Il 3 Aprile 2004 rilascia testimonianza Giuseppe Rinaldi.
Questo uno stralcio della testimonianza:
“….Domanda: “Lei svolge attività di giornalista professionista?”
Risposta: “No, io sono regista, autore e conduttore televisivo , attualmente vincolato con un contratto di esclusiva con la RAI.
“Domanda: “Lei ha recentemente curato una trasmissione su “CHI L’HA VISTO?” avente ad oggetto la vicenda della morte del prof. Narducci ?”
Risposta: “Io ho curato da anni, su “CHI L’ HA VISTO?” servizi sul “Mostro di Firenze “ e, quando sui giornali emerse il collegamento con la morte del prof. Narducci, anche su quest’ultima vicenda. In particolare, recentemente, sul Narducci, ho fatto quattro puntate, in un arco di tempo di circa un anno e mezzo, fino all’ultima puntata del 29 marzo scorso.”
Domanda: “Che cosa ha trattato in quest’ultima puntata?”
Risposta: “Nell’ultima puntata ho parlato di una ipotesi che ho ritenuto di dover sollevare in base a quanto mi risulta a livello giornalistico, e cioè che le indagini relative alla morte del prof. Narducci siano partite dalla registrazione di una telefonata avvenuta nel mondo dell’usura. Questo è quanto io ho dato per scontato nel servizio, unitamente al fatto che nella telefonata non si parli esplicitamente del Narducci, ma di un medico morto al lago Trasimeno. Poiché mi piace molto il mio lavoro e amo effettuare continue verifiche su quello che so, mi sono chiesto se per caso il medico di cui si parlava, a quanto mi risulta, genericamente, fosse proprio il Narducci oppure un altro medico. Ho effettuato una serie di accertamenti, per scoprire se al lago Trasimeno fosse morto qualche altro medico e sono venuto a sapere che effettivamente il 28 febbraio 1995, in riva al lago Trasimeno, in località Torricella, era morto, sparandosi alla tempia, il dott. Giampiero Puletti (vedi 29 marzo 2004), medico chirurgo, specializzato in odontoiatria. Ho saputo che questo medico, morto a 52 anni, era ricchissimo, e all’età di 49, cominciò a frequentare l’Accademia dei Filedoni di Perugia, dove contrasse l’abitudine del gioco d’azzardo, perdendo più di 1 miliardo e indebitandosi progressivamente con le banche e, successivamente, con gli usurai. La moglie mi ha riferito che, quando lei disse al marito circa un anno prima, di rivolgersi ai Carabinieri per denunciarsi, alla moglie rispose che mettersi contro alcuni personaggi potentissimi e pericolosissimi, avrebbe potuto significare un pericolo per l’intera famiglia. Ho saputo che un mese prima di morire, il medico stipulò da un notaio, un atto attraverso il quale, una volta morto, le banche non potevano rivalersi sui beni rimasti. A quel punto, le banche chiudevano ogni linea di credito, pretendendo contemporaneamente che venissero restituiti i soldi prestati. So che l’ultimo mese il medico doveva pagare 300 milioni di lire alle banche, e fu proprio in quell’ultimo, o già da prima, che il medico finì nelle mani degli usurai. Ho portato con me la video cassetta della trasmissione che mi riservo di produrre, perché si trova nella mia autovettura, parcheggiata nei pressi di questo ufficio. Desidero comunque precisare che la moglie del medico, sig.ra Banci Sandra, mi ha riferito circostanze piuttosto gravi sulla conduzione delle indagini relative alla morte di questo medico, mentre l’amico e collega di quest’ultimo, dott. Alessandro Guida, già frequentatore dell’Accademia dei Filedoni, auto-denunciatosi nel giugno del 1994 per partecipazione a gioco d’azzardo, ha evidenziato analoghe carenze investigative in ordine a tale denuncia.”
Domanda: “Lei ha subito un furto, recentemente?”
Risposta: “Sì, ho subito il furto del computer dove avevo alcuni file relativi al mio lavoro, tra cui anche alcuni contenenti informazioni sulla vicenda del “Mostro di Firenze” e la morte del Narducci. Oltre al computer, mi hanno aperto due lettere e hanno lasciato perdere una borsa di valore contenete la stampante, oltre ad oggetti di valore presenti a casa. In quel momento mi trovavo a Firenze per un servizio giornalistico sul “Mostro di Firenze” in relazione a perquisizioni avvenute a S. Casciano.“
Domanda: “Da quella data sino ad oggi, ha subito minacce?”
Risposta: “No.”….”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 349/350