Il 30 Dicembre 2003 rilascia testimonianza Luigi Dolciami.

Questa la sua testimonianza: Luigi Dolciami testimonianza 30.12.03

Questa la trascrizione della testimonianza:

N. 17869/01 R. G. Mod. 44

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia
(Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, tel. n. 075/54491)

VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI
(art. 362 c.p.p.)

Il giorno 30.12.2003 alle ore 15.40, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. (ufficio sito al terzo piano del palazzo), assistito dal M.llo O. Luca Rossi, del RONO CC. di Perugia, a norma dell’art. 373, sesto comma c.p.p., presenti, per esigenze investigative il V.Brig. Stefano Navarri del RONO CC. di Perugia, è comparso DOLCIAMI Luigi il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono e mi chiamo DOLCIAMI Luigi, nato a Castiglione del Lago (PG) il 14.03.1925, residente a Magione (PG), Frazione San Feliciano, Via della Concordia n.8, pensionato”.

♦ Domanda: ” Deve aggiungere qualcosa a quanto già riferito nell’audizione del 30 maggio 2002?”
♦ Risposta: ” Confermo quanto già dichiarato di cui ho avuto testé lettura salvo il fatto che al ritorno dalla zona dove avevo pescato io mi diressi non verso Sant’Arcangelo a verso San Feliciano.”
♦ Domanda: ” Riconosce l’imbarcazione da lei vista in quella di cui alla foto n,23A-24, 24A-25, 22A-23 di cui alla busta provini n.5?”
♦ Risposta: ” Non mi pare perché l’imbarcazione da me vista, pur essendo grosso modo di quelle dimensioni, aveva una forma più rettangolare e non aveva la punta aguzza come prua che vedo nella foto. Inoltre la pilotina, cioè il volante, era spostato più in dietro e più in alto.. ”
♦ Domanda: ” Di che marca poteva essere il motore dell’imbarcazione da lei vista?”
♦ Risposta: ” Allora andava di moda l’Evinrude.”
♦ Domanda: ” Ci descriva esattamente i tempi ed i modi della sua uscita nel lago nella giornata in cui lei venne a sapere della scomparsa del Narducci.”
♦ Risposta: ” Io dovevo andare a pesca nel tratto di Lago antistante la costa sudoccidentale dell’Isola Polvese. Non ricordo se dovevo pescare le tinche o le anguille. Partii da San Feliciano verso le 15 dal nuovo pontile che è vicino alla Cooperativa Pescatori. Mi trovavo a bordo del mio fuoribordo con motore marca Evinrude e mi diressi da San Feliciano verso il tratto di costa dell’Isola Polvese molto a sud del Muciarone, nei pressi del castello. Percorsi, quindi, il tratto di lago a sud dell’Isola Polvese ad una distanza di circa 200 metri dalla costa meridionale dell’Isola, quando ad un certo punto, mentre mi trovavo grosso modo di fronte al castello, ad una distanza di circa 200 metri da questo, vidi sopraggiungere, con percorso sicuro e rettilineo, uno scafetto di colore grigio delle dimensioni di quello che mi è stato mostrato nella fotografia, ma di diversa fattura che ad una velocità abbastanza contenuta, stava venendo dalla mia stessa direzione e cioè dalla zona di San Feliciano. Vidi che alla guida dell’imbarcazione c’era un uomo che aveva forse un berretto, non anziano, vestito di una specie di tuta di colore grigio. L’uomo avrà avuto una quarantina di anni, forse anche meno, ma non sono in grado di riconoscerlo. Ho visto la foto del NARDUCCI pubblicata sui giornali ma non so se fosse lui o un altro. Posso dire, però, che l’età e la corporatura erano, grosso modo, quelle del NARDUCCI, nel senso che l’uomo era grosso modo sui 35 – 40 anni, così almeno mi sembrò, e non sembrava né troppo grosso né troppo magro. L’uomo era seduto sul posto guida dell’imbarcazione e non c’era nessun altro con lui. Quando l’uomo mi vide invece di proseguire la sua direzione verso la costa occidentale dell’Isola Polvese, deviò bruscamente verso sinistra, cioè verso Sant’Arcangelo attestandosi, poi, a circa 400 – 500 metri dal castello dell’Isola Polvese e ad una distanza di circa 300 – 400 metri da me che mi trovavo lungo la costa, a un centinaio di metri abbondante dalla riva. Quando l’uomo si fermò in quella posizione saranno state le 15.30 circa. Ricordo, però, che quando fui sentito la prima volta, a me sembrava che quell’avvistamento fosse avvenuto di mattina, tanto che ne parlai in paese prima di essere convocato, ma mi sentii dire che la scomparsa del NARDUCCI era avvenuta di sera ed io mi convinsi di quello che mi era stato detto.”
♦ Domanda: ” In qual momento della giornata lei si recava a pescare?”
♦ Risposta: ” Potevo andarci la mattina ma potevo andarci anche di pomeriggio. Si andava però a pesca soprattutto la mattina. Non so perché io avevo in mente l’idea di esserci andato di mattina. Mi trattenni nella zona antistante la costa sud-occidentale dell’Isola Polvese fino alle 17 circa. Non c’era anima viva nelle acque del lago che io potevo vedere e non vidi neppure una imbarcazione oltre quella dello sconosciuto che si era fermato nel punto che ho detto. Quando ripartii, verso le 17, mi avvicinai a quella imbarcazione, che era ferma, più o meno, nel punto in cui l’avevo lasciata perché non c’era vento. Mentre mi avvicinavo notai che l’uomo che avevo visto al volante non c’era più. Preciso che quando in precedenza ero intento a mettere le reti sul tratto antistante l’Isola Polvese, voltavo le spalle a quell’imbarcazione ed ero intento al mio lavoro. Non ho, quindi, mai guardato in quella direzione mentre lavoravo. Anzi, quando l’uomo si è fermato nel punto che ho detto, io di tanto in tanto guardavo quella barca e vedevo l’uomo seduto al volante dell’imbarcazione. Dopo circa 10 minuti da quando l’uomo si era fermato con l’imbarcazione, non lo vidi più e quando mi avvicinai alla barca, già da tempo non l’avevo visto più quell’uomo. Arrivai ad una distanza di pochissimi metri dalla barca. Misi una tavola di legno sulle sponde della mia imbarcazione per vedere meglio il fondo della barca ma non vidi nulla all’interno e d’altra parte le sponde di quella barca erano basse. Non so perché ma mi prese una grande emozione per la sorte di quella persona. Quando giunsi a riva a San Feliciano era il tramonto ma ancora si vedeva. Saranno state le 17.30. Trovai subito i pescatori e la gente del posto che dicevano che era scomparso il Prof. NARDUCCI. Io feci presente quello che avevo visto un pò a tutti ma nessuna autorità mi interpellò. Il giorno successivo mi recai a pesca al mattino, verso le 7, sempre nello stesso posto e vi rimasi fino alle 11 – 12. Non notai niente di particolare. In quei giorni, andando nella Cooperativa pescatori di San Feliciano, sentivo dire che il NARDUCCI si era ucciso perché coinvolto nella vicenda del “Mostro di Firenze”. Era una cosa che dicevano tutti a San Feliciano. Dicevano, in sostanza, che il NARDUCCI era coinvolto nel giro dei delitti. Qualcuno diceva che i complici fiorentini del NARDUCCI l’avevano minacciato e lui per evitare di essere ucciso si era suicidato, così dicevano. Queste cose sono state dette in paese da quando il NARDUCCI è scomparso sino ai giorni nostri. Qualcuno tirava in ballo anche San Casciano perché dicevano che il NARDUCCI fosse del giro dei “compagni di merende”. Mi pare proprio, invece, che certe cose le dicevano anche prima che il NARDUCCI scomparisse. Mi pare che queste cose le dicesse ZOPPITELLI Giuliano, che ora è morto. Comunque queste cose le dicevano un po’ tutti e quindi non saprei indicare con precisione altre persone. Si trattava, per lo più, di pescatori ma anche abitanti del posto. In sostanza queste cose le dicevano alcuni abitanti di San Feliciano. A mio avviso, persone che potrebbero aver parlato di questa cosa sono: BIGI Vincenzo, Enzo Ticchioni e COCCHINI Rino e MOMI Vincenzo. ”
♦ Domanda: “ Cosa ricorda del rinvenimento del cadavere ?”
♦ Risposta: “ Ricordo che i pescatori di Sant’Arcangelo dissero in giro che la moglie del Narducci, presente sul posto, l’aveva riconosciuto. Poi, invece, un altro pescatore, proprio nei giorni successivi alla morte, disse che quel cadavere non poteva essere quello del Narducci perché non corrispondeva l’altezza, calcolata sulle mattonelle del pontile. Inoltre si disse che il padre aveva fatto subito sigillare la bara e l’aveva fatta portare al Cimitero di non so quale località, senza far fare l’autopsia. Questi pescatori parlarono poi con gli abitanti di San Feliciano e diffusero queste notizie” Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p. e chiuso alle ore 17.45.

Ha aggiunto ulteriori particolari alla sua deposizione del 30 maggio 2002: che di seguito si elencano:

1° L’imbarcazione da lui vista l’8 ottobre e a cui si riferiva la sua descrizione non era verosimilmente quella di cui alle foto allegate al verbale perché con forma più rettangolare e punta non “aguzza” come quella ripresa nelle foto;

2° La persona alla guida dell’imbarcazione aveva, forse, un berretto ed era vestito di “una specie di tuta di colore grigio” e il Dolciami non è in grado di dire se l’uomo potesse essere il Narducci, che, peraltro, lui aveva conosciuto solo dalle fotografie pubblicate dai giornali dal 2001 in poi e che non conosceva all’epoca;

3° A San Feliciano pressoché tutti gli abitanti dicevano che il Narducci fosse coinvolto nel giro dei delitti, in particolare il defunto Zoppitelli Giuliano e anche, tra gli altri, Ticchioni Enzo.

4° Nei giorni successivi alla morte del Narducci, un pescatore affermò che quel cadavere ripescato a Sant’Arcangelo non poteva essere quello del Narducci, non corrispondendone l’altezza.

30 Dicembre 2003 Testimonianza di Luigi Dolciami

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