Il 22 agosto 2002 rilascia la sua testimonianza Nazzareno Morarelli dell’impresa funebre “IFA Passeri” di Perugia intervenuta come seconda impresa e che ha provveduto alla vestizione del cadavere.
Questo uno stralcio della testimonianza:
“….Risposta: “Confermo quanto già dichiarato. “Domanda: “Il cadavere del Narducci Francesco aveva la bocca chiusa o aperta ? “Risposta: “Il cadavere aveva la bocca chiusa. Lo ricordo perfettamente. Le labbra erano molto gonfie e quindi chiuse, non so però se le mascelle fossero o meno aperte. Quello che ricordo è che il cadavere era molto gonfio e che la bocca era chiusa. “Domanda: “Vuol confermarmi quali vestiti furono applicati al cadavere ? “Risposta: “Mi pare che gli mettemmo una camicia bianca che tagliammo posteriormente con un tratto ascendente con le forbici. Non ricordo se gli mettemmo una giacca blu o un golf, a me sembra di avergli messo una giacca come di solito si fa con i cadaveri, ma non ne sono assolutamente certo. Quello che è certo comunque è che tagliammo la giacca se ci diedero quella, altrimenti se si fosse trattato di un golf forse non ce n’era bisogno. “Domanda: “Come erano e di che taglia i pantaloni? “Risposta: “A me sembra che fossero jeans, ma non ne sono sicuro. Davanti i pantaloni erano chiusi ma non ricordo se dietro li tagliammo come avevamo fatto con la camicia. “Domanda: “Ricorda se fu apposto un telo sull’addome del morto al disotto dei pantaloni? “Risposta: “Mi sembra di no. Ricordo però che in molte situazioni, in presenza di ferite ai cadaveri vengono applicate dei teli o asciugamani. Ricordo bene che il cadavere presentava sull’addome una specie di fascia di bollicine, larga 30 cm circa e che si prolungava fino al pube. “Domanda: “Di che colore erano i capelli ? “Risposta: “Non ricordo con precisione se fossero scuri o castani. “Domanda: ” Ricorda i particolari della conformazione del cadavere, del volto dello stesso e i vestiti che indossa il cadavere che vede in foto? Ricorda se corrispondono a quelli da lei visti quando rivestì il cadavere ripescato nel Lago, il 13 ottobre 1985? ”
Si da atto, a questo punto, che compare alle ore 10.00 circa l’Ass. Emili Salvatore della squadra mobile della Questura di Perugia.
Risposta: ” Ribadisco che il cadavere, dall’ombelico in su, era molto gonfio e sembrava quello di un negro. Il volto era più scuro del torace. Non posso dire se il cadavere che vidi nel 1985 e quello che mi
mostra in foto sia lo stesso, perché molto diverse sono le dimensioni. Posso dire, però, che i cadaveri subiscono un processo di sgonfiamento nel giro di alcuni anni. Per quanto riguarda i vestiti, io avevo il ricordo di una giacca, ma non ne sono sicuro. Si da atto che alle ore 10,40 interviene il Tenente Antonio MORRA Comandante del Nucleo Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Perugia. Continua il MORARELLI: non ricordo di aver visto quel maglione, né tantomeno ricordo di averlo visto da qualche altra parte. Quello che ricordo è di aver tagliato la camicia con un taglio netto, forse comprendente anche il colletto. Torno a ribadire, visto che me lo chiede, che alla vestizione partecipai io MORETTI Nazzareno e due amici di quest’ultimo. Circa il telo poggiato sull’addome io non lo ricordo assolutamente e per quanto mi riguarda non ho apposto sul cadavere nulla di simile. A.D.R. Non ricordo che tipo di pantalone fossero quelli che applicammo al cadavere. No ricordo se fossero di jeans o di altro tipo. Le calze mi sembra fossero scure e mi pare che fossero leggere. Io personalmente tagliai la camicia che era sul bianco o comunque chiara. A.D.R. non ricordo di persone in divisa che fossero presenti in villa. Vidi il Dr. Gianni SPAGNOLI dopo poco tempo. Ricordo solo che il cadavere fu portato con il carro del MORETTI che successivamente andò via dalla villa, assieme agli altri due suoi amici, per attendermi che io arrivassi al centro di San Feliciano con la mia Mercedes 190 bianco per poi recarci tutti insieme alla villa. Ricordo che quando arrivai alla villa il Prof. Ugo NARDUCCI mi disse che voleva che il cadavere fosse rivestito e che successivamente voleva vederlo. Mi chiamò PASSERI come se quello fosse il mio cognome. A.D.R. non mettemmo la cravatta al cadavere anche perché non so se ci venne o meno consegnata dai familiari….”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 170/171