Il 21 Settembre 2002 rilascia testimonianza Edoardo Frivola. Il Frivola viene ascoltato in merito alla sua testimonianza del 10 settembre 1985 rilasciata all’Isp. Luigi Napoleoni. La testimonianza avviene alle ore 9.45 e si conclude, poi il Frivola viene ascoltato nuovamente alle 11.50 per dei chiarimenti.
Questa la testimonianza delle 9.45: Frivola Edoardo testimonianza 21.09.2002 9.45
Questa la testimonianza delle 11.50: Frivola Edoardo testimonianza 21.09.2002 11.50
Trascrizione testimonianza delle 9.45:
N.17869/2001 R. G. notizie di reato – Mod. 44
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia.
(Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, tel. n. 075/54491)
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI (art. 362 c.p.p.)
Il giorno 21.09.2002 alle ore 09.45, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito dalla Dott.ssa Daniela Severi, Cancelliere B3, è comparso il Sig,. FRIVOLA Edoardo, il quale, richiesto delle generalità, risponde:
” Sono FRIVOLA Edoardo, nata a Marsciano il 19.07.1948, res. a Perugia in via Jacopone da Todi n. 1 Tel. 075/ 5837689. “.
Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p. Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento.
♦ Domanda: ” Cosa sa del prof. Narducci e della sua morte?”
♦ Risposta: ” Onestamente io non so niente, non l’ho mai conosciuto.
Una volta , piu’ di dieci anni fa , mentre ero nel mio negozio che si trovava in v. delle Sorgenti, entrarono due signori. Cio’ avvenne subito dopo il ritrovamento del cadavere del prof. Narducci nel lago. Uno dei due diceva che il cadavere l’aveva trovato lui andando a pesca. Questo signore, ricordo molto bene, disse che lo avevano trovato legato come un salame”.
♦ A.D.R. Mi sembra che quell’uomo aveva circa 40 anni, alto circa m.1,75 e parlava con un leggero accento toscano. Ricordo anche che disse che il prof. Narducci prima che scomparisse si stava separando dalla moglie. Voglio premettere che mi e’ capitato spesso di sognare avvenimenti che successivamente si sono verificati. Quando mi sono sposato nel 1977 a Cefalu’, siamo stati a Parigi in viaggio di nozze. Sulla strada del ritorno, verso Firenze, precisamente in una piazzola di sosta tra Firenze ed Arezzo, ci volevamo fermare per fare un piccolo riposo, ma io ho avvertito nettamente una sensazione di pericolo, ho avvertito la presenza di una persona cattiva, “diabolica”, e allora ci siamo subito allontanati. Ho percepito che si trattava di una persona alta circa m.1,75, di fisico asciutto, con mani grandi e affusolate.
Mi pare che dopo l’ultimo delitto degli Scopeti, sognai di vedere l’assassino acquistare quel recipiente metallico che viene usato dai muratori per tenere il pranzo, in acciaio inox, in un vecchio negozio di ferramenta con scaffali fatti a tavole sito in una specie di seminterrato a cui si accedeva scendendo dalla strada tre o quattro gradini. Ricordo che c’era una commessa che parlava con accento toscano. La donna disse all’uomo che le era rimasto l’ultimo contenitore e l’acquistò. Circa tre o quattro giorni prima dell’ultimo delitto sognai un delitto che aveva delle caratteristiche di luogo e di tempo identiche a quello degli Scopeti. Vidi infatti una tenda con due persone morte che intravedevo dall’apertura della tenda. Ebbi notizia di questo delitto dal telegiornale delle 13,30.”
D. del P.M.:” Dalla informativa in data 13.9.85 risulta che lei la sera del 9 settembre telefonò al 113 per riferire in merito all’omicidio dei due cittadini francesi. Quando venni a conoscenza di questo delitto.
A questo punto entrano il Ten. dei CC. Antonio Morra e il M.llo A. De Pascalis.
Riprende il sig. Frivola: “Quando dal telegiornale, che potrebbe essere quello della sera o anche del giorno, dette notizia di questo delitto, io avvertii il 113 del sogno che avevo fatto e fui chiamato il giorno dopo dall’Isp. Napoleoni e dal dirigente della Mobile il dott. Speroni, che forse arrivò dopo.
Confermo quello che dichiarai a loro il 10 settembre 1985 e per quanto concerne la descrizione che ho fatto dell’uomo che in sogno vedevo come assassino sono rimasto colpito oggi dalla profonda rassomiglianza di quest’uomo con l’uomo raffigurato nelle foto teste’ esibite. Si tratta di una rassomiglianza tremenda.”
L’ufficio da’ atto che sono state esibite al teste le foto nn. 1-3-4 datate 10.05.2002 raffiguranti il prof. Francesco Narducci a torso nudo nel motoscafo, mentre solleva un bimbo e mentre tiene una pipa in mano nonché foto in cui si vede il volto in posizione più ravvicinata.
Riprende il sig. Frivola:” Mi pare che chiamai il 113 verso le 18,00 per avvertirli che dovevo dire loro qualcosa circa l’ultimo delitto degli Scopeti. “
Si da atto che alle ore 11,00 si allontana il Ten. Morra per poi rientrare alle ore 11,30. Si da altresì atto che alla stessa ora la esce la dottoressa Severi.
Riprende il signor Frivola Edoardo:
“Circa un anno dopo sognai di trovarmi in una casa che sentivo essere quella del Mostro di Firenze e sognavo di affacciarmi da una delle finestre, una finestra molto stretta, ad arco rotondo con mattoncini, e mura spesse che si affacciava su un giardino dove vi era una fontana zampillante. Questa cosa non l’ho mai detta a nessuno.
A.D.R.:- Non sono mai stato a S.Casciano Val di Pesa, non ho mai conosciuto né visto Francesco Narducci.
A.D.R.:- Ricordo che il signore che disse nel mio negozio di aver ritrovato il corpo ripescato nel Lago il 13.10.1985, l’ho rivisto una altra volta, diversi anni fa nel mio negozio, venne per chiedermi un cerca metalli. Ricordo anche che l’uomo diceva di fare pesca subacquea.
A.D.R.:- Null’altro so.
Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p.
L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.
Trascrizione della testimonianza delle 11.50:
N.17869/2001 R. G. notizie di reato – Mod. 44
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia.
(Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, tel. n. 075/54491)
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI (art. 362 c.p.p.)
Il giorno 21.09.2002 alle ore 11,50, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito dal Tenente Antonio MORRA, Comandante del Nucleo Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Perugia, alla presenza del M.llo A s. UPS Angelo DE PASCALIS addetto al R.O.N.O. CC. di Perugia, è comparso il Sig,. FRIVOLA Edoardo, il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono FRIVOLA Edoardo, nata a Marsciano il 19.07.1948, res. a Perugia in via Jacopone da Todi n. 1 Tel. 075/ 5837689. “.
Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p. Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento.
Il PM da atto che il Sig. FRIVOLA viene richiamato per ulteriori chiarimenti.
Il PM da atto inoltre di aver fatto visionare al Sig. FRIVOLA la stanza oggi ufficio del Sost. Proc. della Repubblica Dr. Tullio CICORIA. Il FRIVOLA riconosce la stanza affermando che la stessa era posta di fronte all’ufficio del Dr. FRANCO. Il PM da atto, altresì, che la stanza riconosciuta dal FRIVOLA è posta al piano primo della sede della Procura della Repubblica.
Lei mi chiede di ricordare i momenti relativi alla mia deposizione avvenuta in questo stesso stabile, già sede della Questura, e in particolare nella stanza che ho visionato poco prima ed io le rispondo quanto segue: “due o tre giorni prima come detto avevo sognato l’uccisione di una coppia, per questo motivo quando la sera del 9 settembre 1985 sento la notizia della morte dei due francesi avvenuta in Firenze agli Scopeti, telefono al 113 perché volevo fare delle dichiarazioni sul mio sogno premonitore. Al poliziotto che mi risponde al telefono chiedo di parlare, probabilmente, con il Capo della Squadra Mobile Dr. SPERONI, che io tra l’altro conoscevo perché egli frequentava il mio negozio di elettronica e perché avevo fornito materiale tecnico ed in particolare ricetrasmettitori. Credo che parlai con il Dr. SPERONI il quale mi invitò per il giorno successivo in Questura. Cosa che feci. Giunto in Questura, non ricordo se la mattina o il pomeriggio, chiese al piantone di parlare con il Dr. Speroni e mi ricevette il suo vice Isp. NAPOLEONI. Raccontai allo stesso Ispettore che era in compagnia di altre due persone, delle quali una batteva a macchina le mie dichiarazioni, tutto il sogno e chiesi allo stesso di fare un identikit perché il volto dell’omicida mi era molto impresso. Arrivò nell’ufficio un disegnatore al quale diedi le indicazioni somatiche. Ricordo senza ombra di dubbio questi particolari che io riferivo al disegnatore che compilò alcuni identikit, ricordo che ne facemmo anche uno di profilo. Ricordo che facemmo alcune bozze e vari disegni, delle parti del viso, ovvero nasi, menti, occhi, fronte e capelli. Io gli facevo correggere tutti quei particolari al fine di poter migliorare il disegno, alla fine ne venne fatto uno solo con le caratteristiche simili a quelle da me sognante e successivamente indicate. Alla fine tutti rimasero stupiti dell’ identikit ed in particolare fu proprio l’ispettore Napoleoni che chiamo dall’altra stanza il capo della Mobile dottor Speroni. AL suo arrivo esclamò: – “VIENI A VEDERE CHE COSA HA DISEGNATO GUARDA QUI”. E così dicendo si passavano incuriositi il disegno. Questa esclamazione ho potuto tradurla nel senso che forse quel volto poteva ricollegarlo a qualcuno a cui lui forse pensava. Questa è stata la mia sensazione. Ricordo che a guardare il disegno erano circa in quattro tra cui il dottor Speroni, l’Isp. Napoleoni ed altri poliziotti. Ricordo che erano rimasti colpiti, come se fossero meravigliati dall’identikit che il poliziotto disegnatore aveva fatto seguendo le mie indicazioni.
DOMANDA: Lei in quella occasione fece riferimenti alla città di Foligno.
Risposta: no, assolutamente. Non avevo nessun motivo per farlo. Voglio aggiungere che il disegno fatto non tiene sufficientemente conto della stempiatura che io avevo notato e che è molto simile a quella delle foto che mi sono state esibite. Specie quelle relative alla persona a torso nudo e per quanto riguarda la forma del naso quella in cui si vede il giovane con in braccio un bambino e anche quella raffigurante lo stesso giovane con espressione sorridente.
Il PM da atto che viene mostrata al FRIVOLA la foto nr. 1 di cui al fascicolo fotografico del R.O.N.O. CC. Perugia.
Continua il Sig. FRIVOLA: ricordo che l’ispettore disse che la cosa era interessante e che bisognava mandare il tutto a Firenze.
DOMANDA: mi racconti i vari atteggiamenti che assunse l’ispettore Napoleoni nel corso della sua esposizione.
RISPOSTA: ricordo che all’inizio del mio racconto forse non venivo preso molto sul serio. Infatti, ricordo che mi ascoltavano in maniera un po’ distaccata. Quando il disegnatore ha redatto l’identikit e l’Ispettore Napoleoni lo ha visto da quel momento il NAPOLEONI ha cambiato atteggiamento diventando meravigliato ed incuriosito. Infatti come detto poco dopo chiamo anche il Dr. Speroni. Sarò stato lì per circa una ora e mezza. Ricordo che l’Ispettore mi fece molte domande ma non ricordo bene quali. Ricordo anche che, quella sera, io dissi all’Ispettore che ero pronto ad andare con loro a Firenze perché avrei potuto avvertire la presenza dell’uomo. Lui mi disse vedremo e mi diedero la sensazione come se poi fossero andati a Firenze da soli. Non ricordo se raccontai in quella occasione, o successivamente, anche l’episodio del negozio di ferramenta. Ricordo ora che furono fatte altre bozze dal disegnatore che raffiguravano il soggetto di profilo. Ricordo anche che l’Ispettore alla fine del nostro colloquio appariva molto soddisfatto come se avesse ricevuto una informazione utile.
A.D.R. per mia cultura ed educazione religiosa sono un cattolico praticante e non conosco né ho mai frequentato di tipo esoterico in genere.
Voglio aggiungere che nei giorni seguenti alla mia deposizione in Questura venne a trovarmi in negozio l’Ispettore NAPOLEONI il quale sembrava molto interessato al racconto all’identikit.
Chiuso alle ore 13,30
Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p. L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)