Il 3 Febbraio 2003 dopo la testimonianza di Michele Baratta e la testimonia di Elisabetta Narducci, sentita a sua volta in mattinata. e due vengono messi a confronto.
Questo il confronto: Confronto Narducci_Baratta 3.02.2003
Questa la trascrizione del confronto:
N. 17869/01 R. G. Mod. 44
Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Perugia
VERBALE DI CONFRONTO (artt. 326, 358, 370 e 211 c.p.p.)
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In Perugia, c/o l’ufficio del Dr. G. Mignini sost., alle ore 18,12, il Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito dall’ Ispettore Fantauzzi Furio, presenti il M.A. s. UPS CC. Angelo De Pascalis e il Car. Sc. Danilo Paciotti.
Visti gli atti del procedimento penale n. 17869/01 R.G.N.R. Rilevato che sussiste contrasto tra le dichiarazioni rese da Michele Baratta e in particolare quelle in data odierna e quanto dichiarato dalla sig.ra Maria Elisabetta Narducci, specie in data odierna e che tale contrasto verte su fatti e circostanze di estrema importanza, poiché sono rilevanti ai fini dell’accertamento dei fatti per cui si procede;
Rilevato che il Sig. Baratta Michele ha dichiarato di essere stato a cena dal suo amico Stefano Capitanucci e che in quell’occasione il suo amico lesse i tarocchi all’allora sua fidanzata Elisabetta Narducci in seguito a cui affermò che l’anima di Francesco non aveva pace per via dei duplici omicidi di Firenze. Rilevato inoltre che il Sig. Baratta ha dichiarato che nella villa di San feliciano si recarono egli stesso e la Sig.ra Narducci Maria Elisabetta che compì una sorta di rito secondo le indicazioni del Capitanucci, mentre la Sig.ra Narducci Elisabetta ha dichiarato di non ricordarer il particolare degli omicidi di Firenze e di essere andata nella villa insieme al Baratta ed al Capitanucci e che fui a compiere il rito suggerito.
Il P.M. domanda a questo punto al signor Baratta se conferma o meno le precedenti dichiarazioni.
Risposta del signor Baratta Michele: confermo quanto da me dichiarato pur in considerazione del tempo trascorso. Ho detto di non ricordare con estrema precisione che tipo di allusione fu fatta ai delitti di Firenze ma una esplicita allusione a questi delitti, non ricordo se nel senso che il capitanucci lo presentava come genericamente coinvolto nella vicenda, fu fatta e fu posta in relazione alla necessità di praticare questo rito liberatorio. Ricordo anche che a queste parole Elisabetta non reagì ma si dimostrava interessata al rito. Per quanto riguarda la presenza o meno del Capitanucci non so se lui sia stato presente la prima volta ma probabilmente le altre due volte non venne; ricordo che comunque il rito lo facemmo io ed Elisabetta, anzi lo fece la mia ex fidanzata. In una occasione almeno sono certo che io e lei eravamo soli.
Il PM domanda a questo punto alla signora Maria Elisabetta Narducci se conferma o meno le precedenti dichiarazioni,
Risposta della signora Narducci Elisabetta: confermo quanto da me dichiarato e ribadisco che il Capitanucci sottolineava la negatività della moglie di Francesco; poi ricordo di essere stata in quella casa anche con il Capitanucci ma di esserci stata anche sola con Michele.
Il PM, a questo punto, invita le persone sottoposte a confronto alle reciproche contestazioni. Ed entrambi si riportano a quanto dichiarato. Il Baratta precisa: ” forse l’unica cosa che posso aggiungere è che forse in una di queste occasioni era presente anche il Capitanucci”. A domanda del P.M. il Baratta risponde: forse il Capitanucci fece anche qualche allusione anche alla moglie del Narducci ma di questo non sono assolutamente certo. L’unica cosa certa è quello che ho detto.”
A domanda del P.M. la signora Elisabetta Narducci risponde: null’altro ricordo oltre quello che ho detto.”
Si dichiara chiuso il confronto.
Si dà atto che le dichiarazioni sono state registrate e il verbale è redatto in forma riassuntiva e chiuso alle ore 18,35.-
L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)