Il 7 Febbraio 2003 rilascia testimonianza Angiolina (Lina) Giovagnoli, subito dopo aver effettuato una perquisizione presso la sua abitazione.
La Giovagnoli, di professione prostituta, dichiara di conoscere la Marzia Pellecchia sin dagli anni 80, e riporta fatti che sono riscontrati da chi la interroga. Racconta anche di una prestazione sessuale a due colla Pellecchia con un uomo, di cui non ricorda il nome, che gli piaceva “giocare” con due donne.
Racconta della conoscenza e della frequentazione di altre donne, citate anche dalla Pellecchia, in particolare Miniati Loredana, Cantini Anna e tale Maria Teresa.
Conferma che all’epoca guidava la macchina.
Nega però i festini sessuali a cui avrebbe partecipato insieme alla Pellecchia e con altre amiche.
In sede di individuazione fotografica, la donna riconosceva Francesco Calamandrei e poi, aggiungeva, che era stato un suo cliente, con lui aveva avuto rapporti sessuali. Negava, però, di essersi recata a San Casciano.
Nell’occasione, considerata la discordanza tra le dichiarazioni della Giovagnoli e quelle della Pellecchia, le due donne venivano messe a confronto e, durante tale atto, la Giovagnoli pur rimanendo sulla stessa posizione, dichiarava: “se lei (facendo chiaramente riferimento alla Pellecchia) dice così (della partecipazione ai festini) significa che è successo veramente… perché lei (la Pellecchia) non dice cazzate. Si vede che la mia mente ha deciso di cancellare questi ricordi perché troppo brutti“.
La circostanza della reale conoscenza tra la testimone e il Calamandrei era suffragata dal rinvenimento in un’agenda dell’ex farmacista dell’utenza telefonica 055.362432, intestata per l’appunto a Giovagnoli Angiolina, via Bellini, 41, Firenze. Come pure dal rinvenimento nella documentazione sequestrata alla predetta del nominativo e dell’utenza del Calamandrei. Era chiaro pertanto che l’ex farmacista aveva frequentato come cliente la prostituta, che era proprio una del giro di cui aveva parlato la Pellecchia.
Riferimento: GIDES 2 marzo 2005 Pag. 18/19
” … costei riconosceva il Calamandrei nella foto numero 10. E poi a domanda: “Si è mai recata a cene o incontri con alcuni amici in compagnia di qualcuna delle sue amiche Cantini Anna Maria, Miniati Loredana, Marzia Pellecchia”? Rispondeva: “Non mi sono mai recata a nessuna festa ed a nessuna cena in compagnia delle persone che mi avete detto”. Poi si passava al riconoscimento fotografico e la Giovagnoli relativamente alla persona riprodotta nella foto n. 1 dichiarava “ha una fisionomia che non mi è nuova”. Poi si passava alle foto numero 2, 3 e 4. E la p.i.f. riconosceva Vanni Mario nella foto numero 2, Lotti Giancarlo nella foto numero 3, Faggi Giovanni nella foto numero 4, aggiungendo: “Credo di averle viste pubblicate sui giornali”. La foto numero 5 bis era quella relativa a Vinci – Salvatore. “Mi sembra quel sardo che era sul giornale”. La foto numero 6, Calamandrei Francesco: “Non lo conosco”. Poi, Vinci Francesco: “Mi sembra il Vinci del giornale”. Zucconi Giulio: “Non lo conosco”. Narducci Francesco: “Mi sembra una fisionomia conosciuta, non saprei dove”. Verdino Francesco: “Non lo conosco”. La foto n. 10, Calamandrei Francesco: “Mi sembra che assomiglia al Calamandrei di San Casciano”. Circa la foto numero 12, corrispondente a Jacchia Gian Eugenio, dichiarava: “Ha una fisionomia, in particolare della bocca, che mi ricorda qualcuno che conosco”. A specifica domanda: “Ci può spiegare dove ha conosciuto il dottor Calamandrei di San Casciano?” la Giovagnoli replicava: “Conosco il Calamandrei da circa quarant’anni” – a pag. 4 – “Io ricordo come un tipo simpatico, con molta voglia di vivere, sempre molto plateale, frequentava spesso la mia casa di via Bellini negli anni Settanta. Ricordo che in quegli anni si accompagnava con altri due amici, uno più giovane di lui, molto distinto e simpatico, con i capelli scuri, mentre dell’altro non ricordo assolutamente nulla. Con il Calamandrei ci siamo anche sentiti spesso al telefono senza incontrarci, dove parlavamo sempre di tante cose. Ad un periodo di frequentazione, in cui il Calamandrei veniva a trovarmi di tanto in tanto, da solo, nella mia abitazione di via Bellini, 41, per rapporti sessuali, poi le visite sono cessate ed ho ricevuto solo telefonate di tanto in tanto. Due volte l’ho incontrato per strada, la seconda volta mi sembrava un po’ sciupato. A San Casciano ci andavo perché lei c’aveva questo amico dentista da cui si faceva curare. Sono stata chiamata in passato dalla Polizia, in un’altra occasione, non ricordo, ma penso negli anni Novanta. Mi chiesero sempre le stesse cose e cioè se ero stata a feste in villa a San Casciano e altre cose che non ricordo”. Vedi 22 dicembre 2008 motivazioni sentenza Silvio De Luca processo a Francesco Calamandrei Pag: 97 98