Il 10 aprile 2003 rilascia testimonianza l’Avv. Giuseppe Jommi.

Questo uno stralcio della testimonianza:

Sommarie informazioni testimoniali rese da Jommi Giuseppe il 10.4.2003 dinnanzi al P.M.: “Non conosco l’avvocato Alberto Corsi che lei mi dice essere di San Casciano. Conosco invece l’avvocato Francesco Corsi che è professore di diritto commerciale. Lo conosco perché è il nipote dell’avvocato Guido Rocchi con cui iniziai a lavorare negli anni 68-69 e nel cui studio sono rimasto dopo la sua morte. Lei mi chiede se conosco qualche avvocato che abita a San Casciano ed io le dico che a San Casciano non conosco nessun avvocato… Conosco l’Avvocato Giorgio Lapi. Anche lui era nello studio Rocchi insieme all’avvocato Sacchettini. L’avvocato Lapi non esercita più da tempo, abita all’Impruneta da tantissimi anni. Mi è capitato a volte di andare a casa sua all’Impruneta o di pomeriggio o a cena anche in compagnia di mia moglie e dei miei figli. E’ capitato anche che lui sia venuto a casa nostra… Conosco Perugia per aver a volte visitato le sue bellezze artistiche ma non ho amici a Perugia. Ho avuto invece rapporti professionali per molti anni perché ho avuto varie cause in quella città. Tutto nacque negli anni 84-85 ma, se necessario, potrei verificare le date esatte. Si è trattato di incarichi che ho avuto a seguito di una sollecitazione di professionisti di Perugia che mi hanno portato a curare cause di due loro clienti che già avevano come legale l’avvocato Lamberto Bigi di Siena. Le clienti erano due signore di Siena ed esattamente la signora Erika Bartsch vedova Stoppini e Maria Luisa Stoppini le quali avevano l’albergo Palace Bellavista di Perugia di proprietà della s.n.c. Fratelli Stoppini. Quest’incarico ha riguardato varie cause finite intorno al 98 e chiuse con una faticosa transazione. Mi è capitato per questo motivo di recarmi spesso a Perugia sia presso gli uffici giudiziari e presso i clienti, soprattutto lo studio Scassellatti Sforzolini. Gli incontri avvenivano generalmente o presso l’albergo Palace Bellavista o presso lo studio Scassellatti Sforzolini… Non conosco nessuna persona di Perugia che frequentasse Firenze o che frequenti Firenze ora…Il nome Francesco Narducci è un nome per me nuovo. Non conosco alcuna persona con questo nome. L’ho letto per la prima volta nel biglietto di convocazione che ho ricevuto per oggi. Alcuni colleghi di studio, con i quali ho parlato della mia convocazione, mi hanno spiegato che è un nome apparso recentemente nelle cronache dei giornali e mi hanno raccontato sommariamente ciò che hanno letto. Loro mi dicono che lavorava con tale prof. Morelli. Anche questo nome non mi dice niente. Non ho mai avuto auto targate Perugia. Non ho neppure mai usato occasionalmente auto con la targa Perugia. Non ho mai auto di colore verde ne tantomeno ho usato auto di quel colore, targate Perugia. Loro mi dicono che questo Francesco Narducci aveva un Citroen CX targata Perugia. Escludo di averla mai vista nè tanto meno usata. Mi viene a questo punto mostrata la foto n.1  allegata alla nota della Squadra Mobile di Firenze del 5.4.2003 in atti. Escludo di avere mai visto la persona raffigurata in quella foto anche se debbo dire che è un volto abbastanza comune come caratteristiche, ma non certo perché mi ricorda qualcuno da me conosciuto. Mi vengono a questo punto mostrate oltre alla foto n.1 anche le foto n.2,3,4 dello stesso album e mi viene detto che rappresentano Francesco Narducci. Confermo che non conosco in alcun nodo la persona raffigurata in dette foto…. Sono andato all’Isola d’Elba in vacanza per alcuni anni alla fine degli anni 50 e poi successivamente, diverse volte nei primi anni 70 in quanto avevamo una multiproprietà in un residence di Procchio che in verità abbiamo ancora ma nel quale non andiamo più da tempo. Non conosco nessuno dei rappresentanti della famiglia Spagnoli di Perugia. Non conosco Gianni Spagnoli che voi mi dite essere il suocero di Francesco Narducci. Mi viene spiegato che Francesco Narducci era un medico gastroenterologo che aveva tra l’altro insegnato negli USA. La cosa non mi dice niente… La zona dell’Argentario l’ho frequentata molto poco. Ho avuto però degli amici che hanno una proprietà sopra Porto Ercole. Si tratta di Domenico Orsini e della moglie. Non conosco alcun medico di Perugia di nome Francesco… Conosco l’avvocatessa Maria Luisa Orlandini. Ha avuto rapporti di lavoro con il mio studio negli anni 75-80 per quel che ricordo. Si è occupata del recupero di alcuni crediti. Mi sono occupato di alcune vicende giudiziarie relative alla sua separazione dal marito professore Francesco Romano. Mi sembra, non ho ricordi precisi, che l’avvocatessa Orlandini sia venuta all’Elba. Niente so dire di interventi dei carabinieri nel luogo dove l’avvocatessa Orlandini alloggiava all’Elba. La circostanza è a me ignota e l’apprendo ora. Mi si fa presente che tale circostanza potrebbe essere stata anche un argomento nella causa della separazione dell’avvocatessa Orlandini, Niente ne so; per essere più preciso voglio aggiungere che il merito di tale cause lo curava direttamente la avvocatessa Orlandini. Io mi occupavo ovviamente della causa e degli atti, ma per quel che è il mio ricordo, una circostanza del genere non l’ho certamente memorizzata. Mi sembra anzi che la causa fu sistemata. Mi si chiede se ho conosciuto ortopedici che hanno lavorato o lavorano a Firenze. Ho conosciuto senz’altro il prof. Marchetti Pier Giorgio: era un mio compagno di collegio alla Querce. Ora è al Rizzoli di Bologna. Conosco Piero Salvi che è ortopedico a Firenze. Il nome Jacchia è legato ad un ortopedico di Firenze che è venuto per una sua vicenda personale sulle cronache dei giornali. Quel nome m’impressionò quando lo lessi sui giornali per ricordai di aver avuto un compagno di studi alla Querce alla fine degli anni 40-50. Non l’ho più rivisto e non ho saputo se lo Jacchia di cui si parlava sui giornali era il mio giornale. Ricordo solo un particolare o cioè la mamma era di Padova ed era bellissima, aveva gli occhi verdi. Loro mi fanno presente che, per quanto noto all’ufficio ortopedico Jacchia è nato a Padova e che potrebbe essere proprio il mio compagno di collegio, ma non posso dire niente di più in proposito… Sono stato in passato d’estate 2 o 3 volte a Cortina per periodi di circa 10 giorni, della signora Anna Maria Tulini vedova Menarini di Firenze. Ciò è avvenuto dopo il 1985. Mi viene a questo punto mostrata la foto n. 5 l’album della Questura indicato all’inizio. Mi si dice che raffigura Pier Luca Narducci fratello di Francesco. Anche tale foto non mi dice niente”. 22 dicembre 2008 motivazioni sentenza Silvio De Luca processo a Francesco Calamandrei Pag: 181 182 183

10 Aprile 2003 Testimonianza di Giuseppe Jommi

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