Il 5 Aprile 2002 il Dott. Francesco Trio rilascia delle dichiarazioni dove afferma l’esistenza di un “voluminoso e specifico rapporto” riguardante il rinvenimento del cadavere del 13 ottobre 1985 ed ipotizza l’intervento della polizia scientifica. Vedi Deleghe d’indagine del Sostituto Procuratore Giuliano Mignini del 3 agosto 2004 pag. 2

Questo uno stralcio della testimonianza:

All’epoca ero il Questore di Perugia; conoscevo il padre, Prof. Ugo, ma non il figlio. Ricordo che nel mese di ottobre 1985 venne denunciata la scomparsa di questo medico e le indagini le seguì la Squadra Mobile ed io seguii i vari sviluppi dell’attività investigativa. Per prima cosa vennero ricostruiti i movimenti del medico e ricordo che lui lasciò l’ospedale dove lavorava, dicendo ai suoi colleghi che non sarebbe più tornato; ricordo anche che fu accertato che il dottore telefonò al responsabile di una darsena per sapere se la sua barca si trovasse ancora in acqua o se fosse stata tirata all’asciutto. Se non ricordo male il professor Narducci Ugo mi venne a trovare il giorno successivo la scomparsa del figlio Francesco; non ricordo se c’era anche l’altro figlio Pierluca. In quel periodo le ipotesi che venivano fatte circa la scomparsa erano le solite, ossia il rapimento, l’omicidio, il suicidio o una disgrazia. Il padre mi parlò molto del figlio e, se ben ricordo, fece particolare riferimento al curriculum personale di Francesco che era di tutto rispetto; ricordo che l’unica problema che veniva ventilato, e non ricordo se dal padre stesso o da qualcun altro, era di un cattivo rapporto che il dottore scomparso aveva con la moglie, con la quale forse ho parlato insieme alla madre.

Domanda del PM: “si parlò di un possibile sequestro di persona?

Risposta: “questa ipotesi fu tenuta in considerazione per alcuni giorni in attesa di riscontro”.

Non ricordo di aver parlato con il Prof. MORELLI. Ricordo che il giorno dopo andai al lago per vedere come procedevano le ricerche, visto che vi era anche personale venuto da altri centri“.

Ricordo che in una delle sere delle ricerche mi chiamò a casa il Professore NARDUCCI Ugo per dirmi che aveva contattato dei sensitivi che gli avrebbero indicato che il figlio si sarebbe trovato in una località vicino ad un isolotto di cui non ricordo bene quale che era ferito e che era in condizione di non potersi muovere; il Prof. NARDUCCI non mi disse i nomi di questi sensitivi. Per certo era uno degli isolotti del lago Trasimeno“.

posso dire però che era stato redatto un voluminoso e specifico rapporto da parte della Squadra Mobile sulla scomparsa del Narducci nel quale dovevano esistere anche delle fotografie del cadavere. Non riesco a capire perché questo rapporto non si rinvenga negli atti e perché non siano state seguite le regole previste per la distruzione degli atti“.

del fascicolo è rimasto in “moncone” che non ha senso alcuno e non riesco a capire che fine abbia fatto il rapporto di cui ho parlato e che deve essere stato mandato all’Autorità Giudiziaria. Sicuramente deve essere intervenuta la Scientifica che ha fatto i rilievi. Ricordo anche che furono fatti i rilievi dall’Arma dei Carabinieri, almeno così credo perché i Carabinieri intervennero prima della Squadra Mobile. Ricordo che la Squadra Mobile fece dei fonogrammi diretti alla Procura e questi fonogrammi dovrebbero essere presenti negli atti.” Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag.  58/59

Domanda: “Si ricorda se il Professor Narducci le parlò dell’eventualità dell’autopsia e della possibilità di evitarla perché aveva paura di farla praticare?”
Risposta: Non ricordo, ma sicuramente se me ne avesse parlato gli avrò risposto che la cosa dipendeva dalla magistratura, con la quale io non ebbi contatti, a quanto ricordo, se non a titolo di “pour parler”…
Domanda: La coincidenza della scomparsa del Narducci con il periodo successivo all’ultimo dei delitti del cosiddetto “Mostro di Firenze” non vi insospettì, trattandosi di un medico?
Risposta: Non ci pensammo perché non c’erano elementi per farci pensare a
tale coincidenza anche se i giornali parlavano di una sua attività lavorativa a Firenze.
Domanda: Il giorno in cui il cadavere fu rinvenuto, Lei quando giunse sul
posto?

Risposta: Ricordo che arrivai quando stavano organizzando il trasposto del cadavere presso un’abitazione sita nei pressi del lago, di proprietà del Professor Narducci. Non vidi il cadavere se non a distanza e ricordo che era vestito; ricordo che il Dirigente della Squadra Mobile mi informò che il cadavere doveva essere consegnato ai familiari secondo disposizioni avute dagli organi competenti; nell’occasione mi disse anche che una dottoressa aveva eseguito la visita esterna. Non escludo che il Professor Narducci mi abbia espresso il suo disagio per una possibile autopsia. Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 43/44

“…. il giorno in cui il cadavere fu rinvenuto, lei quando giunse sul posto?” Risposta: ” ricordo che arrivai quando stavano organizzando il trasporto del cadavere presso un’abitazione sita nei pressi del lago, di proprietà del Professor Ugo Narducci. Non vidi il cadavere se non a distanza e ricordo che era vestito; ricordo che il Dirigente della Squadra Mobile mi informò che il cadavere doveva essere consegnato ai familiari secondo disposizioni avute dagli organi competenti; nell’occasione mi disse anche che una dottoressa aveva eseguito la visita
esterna. Non escludo che il Professor Narducci mi abbia espresso il suo disagio per una possibile autopsia. Dopo il rinvenimento del cadavere ed i funerali, non vidi più il Professore Narducci, ne mi sono più occupato della vicenda….” 
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 115/116 e Vedi: Sentenza Micheli Pag. 695

5 Aprile 2002 Testimonianza di Francesco Trio

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