Il 5 Aprile 2002 il Dott. Francesco Trio rilascia delle dichiarazioni.
Questo uno stralcio del verbale:
“Quando arrivai sul pontile, dopo il rinvenimento, e preciso di non aver mai visto in vita il Dr. Francesco Narducci, vidi il cadavere ripescato. Il cadavere era in terra, indossava un paio di jeans, non ricordo altro del cadavere in quanto ero ad una distanza tale che non mi consentì di vedere bene. Dalla cintola in su non
vedevo niente perché ero ad una distanza di circa dieci metri dal cadavere. A questo punto si distacca il Dr. Speroni, capo della Squadra Mobile, viene da me e mi dice: “quando sono arrivato il cadavere era sul molo, era intervenuta una dottoressa chiamata anzitempo dai Carabinieri che ha effettuato una ispezione cadaverica”. Mi aggiunse inoltre di aver personalmente informato il magistrato di turno che chiese di parlare con la precitata dottoressa, cosa che avvenne, e, a fine colloquio telefonico tra il medico ed il giudice, riprese la conversazione il Dr. Speroni al quale il giudice disse che la salma poteva essere consegnata ai familiari avvalendosi della impresa funebre all’uopo intervenuta.
Domanda: E’ a conoscenza di sopralluoghi o di ispezioni effettuate da uomini della Questura di Perugia o dai Carabinieri di Perugia presso abitazioni di Firenze o dintorni appartenute al Narducci o alla sua famiglia?
Risposta: No, lo apprendo in questo momento! Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 45
“…. Quando arrivai sul pontile, dopo il rinvenimento, e preciso di non aver mai visto in vita, visto che me lo chiede, il Dr. Francesco NARDUCCI, vidi il cadavere ripescato. Il cadavere era in terra, indossava un paio di jeans, non ricordo altro del cadavere in quanto ero ad una distanza tale che non mi consentì di vedere bene. Dalla cintola in su non vedevo niente perché ero ad una distanza di circa dieci metri dal cadavere. A questo punto si distacca il Dr. SPERONI, capo della Squadra Mobile, viene da me e mi dice: quando sono arrivato il cadavere era sul molo, era intervenuta intanto una dottoressa chiamata anzitempo dai Carabinieri che ha effettuato una ispezione cadaverica. Mi aggiunse inoltre di avere personalmente informato il magistrato di turno che chiese di parlare con la precitata dottoressa, cosa che avvenne, e, a fine colloquio telefonico tra il medico ed il giudice, riprese la conversazione il Dr. Speroni al quale il giudice disse che la salma poteva essere consegnata ai familiari avvalendosi della impresa funebre all’uopo intervenuta. Ricordo di essere rimasto distante dal cadavere e di non essermi avvicinato più di cinque metri circa….”.
A seguito di contestazione effettuata dalla S.V. mediante l’esibizione di svariate fotografie in bianco e nero eseguite dal fotoreporter ritraenti il Dott. TRIO molto vicino al cadavere ed intento a guardare in direzione dello stesso, il Questore risponde: “…. prendo atto di quanto evidenziato dalle foto e, come da me dichiarato, mi sono avvicinato al gruppo già costituito sul molo. Non ricordo di aver guardato il viso anche se dalle foto sembra che io lo guardassi. Non ricordo altri particolari se non i jeans. Ricordo solo che il cadavere era gonfio all’altezza della cintola e che i pantaloni fossero slacciati…..”. Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 116
(..) Arrivai sul posto non appena seppi del rinvenimento. Andai sul posto perché ritenni opportuna la mia presenza dato il clamore del caso.
Domanda: “Conosceva il Prof. UGO NARDUCCI?”
(..) Sì, lo conoscevo e ricordo che il giorno dopo la scomparsa il Prof. UGO si presentò da me in Questura. (..) Quando arrivai sul pontile, dopo il rinvenimento, e preciso di non aver mai visto in vita, visto che me lo chiede, il Dr. FRANCESCO NARDUCCI, vidi il cadavere ripescato. Il cadavere era in terra, indossava un paio di jeans, non ricordo altro del cadavere in quanto ero ad una distanza tale che non mi consentì di vedere bene. Dalla cintola in su non vedevo niente perché ero ad una distanza di circa dieci metri dal cadavere. A questo punto si distacca il Dr. SPERONI, capo della Squadra Mobile, viene da me e mi dice: quando sono arrivato il cadavere era sul molo, era intervenuta intanto una dottoressa chiamata anzitempo dai Carabinieri che ha effettuato una ispezione cadaverica.
Mi aggiunse inoltre di avere personalmente informato il magistrato di turno che chiese di parlare con la precitata dottoressa, cosa che avvenne, e, a fine colloquio telefonico tra il medico ed il giudice, riprese la conversazione il Dr. SPERONI al quale il giudice disse che la salma poteva essere consegnata ai familiari avvalendosi della impresa funebre all’uopo intervenuta. Ricordo di essere rimasto distante dal cadavere e di non essermi avvicinato più di cinque metri circa.
(..) Prendo atto di quanto evidenziato dalle foto e, come da me dichiarato, mi sono avvicinato al gruppo già costituito sul molo. Non ricordo di aver guardato il viso anche se dalle foto sembra che io lo guardassi. Non ricordo altri particolari se non i jeans. Ricordo solo che il cadavere era gonfio all’altezza della cintola e che i pantaloni fossero slacciati. Domanda: “E’ a conoscenza di un’eventuale cravatta che stringesse il collo o di cinture con pesi presenti sul cadavere?” (..) Assolutamente, no. Lo apprendo adesso. Domanda: “Il Prof. UGO NARDUCCI le disse che era sua intenzione di non volere far fare l’autopsia?” (..) Con il Prof. UGO NARDUCCI mi sembra di aver parlato una o due volte in quella occasione, cioè nell’arco di due o tre giorni. Ricordo che in quel frangente mi consegnò anche un curriculum vitae del figlio FRANCESCO per dimostrarmi che quest’ultimo fosse assolutamente inappuntabile. Domanda (..): “E’ a conoscenza di sopralluoghi o di ispezioni effettuate da uomini della Questura di Perugia o dai Carabinieri di Perugia presso abitazioni di Firenze o dintorni appartenute al NARDUCCI o alla sua famiglia?” (..) No, lo apprendo in questo momento. Domanda: “Ricorda di un carabiniere presente sul molo che esclamò: “ma questo lo hanno menato!” (..) No, lo apprendo in questo momento. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 695/696