesco egli mi rispose che lo aveva visto solo una mattina. Mio suocero era ricoverato al policlinico di Monteluce per disturbi di circolazione non so se in clinica medica o in geriatria.

Domanda : Come erano i rapporti di sua figlia con Francesco e come andava il matrimonio con sua figlia? Risposta : “A quanto ne so il matrimonio andava bene e mia figlia non mi ha mai parlato di problemi con Francesco. Dopo la morte venimmo a sapere che Francesco era stato un donnaiolo. Comunque mi risulta che trascorresse le ore libere con Francesca che non mi ha parlato di sue assenze notturne.

Domanda: E ha conoscenza di viaggi che Francesco fece negli USA o comunque all’estero per motivi di studio. Risposta: “Mi risulta che andò una prima volta negli USA poco dopo il matrimonio. Francesco parti da solo e dopo un certo periodo mia figlia lo raggiunse insieme a sua cognata e ad una sua amica.

Domanda: Chi erano gli amici di Francesco? Risposta “Sergio Rossetti, il ginecologo di Foligno Balsotti deceduto l’anno scorso che aveva acquistato la casa di Francesco ed un certo Siepi.

Domanda: Si ricorda che orologi aveva Francesco? Risposta: “Si mi ricordo che aveva un Rolex d’acciaio regalatogli dal padre in occasione della laurea. Era l’orologio che portava più spesso ed era quello che indossava quando è morto almeno così mi riferì mia figlia. Francesca mi ha anche detto, dopo il rinvenimento del cadavere, che Pier Luca prese l’orologio di Francesco dicendo questo lo prendo io. Noi gli avevamo regalato anche un Vacheron Constantin che ha ora mia figlia Francesca. Non so se avesse altri orologi e non so se ne avesse qualcuno al quarzo. Ricordo che Francesca rimase male quando Pierluca volle prendere per sé l’orologio di Francesco e anche la macchina fotografica, subito dopo il ritrovamento del cadavere. Mi pare che mia figlia ricevette, non so da chi, il portafogli di Francesco quando ci recammo nella villa di S. Feliciano dove era stato portato il suo cadavere. Me la ricordo mentre stava stendendo delle banconote bagnate rinvenute nel portafogli di Francesco una volta ritornati dal Lago. In quella occasione mi riferì con tono di rammarico che Pierluca aveva preso per se l’orologio di Francesco. Ricordo con precisione che mia figlia mi disse che i familiari di Francesco gli avevano chiesto la restituzione dell’orologio Rolex.

Domanda: Come erano le condizioni di salute di suo genero? Risposta: “Erano ottime tanto che praticava con successo molti sport acquatici come nuoto, windsurf, sci nautico. Nuotava molto bene, non aveva mai avuto problemi in acqua. Praticava anche con successo lo sci.

Domanda: Ricorda di una collega americana che venne a trovarlo a Perugia? Risposta: “No

Domanda: Si ricorda di una domenica in cui Francesco e sua figlia sono venuti a pranzo da voi e Francesco rimase presso che muto per tutta la giornata? Risposta: “Mia figlia me ne ha parlato ma non lo ricordo

Domanda: Cosa ricorda della scomparsa e della morte di suo genero Francesco Narducci. Risposta: “Ricordo che fummo chiamati verso le ore 02,00 di notte tra l’8 ed il 9 ottobre 1985, da mia figlia Benedetta la quale ci avverti che non ritrovavano Francesco, che era andato al Lago, che era stata ritrovata la sua imbarcazione e la sua moto vicino al molo dove tenevano la barca. Quando arrivammo a S. Feliciano trovammo Ugo, il padre di Francesco, forse Pier Luca e suo suocero il prof. Ceccarelli oltre a Francesca e Beatrice. Si diceva che la barca fosse stata rinvenuta da Pierluca e suo suocero. Ugo mi prego di recarmi da sua moglie che si trovava in uno stato di forte agitazione e poco dopo ci recammo a casa di Ugo dove trovammo Lisetta, la madre di Francesco in preda alla disperazione che mormorava di voler essere lasciata da sola. Io cercavo di consolarla prospettandole l’eventualità di un sequestro di persona ma Lisetta esclamo: “tanto non c’è più, lo vedo in fondo al Lago.” Il giorno dopo parlando con Pierluca nei pressi di S. Feliciano nel tentativo di spiegare la scomparsa di Francesco ipotizzai che poteva forse aver avuto un appuntamento di lavoro, anche perché il titolare della darsena aveva detto che Francesco gli aveva assicurato che avrebbe fatto presto rientro ma Pierluca non mi fece nemmeno concludere il discorso esclamando: “non veniamo fuori con questi discorsi non infanghiamo la memoria di Francesco”. Detto questo se ne andò lasciandomi interdetta perché a parte il comportamento scortese del tutto inusuale per lui. A proposito dell’arrivo di Francesco alla darsena ho saputo che il titolare della darsena aveva detto che Francesco era molto pallido ed agitato e che aveva molta fretta e che alla sua domanda se dovesse aggiungere del carburante Francesco rispose che non c’era bisogno perché avrebbe fatto subito rientro. Nel pomeriggio del giorno 9 mentre mi trovavo in casa di Ugo con mia figlia ed erano presenti molti loro amici, come il rettore Dozza e la moglie, Ugo mi prese in disparte portandomi in un’altra stanza, uno studio, e mi disse: ”mi sono messo d’accordo con il Questore per non far fare l’autopsia a Francesco”. La cosa mi lasciò sorpresa perché speravo ancora che potesse essere trovato vivo e manifestai ad Ugo questa speranza cercando di incoraggiarlo ed invitandolo a non pensare a queste cose ma Ugo tagliò corto dicendomi che non avrebbe voluto vederlo tagliuzzare. In quel momento eravamo soli. Ricordo anche che in uno di quei pomeriggi mentre ci trovavamo in casa Narducci in attesa di notizie fu portato un mazzolino fatto di erbe più o meno secche, fieno e spighe di grano, senza fiori, e mio marito parlando con lo sconosciuto che lo aveva portato si senti dire che lo avevano mandato da Foligno, mi pare che fu mio marito a scendere giù ma non ne sono sicura.

Domanda: Andavate tutti i giorni a casa dei Narducci prima del rinvenimento del cadavere? Risposta: “Mi pare di si tranne il sabato“.

Domanda: Cosa ricorda del giorno del ritrovamento del cadavere? Risposta: “Mi Telefono Ugo verso le ore 11,00-11,30 dicendomi che era stato ritrovato il cadavere di Francesco e che se mia figlia voleva rivederlo dovevamo andare subito perché lui avrebbe fatto subito richiudere la bara. Poi mi richiamò chiedendomi se desiderassi aiutarlo nella preparazione dei manifesti. Quando arrivammo nella villa di S. Feliciano c’era un po’ di gente e la bara era stata richiusa. Erano le 14,30 circa eravamo giunti con un certo ritardo perché avevo preferito che Francesca non vedesse il marito e lo ricordasse come era in vita. Ricordo poi che insieme ad Elisabetta la sorella di Francesco ci recammo a casa di mio genero a prendere ì vestiti ed Elisabetta volle prendere un giubbotto ed un paio di jeans e non l’abito blu che io avevo scelto. Ricordo anche che di fronte alle mie domande sulle cause della morte, Ugo rispondeva che forse una delle ipotese era che nel suo soggiorno americano potesse aver scoperto un tumore al cervello e che quindi avesse deciso di suicidarsi. Ricordo che i primi giorni Ugo parlava di un possibile suicidio e non parlò mai di un malore che lo avesse fatto cadere in acqua Francesco. Nessuno in quei giorni, nella cerchia della famiglia parlò di un possibile omicidio. Qualcuno ci disse che prima di andare al Lago Francesco era passato nella villa di S. Feliciano dove si sarebbe iniettato una fiala di un qualche farmaco ma i motivi del suicidio, se di suicidio si tratta, sono sempre rimasti un mistero. Dopo la morte di Francesco qualche volta, io e mia figlia siamo andati a trovare i due Ugo e Lisetta a casa loro cercando di consolarli ma loro ci dicevano che la loro vita era finita e soprattutto la madre parlava di Francesco del figlio prediletto.

A domanda del Ten. Morra risponde: Abbiamo poi saputo che fu rintracciato dai familiari di Francesco il medico che aveva condiviso con lui la stanza dell’albergo in occasione dell’ultimo soggiorno americano ma che costui non si era accorto di alcuna analisi fatta da Francesco in relazione ad un presunto tumore al cervello ed aveva soltanto notato che la sera prendeva dei sonniferi per addormentarsi. Non avevamo notato alcun cambiamento dell’umore di Francesco nell’ultimo mese e posso dire che ho provato un grande dolore nella sua scomparsa. Non ricordo se il prof. Ugo Narducci rivolto alla moglie del prof. Diogene Furbetta le disse che suo marito sapeva perché si era ucciso Francesco.

21 Febbraio 2002 Testimonianza di Maria Bona Franchini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traduttore