Il 29 maggio 2002 rilascia testimonianza il Dott. Franco Aversa.
Questo uno stralcio della testimonianza: “Quel giorno e cioè l’8 ottobre 1985 vidi Francesco nel Piazzale d’ingresso del Policlinico. Posso affermare con certezza che l’orario in questione, verso le ore 13,30-14,00, coincideva con il cambio di guardia medica, turno che personalmente iniziai alle ore 14,00 circa. Francesco era uscito dall’Istituto e quando mi vide iniziammo a parlare, poi mi chiese se volessi accompagnarlo al lago a fare un giro in moto vista la bella giornata; mi pare che proprio davanti all’Istituto vi fosse parcheggiata la mia moto. Io, che indossavo la divisa prevista per la guardia medica, gli dissi che non potevo andare con lui perchè iniziavo il turno. Ricordo con certezza che mandai bonariamente a quel paese Francesco perchè pensavo volesse prendermi in giro atteso che iniziassi proprio allora a lavorare ed era evidente la mia impossibilità a seguirlo. Qualcuno ci invitò a prendere un aperitivo al bar, cosa che avvenne. Francesco, dopo aver consumato assieme a noi la bevanda, mi salutò e si diresse verso il parcheggio di Monteluce dove di solito teneva la moto e la macchina.
…non avevo con Francesco un rapporto tale che giustificasse un invito del genere. Posso dire con certezza che tutto si poteva pensare quel giorno tranne che Francesco potesse suicidarsi. Questo lo affermo perché, ripeto, non notai alcun atteggiamento che potesse lasciare immaginare ad uno sconvolgimento tale che giustificasse minimamente quel gesto“.
Vedi l’informativa: 29 giugno 2004 Informativa stato indagini Perugia Pag.2
“ ……quel giorno vidi Francesco nel piazzale d’ingresso del Policlinico. Posso affermare con certezza che l’orario in questione, verso le ore 13.30 – 14.00, coincideva con il cambio della guardia medica, turno che personalmente iniziai alle ore 14.00, circa. Francesco era uscito dall’Istituto e quando mi vide iniziammo a parlare, poi chiesi se volessi accompagnarlo al lago a fare un giro in moto visto la bella giornata; mi pare che proprio davanti all’Istituto vi fosse parcheggiata la mia moto. Io, che indossavo la divisa prevista per la guardia medica gli dissi che non potevo andare con lui perché iniziavo il turno. Ricordo con certezza che mandai bonariamente a quel paese Francesco perché pensavo volesse prendermi in giro atteso che iniziassi proprio allora a lavorare ed era evidente la mia impossibilità a seguirlo. Qualcuno che si aggiunse a noi ci invitò a prendere un aperitivo al bar, cosa che avvenne. Francesco, dopo aver consumato assieme a noi la bevanda, mi salutò e si diresse verso il parcheggio del Monteluce dove di solito teneva la moto o la macchina. Francesco mi appariva del tutto normale, intendo dire che non notavo significative variazioni nei suoi modi di fare e nel suo umore. Ricordo che fu la prima volta in cui Francesco volle invitarmi ad uscire con lui. Ribadisco che non avevo con Francesco un rapporto tale che giustificasse un invito del genere. Posso dire con certezza che tutto si poteva pensare quel giorno tranne che Francesco potesse suicidarsi. Questo lo affermo perché, ripeto, non notai alcun atteggiamento che potesse lasciare immaginare ad uno sconvolgimento tale che giustificasse minimamente quel gesto”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 16/17