Il 2 aprile 2004 è stato sentito a testimonianza Benedetto Saputo.
Questa la sua testimonianza (NdR: due serie di fotografie le seconde più leggibili):
Questo uno stralcio delle dichiarazioni:
“- di ricordare molto bene l’episodio del ritrovamento di un fazzolettino di carta imbevuto di sangue con dei capelli attaccati e di un involucro contenente dei guanti di gomma nella piazzola degli scopeti;
– di ricordare con certezza che il mercoledì o il giovedì successivo al ritrovamento dei cadaveri, insieme alla moglie, al cognato il Valter Dubex, e al cane di nome Raf, si erano recati con la sua auto Renault 18 di colore metallizzato, nella piazzola degli Scopeti;
– di essere sicuro che il giorno fosse un mercoledì o un giovedì in quanto ricordava nitidamente che nella fabbrica dove lavorava, successivamente i suoi colleghi avevano commentato il ritrovamento dei guanti Nella piazzola degli Scopeti;
– di essere arrivato sul posto verso le ore 15;00, e sicuramente dopo le ore 14:00 di aver lasciato l’auto su via degli Scopeti di fronte ad un cancello di una villa che si trovava dalla parte opposta della carreggiata e precisamente davanti alla piazzola dove si verificò il duplice delitto;
– di aver raggiunto a piedi il luogo del delitto di aver notato che la zona era ancora delimitata dalle strisce di colore rosso e bianco messe nella polizia;
– di non ricordare se c’era ancora l’auto dei ragazzi uccisi;
– che, mentre si stavano avvicinando alla piazzola, un uomo di mezza età munito di una telecamera di tipo a spalla di grosse dimensioni, che dava l’impressione di essere un giornalista, era uscito dal bosco riprendendo tutta la zona;
– di ricordare che quest’ultimo si era poi allontanato continuando a riprendere il posto e che non aveva partecipato al ritrovamento di quanto indicato precedentemente;
– di aver notato sulla piazzola un uomo e una donna con i quali avevano commentato i fatti. L’uomo era una persona alta, capelli brizzolati, indossava una tuta ginnica ed era di aspetto curato, aveva un accento fiorentino e non aveva avuto modo di vedere se avesse la macchina o forse a piedi; la donna che gli diede l’impressione che si accompagnava quell’uomo poteva avere dai circa 35/38 anni, aveva capelli lunghi, lisci, biondi e vestiva con jeans. Anche lei aveva un accento fiorentino;
– di ricordare che mentre stavano commentando i fatti il cane, senza guinzaglio, si era infilato completamente in un cespuglio a pochi metri dal loro e che sua moglie nel tentativo di prenderlo aveva notato all’interno del cespuglio un involucro di colore bianco con delle scritte di colore blu. Si erano tutti avvicinati a quel posto;
– che a quel punto l’uomo con la tuta aveva infilato completamente un braccio all’interno del cespuglio e aveva tirato fuori l’involucro, aprendolo immediatamente;
– che tutti avevano notato che all’interno dell’involucro c’erano dei guanti di tipo chirurgico avvolti in carte stropicciate;
– che, dopo aver deciso di portare quanto rinvenuto ai Carabinieri, avevano dato un’altra occhiata più accurato al cespuglio, notando, sempre all’interno dello stesso, un fazzolettino di carta, ancora ripiegato ma stropicciato è macchiato di sangue;
– che aiutandosi con un bastoncino era riuscito a tirarlo fuori e poi aveva notato che, oltre la macchia di sangue, c’erano dei capelli;
– di ritenere, dato il modo in cui gli oggetti si trovavano occultati all’interno del cespuglio, che gli stessi non fossero stati gettati da qualche passante, ma piuttosto che fossero stati nascosti volontariamente;
– di ricordare che il cognato Dubex Valter Aveva insistito per andare dai carabinieri di San Casciano V. P. e consegnare quanto ritrovato;
– di aver invitato anche l’uomo in tuta a recarsi con loro dai carabinieri, ma lo stesso aveva rifiutato senza specificarne il motivo;
– di ricordare che una volta giunti dai carabinieri S. Casciano lui era rimasto in auto, mentre sua moglie e suo cognato erano entrati all’interno della caserma e avevano consegnato l’involucro contenente i guanti e fazzolettino e di non ricordare se nell’occasione i carabinieri avessero stilato un verbale;
– di ricordare che dopo alcuni giorni, forse una settimana, i carabinieri di avevano contattati invitandoli a tornare sul luogo del ritrovamento dell’involucro e del fazzolettino per indicare loro il punto preciso del ritrovamento;
– di ricordare che nell’occasione siano recati in caserma lui, la moglie ed il cognato e che successivamente con i carabinieri si erano recati alla piazzola degli scopeti, dove avevano indicato il luogo preciso del rinvenimento degli oggetti;
– di non ricordare se nell’occasione era stato redatto un verbale o se erano state scattate delle fotografie.”
A questo punto l’ufficio ha mostrato delle fotocopie, numerate progressivamente, raffigurante la piazzola degli Scopeti, una cartina della piazzola stessa e i guanti ritrovati.
Dopo averli attentamente osservate Sig. Saputo ha detto:
“Nella fotocopia contrassegnata con il n. 1 segno di mio pugno il luogo preciso dove è stato ritrovato quanto indicato precedentemente. Anche nella cartina contrassegnata con n. 2 viene indicato da me e segnato dallo scrivente il luogo preciso di ritrovamento.
Nelle fotocopie contrassegnate con i n.n. 3 e 4 riconosco senza ombra di dubbio i XXX da noi ritrovati all’interno del cespuglio della piazzola degli Scopeti.”
A questo punto della testimonianza il Benedetto Saputo ha raccontato due episodi:
“Il primo il fatto che, dopo circa una settimana dal ritrovamento, aveva telefonato a casa di sua madre un giornalista che si era presentato come Fiesoli della Nazione. Il secondo, il fatto che, dopo circa 15 giorni dal ritrovamento, presso la sua abitazione si era presentato un altro giornalista il quale si era qualificato come Mario Spezi della Nazione, che gli aveva chiesto un’intervista sulle modalità del ritrovamento degli oggetti. Era rimasto stupito dal fatto in quanto le sue generalità le aveva lasciate solo ai carabinieri, i quali si erano raccomandati di non far parola con nessuno del ritrovamento. Egli comunque non aveva dato la propria disponibilità.”
Trascritto da: nota GIDES n°172/04 del 14 Aprile 2004 Pag: 6/7/8/9