Il 30 maggio 2002 rilascia testimonianza Luigi Dolciami, pescatore sul lago Trasimeno. Si tratta di una delle ultime persone ad aver visto, probabilmente, Francesco Narducci vivo l’8 ottobre 1985.
Questa la testimonianza: Dolciami Luigi testimonianza 30.05.2002
Questa la trascrizione:
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI PERUGIA
OGGETTO: Verbale di sommarie informazioni ai sensi dell’art. 362 c.p.p.
II 30.05.2002 alle ore 11,20 negli Uffici della Stazione dei Carabinieri di Magione. Di fronte al P.M. Dr.Giuliano Mignini, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, assistito dall’Ispettore PolStato Fantauzzi Furio, alla presenza dell’Assistente Capo Emili Salvatore entrambi della Squadra Mobile della Questura di Perugia e l’appuntato Ceppitelli Giancarlo, della Polizia Provinciale di Perugia, si è presentato Dolciami Luigi, al quale, richiestogli le generalità, dichiara:
sono Dolciami Luigi, nato a Castiglion del lago in data 14.03.1925, residente in San Feliciano, Via della Concordia nr. 8, tel. 0758479063, il quale esaminato sui fatti per cui è processo, a domanda risponde:
A.D.R. non conoscevo personalmente il Professor Francesco Narducci che non avevo mai visto ma una mia lontana parente, tale Baldassari Giordana, era infermiera nell’ambulatorio di Foligno del Professor Ugo Narducci, padre di Francesco. Il pomeriggio dell’otto ottobre 1985, cioè del giorno in cui è scomparso Narducci, in un momento compreso tra le ore 15,00 e le ore 16,00 sono partito con la barca per mettere le reti, diretto verso il castello dell’isola Polvere, costeggiando la riva meridionale dell’isola stessa. Ad un certo punto, dalla direzione di San Feliciano ho visto arrivare un’imbarcazione che si è fermata a circa quattrocento – cinquecento metri in direzione di Sant’Arcangelo, rispetto al Castello. La barca era uno scafetto non grande, scoperto, di colore chiaro, con una sola persona a bordo. Arrivato in quel punto intermedio tra l’isola Polvese e Sant’Arcangelo ed è rimasto lì; l’uomo stava al suo posto, dentro la barca. Io ho continuato la mia attività diretto verso Castiglion del lago, e mi sarò fermato ad una distanza massima di mezzo chilometro dall’Isola Polvere, rimanendo assente per circa un’ora un’ora e mezzo. Quando sono tornato dalla rotta di Castiglion del lago. mi sono accorto che dentro la barca, rimasta nello stesso luogo dove era prima, non c’era più nessuno; mi sono preoccupato pensando che l’uomo avesse avuto un malore. Volevo vedere cosa fosse successo ma giunto vicino alla barca ho avuto paura e mi sono allontanato; sarò arrivato a circa dieci metri dalla barca, cercando di individuare lo sconosciuto ma non ho visto nessuno e non ho notato nulla di anormale, quindi ho proseguito per Sant’ Arcangelo.
A.D.R. da quando ero partito a quando sono tornato, saranno passate circa due ore. Tornato a casa, dopo aver cenato, mi sono recato in paese e le persone già commentavano la scomparsa di questa persona; ricordo anche che qualcuno disse che all’interno della barca vi era poca benzina. Il parere delle persone era che questa persona avesse un programma ben stabilito visto che era uscito con poca benzina. La persona più preoccupata era Trovati Giuseppe che era il custode del l’imbarcazione.
A.D.R. Non ricordo se vi erano altre persone sul lago. Per certo la giornata era molto bella perché andai a mettere le reti; non mi sembra che vi fosse vento. Non ricordo se la barca che avevo visto era ancorata.
A.D.R. Di solito in quel mese quando si fa sera si forma un vento per lo più da ponente, ma non è raro neanche quello scirocco e quello dal levante; più raro invece è il vento da tramontana.
A.D.R. durante il viaggio, né all’andata né al ritorno ho notato qualcuno che facesse il bagno o che nuotasse. Dopo qualche giorno dell’avvenuta scomparsa sentii le voci che indicavano il Narducci come il mostro di Firenze. Qualche tempo dopo ricordo che in paese si diceva che il Narducci faceva parte del gruppo di “compagni di merende”; l’ho sentito dire da persone del posto ma non ricordo da chi.
A.D.R. Non sapevo che quella barca fosse del professor Narducci e se l’uomo da me visto fosse proprio lui perché io non lo conoscevo. La persona da me vista poteva essere anche una donna perché io vedevo solo la sagoma. Nel momento in cui mi sono accorto dell’imbarcazione mi trovavo all’altezza del molo dell’isola Polvese, a cento metri dalla costa ed ho visto arrivare la barca da dietro, ad una distanza di circa quattrocento metri da me. Ho supposto che venisse da San Feliciano ma la barca poteva venire anche dal Nord dell’Isola Polvese.
L.C.S.