Il 3 Giugno 2004 rilascia testimonianza l’App. CC. Pasquale Pierotti, già appartenente al Nucleo di PG di Perugia. Viene sentito dal Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. assistito dal Cancelliere Dott.ssa Daniela Severi, presente, per esigenze investigative il Ten CC. Antonio Morra, Comandante del N.O. del Comando Prov. CC. di Perugia.

Questa la testimonianza: Brig. CC. Pasquale Pierotti testimonianza del 3.06.04

Questa la trascrizione testimonianza:

Il giorno 3.06.2004, alle ore 11,10, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. (ufficio sito al terzo piano del palazzo), assistito dal Cancelliere B3 Dott.ssa Daniela Severi, a norma dell’art. 373, sesto comma c.p.p., presente, per esigenze investigative il Ten CC. Antonio Morra, Comandante del N.O. del Comando Prov. CC. di Perugia, è comparso, citato verbalmente dal C.re Sc. Danilo Paciotti, il Brig. CC. in congedo PIEROTTI Pasquale, il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono e mi chiamo PIEROTTI Pasquale, nato a Gubbio (PG) il 24.04.1960, ivi res. in Via San Bartolo n. 280, Brigadiere dei Carabinieri a riposo”.

Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p. Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento, collegato, ex art. 371 c.p.p., con quello n. 1277/03 R.G.N.R. Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.

 Domanda: ” Dove prestava servizio all’epoca della scomparsa del dott. Francesco Narducci?”
 Risposta: ” Mi trovavo al Nucleo di Polizia Giudiziaria della Procura della  Repubblica di Perugia, comandato dal Colonnello Antonio Coletti o Colletti, con il M.llo Taralla come vice comandante. Nel nucleo vi erano anche il m.llo Maglionico, il m.llo Mariucci , il m.llo Rizza Adriano, l’app.to Guerra Learco, l’app. to Cecchi Marcello e poi, oltre a me, il defunto app.to Del Vecchio e il carabiniere Mastroianni, anch’egli defunto. A proposito del Narducci, ricordo che ci pervenne un fonogramma dalla Procura di Firenze o dal Nucleo Polizia Giudiziaria di Firenze che ci chiedeva espressamente di identificare i numeri di targa delle auto che frequentavano la villa dei Narducci al lago Trasimeno, mi pare a S. Feliciano. La richiesta faceva riferimento alle indagini sui duplici omicidi attribuiti al “Mostro di Firenze”. Non ricordo con precisione se il fonogramma pervenne prima o dopo la morte del Narducci, ma, pur non essendone certo, mi pare proprio che ci arrivò prima. Ricordo con certezza che mi trovavo da poco al Nucleo di PG. ”
 A.D.R.: ” Non svolgemmo l’attività richiestaci, ma la sub-delegammo probabilmente al Nucleo Operativo. Non ne sono certo, ma, trattandosi di una cosa piuttosto delicata che faceva riferimento alle indagini sui delitti del cosiddetto “Mostro di Firenze”, sicuramente non la sub-delegammo ad una stazione CC., ma, mi pare , ad un organo operativo qualificato, come il Nucleo Operativo del Gruppo. Non ne sono assolutamente certo, ma lo posso dire con buona approssimazione. Ricordo anche di avere commentato con i colleghi, e, in particolare, con l’app. to Learco Guerra e Cecchi Marcello, che, per un fatto così delicato, venissero richieste indagini con modalità che mi sembrarono un po’ anomale, perché vi si prevedeva la facoltà di sub-delega. Inoltre, sempre tenendo conto dell’estrema delicatezza di quell’indagine, mi sembrò strano che ci venisse richiesta la collaborazione con fonogramma, cioè con modalità che non assicuravano un’assoluta riservatezza. Ciò che mi colpì, comunque, fu il fatto che le indagini, relative ad una vicenda così grave, venissero indirizzate nei confronti di un medico perugino, perché avevo sempre pensato che il personaggio o i personaggi coinvolti nei delitti fossero fiorentini. ”
 Domanda: ” Chi riceveva i fonogrammi? ”
 Risposta: ” Li riceveva il militare in servizio di turno, che era un appuntato o un carabiniere, e , solo in casi eccezionali, un maresciallo. Ricordo che nei commenti che facemmo su questo fonogramma, sottolineavamo tutti la notorietà del personaggio, che io non conoscevo direttamente, ma solo per fama. Come ripeto, mi pare che l’episodio accadde prima della morte del Narducci, perché l’accostamento della persona di quest’ultimo con la vicenda del “Mostro di Firenze“ era per me del tutto nuovo, mentre, dopo la sua morte, ne parlava in questi termini tutta la città. ”
 Domanda: ” A chi portava i fonogrammi il piantone?”
 Risposta: ” Li portava, normalmente al vice comandante, o comunque, al militare piu’ alto in grado. “
 Domanda del Ten. Morra: ” Lei è assolutamente certo di avere visto un fonogramma, pervenuto al suo Comando, che, con facoltà di sub-delega, comunque proveniente da Firenze, chiedeva di effettuare dei servizi di osservazione e controllo fuori o, comunque, nelle adiacenze della villa del dott. Francesco Narducci al lago? “
 Risposta: ” Sono certo che giunse un fonogramma, con quel contenuto che ho descritto, dalla Procura o dal Nucleo di P.G. di Firenze. Non ricordo se lessi personalmente il fonogramma o se lo commentammo quando arrivò e il piantone ce lo mostrò o ci informò del suo arrivo e del suo contenuto. In ogni caso, il fonogramma arrivò, aveva quel contenuto e proveniva da Firenze. ”
 Domanda: ” Dove si trovava prima di giungere al Nucleo e , in particolare, ricorda in quale comando si trovava al momento della morte del Narducci?”
 Risposta: ” Prima di prestare servizio al Nucleo di P.G., mi trovavo al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia e, quando morì il Narducci, sono pressoché certo che mi trovavo al Nucleo di P.G., che lasciai nel 1990, mi pare a ottobre o novembre, dopo avervi trascorso, a quanto ricordo, un quinquennio circa. ”
Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p. e chiuso alle ore 12,15;

Questo uno stralcio della testimonianza:

“….Risposta: ” Mi trovavo al Nucleo di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Perugia, comandato dal Colonnello Antonio Colletti o Coletti, con il M.llo Taralla come vice comandante. Nel nucleo vi erano anche il m.llo Maglionico, il m.llo Mariucci , il m.llo Rizza Adriano, l’app.to Guerra Learco, l’app. to Cecchi Marcello e poi, oltre a me, il defunto app.to Del Vecchio e il carabiniere Mastroianni, anch’egli defunto. A proposito del Narducci, ricordo che ci pervenne un fonogramma dalla Procura di Firenze o dal Nucleo Polizia Giudiziaria di Firenze che ci chiedeva espressamente di identificare i numeri di targa delle auto che frequentavano la villa dei Narducci al lago Trasimeno, mi pare a S. Feliciano. La richiesta faceva riferimento alle indagini sui duplici omicidi attribuiti al “Mostro di Firenze”. Non ricordo con precisione se il fonogramma pervenne prima o dopo la morte del Narducci, ma, pur non essendone certo, mi pare proprio che ci arrivò prima. Ricordo con certezza che mi trovavo da poco al Nucleo di PG. A.D.R.. Non svolgemmo l’attività richiestaci, ma la sub-delegammo probabilmente al Nucleo Operativo. Non ne sono certo, ma, trattandosi di una cosa piuttosto delicata che faceva riferimento alle indagini sui delitti del cosiddetto “Mostro di Firenze”, sicuramente non la sub-delegammo ad una stazione CC., ma, mi pare , ad un organo operativo qualificato, come il Nucleo Operativo del Gruppo. Non ne sono assolutamente certo, ma lo posso dire con buona approssimazione. Ricordo anche di avere commentato con i colleghi, e, in particolare, con l’app. to Learco Guerra e Cecchi Marcello, che, per un fatto così delicato, venissero richieste indagini con modalità che mi sembrarono un po’ anomale, perché vi si prevedeva la facoltà di sub-delega. Inoltre, sempre tenendo conto dell’estrema delicatezza di quell’indagine, mi sembrò strano che ci venisse richiesta la collaborazione con fonogramma, cioè con modalità che non assicuravano un’assoluta riservatezza. Ciò che mi colpì, comunque, fu il fatto che le indagini, relative ad una vicenda così grave, venissero indirizzate nei confronti di un medico perugino, perché avevo sempre pensato che il personaggio o i personaggi coinvolti nei delitti fossero fiorentini. ” Chi riceveva i fonogrammi Risposta: ” Li riceveva il militare in servizio di turno, che era un appuntato o un carabiniere, e , solo in casi eccezionali, un maresciallo. Ricordo che nei commenti che facemmo su questo fonogramma, sottolineavamo tutti la notorietà del personaggio, che io non conoscevo direttamente, ma solo per fama. Come ripeto, mi pare che l’episodio accadde prima della morte del Narducci, perché l’accostamento della persona di quest’ultimo con la vicenda del “Mostro di Firenze“ era per me del tutto nuovo, mentre, dopo la sua morte, ne parlava in questi termini tutta la città. “Domanda: ” A chi portava i fonogrammi il piantone?” Risposta: ” Li portava, normalmente al vice comandante, o comunque, al militare piu’ alto in grado. “ Domanda del Ten. Morra: ” Lei è assolutamente certo di avere visto un fonogramma, pervenuto al suo Comando, che, con facoltà di sub-delega, comunque proveniente da Firenze, chiedeva di effettuare dei servizi di osservazione e controllo fuori o, comunque, nelle adiacenze della villa del dott. Francesco Narducci al lago? “Risposta: “Sono certo che giunse un fonogramma, con quel contenuto che ho descritto, dalla Procura o dal Nucleo di P.G. di Firenze. Non ricordo se lessi personalmente il fonogramma o se lo commentammo quando arrivò e il piantone ce lo mostrò o ci informò del suo arrivo e del suo contenuto. In ogni caso, il fonogramma arrivò, aveva quel contenuto e proveniva da Firenze. “Domanda: ” Dove si trovava prima di giungere al Nucleo e , in particolare, ricorda in quale comando si trovava al momento della morte del Narducci? Risposta: ” Prima di prestare servizio al Nucleo di P.G., mi trovavo al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia e, quando morì il Narducci, sono pressoché certo che mi trovavo al Nucleo di P.G., che lasciai nel 1990, mi pare a ottobre o novembre, dopo avervi trascorso, a quanto ricordo, un quinquennio circa. ….” Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 226/227/228

3 Giugno 2004 Testimonianza di Pasquale Pierotti

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