Il 28 Maggio 2004 rilascia testimonianza il Maresciallo dei Carabinieri Enzo Baldoni, all’epoca (1985) era servizio presso l’Aliquota CC. della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura Circondariale di Perugia.
In riferimento alla testimonianza di Attilio Piselli in data 4 dicembre 2002, pur non confermando il viaggio a Barberino di Mugello col Piselli, che però conosceva, ha confermato quello che sapeva del medico. Voci che non venivano raccolte al mercato o a pesca ma all’interno del Reparto Operativo del Gruppo in questione, in termini assolutamente inequivoci.
Questa parte della testimonianza:
“….Domanda: ” Lei ricorda di avere mai accompagnato il Piselli fuori Perugia?” Risposta: ” No. Posso solo dire che una volta suo fratello ci presto’ la sua macchina, perche’, in un’azione di recupero di droga, ci eravamo spacciati per commercianti di bestiame.” Domanda:” Lei , quindi, aveva sentito dire, dopo la morte del Narducci, che la Massoneria sarebbe intervenuta per fermare le indagini, che il medico sarebbe stato ucciso perché venisse salvaguardato l’onore della famiglia, e che nessuno le parlo’ del garzone del Narducci ? “Risposta:” Questo riferimento al garzone lo posso proprio escludere. Le uniche cose che ho sentito dire erano che il Narducci era il “Mostro di Firenze”. Lo sentivo dire da tutte le parti. Poi ho sentito parlare dell’intervento della Massoneria, e del fatto che il medico potesse essere stato ucciso per salvaguardare l’onore della famiglia, visto che tutti dicevano che fosse coinvolto nella vicenda fiorentina. Io, pero’, al di delle chiacchiere, non ho saputo altro. Confermo che del garzone non ho mai sentito parlare…..” Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 211
“Ricordo… di aver sentito, da voci di corridoio, non ricordo dove, che l’indagine sulla morte del Narducci era stata bloccata dalla Massoneria, perche’ si trattava di una famiglia potente di Perugia. Ho sentito anche dire che il Narducci era stato ammazzato, e non che si era suicidato. Questo l’ho sentito dire circa una quindicina di giorni dopo il ritrovamento del Narducci. A quanto sentii dire, questo delitto sarebbe stato compiuto perché non venisse disonorato il nome della famiglia Narducci….“.