Il 5 dicembre 2003 rilascia testimonianza Dott.ssa Francesca Barone (indicata erroneamente solo come Paola ma il nome completo è Francesca Paola Barone), all’epoca dottoressa specializzata in medicina legale facente parte dell’istituto di medicina legale dell’università di Perugia.
Questo uno stralcio della testimonianza: “….lo Zoppitelli sopraggiunse trafelato dando la notizia del rinvenimento del cadavere del Narducci con le mani legate dietro la schiena e con i segni delle percosse, saranno state le 17,00 circa. La mia sensazione fu che la cosa fosse avvenuta poco tempo prima”.
Lo Zoppitelli sarà messo a confronto con la Barone il 13 marzo 2002.
Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 52
“…. Domanda: ” Lei conferma le precedenti dichiarazioni di cui gliene viene data lettura?” Risposta: ” Si confermo integralmente le dichiarazioni da me rese di cui mi è stata data lettura. Sono assolutamente certa sul fatto che ZOPPITELLI Giancarlo mi abbia parlato del cadavere del NARDUCCI precisando che aveva le mani legate dietro la schiena e che doveva aver subito tantissime borre, specie al volto. Mi pare, ma di questo non sono assolutamente certa, che mi disse anche che aveva i piedi legati. Lo ZOPPITELLI pronunciò queste parole nella casa di
Luciano e Gino ZOPPITELLI a San Savino dove noi ci eravamo recati, come spesso accadeva la domenica, probabilmente verso le 16,30-17,00 come nostra abitudine. A quanto ricordo lo ZOPPITELLI Giancarlo, che era un paziente di mio marito che è cardiologo, sopraggiunse trafelato mentre noi eravamo ospiti dei suoi cugini esclamando che era stato trovato il cadavere del NARDUCCI come se il fatto fosse accaduto da brevissimo tempo. “Domanda: “Aveva guardato il TG3 Regionale quel giorno? ” Risposta: “Si, di solito lo guardo ma la notizia del rinvenimento del NARDUCCI la ebbi per la prima volta in casa ZOPPITELLI. Di questo ne sono assolutamente certa, tanto che comunicai la notizia telefonicamente al Professor FABRONI mio diretto superiore nell’Istituto di medicina Legale perché ritenevo doveroso informarlo dando per scontato che sarei stata chiamata per l’autopsia essendo io di turno all’istituto, tanto che salutai tutti e mi diressi a Perugia a casa a prepararmi non essendovi all’epoca i cellulari. Non dissi al Professor FABRONI i particolari riferitimi dallo ZOPPITELLI, ma gli dissi solo che si trattava di una persona nota. Con mia grande sorpresa però nessuno mi chiamò. Ribadisco che quando lo ZOPITELLI sopraggiunse trafelato dando la notizia del rinvenimento del cadavere del NARDUCCI con le mani legate dietro la schiena e con i segni delle percosse, saranno state le ore 17,00 circa. La mia sensazione fu che la cosa fosse avvenuta poco tempo prima. Mi viene ora in mente che io, sorpresa del fatto che la televisione non ne avesse parlato, sottolineai questo particolare. Presenti in quel momento erano gli abitanti dell’appartamento, forse ZOPPITELLI Pietro e ovviamente ZOPPITELLI Giancarlo. Penso che fosse presente anche mio marito Dott. Nazzareno RAMONI oltre ai miei figli che erano piccoli. “Domanda: ” E’ sicura che si trattava di domenica? “Risposta: “Non ne ho la certezza perché qualche volta ci recavamo in quella casa anche il sabato pomeriggio essendo il sabato e la domenica, giornate non lavorative. Quindi poteva trattarsi anche di un sabato pomeriggio. Sono sicura che quel giorno guardai il TG3 e che non fu data quella notizia. Nei giorni successivi ebbi la conferma dai giornali e dalla televisione che il cadavere del NARDUCCI era stato ripescato ma nessuno parlava più delle mani legate dietro la schiena e delle percosse. Rimasi molto stupita di come andarono le cose sia perché l’Istituto di Medicina Legale non era stato chiamato sia per la mancata autopsia sia per il silenzio sui particolari che mi erano stati riferiti. Ne parlai con il Prof. FABRONI ma lui era arrivato da poco e non sapeva che dirmi. Aggiungo che il giornalista Pietro LICCIARDI a cui ho fatto riferimento nei precedenti verbali, presentatosi da me che lo conoscevo per motivi di lavoro, al fine di avere indicazioni sull’esistenza di eventuali indagini sul NARDUCCI, fu da me indirizzato all’Ispettore MAZZI, che abitava a Ponte D’Oddi, la cui figlia è deceduta recentemente in un incidente stradale. Informai il LICCIARDI che un mio collega di Foligno, Dott. Marcello MENCACCI, mi aveva detto che esisteva un fascicolo sul NARDUCCI, in Questura, già da prima della morte e che tale fascicolo sarebbe sparito o avrebbe subito delle alterazioni dopo la morte del medico. Il LICCIARDI, dopo il colloquio con l’Ispettore, mi disse che quest’ultimo sia pure in modo molto reticente gli aveva confermato l’esistenza del fascicolo ma si era rifiutato di fornire altri particolari perché aveva paura per la vita sua e dei suoi familiari. Mi sembra che il LICCIARDI mi disse che da quel fascicolo mancavano una o più pagine. Aggiungo che, successivamente alla morte del medico, quest’ultimo cominciò ad essere oggetto di insistenti e diffuse dicerie secondo cui lo stesso sarebbe stato il “mostro di Firenze” o comunque sarebbe stato coinvolto in questa storia…..”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 128/129