L’ex magistrato aveva 82 anni, fu capo dell’Ufficio istruzione con Falcone e Borsellino istruì il maxiprocesso a Cosa Nostra
Morto Antonino Caponnetto il padre del pool antimafia
FIRENZE – La lotta alla mafia perde un altro dei suoi simboli: Antonino Caponnetto, il padre del pool antimafia di Palermo, il “capo” di Falcone e Borsellino, è morto oggi ad 82 anni in una clinica fiorentina dopo una lunga malattia.
Caponnetto era nato il 5 settembre 1920 a Caltanissetta e nel 1954 entrò in magistratura. Una normale carriera fino al 1983 quando, dopo l’uccisione per mano di Cosa Nostra di Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, Caponnetto chiese ed ottenne il trasferimento a quell’ufficio in prima linea nella lotta alla mafia. “La Sicilia ha pagato un alto tributo di sangue: spero che adesso ci lascino lavorare in pace” disse il giorno del suo insediamento.
Iniziarono così cinque anni di trincea e di soddisfazioni professionali. Ispirato dalla strategia di Caselli ed Imposimato nella lotta contro il terrorismo, inventò, forzando le regole procedurali, il pool antimafia. L’idea, spiegò lo stesso giudice, fu quella di creare un gruppo di lavoro che si occupasse a tempo pieno e in via esclusiva dei processi di mafia, frazionando così i rischi e assicurando una visione organica e completa del fenomeno.
Accanto a sé chiamò Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. Il lavoro di quel pool portò al primo maxiprocesso contro Cosa Nostra e agli atti, per la prima volta, finirono le dichiarazioni di pentiti come Tommaso Buscetta. Quando decise di lasciare Palermo per tornare a Firenze indicò in Falcone il suo successore. Il Csm gli preferì Antonino Meli seguendo criteri di anzianità e Caponnetto non nascose la sua amarezza per questa decisione.
Nel 1990 andò in pensione con titolo onorifico di presidente aggiunto della corte suprema di Cassazione ma le morti di Falcone e di Borsellino lo restituirono come testimone della lotta per la legalità . Pianse al momento della morte di Falcone, ebbe un momento di sconforto ai funerali di Borsellino, disse che era “tutto finito”, ma il suo impegno dal 1992 ad oggi è stato continuo, nonostante l’età e i problemi di salute.
Lezioni ai ragazzi delle scuole sulla giustizia, l’impegno in politica con la Rete che lo portò ad essere nel 1993 il candidato più votato alle amministrative di Palermo dove divenne presidente del consiglio comunale, le mille interviste, la partecipazione e la promozione di convegni, la creazione di una fondazione intitolata a Sandro Pertini, da ultimo il sostegno per il movimento dei Girotondi.
Cittadino onorario di Palermo e Catania, presidente del consiglio comunale del capoluogo siciliano per un breve periodo, per tre volte è stato candidato a senatore a vita con raccolte di firme. A fargli gli auguri per i suoi 80 anni, anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Li festeggi² in famiglia, con la moglie, i tre figli, i cinque nipoti e nel cuore il ricordo di Falcone e Borsellino: “Li sento sempre vivi, più¹ vivi che mai. Ho l’impressione che veglino dall’alto proprio su di me”.
Il funerale del magistrato si terrà domenica nella chiesa della Sacra Famiglia dei Salesiani, in via Gioberti 33 a Firenze. Il feretro arriverà alle 15 da Palazzo Vecchio dove è¨ stata allestita la camera ardente e verso le 15,30 è¨ prevista la cerimonia funebre.
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