Il 1 Agosto 2003 rilascia testimonianza Attilio Pratesi.
“oltre indicare gli occupanti nel tempo dei vari appartamenti affittati, tra cui anche la dottoressa Impresa, presentata al Martelli dal funzionario di polizia Marcello Carmineo, che andava a trovarla, tra l’altro, riferiva: “escludo nella maniera più categorica che presso gli appartamenti annessi alla villa vi abbia abitato negli anni 80 un cittadino americano di colore. Lo avrei sicuramente visto in quanto io giravo per tutta la proprietà e mi occupavo di tutta la manutenzione della stessa.”
Allo stesso veniva poi mostrato un album fotografico contenente anche la foto del Parker e, dopo averlo esaminato, dichiarava: “escludo nella maniera più assoluta che la persona raffigurata nella foto n. 5 abitasse negli appartamenti annessi alla villa La Sfacciata. Io personalmente non l’ho mai visto e il nome non mi dice niente. Può darsi che vi abbia abitato dopo che io sono andato in pensione nel 1992. Anche perché quando lavoravo a La Sfacciata io ero tutto il giorno in giro nella proprietà e quindi lo avrei per forza notato… ribadisco, e di questo ne sono proprio certo, di non aver mai visto negli appartamenti o nella villa la persona di colore di cui ho visto la fotografia e che mi avete detto chiamarsi Parker Robert. Una persona così l’avrei sicuramente notata e non l’avrei potuta dimenticare, anche perché, come ho spiegato io stavo sempre nella villa e conoscevo bene tutti gli inquilini degli appartamenti. Dovete considerare che più volte ero io ad indicare al postino dove doveva recapitare la corrispondenza e dove abitavano i destinatari della stessa “
A proposito della presenza nella villa di una Fiat 126, il Pratesi riferiva: “Non mi risultano auto Fiat 126 presenti nel complesso ed appartenenti agli inquilini che si sono succeduti nel tempo.” A proposito poi del tedesco Reinecke, dichiarava: (vi abitava) “un tedesco di nome Rolf, che era un uomo di circa 45 anni, molto alto e grosso con capelli biondi sul rossiccio, radi. Non ricordo che attività svolgesse; aveva allacciato una relazione con una signora svizzera che abitava nell’appartamento sito a fianco al suo sempre all’interno di villa La Sfacciata. Non ricordo il nome della signora svizzera ma posso dire che era una signora molto alta, con capelli lunghi ricci biondi, di corporatura molto robusta e non credo che svolgesse nessuna attività lavorativa. Il Rolf aveva una grossa auto, forse un BMW di colore scuro. Sono a conoscenza che lo stesso è la persona che negli anni 80 aveva rinvenuto i cadaveri dei due tedeschi uccisi in via di Giogoli. Anzi preciso meglio, mi disse che notò la targa del furgone dei tedeschi e mi disse che erano proprio della sua città natale. Fu lui ad accorgersi per primo del delitto. Andò via dalla Sfacciata credo dopo del 1984 e, comunque, dopo che era morto Martelli Martino, insieme alla cittadina svizzera con la quale aveva una relazione. Aveva l’abitudine di bere molto. Mi ricordo che la signora Svizzera mi raccontò che la prima sera che conobbe il Rolf, quest’ultimo si avvicinò a lei mentre era seduta davanti a piazzale del suo appartamento sedendosi accanto a lei; nell’occasione il Rolf si scolò tre birre ubriacandosi e in seguito, mentre si alzavano, la donna vide che lo stesso aveva una pistola che teneva infilata nella cintura dei pantaloni e mi disse che non le piacevano le persone in quel modo. ll Rolf era un po’ strano, specialmente quando beveva diventava prepotente. Era un tipo schivo e sempre da solo. Non ricordo che qualcuno andasse a trovarlo,” Spontaneamente aggiungeva: “quando venne ad abitare la svizzera ricordo che il Martino Martelli mi disse che aveva dato l’appartamento in affitto per 100 mila lire al mese ad una ragazza svizzera che viveva da sola. Era un appartamento grande di 4 stanze e a me sembrò che una donna sola avesse preso un appartamento davvero molto grande, se si considera che le stanze erano molto molto ampie. Per molto tempo veniva a trovare questa svizzera un omino piccolo che la donna mi disse era originario di Napoli e faceva il posteggiatore. In effetti notai che l’uomo indossava in testa un cappellino con la visiera di quelli che di solito usano i parcheggiatori. Della svizzera ricordo adesso anche che aveva un’autovettura A 112 di colore bianco. Quando poi la svizzera conobbe e si mise con il tedesco l’omino napoletano scomparve.
“Ed ancora a domande dell’ufficio, rispondeva: ” Questo omino napoletano poteva essere alto 1.60 Mt., era proprio piccolo di statura ed aveva il viso tondo. lo quando andavo via dalla villa lo lasciavo insieme alla svizzera ma non so dire se a una certa ora andava via o se pernottava nell’appartamento della svizzera… Il tedesco dall’idea che mi ero fatto era una persona con tanti soldi. Si vedeva che era una persona che stava bene e non aveva problemi di soldi. Il Martino non mi spiegò mai come aveva fatto a trovare questo inquilino… Il tedesco venne ad abitare dopo circa un anno che già abitava la donna svizzera… Sia la svizzera che il tedesco da quando sono andati via insieme non l’ho più rivisti e neppure li ho mai incontrati. Quando il tedesco e la svizzera si misero insieme, il tedesco lasciò il suo appartamento ed andò ad abitare in quello della svizzera che era più grande. Nell’appartamento del tedesco andò ad abitare una certa Cobetto o Cometto, almeno da quello che ricordo ed aveva il marito e due o tre figli. Gestiva dei negozzi di scarpe a Varese e di abbigliamento Benetton, anzi di borse, a Pontassieve. Il marito aveva un Mercedes 5000 scuro.”
La P.G. identificava sia la conduttrice di uno degli appartamenti della villa in Impresa Patrizia sia il soggetto che aveva presentato costei al Martelli, in Carminio Marcello, già funzionario di polizia di stato in servizio per diversi anni alla questura di Firenze e, alla fine della carriera, prefetto di Massa.
Vedi 22 dicembre 2008 motivazioni sentenza Silvio De Luca processo a Francesco Calamandrei Pag: 115 116