In seguito ai faldoni ricevuti il data 10 marzo 2004 ed accertato che all’interno degli stessi mancava la perizia del Prof. Riccardo Cagliesi Cingolani, che doveva essere allegata al faldone 37, sul fazzolettino recuperato a Scopeti il giorno 3 ottobre 1985.
Il GIDES in data 15 aprile 2004 si recava presso l’Istituto di Medicina Legale per farsi consegnare una copia della suddetta perizia. La copia veniva consegnata in persona dal Prof. Cagliesi. La stessa veniva spedita in copia alla Procura fiorentina e alla Procura perugina che la acquisiva agli atti in data 15 maggio 2004.
Con la stessa nota risponde anche alle richieste, del 9 marzo 2004 e 7 aprile 2004, della Procura, nella persona del Sostituto Paolo Canessa, di aggiornamenti riguardanti le indagini.
Questa la nota 174/04 GIDES di acquisizione e inoltro della perizia: 16 aprile 2004 nota 174/04 Acquisizione perizia Riccardo Cagliesi Cingolani
Questa la trascrizione:
Ministero dell’Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza GRUPPO INVESTIGATIVO DELITTI SERIALI FIRENZE – PERUGIA
Viale Gori 60, 50127 Firenze Fax +3955/3238179 email gidesfirenze @libero.it
Nr. 177/04 G.I.De.S.
OGGETTO: P.P. 1277/03 R.g.n.r. Mod. 44 P.M. Firenze
P.P. 17869/01 R.g.n.r. Mod. 44 P.M. Perugia. – Indagini collegate ex articolo 371 c.p.p. –
Firenze, 16 aprile 2004
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI = FIRENZE = c.a. dott. Paolo CANESSA Sost.
e, per conoscenza:
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI = PERUGIA = c.a. dott. Giuliano MIGNINI Sost.
Di seguito alla nota n. 172/04/Gides dell’ 14 aprile 2004, relativa ai procedimenti penali di cui all’oggetto, si comunica quanto segue.
Ieri, 15 corrente, personale di quest’ufficio ha acquisito presso l’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Firenze copia conforme della “relazione di perizia ematologia su un fazzoletto, datata 7.11 1985, a firma del Prof. Riccardo Cagliesi Cingolati, e che consta di 13 pagine.
La relazione è stata consegnata dallo stesso Prof. Cagliesi Cingolati, che nella circostanza ha riferito di non ricordare nulla in merito alla stessa in quanto è trascorso molto tempo dai fatti e di non ricordare di essere stato mai sentito in merito.
Dalla lettura di tale atto si rileva che:
- L’oggetto della consulenza è “un fazzolettino di carta intriso di sangue con un capello”. pervenuto (non si sa come) all’Istituto di Medicina Legale di Firenze il 5.10.1985 e consegnato al consulente il successivo 7 ottobre:
- il materiale di colore rosso scuro rinvenuto sul fazzolettino di carta è “di natura ematica, di provenienza umana ed appartenente al gruppo sanguigno B. Trattasi cioè di sangue umano di gruppo B”.
- il frammento pilifero adeso al fazzolettino appartiene alla “specie umana, potendosi non inverosimilmente trattare di un frammento di capello”.
Alla luce di tale esito si può escludere con assoluta certezza che quel sangue sul fazzolettino appartenesse alle vittime poiché risulta agli atti che Nadine Mauriot era soggetto appartenente al gruppo sanguigno A, mentre Jean Michel Kraveichvili al gruppo 0.
Peraltro, in considerazione soprattutto delle precisi dichiarazioni degli autori del rinvenimento degli oggetti in questione, sarebbe stato difficile credere che un fazzolettino intriso per qualche motivo col sangue di una delle due vittime sarebbe stato nascosto così bene all’interno di un cespuglio e proprio sul luogo esatto del delitto. Appare sempre più verosimile, invece, che quel sangue appartenesse a uno degli autori del duplice omicidio che è rimasto ferito e che, dopo essersi tamponato la ferita col fazzolettino, l’abbia nascosto insieme ai guanti chirurgici. Questi ultimi, come già riferito, furono abbandonati al rovescio, in pratica nella posizione lasciata da chi, dopo esserseli sfilati dalle mani, non si è preso cura di rimetterli nella posizione regolare pronti per un successivo uso.
Appare altresì importante l’esito dell’esame sulla formazione pilifera, lunga circa 2 cm., “di colore castano chiaro, liscia, provvista di cuticola a scaglie sottili e regolari”, estratta dal fazzolettino, dal momento che è risultata appartenente alla specie umana e verosimilmente a un capello.
Si ricorda che, come segnalato nella nota del 14 aprile scorso, sotto l’unghia di Baldi Stefano, altra vittima del Mostro, a suo tempo, a seguito dell’autopsia, furono trovati “due capelli di colore castano lunghi”, con tutta probabilità appartenuti all’assassino anche perché l’unghia, sotto la quale quei capelli furono rinvenuti, era risultata ferita, e questo non può non fare ipotizzare che ciò sia avvenuto in un tentativo di difesa del giovane. Si ricorda altresì che anche la ragazza, Susanna Cambi, fu trovata con un ciuffo di capelli stretto in una mano.
Infine, si rappresenta che, a giudizio di quest’ufficio, l’indagine è giunta ad uno snodo fondamentale che non consente di poter valutare con sufficiente completezza la posizione degli indagati di cui la S.V. ha sollecitato l’esito delle indagini con note del 9 marzo e del 7 aprile 2004, alle quali quanto prima comunque si darà risposta, anche se necessariamente in maniera parziale.
Si allega la relazione della perizia del 7.11.1985 e il relativo verbale di acquisizione.
Il Responsabile Dott. Michele Giuttari