Il 18 Giugno 2002 rilascia testimonianza Stefano Capitanucci.
Questa la testimonianza: Capitanucci Stefano testimonianza 18.06.2002
Questa la trascrizione della testimonianza:
N. 17869/ 01 R. G. notizie di reato – Mod. 44
Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Perugia
(Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, tel. n. 075/54491)
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI
(art. 362 c.p.p.)
Il giorno 18 giugno 2002, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito dal Cancelliere Dott.ssa Daniela Severi, alla presenza del tenente Antonio Morra Com.te Nucleo Operativo Comando Prov.le CC. Perugia è comparso il Sig. CAPITANUCCI Stefano, il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono Capitanucci Stefano, nato a Perugia il 27/3/54, ivi res. in Fraz. Pianello Via delle Marmore 150.
Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p.
Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento.
Domanda: ” Mi dica tutto quello che sa del caso Narducci.”
Risposta: ” Ho delle difficolta’ a ricordare perche’ dal 1968 al 1985 ero totalmente dipendente dell’alcool e delle anfetamine. Ho conosciuto Michele Baratta ed Elisabetta Narducci nel periodo in cui stavo per uscire da questo periodo di dipendenza. Ho sempre avuto la passione per la cartomanzia e il mondo dell’occulto. In particolare mi interessava il culto dei morti, intesa come venerazione degli stessi, senza pero’ seguire qualche “ideologia” particolare. “
Domanda: ” Quando a conosciuto Michele Baratta?”
Risposta: ” Mi pare nel 1985 e all’epoca era gia’ fidanzato con Elisabetta Narducci.”
Domanda: ” E conosceva Francesco Narducci? “
Risposta: ” No, Michele Baratta mi disse soltanto che alla sua fidanzata le era morto da poco tempo il fratello annegato nel lago Trasimeno e mi disse di “vedere” se il corpo di suo fratello aveva trovato pace. “
Domanda: ” Come ha conosciuto MICHELE BARATTA ?.”
Risposta: ” In casa di conoscenti comuni , ma non ricordo chi”
Domanda: ” Mi racconti cosa che le ha detto Michele Baratta quando le ha chiesto del fratello di Elisabetta Narducci.”
Risposta: ” Insisto nel dire che non ricordo esattamente . Mi avra’ detto di accendere qualche incenso. Ricordo che andammo nella villa di S. Feliciano perche’ Elisabetta mi disse che li’ avevano portato il corpo di suo fratello. Mi chiese di accendere l’incenso di sandalo perche’ quello toglie le negativita’, cioe’ serve a scontare le colpe degli altri. L’incenso di gelsomino serve invece a dare pace e armonia. In quella circostanza ho usato l’incenso di sandalo perche’ sentivo quell’anima era infelice. Ho acceso questo incenso con una candela. “
D:” In quale giorni e ogni quanto doveva andare in quella casa a S. Feliciano?”
R:” Io ricordo che ci andai una volta sola. Ricordo che era piccola. Quando si svolgeva quel tipo di rito non si spegnavano le luci.
D:” Lei svolge ancora questi riti e ci crede?
R:” Si ci credo tuttora e li pratico per me accendendo l’incenso di sandalo e l’incenso di gelsomino. Io prego molto i defunti che conosco io , i morti a me cari. Non recito la preghiera dell’ “Eterno Riposo” , ma semplicemente dialogo con loro , invocando gli angeli Gabriel e Raphael . Dopo che ho fatto questo tipo di preghiere per il defunto Francesco Narducci , ho rivisto Michele Baratta e la fidanzata diverse volte, ma non ricordo che mi abbiano piu’ parlato del fratello di Elisabetta Narducci.
D:” Risulta che lei abbia detto in occasione di quel rito che Francesco Narducci doveva scontare i delitti del mostro di Firenze.
R:” Io non lo ricordo.
D:” Lei ad un certo punto ha cominciato a sentir parlare del Narducci come una persona collegata ai delitti del mostro di Firenze. Si e’ ricordato allora di quello che le aveva chiesto la sorella di Francesco Narducci?
R:” Quando l’ho rivista era molto tempo dopo. La vidi serena e lei non mi disse nulla di quella volta. Io pratico i tarocchi egiziani e li ho impararti da solo.
D:” Quando a rivisto Michele Baratta?
R:” L’ho cercato io quando sono stato chiamato per la prima volta dalla
Questura perche’ ero stato nominato da lui nel suo interrogatorio e quando l’ho rivisto gli ho chiesto spiegazioni perche’ avesse fatto il mio nome. Mi disse che non mi dovevo preoccupare di nulla.”
Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p.
L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)
IL CANCELLIERE
(Dott.ssa Daniela Severi)