Il 17 Giugno 2003 rilascia testimonianza Michele Baratta.
Questa la testimonianza: Baratta Michele 17.06.2003
Questa la trascrizione della testimonianza:
Regione Carabinieri Umbria
Comando Provinciale di Perugia
– Reparto Operativo Nucleo Operativo –
OGGETTO: Verbale di sommarie informazioni rese ai sensi dell’art.351 C.P.P.da:
BARATTA Michele nato a Perugia il 28.04.1964, ivi residente, Frazione Montelaguardia, Via delle Ghiande n.104, coniugato, avvocato. Identificato mediante carta di identità n.AG 2484225 rilasciata dal Comune di Perugia in
data 20.02.2001.
L’anno 2003, addì 17 del mese di giugno, in Perugia, negli Uffici del Nucleo Operativo del Comando Provinciale Carabinieri, alle ore 09.45.
Noi sottoscritti Tenente Antonio Morra e Marescialli Vincenzo Laurizi, Lanfranco Croci e Luca Rossi, appartenenti al reparto in intestazione, diamo atto che è qui presente il Signor BARATTA Michele, il quale, sentito a giusta delega di indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia a firma del Sost. Proc. Dott. G. Mignini di cui al Proc. Pen. 17869/01, riferisce quanto segue:
DOMANDA: Deve riferire qualcosa di nuovo o integrare quanto già da lei riferito nella precedente audizione in merito alla vicenda della scomparsa e della morte del Prof. Francesco Narducci?
RISPOSTA: Confermo quanto da me precedentemente espresso e sono a disposizione a rispondere ad eventuali domande di chiarimenti.
DOMANDA: Ci racconti ancora più in dettaglio la sua esperienza vissuta con la famiglia Narducci.
RISPOSTA: Posso dire di aver vissuto una intensa storia d’amore con Elisabetta la quale è stata sempre una persona molto serena, gentile, disponibile e particolarmente amante della vita. Ricordo però che, quando scomparve Francesco ebbe delle strane reazioni come di isterismo solo ed esclusivamente quando emergeva la figura della cognata Francesca Spagnoli. Infatti, rimasi alquanto allibito di fronte alla scena che vedeva Elisabetta graffiare la vettura della cognata Francesca Spagnoli così come ho già riferito in precedenti audizioni. Nel contesto, voglio aggiungere che già da prima che Francesco morisse in famiglia, e cioè quella Narducci, ho avuto modo di apprendere in maniera deduttiva e anche perché qualcuno di cui non ricordo il nome me ne parlò, anche se posso pensare, logicamente, che possa essere stata Elisabetta, che il matrimonio tra Francesco Narducci e Francesca Spagnoli non fosse dei più felici. Questo lo posso affermare con certezza soprattutto quando affermo di averlo saputo prima dei tragici eventi dell’ottobre 1985.
DOMANDA: Secondo lei qual’era il motivo per cui si instaurò un odio così profondo tra la Elisabetta Narducci e la sua cognata Francesca Spagnoli?
RISPOSTA: Non riesco a dare una spiegazione, anche se tenderei ad escludere motivi legati a situazioni economiche, anche perché l’agiatezza di entrambi i nuclei familiari era, secondo me, tale da non prendere in considerazione una tale ipotesi.
DOMANDA: Ci vuole parlare cosa accadde dopo la morte di Francesco Narducci?
RISPOSTA: Successivamente i genitori caddero in un assoluto mutismo relativamente alla scomparsa del loro congiunto. Tra l’altro, devo dire che non ho mai frequentato Francesco e Francesca Spagnoli, mentre, invece, avevo buoni rapporti con Pier Luca Narducci e la moglie Giovanna con i quali ogni tanto ci vedevamo.
Si dà atto che alle ore 11.10 si allontana il M.llo Laurizi Vincenzo per impegni di servizio.
DOMANDA: Ci vuole descrivere l’incontro avvenuto tra Stefano Capitanucci ed Elisabetta Narducci? Inoltre ci dice se il Capitanucci, nei momenti in cui vi incontrò, avesse dei problemi fisici o psichici?
RISPOSTA: Premetto che il mio amico Capitanucci Stefano in anni passati, ma comunque sicuramente antecedenti al 1985 di diversi anni, aveva avuto problemi di alcoolismo che quando lo feci conoscere ad Elisabetta erano ormai assolutamente passati. Infatti ricordo che mi sfotteva volentieri poiché quando pranzavamo o cenavamo assieme io volevo bere del vino e lui metteva in tavola esclusivamente aranciata o coca-cola. Posso affermare senza ombra di dubbio che quando feci conoscere Stefano Capitanucci ad Elisabetta il primo era assolutamente normale e non aveva alcun tipo di problema fisico o psichico. Ci incontrammo dopo qualche mese dalla morte di Francesco Narducci presso l’abitazione di Stefano in Via Santini ad Elce (Perugia) dove adesso ancora vive la sua ex moglie che se non ricordo male si chiama Renata Vignoli, con la quale Stefano ebbe anche un figlio di nome Fabio. Ricordo che Stefano aveva la passione per l’esoterismo ed in particolare ogni volta che lo incontravo, o quasi, mi leggeva i tarocchi. Volle farlo anche quella sera ad Elisabetta, non ricordo se spinto da quest’ultima o di propria sponte, fatto stà che ricordo perfettamente che in quell’occasione Stefano Capitanucci disse che l’anima del defunto Francesco Narducci era irrequieta poiché in vita era stato coinvolto, non si sa a quale titolo, nei delitti legati al cosiddetto “Mostro di Firenze” , come peraltro già comunicato nella precedente audizione. Disse ad Elisabetta che Francesco andava liberato e che per tale motivo bisognava effettuare dei rituali magico-esoterici che poi vennero effettivamente espletati così come già detto. Rammento adesso che con molta probabilità in quella occasione Stefano Capitanucci parlò di una certa negatività, non meglio specificata, della moglie del Prof. Narducci, Francesca Spagnoli.
DOMANDA: Avvenne qualcosa dopo questi ultimi episodi di cui lei può riferire?
RISPOSTA: Dopo qualche anno, mi sembra tre o quattro, Elisabetta diventò buddista, come già ho riferito in precedenti audizioni. Tale fatto fu il motivo di rottura del nostro fidanzamento. Elisabetta aveva cominciato a frequentare queste persone buddiste poiché conosciute in precedenza, all’epoca in cui era fidanzata con tale Marco Morettini, con il quale è stata assieme fino a poco tempo prima che si fidanzasse con me. Ricordo che Marco Morettini in seguito studiò architettura a Firenze. Mi viene in mente adesso che Elisabetta era molto legata ad un orologio da sub nero, mi sembra marca Citizen, che era appartenuto in vita al fratello Francesco e che lei aveva voluto per sé.
Non ho altro da aggiungere né da modificare su quanto integralmente espresso in questa sede.
Il presente verbale viene riletto, confermato e sottoscritto dalle parti presenti e chiuso alle ore 12.50.