Psicologo suicida, l’ombra del Mostro
MESTRE. Gli inquirenti perugini e fiorentini che indagano sui nuovi elementi emersi sul «Mostro di Firenze» sarebbero intenzionati ad acquisire il fascicolo sulla morte dello psicologo mestrino Maurizio Antonello, trovato morto nella sua casa di Trivignano il 14 maggio del 2003. La vicenda della morte di Antonello, professionista impegnato sul fronte della ricerca su sette e gruppi religiosi, era stata archiviata come suicidio dal Pm lagunare Gianni Pipeschi.
Ma gli amici di Antonello hanno sempre messo in dubbio le conclusioni a cui era giunta la Procura di Venezia, al termine delle indagini. Ora il caso potrebbe riaprirsi alla luce delle novità emerse dalle indagini sul «Mostro di Firenze». In particolare sui presunti mandanti. Quattro gli indagati, tra cui un ex farmacista di San Casciano che avrebbe avuto rapporti con Francesco Narducci, il medico di Perugia trovato moto nel lago Trasimeno nel 1985 e sulla cui morte indaga la Procura di Perugia. Anche in quel caso si ipotizzò inizialmente un suicidio, oggi le rivelazioni che arrivano da Perugia e Firenze aprono nuovi scenari. Lo aveva sostenuto già nel 2002 la giornalista Gabriela Pasquali Carlizzi, autori di vari libri sul «Mostro di Firenze» e che aveva messo in relazione i delitti del «Mostro» con la morte di Narducci. Tutto ruoterebbe attorno ad una setta magico-esoterico massonica, quella della Rosa Rossa. Una organizzazione su cui si sarebbe ritrovato ad indagare anche Maurizio Antonello, rivela un amico avvocato. Lo psicologo sarebbe stato in passato sentito dagli inquirenti fiorentini. E sulla base di un esposto, le Procure avrebbero deciso di svolgere degli accertamenti sul lavoro di ricerca di Antonello e che si era trovato ad incontrare persone come una giovane siciliana di 33 anni, amica di una delle vittime del «Mostro» e trovata orribilmente assassinata nel 1981. (m.ch.)
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