Il 26 novembre 2002 rilascia testimonianza Stefano Capitanucci.

Questa la testimonianza: Capitanucci Stefano testimonianza 26.11.2002

QUESTURA DI PERUGIA
Divisione Squadra Mobile
Sezione Criminalità Extracomunitaria – Antiprostituzione

OGGETTO: verbale di sommarie informazioni rese da: CAPIANUCCI Stefano nato a Perugia in data 27.03.1954, ivi residente in Via Delle Marmore nr. 159, generalizzato mediante carta identità nr. AG 2493024, rilasciata dal Comune di Perugia in data 02.04.2001.

Il 26.11.2002 alle ore 16,15 negli uffici della Divisione Squadra Mobile della Questura di Perugia. Di fronte ai sottoscritti Ufficiali di P.G. Ispettore Fantauzzi Furio, in forza all’Ufficio indicato in epigrafe, e Maresciallo “A ” S.U.ps De Pascalis Angelo, in forza alla R.O.N.O. di Perugia, è presente il nominato in oggetto, il quale sentito in merito ai fatti su cui si indaga, riferisce quanto segue: ” confermo quanto dichiarato nel precedente verbale. “

Domanda: ” Ci racconti come è andato l’incontro con Elisabetta Narducci, quando le lesse le carte e cosa le disse.” Risposta: ” Ricordo che Elisabetta Narducci e Michele Baratta vennero a casa mia e, parlando, l’Elisabetta mi disse se le potevo fare un giro di carte perchè aveva il fratello morto da poco. Sfogliando le carte ricordo che ebbi la sensazione che l’anima del fratello non era in pace e che se proprio voleva, poteva accendere degli incensi al sandalo per purificare l’ambiente. Io non ricordo di aver detto alla Narducci che il fratello era implicato nelle vicende del Mostro di Firenze. Ricordo anche che andai con Elisabetta alla villa del lago, a cui si accede da una strada in salita; fatto il viale di ingresso, entrammo in una porta e mi ritrovai in una ”stanza” dove vi era un tavolino basso con una papera di gesso. Eravamo al buio e siamo rimasti lì per poco tempo ed io le dissi di accendere in quel posto l’incenso di sandalo. Se ben ricordo in quell’occasione vi era anche Michele Baratta. Dopo quest’episodio ho rincontrato Elisabetta circa un paio di volte. “

Domanda: “E’ possibile che lei ricorda tutti i particolari, anche le sensazioni, ma non riesce a ricordare una frase con cui asseriva che — l’anima di Francesco non era in pace perché era stata coinvolta nella storia del mostro di Firenze?”  Risposta: “in quel periodo io uscivo da un grosso problema, che era l’alcolismo, e Sinceramente non riesco a ricordare altri particolari o altri fatti inerente la storia che mi viene contestata”. 

Domanda: “Da quando ha imparato a leggere le carte?” Risposta: “Era l’anno 1972, ed ho sempre usato i tarocchi egiziani; il metodo è molto semplice e non ci vuole molto ad impararlo.”

Domanda: “da quando pratica il “culto dei morti” e perché?”  Risposta: “Io credo molto in questo culto e posso dire che i morti mi hanno aiutato; quando parlo con loro posso raccontare i miei problemi senza rimanere con il dubbio che possano svelare i miei segreti, come potrebbe accadere con un vivo” “Voglio specificare che l’incenso e la candela furono accese da Michele Baratta, il quale mi disse che aveva avuto un grande paura perché io non ero andato con loro”.

Di quanto sopra è stato redatto il presente verbale che, previa lettura e conferma, viene sottoscritto dai redigenti e dal dichiarante.

26 Novembre 2002 Testimonianza di Stefano Capitanucci

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