Il 7 Marzo 2002 rilascia testimonianza la Dott.ssa Donatella Seppoloni.

Questo uno stralcio della testimonianza:

“Riconosco la mia firma. A questo punto comincio a dubitare dei miei ricordi perché nella mia memoria non avevo affatto il riferimento alle 110 ore perché non potevo darlo sulla base delle mie competenze che si fermavano all’accertamento della morte non essendo io medico legale. Debbo ripetere che sono stata pressata di continuo sul molo dall’uomo che indossava una divisa di colore scuro e, durante la stesura del processo verbale all’interno dei locali della cooperativa dal prof. MORELLI e dal prof. FARRONI che avevano riconosciuto il cadavere. In quella circostanza ci fu anche uno scambio di opinioni abbastanza animato tra me (che fino all’anno precedente ero stata volontaria nella clinica medica ove il professore MORELLI era il responsabile del reparto di gastroenterologia e che tenne un corso a cui partecipai) e il prof. MORELLI ed il prof. FARRONI che in più occasioni cercavano di convincermi che il NARDUCCI era morto per annegamento senza indicarmi la data della morte. Io insistevo cercando di sottolineare il fatto che non poteva essere messa una diagnosi di certezza sulla causa della morte ma solo di verosimiglianza o di sospetto e che era necessario un esame autoptico. Questo lo dissi come se si trattasse di un fatto scontato perché in questi casi si fa sempre l’esame autoptico. Non ricordo se questo lo dissi all’interno dei locali della cooperativa o sul molo parlando con il dottor TRIPPETTI. Quello che è certo e che vi era una pressione continua a che si facesse in fretta al fine di restituire il corpo subito alla famiglia. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 215 Ricordo anche che MORELLI e FARRONI cercavano di rafforzare ognuno le argomentazioni dell’altro circa la necessità della fretta. Il MORELLI ed il FARRONI entravano di continuo nel locale dove redigevo il verbale mentre PIERLUCA era molto più presente sul molo mentre era in posizione più defilata all’intero dei locali della cooperativa.”
Domanda : “Quando lei arrivò sul posto incontrò il Dottor TRIPPETTI, quale era quello giovane o quello anziano?”
(..) Si trattava dell’ex ufficiale sanitario di Magione che non era mio coetaneo e che all’epoca dimostrava una cinquantina d’anni. Ricordo che aveva i capelli grigi.
Domanda: “Si ricorda per bene come era vestito il prof. NARDUCCI e se aveva una cravatta?”
(..) Mi ricordo bene che aveva un giaccotto di pelle, sotto aveva una camicia. Mi sembra che avesse dei jeans con cintura. Non ricordo una cravatta e mi pare che la camicia fosse slacciata. Aggiungo che sembra che redassi di mio pugno il Modulo Istat.
Domanda: “A che ora si allontanò?”
(..) Non ricordo. Credo comunque che mi trattenni per meno di due ore. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 159/160

nella mia memoria non avevo affatto il riferimento alle 110 ore della presunta morte del Narducci, perché non potevo darlo sulla base delle mie competenze che si fermavano all’accertamento della morte non essendo io medico legale. (In tre diversi interrogatori (24 Ottobre 2001, 4 Marzo 2002 e questa del 7 Marzo 2002) la stessa Dott.ssa Seppoloni smentisce clamorosamente il riferimento alle 110 ore di morte presunta del Dott. Narducci e non si spiega come questo tempo sia stato inserito nel verbale che poi lei stessa ha firmato. Ammette che le pressioni intorno al suo operato, al momento, erano a dir poco elevatissime.)

“….Domanda: “Le mostro l’originale del processo verbale di visita esterna e ricognizione cadaverica. Come vede è stato da lei sottoscritto e vi è l’indicazione della morte risalente a 110 ore prima del ritrovamento. Cosa ha da dire in proposito?” Risposta . “Riconosco la mia firma. A questo punto comincio a dubitare dei miei ricordi perché nella mia memoria non avevo affatto il riferimento alle 110 ore perché non potevo darlo sulla base delle mie competenze che si fermavano all’accertamento della morte non essendo io medico legale. Debbo ripetere che sono stata pressata di continuo sul molo dall’uomo che indossava una divisa di colore scuro e, durante la stesura del processo verbale all’interno dei locali della cooperativa dal prof. Morelli e dal prof. Farroni che avevano riconosciuto il cadavere. In quella circostanza ci fu anche uno scambio di opinioni abbastanza animato tra me (che fino all’anno precedente ero stata volontaria nella clinica medica ove il professore Morelli era il responsabile del reparto di gastroenterologia e che tenne un corso a cui partecipai) e il prof. Morelli ed il prof. Farroni che in più occasioni cercavano di convincermi che il Narducci era morto per annegamento senza indicarmi la data della morte. Io insistevo cercando di sottolineare il fatto che non poteva essere messa una diagnosi di certezza sulla causa della morte ma solo di verosimiglianza o di sospetto e che era necessario un esame autoptico. Questo lo dissi come se si trattasse di un fatto scontato perché in questi casi si fa sempre l’esame autoptico. Non ricordo se questo lo dissi all’interno dei locali della cooperativa o sul molo parlando con il dottor Trippetti. Quello che è certo e che vi era una pressione continua a che si facesse in fretta al fine di restituire il corpo subito alla famiglia. Ricordo anche che Morelli e Farroni cercavano di rafforzare ognuno le argomentazioni dell’altro circa la necessità della fretta. Il Morelli ed il Farroni entravano di continuo nel locale dove redigevo il verbale mentre Pierluca era molto più presente sul molo mentre era in posizione più defilata all’intero dei locali della cooperativa.” Domanda : “Quando lei arrivò sul posto incontrò il Dottor Trippetti, quale era quello giovane o quello anziano?” D Risposta : “Si trattava dell’ex ufficiale sanitario di Magione che non era mio coetaneo e che all’epoca dimostrava una cinquantina d’anni. Ricordo che aveva i capelli grigi.” Domanda: “Si ricorda per bene come era vestito il prof. Narducci e se aveva una cravatta?” Risposta: ” Mi ricordo bene che aveva un giaccotto di pelle, sotto aveva una camicia. Mi sembra che avesse dei jeans con cintura. Non ricordo una cravatta e mi pare che la camicia fosse slacciata. Aggiungo che sembra che redassi di mio pugno il Modulo Istat.” Domanda: “A che ora si allontanò?” Risposta: “Non ricordo. Credo comunque che mi trattenni per meno di due ore…..” Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 150/151

7 Marzo 2002 Testimonianza di Donatella Seppoloni

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