Il 23 giugno 2003 rilascia testimonianza della Dott.ssa Rosalba Giannoni.
Parla di un funzionario di Polizia da cui aveva avuto notizia del rinvenimento del cadavere del Narducci; questi si era detto convinto del suicidio del medico, e le aveva anche chiesto (sapendo della pregressa amicizia tra lei e il gastroenterologo) se ne potesse immaginare una causa plausibile. Il suddetto funzionario aveva poi aggiunto che quasi certamente l’autopsia non sarebbe stata fatta, al più l’avrebbero compiuta in un “cimitero di campagna”, cosa che aveva sorpreso non poco la GIANNONI.
Nell’occasione, la teste dichiara anche, a proposito delle implicazioni fiorentine della vicenda NARDUCCI:
“Tutti dicevano che aveva lasciato una lettera al padre, ma non sono in grado di dire cosa ci possa essere stato scritto. Ricordo che in città era come voce di popolo il fatto che FRANCESCO fosse scomparso perché coinvolto nella vicenda degli omicidi del cosiddetto “mostro di Firenze”. Appena morto, a Perugia, la gente parlava di FRANCESCO come coinvolto in questi delitti e detentore delle parti anatomiche femminili.” Vedi: Sentenza Micheli Pag. 727