Il 3 Novembre 2003 rilascia testimonianza Giancarla Sogara moglie di Massimo Spagnoli. Fratello di Gianni Spagnoli e zio di Francesca Spagnoli.

Questo uno stralcio della testimonianza:

So che Ugo e Pier Luca si opposero all’autopsia e convinsero Francesca della sua inutilità. Mio marito, invece, prese Gianni da una parte e lo esortò a richiedere l’autopsia, ma Gianni rispose che Francesca non lo voleva. Dopo i fatti, a causa della grande amicizia che mio marito aveva con Augusto De Megni, venni a sapere che si erano interessati a mettere “tutto a posto”, così si espressero, circa la morte di Francesco, Augusto De Megni, Ugo Narducci ed un Questore che poi venimmo a sapere essere il Dr. Francesco Trio, appartenente anche lui alla massoneria. Credo che ci fosse di mezzo anche qualche magistrato, perché erano tutti massoni. A quell’epoca De Megni era una potenza a tutti i livelli, sia finanziari che politici.” Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 51/52

“… ho conosciuto Francesco quando avevo i bambini piccoli; conoscevo la famiglia di Francesco, anche perché Ugo è stato il mio ginecologo sin dall’anno 1964. Conoscevo bene anche Lisetta perché giocavamo a bridge insieme. Frequentavamo lo stesso albergo in montagna. Ricordo che Francesco era un ragazzo molto esuberante, molto scherzoso; ricordo che organizzava sempre degli scherzi, come quando ricoprì di carta igienica i corrimani dell’albergo “Miramonti” di Cortina d’Ampezzo. Ricordo molto bene che Francesco si era innamorato follemente di una certa Mecatti, ma che la madre di Francesco, Lisetta, non approvava questo rapporto perché riteneva la ragazza di condizioni sociali inferiori alle sue aspettative e non trovava opportuna la maggiore età della Mecatti rispetto a Francesco. Improvvisamente, venimmo a sapere che Francesca, mia nipote, si era fidanzata con Francesco; ci sembrò strano perché Francesca era una ragazza molto ingenua ed anche molto costretta all’interno della famiglia da un’educazione piuttosto rigida. Quando Francesca si accorse che Francesco le faceva la corte, ne fu felicissima; nel frattempo, Pierluca, il fratello di Francesco, si era fidanzato con Nicoletta Spagnoli e si vedeva che Lisetta era contenta di questi eventi, anche perché quest’ultima era particolarmente attaccata al figlio maggiore Francesco. Nel 1978 ci siamo trasferiti a Porto Ercole e saltuariamente tornavamo a Perugia, andando a stare a casa di Aldo. Le mie figlie, che erano già abbastanza grandi, si fermarono, invece, a Perugia per proseguire gli studi superiori che ormai avevano iniziato, vivendo a casa della nostra ex tata, la signora Laura Vignaroli Zangarelli. Ricordo che, appena contratto il matrimonio, Francesca e Francesco partirono per il viaggio di nozze in un’isola caraibica; appena tornati, Francesco partì per gli Stati Uniti, dove si trattenne per circa otto mesi. Io non riuscivo a capire come potesse andarsene negli Stati Uniti poco dopo il matrimonio, lasciando da sola la giovane moglie. Ricordo anche che nel Natale di quell’anno, Francesca ed Elisabetta, sorella di Francesco, andarono a trovare Francesco in America.” Domanda: ” suo suocero, Aldo Spagnoli, fu ricoverato per problemi di salute ? Se sì, si ricorda quando avvennero i ricoveri?” Risposta: ” rammento che una volta Aldo fu ricoverato dopo il matrimonio di Francesca e Francesco. Ricordo che nel mese di Luglio Aldo fu ricoverato per una serie di esami e l’anno corrispondeva a quello antecedente la morte di Francesco, ossia il 1984. Ricordo anche che Francesco fu visto da mia figlia Federica presso locali notturni, quando Francesca già si trovava al mare, e lui era rimasto in città; tali locali Francesco li frequentava in compagnia di altre donne. Accadeva spesso, infatti, che Francesco non si trovasse insieme alla moglie i fine settimana, quando la moglie era al mare con i genitori, adducendo problemi improvvisi sul lavoro.” A.D.R. il periodo in cui Francesco rimase in città mentre la moglie era la mare, in occasione del ricovero di Aldo al policlinico, mi pare per problemi intestinali, va collocato nell’ultimo fine settimana di Luglio 1984. Mi pare proprio che si trattò dell’anno 1984, perché nell’anno 1985 Francesco tornò in America per tre mesi, da Luglio a Settembre. Quando tornò, verso i primi di Settembre, era dimagritissimo, pallido, era un uomo triste e portava degli occhiali scuri agli occhi. Francesca non era andata con lui. Appena tornato, si mise a lavorare per organizzare un convegno di gastroenterologia, presso la struttura ricettiva del castello dell’Oscano, convegno che doveva aver luogo o prima o dopo l’otto ottobre 1985. Ricordo che chiesi a Francesco cosa avesse fatto, perché lo vedevo molto cambiato e lui mi rispose che era molto stanco, stressato, che quei mesi in America lo avevano stancato. A.D.R. in quei tre mesi in cui Francesco si trovava in America, spesso telefonava a casa a Francesca, dicendole che non doveva preoccuparsi a chiamarlo perché non poteva assicurare la sua reperibilità e che avrebbe provveduto lui a tenersi in contatto con lei. A quanto ne so, Francesco si era recato negli Stati Uniti per motivi di studio. A domanda dell’ispettore Capo Fantauzzi, risponde: ” Francesco conosceva molto bene l’avvocato Alfredo Brizioli con cui frequentava la stessa compagnia; ricordo anche che entrambi andavano al mare all’Elba, nel residence “Napoleon” a Procchio, A.D.R. io conoscevo abbastanza bene il Prof. Jacchia, detto “Giangi”, in quanto era compagno di scuola di mia cognata. Jacchia aveva la casa a Porto Santo Stefano, uno studio ad Orbetello, in Via del Rosso e frequentava d’estate mia sorella Federica e suo marito Francesco Battaglia, gli Ascani e i miei cognati, Gianni Spagnoli e Bona Franchini. Spesso facevano delle cene a cui partecipavano un po’ tutti, sia a casa dello Jacchia, sia degli Ascani che di mia sorella. Jacchia conosceva sicuramente Francesco Narducci perché uscivamo tutti in barca insieme e spesso, pur stando su imbarcazioni diverse, capitava che, durante gli ormeggi, chi stava su un imbarcazione passasse su un’altra e viceversa. A.D.R. all’inizio pensavo che Jacchia fosse un buon medico, poi quando seppi che aveva perso tutta la carriera in seguito all’accusa di pedofilia, rimasi esterrefatta e il mio stupore aumentò quando seppi che aveva patteggiato la condanna. Alla fine lo persi di vista, dopo che era intervenuta la separazione dalla moglie Stefania. A.D.R. posso dire che Francesco aveva un certo “giro” di donne, anche con le infermiere, una delle quali era proprio la sua infermiera. Francesca non sospettava di nulla ed era talmente ingenua e credulona nei confronti di Francesco che il giorno della scomparsa di suo marito, dopo che quest’ultimo era tornato inaspettatamente a casa nel primo pomeriggio, dicendole che si era dimenticato di una cosa e che sarebbe andato in ospedale per poi tornare a casa all’ora di cena, Francesca attese le ventidue prima di chiamare Beatrice per avvisarla che Francesco non si trovava più. A quanto mi è stato riferito, quando Francesco tornò a casa il giorno della scomparsa, si recò nel suo studio a prendere qualcosa per poi uscire di nuovo. Quando tornavamo a Perugia nelle ultime settimane di vita di Francesco, mia cognata Bona mi diceva sempre che Francesco era molto impegnato con il lavoro e con la preparazione del convegno. Sicuramente, il 14 settembre 1985, Francesco era a Perugia, perché era il compleanno di Bona. Il nove Settembre era il mio compleanno ma io lo festeggiai a Porto Ercole e non so se Francesco fosse già tornato. Aggiungo che mio figlio Aldo, a quell’epoca lavorava a New York e quando seppi che Francesco tornava negli Stati Uniti nell’anno 1985, detti il numero telefonico di mio figlio a Francesca, perché suo marito lo potesse contattare, ma a quanto mi disse mio figlio, Francesco non lo chiamò mai. Io sapevo che Francesco andava in America per motivi di Studio. A.D.R. fummo avvertiti della scomparsa di Francesco, da mia figlia Federica, la sera dell’otto ottobre, verso le ore 23,00. Può darsi anche che la notizia mi fu data la mattina del nove ottobre. Partiti da Porto Ercole e giunti a Perugia, ci sistemammo in casa di mio suocero. Francesca era affranta, mentre mio cognato Gianni si rivolse ad Augusto De Megni, ad una medium che abitava, se non sbaglio, a città di Castello, e a tutti coloro che potevano dargli qualche aiuto. Ricordo che qualcosa di strano mi disse Gabriella Ginocchietti in Meniconi Bracceschi, ma non ricordo di cosa si trattasse di preciso. Rammento che qualcuno commentava la sparizione di Francesco, alludendo ad un rapimento, così come alcune persone dicevano che fosse scappato. Ricordo anche che il titolare della darsena dove Francesco teneva la barca, Peppino Trovati, disse che Francesco era arrivato in fretta con la moto e, all’osservazione del Trovati che c’era poco carburante nel serbatoio, Francesco rispose: ” tanto per quello che mi serve …. Vado qui e torno ….”. Quello che mi ha più colpito in quei giorni fu il comportamento della famiglia Narducci che, proprio al momento della scomparsa di Francesco, assunse un atteggiamento di profonda ostilità nei confronti di Francesca e, più in generale, nei confronti della famiglia Spagnoli tanto che nel trigesimo nella morte di Francesco, Pierluca impedì a Francesca di sedersi nel banco della famiglia Narducci ed un analogo atteggiamento di ostilità lo manifestò anche Ugo nei miei confronti, cessando di salutarmi. Non so spiegarmi il perché di tale atteggiamento. Aggiungo che, quando fu rinvenuto il cadavere, ripescato la domenica tredici ottobre, nessuno della famiglia Spagnoli lo vide, tanto meno Francesca. La notizia del rinvenimento del cadavere la dette mia cognata a Francesca.” Domanda: ” ricorda se fu fatta l’autopsia al cadavere ripescato nel lago? E, in caso negativo, ricorda se vi furono persone che s’interessarono a che non venisse fatta l’autopsia?” Risposta: ” So che Ugo e Pierluca si opposero all’autopsia e convinsero Francesca della sua inutilità. Mio marito, invece, prese Gianni da una parte e lo esortò a richiedere l’autopsia ma Gianni rispose che Francesca non lo voleva. Dopo i fatti, a causa della grande amicizia che mio marito aveva con Augusto De Megni, venni a sapere che si erano interessati a mettere “tutto a posto”, così si espressero, circa la morte di Francesco, Augusto De Megni, Ugo Narducci ed un Questore che poi venimmo a sapere essere il Dr. Francesco Trio, appartenente anche lui alla massoneria. Credo che ci fosse di mezzo anche qualche magistrato, perché erano tutti massoni. A quell’epoca, De Megni era una potenza a tutti i livelli, sia finanziari che politici. A.D.R. ricordo che, per la vestizione del cadavere, mia cognata Bona preparò un vestito blu, ma Elisabetta, arrivata a casa disse che non voleva quei vestiti perché Francesco non li avrebbe mai messi e quindi prese un paio di pantaloni ed un giubbino scamosciato.” A.D.R. non ricordo assolutamente che venne preso un telo o una specie di asciugamano, necessario per la vestizione di Francesco. Non me ne ha mai parlato nessuno” A.D.R. poco tempo fa, parlando con il Dr. Alessio Puletti, che attualmente tiene in cura mio marito per via del diabete, insieme alla Dott.sa Belladonna di Todi, ho saputo che quest’ultima aveva avuto una relazione con Francesco. Alessio ci ha, operò, confidato che la Belladonna gli disse che aveva rotto il rapporto con Francesco perché pensava che questi si fosse messo su una brutta strada ed avrebbe avuto dei guai. Aggiungo che, l’anno scorso, Mimmi Fioroni, vedova di Giorgio Fioroni e molto amica del Dr. Francesco Trio, mi disse che senz’altro Francesco era morto di AIDS. Questa confidenza mi fu fatta circa due anni fa, durante una cena conviviale che si è tenuta a casa sua. Posso anche dire che, dopo la morte di Francesco, sono circolate diffusamente notizie che lo coinvolgevano nella vicenda del cosiddetto “mostro di Firenze….” Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 289/290/291/292/293

3 Novembre 2003 Testimonianza di Giancarla Sogaro

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