Il 4 Luglio 2003 rilascia testimonianza il Dr. Luigi De Feo.
Questa la testimonianza: De Feo Luigi testimonianza 04.07.2003
N.17869 /2001 R. G. notizie di reato – Mod. 44
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia
(Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, tei. n. 075/54491)
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI (ari 362 c.p.p.)
Il giorno 04 luglio 2003 alle ore 09.15, in Perugia, e/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost, assistito dal Car. Sc. Danilo Pacioni (NdR: forse Danilo Paciotti) in servizio alla Sezione di P.G. aliquota Carabinieri Sede, è comparso il Dr. Luigi DE FEO, il quale richiesto delle generalità, risponde: ” Sono Luigi DE FEO, nato a Forino (AV) il 28.05.1935, residente a Perugia in via del Poggio nr. 10 tei. XXXXXXXX, funzionario della Polizia di Stato in congedo”.
Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’ari. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p.
Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento.
• Domanda: ” Si è mai occupato nella sua attività e/o la Questura di Perugia della vicenda relativa alla scomparsa e morte del Prof. Francesco Narducci? ”
• Risposta: “No, perché gli accertamenti di Polizia furono condotti dalla Squadra Mobile, allora diretta dal dr. Speroni. Ricordo soltanto che si parlò di disgrazia, poi suicidio e poi attraverso la stampa di possibili ipotesi di reato in ordine alla morte dello stesso. Presumo soltanto che siano stati condotti accertamenti da parte della squadra Mobile, trattandosi di territorio periferico dove di solito interveniva il Comando Stazione Carabinieri competente per territorio.”
• A.D.R.: ” I rilievi fotografici all’epoca venivano svolti dall’ufficio segnaletico della Polizia scientifica che era inquadrata nella seconda divisione da me diretta e che affiancava l’organo operativo della Squadra Mobile, nelle indagini. Responsabile della polizia Scientifica, a quanto ricordo, era allora il M.llo PANZA Raffaele. Posso comunque escludere che per quanto ricordi, non mi furono fatte richieste di messa a disposizione della Polizia Scientifica che però poteva essere attivata dalla squadra Mobile, anche a mia insaputa.”
• Domanda: ” Ricorda di avere svolto le indagini sul gruppo de “I CAMALEONTI? ”
• Risposta: “Si, lo ricordo perfettamente. Si trattava di un gruppo di ragazzi appartenenti a famiglie in vista, che vennero sottoposti a procedimenti penali per furti commessi in alcune ville e appartamenti della città di proprietà di amici di famiglia. Seguii quelle indagini perché all’epoca, ricoprivo l’incarico di dirigente della Squadra Mobile. Non ricordo se il nome Camaleonti, comparisse negli atti di indagini, ma in ogni caso a livello giornalistico quantomeno, così fu chiamato quel gruppo che comprendeva Alfredo BRIZIOLI, Paolo COLETTI, un certo BALSOTTI, un certo ANTONELLI e altri. Furono eseguiti mandati di cattura firmati dal G.I. Dr. Giorgio CASOLI e alcuni del gruppo, a quanto ricordo, subirono condanne almeno in primo grado. Tra questi certamente Alfredo BRIZIOLI. Circa il nome Camaleonti, a quanto ricordo, si voleva alludere al fatto che da persone insospettabili, si trasformassero in autori di reati contro il patrimonio. A quanto ricordo, gli elementi del gruppo, organizzavano delle feste tra di loro nelle varie abitazione alcuna delle quali, sarebbero state successivamente svaligiate. Ricordo anche che si parlò della necessità di questi giovani di doversi procurare denaro necessario per arredare l’appartamento di un loro amico che io non ho mai conosciuto e il cui nome comunque, a mia memoria, non venne fuori dalle indagini. Il discorso dell’arredamento fu addotto dai giovani, quasi a giustificazione del loro operato.
• Domanda: ” Sa per caso, se nell’ambito di amici di questo gruppo vi fosse anche Francesco Narducci?”
• Risposta: “No, non ne ho mai sentito parlare.
• Domanda: ” Conosce Rosalba Giarmoni? ”
• Risposta: ” Si, la conobbi per caso una sera poco tempo dopo la morte di Francesco Narducci, davanti al bar “Medioevo” e rimasi colpito da come parlava del Narducci. Ebbi in altre parole che i due si conoscessero bene e ricordo che la signora esprimeva il suo stupore circa il possibile suicidio nel Narducci, di cui allora si parlava in città. La signora era in compagnia di un mio amico oggi deceduto Aw. Michele Bisceglia e di altre persone che non ricordo.
• Domanda: ” Incontraste difficoltà nelle indagini sul gruppo “I Camaleonti?”
• Risposta: “No, ma le indagini furono abbastanza lunghe perché tra le nostre ipotesi di lavoro, c’era anche quella che i colpi nelle ville fossero messi a segno da una “Batteria” di ladri professionisti provenienti da altra provincia. All’epoca tenevamo d’occhio alcuni pregiudicati della zona che si pensava potessero fare da intermediari. Fra le aree di provenienza di queste Batterie c’era la zona della Magliana e altre zone di Roma. Poi riuscimmo invece ad accertare che il gruppo dei “Camaleonti” aveva radici locali ma ricordo anche che si disse che parte della refurtiva doveva essere piazzata a Roma. Ricordo che con me a quel tempo lavorava il Brig. Carria, l’App. Raffale Rossetti, deceduto, l’App. Angelo Ricciarelli e altri che non ricordo.
Si da atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’ari 140 c.p.p. e chiuso alle ore 10.30.
L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini Sost)