Il 28 Febbraio 2003 rilascia testimonianza Giuseppe Piferotti.

Questa la testimonianza: Piferotti Giuseppe 28.02.2003

Questa la trascrizione:

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia

OGGETTO: Verbale di sommarie informazioni rese ai sensi dell’ari. 351 C.P.P. da PIFEROTTi Giuseppe, nato a Perugia il 21.10.1944, ivi residente in Via delle Cove nr. 12, coniugato, infermiere, telefono nr. XXXXXXX, identificato mediante patente di guida cate. B nr. PG2170115C rilasciata dalla Prefettura di Perugia il 21.05.1964.——

Il 28 febbraio 2003, in Perugia, negli Uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale alle ore 17, 55.————————//

Noi sottoscritti Maresciallo “A” s. UPS Laurizi Vincenzo, appartenente al Reparto Operativo Nucleo Operativo Carabinieri di Perugia e Assistente Mion Maurizio della Squadra Mobile della Questura di Perugia, diamo atto che è qui presente il signor PIFEROTTI Giuseppe, in oggetto generalizzato, in quale sentito su delega dell’A.G. nella persona del Sost. Proc. Dott. Giuliano Mignini in ordine alle indagini di cui a Proc. Pen. 17869/01, riferisce quanto segue:

Dal 1964 svolgo l’attività di infermiere presso il reparto Gastroenterologia del Policlinico Monteluce di Perugia. Faccio presente che i primi tempi dell’attività il reparto era denominato Clinica Medica e solamente dopo alcuni anni è nato un nuovo reparto all’interno della Clinica Medica, denominato Gastroenterologia.

A.D.R. Conosco il Prof Antonio Morelli da moltissimi anni, praticamente da quando ancora non era laureato ma frequentava la Clinica medica, come praticante. Attualmente lo stesso è direttore della Gastroenterologia ove anch’io lavoro con Qualifica di Infermiere Professionale.

A.D.R. Ho conosciuto il Prof Francesco Narducci in quanto lavorava nello steso reparto ove io prestavo servizio. Ricordo che il suddetto è entrato nella Clinica Medica negli ani 1973- 1974 circa e da tale periodo, praticamente quando svolgevo l’attività in corsia. saltuariamente avevo contatti con il Prof NARDUCCI per motivi di lavoro. Nell’anno 1984. almeno credo, quando sono stato trasferito all’ambulatorio di Gastroenterologia. lavoravo giornalmente con il Prof. NARDUCCI Francesco.

A.D.R. Oltre al sottoscritto in quel reparto prestavano servizio gli infermieri RASPA Bruna, PAPI Antonia e POMPEI Goffredo e tutti hanno quindi lavorato con il Prof NARDUCCI. In tale periodo il Prof MORELLI era responsabile del servizio endoscopia e relativi pazienti degenti.

A.D.R. Faccio presente che il Prof NARDUCCI Francesco era una persona molto educata e con lui avevo un buon rapporto relativo all’attività lavorativa. Era una persona molto precisa e professionale e non l’ho mai visto alterato in alcun modo. Non mi sembra di averlo mai visto in corsia con occhiali da sole ne tantomeno ricordo di averlo visto con cicatrici ai volto.

A.D.R. Il giorno in cui è scomparso, non ricordo esattamente la data, ma comunque era l’ottobre del 1985, unitamente al Prof NARDUCCI Francesco, alla fine della mattinata, verso le ore 13,30 circa, eravamo intenti ad effettuare l’ultimo esame della giornata ad un paziente probabilmente ricoverato. Ricordo che l’esame endoscopio inferiore era ancora in corso quando il Professore fu chiamato dalla stanza attigua degli infermieri poiché aveva ricevuto una telefonata. II Professore si recò quindi nella stanza degli infermieri per rispondere al telefono e, quasi subito ritornò per ultimare l’esame insieme al sottoscritto. Non ho avuto modo di apprendere con chi il Professore aveva parlato per telefono in quanto come sopra detto, lui si reco nella stanza degli infermieri mentre io rimasi col paziente nella stanza dove venivano eseguiti gli esami endoscopici. Non sono in grado di ricordare se quando il Prof. NARDUCCI si recò al telefono c’erano degli infermieri presenti. Non mi ricordo quale infermiere venne a chiamarlo per renderlo edotto della telefonata. Quando terminò la conversazione telefonica, rientrando nella stanza dove ci trovavamo poco prima con il paziente, il prof. NARDUCCI non era affatto sconvolto e continuò ad ultimare l’esame.

A.D.R. La mattina seguente quando mi recai al lavoro, appresi dagli altri infermieri, ora non ricordo esattamente chi me lo riferì, che il Professore era scomparso dalla sera precedente e che lo stavano cercando. Infatti ricordo che qui giorni stavano eseguendo delle ricerche nelle acque del Lago Trasimeno dove sembrava che fosse scomparso in quanto avevano rinvenuto la sua barca. Conoscendo il Prof. NARDUCCI come un ottimo nuotatore ricordo che io pensai subito che gli poteva essere accaduto un incidente. Qualche giorno dopo, mentre ero al lavoro, venni a conoscenza che era stato rinvenuto il suo cadavere proprio nel Lago Trasimeno. 

A.D.R. Ricordo che la sera stessa del ritrovamento, o il giorno dopo, comunque sempre di sera tra le ore 18,00 e le 20,00, insieme ad altri colleghi infermieri, di cui adesso dopo tanto tempo non sono in grado di precisare chi fossero, ci recammo presso l’abitazione ove era sistemata la salma del Professore in località San Feliciano, per rendere omaggio. Ricordo che per arrivare alla villa che mi sembra di proprietà di alcuni amici di famiglia dei NARDUCCI, trovammo difficoltà per raggiungerla in quanto si trovava in una località isolata di campagna. 

A.D.R. Faccio presente che quel giorno, prima di recarmi presso l’abitazione a San Feliciano dove si trovava la salma, nel corso della mattinata io avevo lavorato in ambulatorio, come facevo tutta la settimana all’infuori della domenica che era il giorno di chiusura e quindi non lavorativo. In considerazione di quanto sopra, pur non ricordando con esattezza il giorno in cui mi sono recato a San Feliciano, posso escludere la domenica.

A.D.R. La bara era sistemata in un ambiente grande, forse un salone ed era aperta. All’interno della stessa vi era i1 cadavere di NARDUCCI Francesco da me riconosciuto per tale. Non ricordo esattamente i capi d’abbigliamento indossati dalla salma ma comunque mi sembra che indossasse qualcosa di scuro. Ricordo che il viso era gonfio e scuro e che non presentava altre anomalie. Ribadisco però che la salma era di NARDUCCI Francesco perché i capelli erano biondastri e leggermente sfrontato nella regione frontale. Non ricordo se avesse un anello o la fede nunziale ma se ben ricordo la fede non la portava neanche da vivo.

A.D.R. Quando sono entrato nella suddetta abitazione, c’erano quattro o cinque persone ma non ho Riconosciuto nessuno perché non le conoscevo. Escludo che erano presenti il Prof. MORELLI, il Dott. Farroni, PierLuca Narducci e Ugo Narducci.

A.D.R. Quando io ho presenziato in quella specie di camera ardente non ho visto il prete e posso Affermare che sono rimasto in tale luogo per circa cinque o dieci minuti. Non ho partecipato ai funerali.

Si da atto che il Sig. PIFEROTTI Giuseppe, dichiara spontaneamente quanto segue: “Ricordo che dopo circa qualche mese dalla morte del NARDUCCI, mi contattò telefonicamente a casa, un signore, con accento toscano, il quale mi disse che voleva parlarmi per apprendere qualche notizia in più sull’accaduto del Prof. NARDUCCI. A seguito di tale telefonata invitai lo stesso a recarsi presso il reparto ove prestavo servizio ed infatti lo stesso, qualche giorno dopo, si presentò con un registratore al collo. Io gli chiesi come aveva fatto a rintracciarmi e lui mi rispose che era un conoscente dell’ultimo paziente sottoposto ad esame endoscopico insieme al prof. NARDUCCI; di seguito gli domandai come conosceva il prof. NARDUCCI e lui mi disse che aveva fatto un viaggio insieme a quest’ultimo all’estero e lo aveva conosciuto in quella occasione descrivendolo una persona speciale e quindi voleva fare chiarezza su quanto era accaduto. Questi mi chiese se negli ultimi tempi il NARDUCCI era particolarmente agitato, se aveva litigato con qualcuno ed altre circostanze del genere. Come ho riferito anche in questa sede, ala persona di cui ora non ricordo il nome, gli dissi che non avevo nulla da dire sulla vita personale del NARDUCCI in quanto avevo con lui solamente un rapporto di lavoro. L’uomo all’epoca aveva una età apparente di anni 40 circa, corporatura media, altezza mt. 1,68 circa, senza barba ne baffi, con accento toscano Secondo me 1’uomo non era un giornalista. Nella circostanza l’uomo mi diede il suo cognome il nome e il numero di telefono che a suo dire dovevo interessare qualora avessi avuto ulteriori utili notizie ma 10 non 1’ho mai richiamato. L’appunto circa il telefono e il nome del predetto non è più in mio ossesso m quanto, essendo ormai trascorsi tanti anni, l’ho gettato.

A.D.R. Non ho altro da aggiungere. 

Il presente verbale contestualmente redatto in tre fogli, viene riletto, confermato, sottoscritto e chiuso alle ore 19,20 odierne.

28 Febbraio 2003 Testimonianza di Giuseppe Piferotti

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