Il 10 (il giorno è fittizio) febbraio 2003 Mario Vanni, dopo essere stato colpito da crisi ischemiche e ipoglicemiche, viene ricoverato in ospedale.
La direzione di Sollicciano si rende conto di non poter gestire un detenuto ammalato fino a quel punto, dove il rischio della vita è grave e attuale; dispone quindi il trasferimento nel carcere di Pisa, dove esiste un centro medico carcerario, al momento della dimissione dall’ospedale.
Dopo il trasferimento Mario Vanni è caduto nuovamente in coma, i sanitari a Pisa concordano che un carcere è sempre un carcere, anche se attrezzato dal punto di vista sanitario, e ritengono che sia più indicata una casa di cura.
Stessa cosa certifica una perizia disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Firenze in seguito a una nuova istanza di Nino Filastò. Comincia una ricerca per trovare l’istituto disposto ad accogliere Mario Vanni.
Vedi Storia delle merende infami pag. 46