Il 17 ottobre 2002, dopo che Mario Vanni era stato posto in libertà grazie all’istanza di scarcerazione accolta il 28 febbraio 2002, l’istanza di proroga della sospensione della pena viene respinta.
La motivazione risiede nella segnalazione da parte dei Carabinieri di San Casciano Val di Pesa che Vanni è spesso ubriaco per strada e ha un atteggiamento che potrebbe dare origine ad atti di violenza. Vanni viene quindi riportato in galera a Sollicciano da un sottufficiale dei Carabinieri con relativa scorta.
La direzione del carcere fu costretta ad assegnare al Vanni un “piantone”, cioè un compagno di cella con il compito di assistere notte e giorno un co-detenuto non autosufficiente.
Vedi Storia delle merende infami pag. 43