Le risultanze medico legali che sopra abbiamo già ampiamente analizzato, hanno rilevato che, negli ultimi mesi di vita, il Prof. Francesco Narducci, faceva uso ripetuto e persistente di un oppiaceo di sintesi ad azione analgesico-narcotica, denominato “meperidina”. Le tracce di tale sostanza stupefacente, sono state rinvenute nell’encefalo, nei capelli del cadavere e nello stomaco, tanto da ipotizzare che l’assunzione avveniva in forma orale e che l’ultima era avvenuta poco prima della sua morte. Non risulta che i familiari del Prof. NARDUCCI, nè tantomeno la moglie, fossero a conoscenza dell’uso, da parte del loro congiunto, di detta sostanza che poteva essere da lui facilmente reperita all’interno dell’Ospedale ove lavorava. Qual’era il motivo per cui un importante e noto professionista come il NARDUCCI facesse uso di stupefacente? Ancora oggi non è stato chiarito
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 332
La meperidina – anche conosciuta come petidina – è un farmaco appartenente alla classe degli analgesici oppioidi. È un farmaco di sintesi dotato di un potere analgesico pari a un decimo di quello della morfina.
La meperidina è dotata di una rapida insorgenza d’azione e di una breve durata d’azione e – a differenza di altri analgesici oppioidi – può essere utilizzata anche in campo ostetrico. Poiché la meperidina ha una scarsa biodisponibilità orale, si preferisce la somministrazione per via parenterale.
Esempi di medicinali contenenti Meperidina (o petidina)
- Petidina cloridrato Molteni
- Petidina cloridrato Monico
- Petidina cloridrato S.A.L.F.
Indicazioni – Per Cosa si Usa
La meperidina è indicata per il trattamento del dolore da moderato a severo di diversa origine e natura, compreso il dolore post-operatorio, il dolore causato da patologie neoplastiche e il dolore causato dal travaglio.
Inoltre, la meperidina può essere utilizzata anche nella preanestesia nei pazienti adulti.
Avvertenze
A causa degli effetti indesiderati che potrebbero manifestarsi, la meperidina deve essere somministrata con cautela nei pazienti con patologie polmonari croniche, con patologie gastrointestinali di tipo ostruttivo, con patologie renali croniche, con patologie epatiche, con patologie cardiovascolari e con affezioni organiche cerebrali.
In seguito all’utilizzo di meperidina – soprattutto se effettuato per lunghi periodi – si possono sviluppare tolleranza e dipendenza (sia fisica che psichica). Perciò, la meperidina dovrebbe essere somministrata solo in pazienti che non rispondono ad altri antidolorifici e solo sotto lo stretto controllo del medico.
La meperidina è in grado di alterare la capacità di guidare veicoli e/o di utilizzare macchinari, pertanto, tali attività dovrebbero essere evitate durante il trattamento con il farmaco.
Infine, per chi svolge attività sportiva, l’utilizzo della meperidina senza necessità terapeutica costituisce doping e comunque può determinare positività ai test anti-doping anche quando assunta a scopo terapeutico.
Interazioni
La meperidina non deve essere somministrata ai pazienti che stanno assumendo – o che hanno assunto nelle ultime due settimane – inibitori delle monoammino ossidasi (IMAO), a causa degli effetti collaterali che possono insorgere.
La somministrazione concomitante di meperidina e di altri farmaci in grado di deprimere il sistema nervoso centrale può aumentare gli effetti della stessa meperidina. Fra questi farmaci ricordiamo:
- Anestetici generali;
- Sedativi ipnotici;
- Ansiolitici;
- Antipsicotici;
- Antidepressivi triciclici;
- Antistaminici.
Inoltre, anche l’alcool aumenta gli effetti della meperidina. Perciò, durante il trattamento con il farmaco è necessario evitare il consumo di alcolici.
La somministrazione concomitante di meperidina e di barbiturici o di cimetidina causa una riduzione della clearance della stessa meperidina.
Le fenotiazine, la fenitoina (un antiepilettico) e il tabacco, invece, sono in grado di interferire con il metabolismo epatico della meperidina.
Comunque, è sempre bene informare il medico se si stanno assumendo – o se sono stati assunti da poco – farmaci di qualsiasi tipo, compresi i medicinali senz’obbligo di prescrizione medica e i prodotti erboristici e omeopatici.
Effetti Collaterali
La meperidina può causare diversi tipi di effetti collaterali, sebbene non tutti i pazienti li manifestino. Ciò è dovuto alla diversa sensibilità di ciascun individuo nei confronti del farmaco. Pertanto, non è detto che gli effetti avversi si manifestino tutti e con la stessa intensità in ogni persona.
Di seguito sono riportati i principali effetti indesiderati che possono insorgere nel corso della terapia con meperidina.
Patologie del sistema nervoso
Durante il trattamento con meperidina possono manifestarsi:
- Mal di testa;
- Sedazione;
- Tremori;
- Vertigini;
- Irrigidimento;
- Convulsioni;
- Coma.
Disturbi psichiatrici
La terapia con meperidina può causare:
- Euforia o disforia;
- Allucinazioni;
- Disorientamento;
- Depressione;
- Psicosi.
Patologie cardiovascolari
Il trattamento con meperidina può favorire l’insorgenza di:
- Ipotensione o ipertensione;
- Vasodilatazione;
- Tachicardia;
- Sincope.
Patologie endocrine
La terapia a base di meperidina può provocare una diminuzione della produzione di ormone adrenocorticotropo (o ACTH), di glucocorticoidi e di ormone tireotropo (o TSH) fino ad arrivare, rispettivamente, a iposurrenalismo e ipotiroidismo.
Altri effetti collaterali
Altri effetti indesiderati che possono insorgere durante il trattamento con meperidina, sono:
- Dipendenza e tolleranza;
- Spasmo dello sfintere di Oddi;
- Nausea, vomito e stipsi;
- Secchezza delle fauci;
- Ritenzione urinaria;
- Eritemi, rash, prurito o orticaria;
- Ritenzione urinaria;
- Irritazione locale in corrispondenza del sito d’iniezione;
- Reazioni allergiche in individui sensibili.
Sovradosaggio
In caso di assunzione di dosi eccessive di meperidina possono manifestarsi:
- Depressione del sistema nervoso centrale fino ad arrivare al coma;
- Depressione respiratoria;
- Ipotermia;
- Cute fredda e umida;
- Paralisi muscolare flaccida;
- Bradicardia;
- Ipotensione.
Nei casi più gravi possono anche manifestarsi collasso circolatorio, arresto respiratorio, arresto cardiaco e morte.
L’antidoto in caso d’iperdosaggio è costituito dal naloxone, inoltre, devono essere istituite tutte le terapie di supporto necessarie.
Ad ogni modo, qualora si sospetti un sovradosaggio da meperidina, è necessario contattare subito il medico e rivolgersi al più vicino ospedale.
Meccanismo d’azione
La meperidina è un agonista dei recettori oppioidi μ. Questi recettori sono localizzati lungo le vie del dolore presenti nel nostro organismo e il loro compito consiste nel modulare la neurotrasmissione degli stimoli dolorosi. Più nel dettaglio, quando tali recettori vengono stimolati, si induce analgesia.
La meperidina – in quanto agonista dei suddetti recettori – è in grado di attivarli e di esercitare, quindi, un’azione antidolorifica.
Modo d’Uso – Posologia
La meperidina è disponibile per la somministrazione sottocutanea, intramuscolare o endovenosa sotto forma di soluzione iniettabile.
Di seguito verranno riportate alcune indicazioni sulle dosi di farmaco abitualmente impiegate in terapia.
Trattamento del dolore
Per il trattamento del dolore negli adulti, la dose di meperidina solitamente impiegata è di 25-100 mg, da somministrarsi per via intramuscolare o sottocutanea. In alternativa, la meperidina può essere somministrata per infusione endovenosa lenta utilizzando una dose di 25-50 mg di farmaco.
Nei bambini, invece, la dose di meperidina viene somministrata per via intramuscolare alla dose di 0,5-2 mg/Kg di peso corporeo.
Per il trattamento del dolore durante il travaglio, la dose di meperidina abitualmente impiegata è di 50-100 mg, da somministrarsi per via intramuscolare o sottocutanea non appena le contrazioni si presentano ad intervalli regolari.
Preanestesia negli adulti
Per la preanestesia negli adulti, la dose di meperidina solitamente impiegata è di 50-100 mg, da assumersi un’ora prima dell’intervento chirurgico.
Gravidanza e Allattamento
La meperidina attraversa la placenta e raggiunge il feto, pertanto, il suo utilizzo è controindicato in gravidanza. Fa eccezione il momento del travaglio in cui, invece, il farmaco può essere utilizzato.
Poiché la meperidina è escreta nel latte materno e può causare depressione respiratoria nel neonato, il suo utilizzo è controindicato anche durante l’allattamento.
- In pazienti con ipersensibilità nota alla stessa meperidina;
- In pazienti con depressione respiratoria;
- In pazienti con ipertensione endocranica;
- In pazienti affetti da asma bronchiale acuta;
- In pazienti affetti da feocromocitoma;
- In pazienti con tachicardia sopraventricolare;
- In pazienti che stanno assumendo – o che hanno recentemente assunto – farmaci IMAO;
- In pazienti che soffrono di disturbi convulsivi;
- In pazienti con alcolismo acuto o delirium tremens;
- In pazienti affetti da acidosi diabetica e a rischio di coma;
- In pazienti con gravi disturbi epatici e/o renali;
- In pazienti con preesistente depressione del sistema nervoso centrale, soprattutto se indotta da farmaci;
- In pazienti affetti da ipotiroidismo;
- In pazienti che soffrono di addome acuto e ileo paralitico;
- In pazienti con morbo di Addison;
- In gravidanza (ad eccezione del momento del travaglio);
- Durante l’allattamento.
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