Il 19 Febbraio 2004, su incarico di Nino Filastò, Davide cannella si reca ad incontrare Fernando Pucci per cercare di chiarire quale auto guidasse Giancarlo Lotti la notte dell’8 settembre 1985.

Da leggere: 16 Febbraio 1983 Giancarlo Lotti acquista una FIAT 128 coupé e 3 Luglio 1985 Giancarlo Lotti acquista una FIAT 124

“Colloquio avvenuto in data 19/2/2004… Ci siamo recati in località Montefiridolfi9 allo scopo di incontrare e parlare con il sig. Pucci Fernando, teste ‘beta’ (ma nella relazione inviata dal P.M. alla Corte d’Appello del processo Pacciani, Pucci era il teste alfa, n.d.A.). nel processo a carico di Mario Vanni.

Giunti in detta località, dopo una breve ricerca, gli abitanti del luogo ci informavano che avremmo potuto incontrare il signor Pucci presso l’unico negozio di alimentari del paese. Arrivati presso la ‘Salumeria Pucci’, dopo le presentazioni di rito, il titolare ci riferiva di chiamarsi Valdemaro Pucci, fratello di Pucci Fernando. Informato delle nostre qualifiche e della nostra intenzione di parlare con suo fratello, per conto dell’avvocato Filaste», il signor Pucci esordiva inspiegabilmente dicendo con ferma determinazione: ‘Quando l’avvocato Filastò vorrà parlare con mio fratello viene lui da me e poi vediamo…’
Alla nostra insistenza ribadiva con risolutezza: ‘Mio fratello non parla con nessuno perché mio fratello non può decidere da sé… Uscite immediatamente dal mio negozio!’…
Dopo un breve consulto fra di noi, decidevamo ugualmente di incontrare e di parlare con il signor Fernando. Dopo circa mezzora di inutile attesa, lo vedevamo arrivare a piedi e dirigersi con calma nei pressi del bar e circolo ricreativo ‘Jolly Caffè’. Avvicinatoci all’uomo, lo fermavamo presentandoci, dicendogli chi eravamo e lo informavamo dei motivi della nostra visita. Il signor Pucci senza scomporsi di un millimetro iniziava il suo racconto su come aveva passato la giornata e la sera del giorno 8 settembre 1985. Il racconto del signor Pucci viene da noi esteso esattamente come da lui stesso narrato e precisamente nei punti e nei modi che seguono: Il pomeriggio dell’8 settembre 1985, il signor Pucci Fernando e il signor Lotti Giancarlo si erano recati presso una loro amica, certa Gabriella Chiribelli, nota prostituta di Firenze. La sera, verso la mezzanotte, al rientro a casa, decidevano di passare per via degli Scopeti. Dopo essersi fermati nei pressi della tristemente nota piazzola, lui e il signor Lotti uscivano dalla loro auto e si avviavano a piedi in direzione della tenda dei due poveri ragazzi… ‘Ci siamo fermati per vedere un pochino.
A precisa domanda il signor Pucci riferiva: di essersi recato con l’auto di colore Blu di Lotti Giancarlo. Di essere certo della circostanza, perché il suo amico aveva l’altra auto (quella rossa) completamente distrutta, senza le ruote e lasciata da un sacco di tempo sopra a dei ceppi nei pressi di casa sua.
Di essere sicurissimo di essersi recato a Firenze con l’auto blu del Lotti, dicendo testualmente: ‘Quella rossa NO!… Dopo otto giorni dal delitto degli Scopeti sono venuti a casa mia a frugarmi dappertutto… e ho detto: non ho mica la pistola, io!’
Solo parecchi anni dopo il signor Pucci venne accompagnato in Questura dal dottor Giuttari al quale ha raccontato le stesse cose che ha detto a noi.
‘Mi hanno fatto firmare un sacco di fogli… Io gli chiedevo a che servono… Loro mi dicevano che servivano per ricordo… E per metterli in archivio… A me Giuttari non mi piace e neppure quell’altro’ “.

Tratto da Storia delle merende infami pag. 271/272/273

 

19 Febbraio 2004 Colloquio di Davide Cannella con Fernado Pucci

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