Il 28 agosto 2002 rilascia testimonianza Nazzareno Moretti, titolare dell’omonima impresa funebre, che trasportò il corpo ritrovato il 13 ottobre 1985 dal pontile di Sant’Arcangelo a villa Narducci a San Feliciano.
Questo uno stralcio della testimonianza:
“….Domanda: ” Mi parli della vestizione del cadavere del Dr. Francesco Narducci e comunque di quello che accadde quando venne chiamato ad intervenire sul molo” Risposta: ” fui chiamato dai Carabinieri di Magione per trasportare il cadavere rinvenuto nel lago verso le ore 8, 08,30. Mi recai sul molo insieme ad un mio amico, oggi defunto, Pietro CESARINI, la cui moglie è tedesca e abita a Magione. Credo che abitasse in Via Roma a Magione dove c’è l’abitazione di Gradassi e ritengo che la moglie abiti ancora lì. Era lui che di solito a titolo di favore mi aiutava qualche volto. Anzi ora ricordo che il Dr. TRIPPETTI padre chiamò mia moglie Annarita FINO, chiedendole di mandare miei amici per aiutarmi a vestire il cadavere. Io quando partii in compagnia del CESARINI ero convinto di dover portare il cadavere all’obitorio e non mi preoccupavo di come vestire il cadavere perché lo stesso viene vestito il giorno dopo e dal personale dell’obitorio. Il CESARINI l’ho incontrai per caso e non era tra quelli che mia moglie probabilmente chiamò a seguito dell’intervento del Dr. TRIPPETTI. Andai sul molo e vidi una cosa che mi lasciò stupefatto perché la D.ssa Seppoloni la mandarono al manicomio perché non comandava niente e sembrava completamente in balia di quelli che le stavano intorno. Il cadavere era grande come una persona corpulenta perché molto gonfio, così mi sembrò perché era gonfio e tumefatto. Secondo me poteva pesare più di un quintale. L’ufficio da atto che vengono di nuovo esibite le foto attraverso le quali si evidenzia la scena in cui un gruppo di persone sono riunite attorno al cadavere sul pontile di San Feliciano. Ricordo che sentivo spesso il nome del Prof. Morelli che stava attorno alla D.ssa SEPPOLONI e che gli parlava. Nelle foto riconosco tale Zoppitelli che è di Sant’Arcangelo. Adesso i miei ricordi diventano più chiari e posso affermare con certezza che la persona che venne con me nel carro non era in divisa e si qualificò come il Questore o ispettore, non ricordo bene, perché altrimenti non avrei potuto far salire tale persona nel carro oltre al fatto che non avendo alcuna documentazione questo poliziotto fungeva da garanzia per me in quanto se io, in genere, non ho il documento che mi consente di trasportare la salma non mi azzardo a portarlo via. Voglio aggiungere che non è mai esistito che Poliziotti o Carabinieri siano venuti sul carro con me durante il trasporto di una salma. Erano circa quarant’anni che facevo quel lavoro e non mi era mai capitato di trasportare un cadavere senza documentazione. Ricordo che durante il tragitto questa persona mi disse anche che il morto era un amico di famiglia e che era una brava persona, e questo per tranquillizzarmi circa la mancanza del documento. A.D.R. Per il lavoro svolto mi può aver dato qualcosa MORARELLI: un pacchetto di sigarette, 100 o 200 mila lire, ma non ricordo. A.D.R. mentre eravamo sul carro il funzionario mi confermò che dovevamo andare all’obitorio, ma giunti al Bivio per San Feliciano una ragazza longilinea, abbastanza alta e bruna, un po’ agitata ci intimò di recarci nella villa di San Feliciano dicendo che il suocero voleva che il cadavere venisse portato in casa e cioè alla villa. Ricordo che il poliziotto seduto accanto a me scese dal carro per parlare con la ragazza, io sentii quella frase della donna e poi quando risalì in macchina il funzionario disse: “andiamo.” Voglio aggiungere che quando seppi che sarebbe venuto la ditta PASSERI con MORARELLI fui contento perché non me la sentivo proprio di procedere alla vestizione di un bestione di quelle dimensioni. Posso affermare con assoluta certezza di non aver mai visto il cadavere vestito. Io, insieme ad altre persone che mi riservo di indicare, ho sceso la bara con il cadavere in una specie di garage dove il defunto è stato posizionato in terra. Nel frattempo il Questore o l’ispettore era sparito, io lasciai il cadavere per terra e me ne andai all’esterno perché tanto se ne sarebbe occupato MORARELLI. A.D.R. Non ricordo come fosse vestito il cadavere. L’ufficio contesta al MORETTI che le foto nr. 3D-3C-3B, che riprendono il gruppo sul pontile attorno al cadavere mostrano il MORETTI a contato con le gambe del cadavere intento ad osservarlo…..”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 161/162