Il 14 Maggio 2003 viene ritrovato morto impiccato nella sua casa a Trivignano (Veneto) lo psicologo Maurizio Antonello di 49 anni.
Lo psicologo sarebbe stato ritrovato sulle scale di casa con un braccio appoggiato ad una pila di documenti ed al collo una cintura spezzata, con l’altro pezzo attaccato alla ringhiera delle scale, cintura che nessuno in famiglia ha mai visto prima. Antonello non avrebbe lasciato scritti o manifestato l’intenzione di togliersi la vita.
Viene verbalizzata la totale assenza di un archivio cartaceo, la sparizione del diario di Antonello e l’incidente occorso al suo computer. Nel momento dell’accensione, per verificarne il contenuto, è praticamente scoppiato. Altro inquietante particolare è che la morte non sarebbe stata causata dal soffocamento causato dalla cintura, ma da un infarto.
Del caso si occupò il Procuratore di Venezia Gianni Pippeschi che concluse l’indagine come suicidio.
Maurizio Antonello si occupava di ricerca su sette e gruppi religiosi. Sembra che avesse indagato anche sulla Rosa Rossa, lo rivela un suo amico avvocato Luciano Faraon .
Lo psicologo sarebbe stato ascoltato dagli inquirenti fiorentini in merito alle indagini sul MdF. La Procura fiorentina, dopo il colloquio, avrebbe deciso di svolgere degli accertamenti sul lavoro di ricerca di Maurizio Antonello. Sembrerebbe che l’Antonello abbia avuto una corrispondenza, forse un incontro, con una giovane ragazza che conosceva una delle vittime del MdF. Probabilmente la ragazza in oggetto era Elisabetta Ciabani.
Sono stati sentiti dalla Procura fiorentina amici e conoscenti di Maurizio Antonello, In particolare l’avvocato Luciano Faraon, il professor Giuseppe Bisetto e don Contri, sentiti a Firenze presso l’ottavo piano della caserma di via Gori, presente anche Michele Giuttari.