Il 7 Maggio 2002 rilascia testimonianza Agata Belardoni, moglie di Giuseppe Trovati, titolare della darsena dove Francesco Narducci si recò a prendere la sua barca l’8 ottobre.

Questa la testimonianza: Belardoni Agata 07.05.2002

Questa la trascrizione:

PROCURA della REPUBBLICA
Presso IL TRIBUNALE DI PERUGIA
p.p. nr.17869/01 R.G. Mod. 44
OGGETTO: Verbale di sommarie informazioni rese dalla persona Informata sui fatti ex art. 362 c.p.p.

Il 07.05.2002 alle ore 10,00, in Perugia presso gli Uffici dell’Aliquota della Polizia Municipale presse la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, sita in Via Mario Angeloni.
Innanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini Sost., Assistito dal Maresciallo Aiutante s. UPS DE Pascalis Angelo, appartenente al Nucleo Operativo del Comando Provinciale CC di Perugia, alla presenza del Tenente Antonio Morra, comandante del Nucleo Operative del Comando Provinciale CC Perugia, e dall’Assistente Capo Emili Salvatore, della Questura di Perugia – Squadra Mobile – è comparsa la signora BELARDONI Agata, alla quale richiestole le generalità, risponde: “sono BELARDONI Agata, nata a Magione (Pg) il 12.04.1939, ivi residente in frazione S.Feliciano via F.lli Papini nr.79, coniugata, artigiana, tel.075/8479244.

Il P.M. Visti gli artt. 197, 197 bis 198, 199, 200, 201, 202,203 c.p.p., richiamati dell’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussiste l’ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis , 198, 199, 200, 201, 202,203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e la informa che le false informazioni al P.M. sono penalmente sanzionate a norma dell’art. 371 bis c.p..

Domanda: “Cosa può riferire circa la persona di Francesco Narducci e degli eventi inerenti la sua scomparsa, il suo ritrovamento e la sua morte?”
Risposta: “Sono la moglie di Peppino Trovati e conoscevo Francesco Narducci e la sua famiglia da quando aveva 20 anni era simpatico aperto e gentile, veniva al Lago con il fratello e gli amici con i quali faceva di solito lo scii d’acqua e tra i quali vi erano Sergio Rossetti, Bruno Biagiotti forse, Andrea Balsotti e Roberto Grasso, non mi ricordo di averlo visto da solo. Francesco, comunque, erano due anni che non lo vedevo più al Lago il giorno della scomparsa. Quel giorno Francesco mi telefono verso le 14, ma non ricordo con precisione l’orario anche se era dopo pranzo chiedendomi se la barca fosse a Lago o fosse ricoverata nella darsena perché, aveva intenzione, così mi disse di fare un giro nel Lago. Francesco negli ultimi tempi non aveva mai preso l’imbarcazione a quanto mi risulta, mentre l’avevano presa il babbo e Pier Luca suo fratello
A.D.R.:- ” per una persona che viene da fuori che avesse una imbarcazione al seguito non era necessario che si rivolgesse a noi e poteva tranquillamente porre l’imbarcazione in acqua. I clienti Toscani di solito si servivano dai nostri colleghi Materassi e Carli Giuseppe e suo figlio Carlo.”

Si dà atto che il verbale viene interrotto alle ore 10,30 per poi essere ripreso 10,40

A.D.R.:- “da quando Francesco chiamò sino al suo arrivo saranno trascorsi circa 30 minuti o forse anche un’ora ma non posso essere precisa perché non avevo l’orologio, ricordo comunque che Francesco mi fece quella domanda sulla barca, io coprii la cornetta con la mano e rivolsi la stessa domanda a mio marito che stava a letto e lui rispose che la barca era a Lago. Ricordo anche che avevamo pranzato verso le ore 13,00 unitamente a mia figlia Fabrizia, mentre l’altra figlia Federica si trovava a scuola a Perugia all’istituto di belle arti e avrebbe finito l’orario scolastico alle ore 13,30 per tornare a casa con il pullman, come faceva sempre, alle ore 14,30 e pranzare subito dopo. Quando Francesco arrivò lo vidi subito perché ero scesa a piano terra, guardando la strada. Francesco che indossava un giubbotto con bordi inferiori di lana, allacciato e mi pare che avesse gli occhiali da sole, mi disse:- “buongiorno signora come sta”. Ricordo che il Narducci era in ordine nel vestire, ed i capelli non erano scompigliati ma perfettamente in ordine. Non ricordo nulla della presenza delle mie figlie in casa. Sicuramente l’arrivo di Francesco è avvenuto ancor prima delle ore 14,30 perché mia figlia Federica non era ancora rientrata So che mio marito incaricò mio cugino Belardoni Giuliano di preparare la barca al professore, la preparazione della barca dura circa 10 minuti. Di solito quando la barca è pronta viene consegnata al cliente che noi informiamo sulla quantità di carburante presente e a cui chiediamo di quanto carburante abbia bisogno. All’epoca di trattava di una miscela per motori a due tempi di olio e benzina al 2%. Verso le 15,00-15,30 siamo andati dal commercialista e verso le ore 17,00 siamo tornati. Ricordo che il sole cominciava a scendere sull’orizzonte. Mio marito chiese a mio cugino Belardoni Giuliano se il prof. Narducci fosse rientrato e quest’ultimo gli rispose di no. Mio marito attese ancora Francesco, poi mi fece chiamare Pierluca nella sua abitazione di Perugia, quando informai Pierluca del mancato rientro di Francesco, questi sì mostro stupito del fatto che il fratello fosse andato al Lago nel senso che non sapeva che il fratello fosse andato al Lago. Mi disse che sarebbe giunto di lì a poco ed infatti arrivò che era già notte. Pierluca Narducci venne da solo. Nel frattempo mio marito fece un giro di ricognizione insieme a mio genero Marco Menconi, oggi marito di mia figlia Fabrizia. Non so dove abbia fatto il giro ma suppongo intorno all’isola Polvese. Io intanto andavo e venivo perché avevo da fare in casa. Ricordo che la barca del prof. Narducci aveva i razzi che all’ora non vennero sparati in segno di segnalazione da parte del prof. Narducci Francesco

Si dà atto che alle ore 11,00 si allontana il Ten. Morra Antonio, per poi rientrare alle ore 12,20.

DOMANDA:- “Ha mai sentito parlare di una lettera che Francesco Narducci avrebbe lasciato ai famigliari prima di partire per il Lago e della disponibilità da parte del Narducci di un appartamento nei dintorni di Firenze?
RISPOSTA:- “della lettera non ne ho mai sentito parlare ma dell’appartamento a Firenze sì. Preciso che erano delle chiacchiere sentite in paese da gente che non ricordo affatto

Si dà atto che il presente verbale è redatto in forma riassuntiva, secondo l’art. 140 c.p.p 

Il Pubblico Ministero rilevata l’esigenza che quanto riferito dalla persona informata non trapeli all’esterno, stante la delicatezza dell’indagine e la necessità di evitare che la divulgazione delle circostanze riferite dalla persona informata sui fatti pregiudichi le indagini,
P.Q.M.
Visto l’art. 391 quinquies c.p.p. e 329, 3° comma lettera a) c.p.p.
VIETA
alla persona esaminata di comunicare fatti e le circostanze oggetto dell’indagine di cui hanno conoscenza, perla durata di legge.
AVVERTE
conseguentemente la persona stessa che la divulgazione delle notizie riferite è penalmente sanzionata dall’art. 379 bis c .p., inserito dall’art. 21 della L 7 dicembre 2000 nr.397
F.L.C.S.

7 Maggio 2002 Testimonianza di Agata Belardoni

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