Il 4 luglio 2003 rilascia testimonianza Dorotea Falso al Sostituto Giuliano Mignini.

Questo il verbale: Dorotea Falso testimonianza 4 luglio 2003

Questa la trascrizione:

Il giorno 04 luglio 2003 alle ore 15.50, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito dal Car. Sc. Danilo Paciotti della Sezione di P.G. aliquota Carabinieri Sede e alla presenza dell’Isp della P.S. Furio Fantauzzi e dell’ass. Maurizio Mion della squadra Mobile Questura di Perugia, è comparsa la Sig.ra Dorotea FALSO la quale, richiesta delle generalità, risponde: “Sono FALSO Dorotea, nata a Minturno (LT) il 01.04.1964 residente a Foligno via Maestà Di Donati nr. 34.”. 

Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento

A.D.R.: “Ho cominciato a ricevere le telefonate minacciose per cui è procedimento dal 14 luglio 2000. Quella data non si riferiva, a quanto mi risulta, a nessun mio familiare o persona di mia conoscenza e preciso che mio figlio Filiberto Brozzi è nato il 28.01.1998. Nell’appartamento dove vivo, abito con mio marito Brozzi Stefano e mio figlio. Nell’appartamento a fianco abita il fratello di mio marito Francesco, sua moglie Cavaceppi Nadia e il loro figlio. Al piano superiore abita mio suocero Brozzi Franco e sua moglie Cavalaglio Armanda. Aggiungo che durante la settimana vengono due donne delle pulizie una delle quali va da mia cognata, si chiama Annarita e abita poco distante da casa nostra, l’altra che va sia da me che da mia suocera, si chiama Angela ed è la zia di mia cognata Nadia Cavaceppi.

A.D.R.: Gli unici motivi di attrito che ho avuto con persone di mia conoscenza in questi anni sono stati con mia cognata Nadia Cavaceppi. La discussione avvenne a settembre dell’anno 2000, in quanto suo figlio diede una bastonata in testa a mio figlio che all’epoca aveva due anni e mezzo. Il giorno successivo Nadia venne da me a casa mia ad insultarmi. Comunque Nadia è sempre stata gelosa di me anche se non capisco il motivo.

A.D.R.: “Ho iniziato la scuola di estetista a Cassino nell’anno 1982, dando il primo esame nel 1983. L’anno dopo ho dato l’esame a Roma e vi ho lavorato per circa un anno presso l’istituto di estetica “Nepher” la cui titolare era la sig.ra Giuseppina Necci e poi nel 1985 86 ho raggiunto i miei familiari a Trevi. Nel 1990 ho aperto l’istituto “Centro Estetica Dorothy” fino ad aprile 2000 e il 30 maggio 2000 mi sono trasferita a Foligno ed ho aperto il centro di estetica “B&B”. In tutte le attività da me gestite, ho svolto l’attività da sola. “. 

A.D.R.: “Tutti mi chiamano Dorothy e vengo chiamata così da bambina, in quanto quanto questa è la versione inglese del nome Dorotea.” 

A.D.R.: “La madre di una mia ex amica di Trevi che è anche mia cliente sig.ra Nanda Fiacchi, usava chiamarmi Dody. ” 

A.D.R.: “Ho cominciato a rivolgermi alla Polizia verso il mese di agosto 2000. Parlai all’inizio con il dr. Antonini Bruno dirigente del Commissariato di P.S. di Foligno, il quale mi accompagnò in un ufficio, dove vi erano due poliziotti che mi presero a verbale. Sono stata più di una volta da loro, visto che le telefonate proseguivano. Ricordo anche che furono acquisiti dei tabulati, ma mi fu detto che i numeri di telefono che non conoscevo, provenivano da cabine telefoniche.” 

A.D.R.: “Non ho mai avuto relazioni extraconiugali ne comunque me ne sono mai state attribuite.”. 

Viene ora mostrata alla sig.ra Falso Dorotea la riproduzione fotografica denominata “RIP 1” in bianco e nero e si dà atto che la sig.ra si rifiuta di prendere visione della riproduzione fotografica denominata “PROVA DOR. 1” a colori previa utilizzazione del floppy, allegato dalla Squadra Mobile. La sig.ra scoppia a piangere ed esclama: “lo volete capire che non sono io quella donna. Io non ce la faccio più, sono tre anni che vengo minacciata e vivo con il terrore che mi portino via mio figlio ed ora vengo accusata di fare le cose ho visto nella foto mostratami dalla Squadra Mobile durante il precedente verbale!”

Viene mostrata alla sig.ra la foto in bianco e nero denominata “RIP 2” e la sig.ra Falso, sempre piangendo esclama: “non sono io, non ho mai fatto quelle cose!” 

A.D.R.:” C’è una ragazza che mi somiglia e canta presso la gelateria “Da Ennio” sita in Foligno. La foto della donna raffigurata nella foto denominata “RIP 2” assomiglia alla ragazza di cui ho parlato. “. 

Si atto che alla sig.ra FALSO viene mostrata la foto allegata alla relazione di servizio datata 03.05.2003 della Squadra Mobile di Perugia e la stessa scuote la testa mormorando Non l’ho mai vista” 

A.D.R.: “Quando siamo andati a prendere il gelato con mio marito dalla gelateria “Da Ennio” in questi ultimi anni, ho visto questa ragazza. 

A.D.R.: “Ho partorito a Foligno il 28.01.1998 con il prof. Bircolotti. ”

A.D.R.: ” E’ vero che nelle telefonate vengono fatti molti riferimenti alla vicenda del cosiddetto “Mostro di Firenze” e alla morte del prof. Francesco Narducci. ” 

A.D.R.: “Della morte di Pacciani come dovuta ad un assassinio, ne ho sentito parlare nelle telefonate anonime dell’estate 2001 e, poco tempo dopo, lessi sui giornali dei sospetti di omicidio relativi alla morte di quest’ultimo. Circa Narducci, so che il padre del morto era il primario ginecologo di Foligno c/o cui si ricoverò mia madre. “. 

A.D.R.: “A quanto mi sembra, il dr. Antonimi, non dette molto peso alle telefonate dicendomi che prima o poi sarebbero terminate, ma questa è una mia impressione. Fui chiamata anche dai Carabinieri quando fu dato fuoco al fienile di mio marito e la cosa fu poi rivendicata dagli anonimi telefonisti. Ai Carabinieri non parlai della rivendicazione fattami dagli anonimi ma loro erano stati informati delle telefonate dal dr. Antonimi.”. 

A.D.R.:” Parlando con una mia cliente, fui indirizzata all’Assistente Capo della Polizia di Stato Emili Salvatore al quale raccontai la mia storia e che mi consigliò di registrare le telefonate.

A.D.R.: ” Il dr. Antonini mi mostrò i tabulati delle telefonate, ed io riconobbi numeri di molte mie clienti ed evidenziai i numeri che non successivamente mi dissero essere di cabine telefoniche.”. 

A.D.R.: La cabina telefonica più vicina a casa è in zona La Paciana a cui si può arrivare facilmente a piedi in circa cinque minuti.”. 

A.D.R.: ” Al Commissariato di Foligno ho fatto più di una denuncia ma una volta mi dissero che non ero la prima a ricevere queste telefonate. A un certo punto, all’incirca tra la fine dell’anno 2000 e gli inizi dell’anno 2001, parlai con l’Isp. Cesca e incontrai l’Assistente Emili, dopo il suo ritorno dal G8 di Genova. Ma, prima ancora che intervenisse l’Ass. Emili, gli anonimi cominciarono a parlare di Pacciani e di sette sataniche. Della cosa informai il dr. Antonimi, il quale mi disse di non dargli troppo peso. Da quando parlai con l’Ass. Emili, ho sempre consegnato le cassette registrate delle telefonate fino all’aprile di quest’anno. Io comunque ho continuato a registrare le telefonate nelle quali la voce femminile, allude alla mia uccisione e dice che diverrà la madre di mio figlio. Da quella data non hanno più parlato della vicenda fiorentina anche perché io mi rifiuto di ascoltare. Le telefonate giungono a negozio per lo più il pomeriggio tra le 17.00 e le 20.00 e ultimamente è sempre l’uomo che parla al telefono. Una volta mi hanno detto che nessun della Polizia o Magistrato mi darà ascolto perché sono tutti dei loro. Mi dicono anche che il Poliziotto marito della mia Baby sitter una certa Tania, non mi darà una mano e lo accusano di pedofilia. Questi fa servizio alla polizia Postale di Foligno. In altre occasioni mi hanno detto che sono dei loro i Poliziotti e i Magistrati e di non giocare con il telefono. Non vengo mai chiamata al cellulare tranne quando metto il trasferimento di chiamata dallo studio al mio cellulare. Una volta che ero venuta a parlare con lei, il giorno dopo mi chiamarono dicendomi che era inutile che mi rivolgessi al Procuratore. Quando venni la prima volta da lei in Procura, non ne parlai con nessuno e venni accompagnata solo da mio marito. “. 

A.D.R.: Quando sono venuta qui, non ho incontrato alcuna persona di mia conoscenza.”. 

A.D.R.: C’è stato un periodo nel quale sospettavo di tutte le persone anche addirittura di mio marito. In alcune occasioni sia mio marito, il dr. Antonini, il Poliziotto Paolo Segatori, marito della Baby Sitter, hanno risposto e sentito le telefonate. Quando gli anonimi hanno parilato con mio marito e con il dr. Antonini, ho risposto io è successivamente gli ho passato la comunicazione. Invece quando ha risposto Paolo Segatori, io ero a casa e a negozio c’erano Paolo Segatori e sua moglie. Queste telefonate sono registrate. Io li avevo invitati a non rispondere ma questi lo fecero e la Baby Sitter mi disse che suo marito aveva parlato con qualcuno. Quando io ricevevo le telefonate in negozio, molto spesso la Baby Sitter era a casa mia. Questa è una ragazza che si veste in modo abbastanza discinto e ho spesso provato gelosia a causa sua nei confronti di mio marito. Tania ha partorito da poco e, nelle telefonate, gli anonimi dicono che quel figlio sia di mio marito. L’anno scorso, in una telefonata, mi dissero che mio marito era uscito in bicicletta con la baby sitter cosa che in effetti era avvenuta circa due giorni prima. La Baby Sitter so che si è recata recentemente a trovare mia suocera ma da me non è venuta, mi ha solamente fatto gli auguri per il mio compleanno il 1° aprile scorso. So che Tania, quando è da mia suocera, cerca mio figlio. Tania ha risposto a qualche telefonata ed è rimasta colpita dal tono delle stesse, ma non gli ha dato troppo peso. Mio figlio me lo ha cresciuto lei, in quanto è venuta a casa mia quando questi aveva otto mesi e lui è molto affezionato a lei e suo marito ed è un po’ geloso della loro figlia. Tania non abita distante da casa mia. La Baby Sitter ha una sorella che vive a Terni insieme ai genitori. Il fratello di Paolo Segatori Giorgio che sta alla stradale ha studiato con mio marito di cui è un carissimo amico dall’infanzia. L’altro fratello Stefano Segatori fa servizio alla Polizia Ferroviaria di Foligno. Stefano è gemello di Paolo. Aggiungo che Paolo e quasi certamente anche Stefano Segatori, hanno prestato sevizio a Firenze insieme con un ragazzo certo Lorenzo, rimasto paralizzato in seguito ad un incidente avvenuto a Firenze non ricordo quanto tempo fa. Paolo Segatori sta alla Polpost di Perugia’ 

A.D.R.: “Giorgio l’ho conosciuto tramite mio marito e poi ho conosciuto gli altri quando è venuta a fare la Baby Sitter da me la moglie di Paolo. Mio marito lo conosco dal 1993.” 

A.D.R.: ” I riferimenti alla vicenda fiorentina, sono iniziati nell’estate 2001.”

A.D.R.: “Le mie clienti sono tutte persone piuttosto normali che con me parlano soprattutto di questioni familiari. “. 

A.D.R.: “L’Istituto “Nepher” di Roma è stato chiuso e l’ho saputo a Bologna da una ragazza che fa l’estetista in quella via. Nulla so della titolare. 

A.D.R.: ” Mio marito è rappresentante di abbigliamento e viaggia spesso tra Umbria, Marche, Abruzzo e Molise, spesso va anche al nord Italia dove ci sono le sedi delle ditte. Si reca a Firenze in occasioni di Pitti uomo. “. 

A.D.R.: “Un giorno la donna che mi minaccia al telefono dopo i soliti insulti, mi disse di salutare i medici e in effetti alle 15.00 avrei dovuto portare mio figlio all’ospedale a fare una visita. La Baby Sitter avrebbe dovuto attendermi all’ospedale, ma quel giorno se ne andò via alle ore 12.00. Dell’appuntamento in ospedale era a conoscenza mia cognata, mia suocera e la Baby Sitter. Anche in altre occasioni, gli anonimi erano a conoscenza di particolari riservati della mia vita dei quali era a conoscenza Tania. Ricordo di aver conosciuto i genitori di Tania in occasione di un pranzo a casa loro e mi hanno dato l’impressione di una famiglia normalissima. Aggiungo che, qualche giorno fa, ho ricevuto una telefonata da un uomo con accento normalissimo e subito dopo aver risposto “pronto” hanno riattaccato, pochi secondi dopo è arrivata un’altra delle solite telefonate.”. 

A.D.R.: “So che mio marito il giorno dopo il mio interrogatorio alla Squadra Mobile, si è recato in Questura e so che ha avuto un colloqui con i poliziotti.” 

A.D.R.: Aggiungo che lo scorso 26 dicembre, a casa di mia suocera, è arrivata la telefonata di una donna che chiedeva il mio numero di telefono di casa. Mia suocera le disse che non lo aveva. Così mi venne a chiamare e, quando risposi, sentii la solita voce minacciosa. Il mio numero di casa è riservato ed è a conoscenza di tre mie amiche: Paola BACCI, PARTENZI Rosanna, MARCELLONI Anna MARIA DILIETO Rita. Poi lo ha mio padre e mia sorella. Stefano, mio marito lo ha dato a qualche suo amico uno di nome Duilio, l’altro è SPACCINI Sergio che è parente di mio marito. Lo ha anche la sorella di mio marito Ines BROZZI

Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p. e chiuso alle ore 18.00 

4 Luglio 2003 Testimonianza di Dorotea Falso

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